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Autore: _ToMSiMo_    08/01/2009    5 recensioni
"Durante la settimana successiva parlare con lei non fu affatto facile. Il ragazzo del giornale non era più così preciso,e non riuscivo sempre a svegliarmi alle 6 meno dieci per via del mio lavoro. Gli unici salve che mi disse,furono quasi sussurrati. In 14 giorni,ci salutammo solo 4 volte." Bill racconta una sua storia,la sua storia con Mia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia dolce signora Listing. Con la speranza che tutto questo duri, e che tu mi venga a trovare presto,oh mia futura 19 che si toglie 4 mesi e 19 giorni dai Kaulitz e 2 anni e 10 giorni con Gegè!!

Con tutto  l’effetto del mondo..

 

22 maggio.

Quel giorno Tom decise di lasciarmi casa libera, credeva che tra me e Mia,sarebbe nato qualcosa di corto da una notte e via.

 Io non sono assolutamente Tom. La vita che faccio adesso può anche dimostrarlo.

Mi svegliai alle sei meno dieci, (a quei tempi,David si meravigliava per l’orario perfetto)aspettai che Mia prendesse il giornale e poi scesi giù.

Non ero pratico con la cucina, anzi non lo sono neanche oggi,e ci misi 6 minuti solo per fare un caffè.

Stavo per versarlo nell’unica tazzina poggiata sul lavabo che qualcuno bussò.

Una delle mie dita si bruciò e un po’ di caffè cadde sul lavandino, ma nonostante questo cercai di non imprecare ad alta voce.

Quando aprii la porta e vidi Mia, mi lamentai tra me e me per la mia mancanza di ordine,soprattutto presentandomi solo in boxer e canotta.

-Posso entrare o la disturbo?-

-No, la prego entri. Solo mi deve scusare, sono ancora con il pigiama-

Si guardò attorno.

-Si vada a vestire, preparo io la sua tazzina-

Quella volta ci misi due minuti per vestirmi.  Vi rendete conto? Io, Bill Kaulitz che ci mette meno di trenta minuti?

Quando ritornai in cucina, Mia aveva ripulito tutte le macchie e aveva versato del caffè anche per lei.

-Grazie, sono molto distratto-

-Non si preoccupi. La distrazione è compagna dell’uomo di oggi.-

Bevemmo quel caffè senza dire una sola parola.

Mia era seduta a gambe accavallate sullo sgabello di Tom. Io ero sulla sedia di paglia. Quelle cose vecchie che vuoi buttare da una vita, ma dalle quali non ti separi mai!

-Come mai è venuta qua?-

-Non so stare senza di lei- mi disse.

-Come scusi?- le chiesi.

-Niente, mi scusi lei. Forse ho già creato troppi casini-

-No,aspetti- dissi tirandola per un braccio facendo cadere la mia tazzina a terra.

Ritirai la mano, mi ero anche tagliato.

-Oh mi perdoni. Le avevo detto che io sono un grosso guaio-.

Mi prese la mano, appoggiò le sue labbra sulla ferita. Mi diede un bacio.

-Mi sa indicare dove conserva  cerotti e medicazioni?-.

Quando abitavo in Germania, non avevo nessuna cassetta per il pronto soccorso,adesso si. Mi torna utile spesso.

-Non mi prenda  per pazzo,ma io non ne ho-.

-Farebbe bene a dirmi dove posso trovare qualche tovagliolo allora-

-la credenza.  Non si preoccupi,è solo un piccolo taglio-

Mi bruciava e avevo anche il vetro all’interno.

-Sa perché lo vede piccolo?- mi chiese. Aveva un volto preoccupato.

Mia è stata una delle poche persone a preoccuparsi per me. Com' è finita quella storia non so spiegarlo neanche io,e forse ora sto raccontando a tutti del nostro amore perché credo che Mia vivrà dentro di me per sempre.

Con molta delicatezza, spostò il polsino della mia maglietta ed un taglio di sei centimetri apparve sul mio braccio.

-Cavolo, ed ora?-

-La porto all’ospedale. Lei mi muore dissanguato!-

Mise uno strofinaccio attorno al taglio, strinse fortissimo e salimmo nella sua macchina.

Aveva il terrore che le sporcassi i sediolini, ma poi vedendo la mia faccia seriamente tesa,iniziò a guidare come una pazza. Le strade mai come quella mattina erano libere, anche perché era ancora molto presto.

Mia ogni tanto si dimenticava di respirare. Aveva il terrore, mi disse poi,di vedermi su un letto senza colorito.

-Le brucia tanto?- mi chiese quasi lacrimando.

-Sopportabile, ma la prego non si faccia venire i sensi di colpa-

-Io, le sto rovinando la vita,non se ne rende conto! Le ho procurato un taglio, dove ci vorranno minino 20 punti-

-E’ stata la tazzina- dissi scherzando- Credo che comprerò una serie nuova!-

-E’ che io non mi faccio mai i fatti miei- disse più a lei che  a me.

-Lei non ha fatto nulla di sbagliato!-

Mia non ha mai fatto nulla di sbagliato,mai! L’unico che ha sbagliato qui, sono solo io!

Il sangue cominciò a sporcare anche lo strofinaccio. Mia se ne accorse.

-La prego, solo un isolato. Mi dispiace. Dopo questo credo che non mi farò più vedere in giro-.

-Lei è pazza! Solo per un taglio di sei centimetri, sul quale ci vogliono venti punti,non si fa vedere più da me?-

-Si-. mi disse frenando come una pazza.

Mi aprii la portiera. Dopo quella volta, lo feci sempre io!

Dopo due ore tra attese e file, con grande sorpresa scoprimmo che il taglio era di 5 centimetri ma con grande dispiacere mio,non ci vollero 20 punti,ma 26.

Il ricordo di quel giorno, danza ancora tra i miei pensieri. Tom, mi prende ancora in giro per la cicatrice e a casa mia non si trovano più tazzine di vetro.

Il ritorno dall’ospedale fu silenzioso, avevo una serata in discoteca con il gruppo che rimandai siccome la mia mano era andata a farsi benedire.

Mia, non disse una parola.

-Ci rivedremo?-le chiesi

-Si, le ho già detto però che soffrirà tanto con me. Sono molto distratta.-

-Mi accontento di un si!-

E da lei un Si volevo , ma no! Anche il destino ha dovuto portarmi via la cosa più bella.

Dopo il ventidue maggio ci rivedemmo ogni sera, ogni mattina.

Mio fratello credeva che intrattenessi con Mia una relazione segreta.

Mia aveva quattro anni meno di me, aveva parenti in Italia,amava Londra,e con il tempo mi confesso di amare anche me,ma questo successe il 16 giugno.

Il 3 giugno Mia, mi chiese di aiutarla a piantare le rose che sua zia aveva accuratamente scelto.

Mi armai di pompa e zappa.

Piantammo le rose tutto attorno al recinto.

-Sa lei è preciso--

-Sa lei mi dovrebbe dare del tu!-

-Giammai!-

Era solita usare verbi, vocaboli espressioni di anni lontani.

Era solita essere perfetta. Oggi, molte persone dicono che sono perfetto,ma non mi sento tale. Ho una vita fantastica, ma la vita senza Mia non mi rende PERFETTO!

In tutti questi giorni, l’unica cosa che non chiesi a Mia fu il suo vero nome.

Per me, quando sei innamorato di una persona non conta. Beh, sapevo che lei era la donna che volevo,anche se si chiamava CATTIVERIA l’avrei voluta.

Non so come m' innamorai di lei,penso la sera del 10,prima della mia partenza per un viaggio di cinque giorni con il gruppo.

Mia, non ha mai saputo chi ero,si forse alla fine. Forse lo sa anche ora, e forse scrivo questa storia per farle sapere che ho un disperato bisogno di lei.

10 giugno.

Cenai con Tom prima possibile, anche perché lui doveva vedersi con una delle sue “amiche”.

Mia, dopo cena,come tutte le sere,mi aspettava sul dondolo che aveva nel giardino. Avevamo staccato la copertura, giusto per vedere le stelle. Io, dovevo solo guardare accanto!

-Sa, lei mi deve tante risposte- le dissi cingendole con un braccio la schiena.

-Tipo?- mi chiese guardandomi negli occhi

-Come si chiama?-

-Questo non posso dirglielo,in amore alla fine non conta- mi disse.

Passò una stella cadente. La guardammo e forse esprimemmo lo stesso desiderio.

Forse quel desiderio non si è ancora avverato. Bah, io mentre scrivo ci spero ancora. Magari!

-Sa devo trovarle un  soprannome- le dissi.

-Come vuole- mi confessò.

-Primavera, le piace?-

-Mi piace ogni suono che esce dalle sue labbra-. arrossì.

-Ma lei crede all’amore a prima vista?-

Perché io ci credevo, tanto. Ci credo anche ora, anche se ho una vita nuova,continuo ancora a crederci,perché senza Mia,non posso fare niente. Come una calamità, mi aveva attratto,cambiato e mi aveva fatto vivere!

-Io credo a questo che sto vivendo con lei- mi guardò. I nostri sguardi erano teneramente uniti,senza via di fuga. Mi girava la testa, ricordo.  Avevo le mani sudate, ero più che maggiorenne ma mi sentivo peggio di un bambino. Forse mentre scrivo ritorno tale, ritorno a dieci anni fa,quando ero un Bill diverso. Forse meno materiale di ora, meno attratto dal successo. Meno attratto dal mondo che mi ha spinto via da lei. Tra amore e successo per favore, voi tutti,scegliete l’amore. Vi fa sentire felice anche quando c’è tristezza. Come Mia: mi dava calore anche sotto la neve, mi faceva vedere il sole anche durante la pioggia,le stelle anche se coperte,mi dava vita anche se c’èra solo la morte.

-Posso baciarla?- le chiesi

-Prima deve prendermi- disse alzandosi e correndo attorno tutta la villa. Mentre correvo per prenderla iniziò a scendere quella sottile pioggia. Bagnati, correvamo,e mi scappava sempre,era molto più agile di me.

Poi, quando svoltò a destra non si accorse di essersi bloccata.

Le misi le mani sui fianchi. E lei si bloccò, non era importante se eravamo bagnati,non ci importava.

-Mi vuole baciare o no?- mi chiese ridendo.

E senza darle tempo di dire altro o replicare, appoggiai le mie labbra alle sue. Ricordo il sapore di quel bacio come se fosse solo un’ora fa. Però gli anni sono passati. Ricordo quel bacio molto meglio di come mi sono sentito quando ho saputo che mio fratello stava per diventare padre e si  era innamorato. Provai una gioia immensa, diventavo zio. ( questa è un’altra storia)

Mia, era molto delicata. Con tutta la magia possibile trasformò quel semplice contatto in qualcosa di profondo, silenzioso ,passionale ma sempre mantenendo quel suo portamento fine,corretto come una vecchia dama.

Passai una mia mano sulla sua guancia quando il bacio terminò, eravamo bagnati ma potevo sentire il suo calore. Forse Mia è un angelo,una strega bianca,una fatina smarrita. Non ne ho idea.

Mi afferrò per mano e mi trascinò verso la porta della sua villa.

-C’è mia zia, però- disse

-Aspetti, è un disturbo per lei venire da me?- chiesi

Fece cenno di no con il capo. La portai nella mia stanza tenendola per mano.

Ci spogliammo, le prestai una maglietta di Tom.

-Perché non vuole sapere il mio nome?-

-Perché non m'interessa chi è lei,importa solo cosa prova per me-

Ci stendemmo nel letto, piccolo ma per i nostri corpi magri,era anche abbastanza.

-Ho solo un sogno, primavera- ricordo che le dissi.

-Io anche, ma credo che in parte si sia già avverato-

-Cosa intende dire?-

Mia con me non riusciva a nascondere nessun segreto, più aperta di un libro. Più mia che di nessuno.

-Come si chiama ?- mi chiese

-Bill. Per te, sono solo Bill-

-Per te, sono solo primavera-

-Come mai mi hai dato del tu?- le chiesi imbambolato.

-Perché mi sono innamorata di lei e non voglio essere così distante, con te-

Ricordo che quelle parole le ho sognate tutte le notti, fino alla fine. Ora da quando sono ritornato in Germania le sogno ancora,e sento nitida la sua presenza.

-Di me?-

-Si. Bill di te!-

-Da quanto?-

-Non c’è un tempo,Bill. C’è solo un motivo. E il motivo è la tua infinita dolcezza-

La strinsi tra le mie braccia e le cantai una ninna nanna. In inglese!

-Domani partirai per un viaggio di?- mi chiese.

Con lei, volevo essere accettato solo per quello che ero,ho evitato per tutta la durata della nostra storia di dirle che i Tokio Hotel,fossero formati anche da me. Non m'interessava un’altra fan,volevo solo la mia principessa dal castello fatato,quella pazza ragazza che piano piano,da marzo a dicembre era diventata la mia ragione di vita.

-Vado a trovare mia mamma ,con mio fratello e  altri parenti-

Quei cinque giorni servivano per il gruppo per ritrovarsi prima di alcune date.

-Tra cinque giorni mi eviterai come all’inizio?-

Sulle sue labbra si dipinse un sorriso carico di dolcezza. Era fantastica, semplicemente Mia.

La mia primavera. Mentre la guardavo notai che dalla mia finestra si vedeva quella fantastica luna piena che accompagnava quella serata. Mia, mi cingeva con un braccio il fianco e aveva la testa poggiata sul mio petto. Le mie mani entravano e uscivano dai capelli che quella sera aveva raccolti in boccoli.

-Oh la primavera non è mai stata così dolce- le dissi.

Mentre lei disegnava forme astratte sul mio petto, nascosto dalla maglietta,si addormentò ed io cercai in tutti i modi di restare sveglio per osservare con quanta dolcezza la natura avesse creato un essere così perfetto e con quanta fortuna il destino lo avesse mandato a me.

Quando Tom rientrò dalla sua serata, passò nella mia camera per salutarmi. Io, ancora sveglio gli sorrisi dolcemente.

-Che ci fa lei qui?- mi chiese

-Tom sono innamorato di lei!-

Eh lo ero. Forse perché qualche forza superiore aveva intrappolato il mio cuore tra i suoi respiri.

E ora che sono nella mia stanza,a  leggere tra i miei ricordi per riportare sulla carta la mia storia per farla vivere ancora intensamente,mi rendo conto dello sbaglio che ho fatto a lasciare che il successo prendesse decisioni per me e il mio cuore. Alla fine, come dice  anche Tom adesso,se è destino che la donna della mia vita è lei,riuscirò a ritrovarla. Volevo mettere una sua foto su internet, ma sono geloso della sua bellezza. E non so descrivere a un disegnatore il suo viso per creare un cartone in tutte le lingue del mondo pur di farle capire che quello che voglio di più è sentirmi come prima. E forse è anche per questo, che dopo tutto il successo che ho ottenuto,sono ritornato qui. Certo, ora vivo da solo,ma alla fine quando guardo,come ora la sua villetta mi sembra di vederla ancora affacciata a prendere il sole come quando ritornai il 16 giugno.

Era lì, sapeva che sarei tornato verso quell’ora.

Mentre stavo parcheggiando, anzi mentre Tom guidava, (adesso ho anche io l’auto. Precisamente l’Audi grigia!)la vidi prendere il sole dalla finestra della sua camera,dove poi avrei passato tante notti.

Mi vide aprire lo sportello e corse giù, come una pazza.

-Primavera -le urlai!

-Bill- disse saltandomi addosso,sempre con tutta la grazie possibile- lo sai che l’eternità può durare anche 5 giorni?-

-Si?- mi ricordo che posai le mie labbra sulle sue. Poi misi una mano in tasca e posai nel palmo della sua un ciondolo.

-Bill, cos’è?- mi chiese.

-Oggi non è il 16 giugno?-

Sembrò ricordarsi, posò una sua mano sulla sua fronte.

-Sono una smemorata, oggi è il mio compleanno!-

-Non dirmi che non ti ricordavi il giorno del tuo compleanno?- le chiesi mantenendomi la pancia per le risate.

-No, cioè si. Però ricordavo questo giorno come il tuo ritorno,non come il mio compleanno. Sono così presa da te, che mi dimentico tutto- arrossì molto e poi fece per rientrare dentro per la vergogna ma la fermai.

-Auguri- dissi dandole un bacio sulla fronte.

Si lasciò cullare dalle  mie braccia ma poi Tom ci venne a rompere.

-Piccioncini scusate, ma Bill dovrebbe portare le sue valigie all’interno-

Mia si staccò da me e poi baciandomi il lobo dell’orecchio mi disse che dopo cena sarebbe venuta a casa.

Senza di lei, con i ragazzi ero diverso. Laccavo i capelli di più, vestito più come vesto ora ma con Mia no!

Con Mia, volevo essere uno qualsiasi. Non m'interessava di nulla al mondo se c’era lei al mio fianco.

In tutto questo mi dimenticai di metterle la collana.

La sera, come sempre veniva in punta di piedi alla porta,saliva nella mia camera e mi raccontava la sua vita,i suoi sogni ma non mi diceva mai il suo nome. Aveva paura che se mi avesse detto quello le cose tra di noi sarebbero andate male. Lei non voleva sapere niente di me, le bastava sapere che quello che provavo per lei era sincerità e verità,ma come potevo mentire alla mia unica ragione di vita?

Erano quattro mesi che ero preso da lei. Erano i mesi più belli della mia vita. Poco importava se per vari motivi, anzi se per i concerti mi allontanavo spesso da lei. Sinceramente, il solo pensare che poco dopo l’avrei riavuta a farmi compagnia durante le notte,era stupendo. Non volevo un rapporto fisico con lei, era odiosa solo l’idea di toglierle la sua purezza. Io, volevo conservarla intatta,come una bambola di porcellana. I tratti fini, le gote rosse le mani lisce e perfette.

Quando le misi il ciondolo al collo, la vidi un attimo al chiarore della luna.

Oggi come oggi tutte le persone che vedo al chiarore della luna non mi trasmettono quello che mi provocò lei.

Una parte del viso, precisamente quella destra,era immune da ogni segno di imperfezione(no che lei era imperfetta!!),il contrasto della sua pelle con la luce,mi provocò dei brividi lungo la schiena,sembrava un essere venuto da un altro posto. Un essere creato solo per la distrazione dell’uomo. Piano però mi accorsi che era l’essere anzi la fata dell’amore.

Il ciondolo rappresentava il nostro amore. Non so perché le comprai una fatina con dei brillanti, forse perché il nostro amore era brillante e fatato. Durante quella notte, lei mi disse precisamente le parole che avrei voluto dirle io ma che le dissi solo dopo.

-Non mi lasciare-

 Quella promessa non fui in grado di mantenerla. Almeno finché tutti gli anni lontano da lei mi aprirono gli occhi.

 

 

Ringrazio:

Stefi: non ho parole per te,lo sai. Mi rendi sempre sempre felice. Lo sai che aspettavo te per aggiornare. Ti adoro (L)

Billa483= grazie mille,bella. Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Aggiornerò presto! Tvb

Teddyna92=Grazie mille,spero ti piacerà anche questo di capitolo!

La_Lilin__=Ma quanto sei bellina tu eh? Grazie mille dei commenti qui e sul blog. È bello avere una tua recensione perché non sei una fan dei Tokio e ne sono onorata. Un bacio ^^

Angeli neri=Ciao. Non so perché ho scelto Bill,ma credo che questa storia gli doni particolar modo. Un bacione^^

 

  
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