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Autore: _Blue_Rose_    08/01/2009    8 recensioni
Salve! Comincio col dirvi che è la prima shot su Harry Potter, quindi abbiate pietà. Anche se triste, la storia è sul pairing Draco/Hermione (il mio preferito:)). Hermione praticamente non si sente se non nelle ultime righe. Questo è un estratto: Guardava attraverso il vetro dell'enorme finestra della sua camera da letto; sua e di sua moglie. Già sua moglie, come se lo avesse voluto davvero. Guardava fuori dalla finestra, ammirando tutto ciò che c'era oltre quel vetro. Invidioso, perchè nonostante potesse avere tutto all'interno di quelle mura, non avrebbe mai potuto avere quello che c'era al di fuori. Il finale triste credo sia dovuto al mio stato febbricitantee al momento di delusione amorosa nel quale mi trovo. Qualche commento mi tirerebbe su di morale... Prendetelo per un atto di carità!
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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trama

Salve a tutti,

Questa fic è nata da un momento di delusione amorasa (vi auguro di non averne mai, sono davvero deprimenti:(...) e dal delirio della febbre.

Spero comunque che possa piacere e se vi va di lasciatemi un commentino, così almeno mi tirate un pò su il morale... prendetelo come un atto di carità...

Adesso vi lascio alla storia,

Buona lettura!

 

Triste Verità

 

La notte fu illuminata da un improvviso lampo, seguito dal rombo del tuono che lo accompagna, avviso di una tempesta imminente.

Un ragazzo, alto e slanciato, con la pelle pallida e i capelli di un biondo talmente chiaro da sembrare bianco.

Guardava attraverso il vetro dell’enorme finestra della sua camera da letto; sua e di sua moglie.

Già sua moglie, come se lo avesse voluto davvero.

Guardava fuori dalla finestra, ammirando tutto ciò che c’era oltre quel vetro.

Invidioso, perché nonostante potesse avere tutto all’interno di quelle mura, non avrebbe mai potuto avere quello che c’era al di fuori.

Ma non in senso materiale, oh no, i suoi soldi e il suo nome gli garantivano tutto quello che voleva, tutte cose, appunto, materiali e futili.

Ma non poteva avere niente di quello che realmente desiderava.

Come un sorriso vero, come un abbraccio pieno di calore, come un amore, come il potersi esprimere con il cuore, come affidarsi a qualcuno completamente.

Come poter dire le verità del suo cuore.

Perché lui, Draco Lucius Malfoy, aveva un cuore, eccome se lo aveva.

Quello stupido organo vitale, continuava a pompare sangue e dolore nel suo corpo, ma puntualmente nessuna lacrima aveva il permesso di solcare il suo viso, un viso regale, dai lineamenti duri e affilati, terribilmente eleganti in tutto.

Perfetto.

Ecco ciò che era.

Niente di più lontano dalla realtà.

O all’apparenza era impeccabile, nel vestirsi, nel presentarsi, nel conversare, nel lavoro.

Già, impeccabilmente bello… e freddo.

Mai una volta una parola intrisa di sentimento, mai un segno che davvero un cuore battesse nel suo petto, mai un espressione che non fosse la sua maschera, perfetta naturalmente.

Nessuno gli voleva bene veramente.

Era a conoscenza di tutta la gente che lo criticava alle spalle, ma nessuno di quelli glielo diceva in faccia, nessuno gli diceva no.

Perché il suo cognome era Malfoy.

Proprio come lui diceva no al suo cuore.

Nessuno avrebbe mai pensato che lui potesse soffrire per amore.

Eppure, tutte le notti di pioggia e tempesta, lui osservava al di là di quel vetro.

Immaginava che le piccole gocce che in quel momento bagnavano la finestra davanti a lui, fossero le sue lacrime, lacrime che non uscivano dai suoi occhi da troppo tempo.

Tutti pensavano che lui potesse avere tutto, tutti credevano che lui avesse già tutto.

Ma non era così, non sapevano che in realtà l’unica cosa che voleva non avrebbe mai potuto averla, che l’unica cosa per cui avrebbe rinunciato a tutto (il suo sangue puro, le sue ricchezze, il suo cognome…) l’aveva già persa, tanto tempo fa.

Forse da sempre.

Lei non avrebbe mai saputo la verità, lei non avrebbe mai avuto l’opportunità di vedere il cuore del suo nemico di sempre denudato da ogni muro che lo stesso vi aveva costruito intorno, non avrebbe mai visto quegli occhi del colore della tempesta, animati, vivi, finalmente non più solo un colore, ma un vero e proprio uragano.

Perché le storie d’amore che si leggono sui libri, il lieto fine che tutti credono di poter avere non esiste.

È appunto una favola.

La realtà è che la vita non ti lascia scampo.

In pochi si accorgono della verità celata sotto quel velo di finta felicità che avvolge la vita di tutti.

Quasi nessuno ha il coraggio di vedere come tutta la vita, tutta la felicità che ti sei costruito e credi di meritarti, non è altro che un’abile menzogna, un semplice accordo fatto involontariamente col destino.

Buffo che le poche persone che conoscono davvero quel velo, che lo riconoscono e che non ne hanno paura, siano proprio le vili serpi.

Perché per essere una serpe devi essere un bugiardo, e per essere un bravo bugiardo devi conoscere la verità.

Quella verità che tutti credono di sapere, ma che non è altro che una menzogna.

Perché la verità non è mai semplice.

Non è mai indolore.

E quasi mai la puoi avere.

Una volta che conosci la verità, capisci che perché il mondo vada avanti, che perché la gente continui la sua vita di tutti i giorni e sia davvero felice con i loro piccoli problemi, l’unico modo è rimanere nell’ignoranza.

Occhio non vede, cuore non duole.

Già, ma i suoi occhi vedono benissimo.

E il suo cuore duole immensamente.

Un altro lampo illuminò la stanza, Draco osservò ancora un po’ le goccioline che cadevano sul vetro, e ancora immaginò con tutto se stesso che quelle fossero le sue lacrime, perché lui non poteva versarne.

Perché lui non poteva piangere per il suo amore impossibile, per la sua vita infelice.

Lui non poteva piangere per la mancanza della sua lei nella sua vita triste e vuota, fatta di sfarzo e ricchezza inutile.

Tornò nel suo letto, di fianco sentiva il copro caldo di sua moglie.

Chissà come avrebbe reagito Pansy nel sapere che tutte le volte che faceva sesso con lei si immaginava un'altra.

Se si fosse accorta che lui durante gli amplessi non gridava il suo nome per il semplice motivo che in realtà dalle sue labbra sarebbe uscito un suono che non corrispondeva a quello che si sarebbe aspettata.

Hermione

Come sarebbe stato urlare quel nome durante il primo vero orgasmo della sua vita?

Ma in fondo non rimaneva altro che pura immaginazione, perché la sua mezzosangue non lo avrebbe mai amato.

Non gli si sarebbe mai concessa.

Non a lui.

Tutta colpa del suo stupido nome.

Pansy si rigirò nel letto, come se cercasse un abbraccio o il calore del corpo di suo marito, come tutte le mogli.

Ma lei non l’avrebbe mai avuto.

Lui non sopportava di dormire con una donna che non fosse la sua mezzosangue.

Non lo sopportava prima di innamorarsi di lei e lo sopportava ancora meno dopo.

Ma era pur sempre sposato e quello era il minimo.

Una volte che Pansy gli avrebbe dato il suo primo erede maschio non l’avrebbe più sfiorata, ne tanto meno ci avrebbe dormito.

Non si preoccupava dei sentimenti di sua moglie, sapeva che aveva una storia con Theodor Nott, e non gliene importava un fico secco.

L’importante era la segretezza e le apparenze.

La sua speranza consisteva proprio in suo figlio.

Lo avrebbe educato al meglio, ma non come aveva fatto suo padre, ma con più affetto, sempre severo, ma non disdegnando un abbraccio o una pacca sulla spalla in segno di solidarietà maschile.

Non per questo però avrebbe potuto salvare il suo piccolo Malfoy dal suo destino.

Poteva solo insegnargli ad amare e sperare e che il suo amore fosse più possibile del suo, speranza che poteva essere certezza, visto che la guerra era finita.

Al diavolo il sangue puro.

Lui ci era già dentro, ma suo figlio no.

Si girò dalla parte opposta del letto, rivolto verso la finestra e di spalle a sua moglie.

Di nuovo i suoi occhi tempesta si posarono sulle piccole gocce di acqua che bagnavano il vetro e di nuovo immaginò che quelle fossero le sue lacrime.

 

Purtroppo non sapeva che, nello stesso momento, in un modesto appartamento della  Londra magica, la sua mezzosangue avesse i soliti pensieri, mentre dava le spalle a Ron Weasley, suo marito.

Però lei, al contrario di Draco, piangeva, silenziosamente, ma si concedeva il lusso di piangere, poiché lei doveva fingere più di lui.

Hermione non poteva permettere che Ron sapesse la verità, ne poteva concedersi il lusso di accontentarsi di un figlio e non soddisfare più suo marito.

Lei poteva piangere, ma era forse più in gabbia di lui.

  
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