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Autore: _Akimi    08/06/2015    1 recensioni
[Haruka x Nagisa]
Nagisa era in quell'acquario e Haruka l'osservava da fuori, senza neppure poter comprendere i suoi movimenti,le sue intenzioni.
Perchè anche lui non poteva essere libero proprio come l'altro?Libero di potergli raccontare tutto, senza dover gestire quel senso di angoscia che ora pareva volerlo affogare.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki, Rin Matsuoka
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Childhood Blues'
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Rei sospirò profondamente, buttando l'occhio verso la finestra della propria camera, ormai sfinito dalle numerose ore di studio.
Non che non fosse contento di aiutare il suo migliore amico, ma era stranito dal fatto che, dopo un intero pomeriggio sui libri, Nagisa fosse ancora nel pieno delle sue energie e continuava a scribacchiare sul suo quaderno.
Aveva preso seriamente la scuola, dal momento in cui i suoi genitori gli avevano dato il permesso di continuare ad andare al club. In effetti, non appena i ragazzi avevano scoperto di quella storia, si erano preoccupati immediatamente sul da farsi.
Non volevano che per una sciocchezza del genere, Nagisa fosse privato di una delle cose che lo rendeva più felice.
Makoto aveva chiaramente detto che, in quanto capitano, avrebbe fatto del suo meglio per convincere i suoi genitori a lasciarlo andare in piscina, ma in cambio, ovviamente, il ragazzo avrebbe promesso loro di impegnarsi duramente per gli ultimi test.
Rei infatti, si era offerto per aiutarlo nello studio e ormai erano giunti agli ultimi giorni di scuola, felice nel vedere come i risultati dell'amico erano notevolmente migliorati. In genere, il megane sapeva essere piuttosto rigido quando si trattava della scuola, ma in quell'occasione, non si era accanito troppo su Nagisa, notando come fosse stato lui stesso bravo nel concentrarsi sui propri compiti.
Aveva parlato anche con Haruka, dicendo che nell'ultimo periodo era meglio concentrarsi solamente sullo studio, visto che anche il più grande,da quanto gli avesse riferito Makoto, si era perso troppo nei suoi pensieri, trascurando la pila di libri che occupava tristemente la sua scrivania.
Il solo pensare al moro faceva rilassare Nagisa, forse perchè sapeva che anche lui stesse passando un periodo intenso e sicuramente, con la fine della scuola, sia Haruka che Makoto si sentivano agitati per il diploma.
I due lo mostravano in modo completamente diverso, questo era certo. Haruka sentiva l'incessante bisogno di disegnare, come se l'impugnare una matita lo aiutasse a rilassarsi. Si metteva sempre in camera sua, alla sera, ritraendo generalmente i soliti soggetti.
Amava raffigurare il mare di Iwatobi alla notte, oppure la coppia di gattini che vedeva sempre sgattaiolare nel suo giardino o che accompagnavano Makoto sui gradini, sperando di poter ricevere qualcosa da lui.
Una notte però, si concesse di disegnare qualcosa di nuovo, un qualcosa che aveva osservato abbastanza da poterlo ricreare perfettamente sul foglio bianco.
Dapprima abbozzava una forma di un viso, un paio di occhi grandi e poi un sorriso, uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto.


Nagisa appoggiò la penna sul tavolo, abbassando lo sguardo verso i suoi appunti. Vide il disegno che Haruka gli aveva dato settimane prima. Sapeva quanto il ragazzo amasse disegnare, ma il vederlo arrivare con in mano un suo ritratto lo stupì non poco.
Alle volte, infatti, si metteva ad osservare quel foglio in silenzio, passando delicatamente le dita sui tratti che il più grande aveva minuziosamente ripassato con una penna fine. Aveva colorato il tutto con colori leggerissimi, probabilmente acquarellati durante un pomeriggio libero dallo studio.
Immaginarselo alle prese con i pennelli fece arrossire per poco Nagisa, anche se,per non destare sospetti, si ritrovò a nascondere velocemente il foglio e alzare il capo per accennare un sorriso a Rei.
-Ti piace tanto,eh?-
Gli domandò divertito il megane, trovando palese quanto l'amico tenesse a quel piccolo regalo e che fosse altrettanto inutile nasconderlo ai suoi occhi, dato che non era la prima volta che si fermava ad osservarlo.
Vide il biondo grattarsi la nuca imbarazzato, ma non smise di sorridere neppure un momento, pensando che fosse troppo facile per Rei capire quello che gli passava per la mente.
In effetti, da quando i ragazzi avevano saputo di lui e Haruka, lo stesso Nagisa si sentiva più libero di comportarsi come preferiva, senza dover più nascondere l'evidente interessamento per il moro.
Era contento che Rei l'avesse spronato a parlare, che Makoto e Gou avessero accettato la loro relazione, anche se i diretti interessati non erano ancora arrivati al punto di considerarla tale.
Nagisa non voleva andare di fretta, ma sì, sapeva di poter dire che stavano assieme e che non c'era motivo di vergognarsene. Considerava anche il fatto che non ci fosse nulla di ufficiale, o meglio, i loro amici lo sapevano, ma non le loro famiglie e il pensiero di parlarne con i propri genitori spaventava Nagisa a morte. Non sapeva se sua madre e suo padre sarebbero stati contenti di quella decisione, se avessero gioito nel vedere il loro bambino crescere ed innamorarsi di uno dei suoi amici, un altro ragazzo.
In ogni modo, era troppo felice per incupirsi con quei pensieri e ci avrebbe pensato in futuro, non appena entrambi avessero avuto più tempo per parlarne.


-Scusami, è solo che...pensare che Haru-chan e Mako-chan finiranno la scuola mi rattrista un po'.-
Disse sinceramente, riflettendo sul loro futuro piuttosto incerto e l'idea di non poter continuare con il club non sembrava renderlo particolarmente contento.
Da parte sua, anche Rei non aveva mai smesso di pensarci. Una volta finito l'anno, loro due sarebbero rimasti gli unici membri del gruppo e per quanto Gou avesse promesso ad entrambi di impegnarsi per invitare qualcuno, rimaneva lo stesso complicato convincere i nuovi studenti ad entrare nel club di nuoto.
Non solo, il tempo passato con Makoto e Haruka sarebbe diminuito drasticamente e anche i loro ritrovi serali, per quanto semplici, non sarebbero stati più lo stesso. Per quello che ne sapevano i due più piccoli, Makoto era già fortemente convinto di trasferirsi nella capitale, trovando infattibile la vita da pendolare.
Haruka,invece, non aveva discusso della vicenda ancora con nessuno, ma dopo aver attirato l'attenzione di così tanti sponsor durante le gare, era già piuttosto chiaro a tutti quale vita avesse deciso di intraprendere.
Nagisa sapeva che questo comportava allontanarsi, ma la carriera di Haruka doveva essere una priorità per entrambi ed era per questo che il biondo, nonostante non gli piacesse l'idea, aveva deciso di non insistere nel voler parlare del loro futuro.
-Lo so, ci saranno tante cose che cambieranno, ma rimarremo lo stesso in contatto e sono certo che ritorneranno ad Iwatobi tutte le volte che potranno.-
Cercò di consolarlo, anche se sapeva che quelle parole non erano abbastanza. Un amico, per quanto doloroso, poteva accettare di vedersi durante l'estate, in qualche week-end se era possibile, ma se si trattava di avere una relazione, allora la faccenda si complicava.
Rei sapeva quanto quell'argomento turbasse Nagisa e non ne aveva mai voluto parlare, pur sapendo che il problema c'era ed era piuttosto reale.
Il megane non era nella posizione di poter dare consigli, per quanto alle volte ci avesse provato, rimaneva un ragazzo che di emozioni ci comprendeva davvero poco e in più, si rendeva conto del modo in cui Nagisa continuasse a nascondere i propri timori ed evitare la cosa.
-Sono speranzoso. Ho controllato attentamente gli orari e i biglietti, certo,il treno risulterebbe più economico, a differenza di un qualche comune volo nazionale, ma...-
Il biondo lo interruppe, sorridendo divertito. Non poteva davvero credere che Rei si fosse occupato già di quel genere di cose. In parte, lo trovava davvero folle, ma era felice nel vedere come l'amico si interessasse anche ai più piccoli dei dettagli e cercasse in tutti i modi di rendere quella situazione più facile per entrambi.
Lo punzecchiò amichevolmente con la penna, vedendo come cercasse di mantenere la sua solita compostezza. Nonostante tutto, loro due sarebbero rimasti lì, pronti per affrontare l'ultimo anno di scuola e anche questo aspetto non poteva di certo essere passato inosservato ai più grandi.
Certo, l'iniziare una nuova vita a Tokyo, studiando all'università o nel migliorarsi per entrare nella nazionale erano obiettivi che potevano spaventare anche ragazzi determinati come Makoto e Haruka, ma sia Rei che Nagisa avevano promesso di rimanere lì per loro, continuando a supportarsi a vicenda come avevano fatto in tutti quegli anni.
-E poi sono certo che l'anno prossimo, finita la scuola, Haruka-senpai ti chiederà di andare a vivere da lui e-
Questa volta si ritrovò a fermarlo in modo decisamente più brusco, coprendogli la bocca con entrambe le mani, rischiando quasi di atterrarlo sul pavimento della sua camera.
Rei riuscì a fermare la montatura degli occhi che, scivolando verso il basso, sembrava ormai sul punto di cadere assieme a lui.
Lanciò un'occhiata all'altro, vedendo come il suo viso era completamente arrossato, anche se il ragazzo cercava vanamente di nasconderlo con i ciuffi di capelli biondi che gli coprivano buona parte dello sguardo.
Non poteva credere che una frase del genere, detta con estrema innocuità, potesse portare ad una reazione del genere. Certo, la sua era solamente un'ipotesi, per di più una supposizione che avrebbe dovuto rendere felice Nagisa, ma quest'ultimo, all'idea di dover condividere un appartamento con Haruka, non riuscì a non sentirsi imbarazzato e decisamente senza parole.
-Ok,ok, era solo per dire, non dico che dovrete andare per forza a vivere assieme.-
Si difese Rei, afferrando delicatamente l'amico per i polsi.
Sapeva che era troppo presto per parlarne, ma una parte di sé, era sicura che come ipotesi fosse del tutto probabile. Prima o poi anche Nagisa avrebbe dovuto allontanarsi da Iwatobi, un buon motivo per stare vicino ad Haruka e iniziare una nuova vita ancora insieme.
In ogni modo, concentrò il suo sguardo verso l'altro e lo vide abbassare il capo, celando malamente un'espressione insicura. Non voleva immaginare a cose del tutto impossibili, o almeno, non voleva far comprendere agli altri quanto il realtà ci sperasse.
Stare accanto ad Haruka era ciò che voleva di più e questo pensiero non sarebbe mai cambiato, dato che l'aveva accompagnato da quando era un bambino, ma era proprio per questo che una potenziale delusione lo spaventava come mai prima d'ora.
Rei rilasciò la presa dopo un paio di attimi, vedendo infine Nagisa sorridere imbarazzato. Alle volte odiava farsi vedere preoccupato per cose così sciocche, anche se, cercando di nasconderle, dava l'idea di essere ancora più afflitto dai dubbi.
-Sai come sono fatto Rei-chan,non mi piace molto programmare il mio futuro, tutto qui.-
Disse, sperando che quelle parole sarebbero bastate per ritornare al clima di poco prima.Il pensiero che il megane fosse preoccupato per quel genere di cose gli faceva certamente piacere, ma una parte di lui temeva che discutere troppo di Haruka quando erano soli non avrebbe fatto altro che annoiarlo.
-E poi, non voglio riempirti la testa parlando sempre di Haru-chan, finirò con l'ucciderti.-
Appoggiò l'indice sulla sua fronte, premendo leggermente senza mai smettere di sorridere. Era la verità, anche se già conosceva la risposta dell'amico. Gli avrebbe sicuramente detto che non c'erano problemi nel parlarne con qualcuno, cose in parte vera, visto che Nagisa aveva mantenuto quel segreto per molti anni.
Questo, in ogni modo, non sembrò far demordere per nulla il megane. In genere, Nagisa era stato capace di ascoltare i problemi di tutti i suoi amici, aveva aiutato Rei quando, per la prima volta, aveva iniziato i duri allenamenti per imparare a nuotare al meglio e ora, in cambio, il megane sapeva che toccasse a lui ascoltare i problemi dell'amico.
Nagisa non era quel tipo di ragazzo che parlava facilmente dei propri dubbi o insicurezze, ma apprezzava il modo in cui Rei cercava in tutti i modi di risolvere gli ostacoli che fermavano anche una persona attiva come il biondo.
-Haruka-senpai farà lo stesso con Makoto-senpai, sono sicuro che avranno parlato di te quando erano soli, quindi non c'è nulla di male a sfogarsi un po'.-
Sembrava improbabile immaginare un Haruka confessare all'amico tutte le sue paure, ma sicuramente i due avevano i propri modi per capirsi. Era questo che li rendeva amici, infondo. Lo stesso valeva per Rei e Nagisa, anche se si conoscevano da meno tempo e alle volte non riuscivano a capirsi del tutto. Il loro essere diversi li aveva aiutati a vedere le proprie situazioni sotto altri punti di vista e non avrebbero mai smesso di supportarsi a vicenda.
-Allora...dici che sarebbe una brutta idea invitare a dormire Haru-chan a casa mia? Forse potrei approfittare di una sera in cui i miei genitori sono fuori e...-
Beh, Rei non intendeva discutere di quel genere di cose, proprio per questo si ritrovò ad arrossire, sentendosi del tutto estraneo all'argomento.
In un certo senso, era piuttosto ovvio che i due sarebbero arrivati a quel punto, forse anche piuttosto presto, ma il megane non era certo né di potergli dare dei consigli né di voler conoscere nei dettagli quell'esperienza.
Nagisa, sapendo che Rei considerasse quelle questioni come tabù, si limitò a fermarsi e ridere di buon gusto, pensando che l'amico, senza le sue teorie, potesse davvero sembrare un ragazzo imbranato.
-Hey, non prendermi in giro così, non è divertente!-
Rispose, incrociando le braccia e guardandolo in modo tutto fuorché divertito. Sapeva quanto il biondo riuscisse a metterlo in imbarazzo e nonostante ci provasse, il megane raramente riusciva a nascondere il disagio che provava nel parlare di cose private.
Certo, lo stesso Nagisa, per quanto estroverso, non avrebbe mai raccontato all'amico esperienze così intime, ma il solo vederlo arrossire gli era bastato per fargli tornare il buon umore.


-Ok,ok,Rei-chan. Direi che lo studio mi ha fatto venire fame, che ne dici se andiamo a prenderci qualcosa di buono?-
Cambiò all'improvviso argomento, accennando un sorriso e toccandosi la pancia, non mentendo sul fatto che avesse cominciato a sentire la bocca dello stomaco pizzicargli. Aveva voglia di mangiare una montagna di dolci, pur sapendo che Rei non gli avrebbe mai permesso di strafogarsi così tanto, almeno non prima di cena.


--


-Questo cappuccino fa a dir poco schifo.-
Parlò all'improvviso Rin, allontanando bruscamente la tazza, continuando ad immaginare il vero sapore che avrebbe dovuto avere la bevanda ordinata.
Non che in Australia avesse trovato di meglio, ma l'andare da Starbucks quasi tutti i giorni aveva certamente aumentato il suo essere pignolo in fatto di bibite calde.
Allo stesso tempo, Makoto riusciva invece a bere di tutto, l'importante che fosse tiepido e non troppo bollente. Odiava bruciarsi la lingua e sì, gli era capitato più di una volta. Una sensazione decisamente spiacevole.
-Sei tu che hai scelto il posto.-
Parlò Haruka, rifiutandosi categoricamente di avvicinare le proprie labbra alla cannuccia blu che galleggiava in uno strano miscuglio colorato.
Non aveva mai adorato le cose troppo dolci e a differenza degli altri due, avrebbe decisamente optato per un quel piatto di sgombro, ma le cameriere di quel café l'aveva gentilmente avvisato,dicendo che offrivano solo dessert e bibite alla frutta o altre bevande classiche.
 Perché ci fosse venuto, in effetti, non lo sapeva neppure lui, ma il rivedere Rin fuori dagli allenamenti non era sembrata una cattiva idea, almeno questo era quello che aveva detto Makoto per convincerlo ad uscire a quell'ora.
-Appunto, fammene pentire ancora di più.-
Rispose con il solito tono che lo caratterizzava, anche se un sorriso divertito gli illuminava il volto. In quei giorni, nonostante la cerimonia del diploma fosse vicina, Rin sembrava più rilassato degli altri. Cosa alquanto strana, si ritrovò a pensare Haruka, visto che tra il rosso e Makoto, non sapeva mai chi fosse peggio in fatto di paranoie.
-Beh, almeno sono gentili con la clientela.-
Makoto parlò, lanciando un'occhiata ad una delle cameriere poco distante da loro.Notò come, in pochi attimi, le guance della ragazza si imporporarono e quest'ultima distolse lo sguardo dal loro tavolo, dirigendosi nel retro del locale.
Alle volte non le comprendeva proprio le sue coetanee, forse perchè era sempre stato il ragazzo più impacciato del gruppo, ma non riusciva a spiegarsi come, un suo sorriso, mettesse a disagio chi incontrasse lo sguardo con il suo.
-Certo..gentili.-
Lo schernì Rin che in tutto quel tempo, non si era perso neppure un attimo di quella piccola scena. Pensava che Makoto fosse troppo ingenuo per comprendere cosa pensassero le ragazze di lui e da una parte lo invidiava perchè, in questo modo, riusciva decisamente ad essere sincero con tutti; dall'altra,beh, alle volte l'amico sapeva davvero essere sfuggente e ci metteva troppo tempo per capire anche le più piccole delle cose.
-Sai Makoto, dovresti trovarti una ragazza, sono sicuro che i tuoi fratelli sarebbero contenti di diventare zii.-
Nell'ascoltare quelle parole, il ragazzo non poté far altro che abbassare lo sguardo, per poi nascondere l'evidente imbarazzo con la propria tazza, bevendo tutto di un sorso il thé che era rimasto.
Rin sapeva davvero come metterlo a disagio, ma l'essere suo amico gli permetteva sempre di non essere rimproverato per questo. Conosceva i punti deboli di Makoto e sopratutto, sapeva quando colpirlo al momento giusto. Non poteva credere che, dopo tutti quegli anni, il ragazzo dagli occhi verdi non avesse ancora imparato a rispondere alle sue provocazioni. Vedendo il modo in cui nascondeva l'imbarazzo, capì che cosa le ragazze trovassero adorabile in lui.
-Eddai, sto scherzando. E' la stessa cosa che mi dice mia sorella, il solo pensiero di presentarle una potenziale fidanzata mi spaventa a morte.-
Sistemò la situazione il rosso, mostrando i suoi denti affilati con estrema spontaneità. Non voleva davvero mettere a disagio l'amico e sapeva quanto fosse sensibile a battute di quel genere, a differenza di Haruka che, per tutto quel tempo, si era limitato a fissare un punto vuoto del locale.
Solo poco dopo, Makoto gli tirò una lieve gomitata, accennando un sorriso per farlo intervenire nella discussione.
Non che avesse dato davvero peso alle parole di Rin, ma sapeva che quel comportamento da parte dell'altro era solo un silenzioso aiuto per farlo uscire da quella situazione imbarazzante.
-Mh?-
Si limitò inizialmente ad esclamare, guardando per pochi attimi Makoto per poi osservare il ghigno divertito che illuminava il volto del rosso. Non comprendeva cosa potesse dire a riguardo, dato che raramente trovava le provocazioni di Rin divertenti e al tempo stesso, si domandava come Makoto riuscisse a prenderle così sul serio.
-Sempre a pensare ad altro,vero?-
Gli domandò l'amico, per quanto già conoscesse la risposta. Si vedevano poche volte, questa era la sfortuna di frequentare scuole diverse, eppure ai suoi occhi Haruka non era mai cambiato. Forse nell'ultimo periodo gli era sembrato più distratto del solito, ma non si era domandato il perchè, pensando che la fine della scuola avesse reso nervoso anche un ragazzo tranquillo come lui.
La trovava un'ipotesi piuttosto strana,ma dato che Haruka non parlava mai se non interpellato, non c'era da stupirsi se stesse nascondendo chissà quali pensieri.
-Beh,è giustificato, ancora una volta Haru è il primo tra noi.-
Parlò Makoto, anche se quelle parole risultarono del tutto incomprensibili a Rin.
In effetti, il rosso era l'unico rimasto all'oscuro delle novità tra Haruka e Nagisa, in parte perchè non trovavano molto tempo per parlare assieme, ma anche perchè, inconsciamente, Haruka temeva di dover raccontare tutto al ragazzo.
Di per sé, non era quel genere di persona a cui piaceva parlare della sua vita privata, ma in quanto amico di entrambi, Rin avrebbe sicuramente voluto sapere che cosa accadeva tra i due ragazzi.
Nonostante questi pensieri, fu in parte infastidito dalle parole di Makoto, visto che ora sarebbe stato obbligato a parlarne.
-Non è nulla di importante.-
Partì sulla difensiva, evitando volontariamente le sguardo fin troppo penetrante di Rin. Se c'era una cosa che conosceva bene dell'amico e che lo rendeva ancora più simile alla sorella, era che se si fissava su qualcosa, diventava impossibile fargli cambiare idea o distogliere la sua attenzione.
-Hey, se volete nascondermi le cose va bene, non che mi faccia piacere la cosa, ma almeno non fate i misteriosi davanti a me.-
Parlò con un tono decisamente lamentoso. Altra caratteristica che condivideva con Gou, pensò tristemente Haruka.


Non che volesse davvero escluderlo in quel modo, persino Makoto sembrò stupito dalla reazione che ebbe il rosso. Proprio per questo si voltò di nuovo verso Haruka, facendogli cenno che ne poteva parlare, dato che non sembrava che la faccenda lo imbarazzasse poi molto.
Rin aspettò in silenzio, portandosi alla bocca la tazza ancora calda, accontentandosi di bere quell'orribile cappuccino. Non riuscì a nascondere una smorfia infastidita, cercando di trattenersi solamente quando vide una delle cameriere camminare vicino al loro tavolo.
-Haru e Nagisa stanno insieme.-
Fu Makoto a parlare, per una volta senza considerare minimamente le conseguenze che avrebbe portato una dichiarazione del genere.
Haruka si voltò verso di lui di scatto, pronunciando un debole -Hey...-, ma fu Rin, tra i tre, a risultare il più rumoroso, come sempre.
Deglutì, disgustato ancora di più dal sapore della bibita e non appena abbassò la tazza, mostrando un'espressione tutto fuorché contenta,parlò, attirando l'attenzione delle persone nei tavoli vicini.
-Cosa?-
Il suo tono era, non solo decisamente alto, ma anche...strano, forse dato dal fatto che la sua trachea doveva ancora abituarsi al maledetto cappuccino o,molto probabilmente, per quello che aveva appena scoperto.
-Intendi..tu, con Nagisa? Aspetta,Nagisa è una ragazza della scuola?-
Per un attimo si affidò al fatto che quello fosse un nome femminile, certo che all'Iwatobi potessero esserci un paio di studentesse con quel nome. Rimaneva in ogni modo una situazione strana, non si sarebbe mai immaginato che Haruka potesse provare interesse per qualcuno al di fuori di una vasca piena d'acqua o di un paio di sgombri, ma all'improvviso, l'avere una conferma sembrava spaventarlo non poco.
I due ragazzi seduti vicino non si azzardarono neppure a guardarsi. Makoto era completamente arrossato, come sempre, temendo che Haruka se la sarebbe presa con lui, non appena Rin sarebbe ritornato al dormitorio. Dall'altra parte,però, lo stesso Haru sperava che quell'improvvisa reazione dal parte del rosso non fosse del tutto negativa, anche se comprendeva il motivo della sua domanda.
A tutti era parso strano che Haruka avesse accettato i sentimenti di qualcun altro, ma non era stato così facile come poteva sembrare, ma questo dettaglio veniva trascurato o, in alternativa, sembrava importare solo a Nagisa.


Rin, in quei pochi minuti di silenzio, cercò di ricomporsi, sorridendo gentilmente alle persone che si erano voltate dalla loro parte. Non poteva credere di aver fatto una pessima figura nel café e in più, non aveva ancora ottenuto una risposta esaustiva.
-Non è una ragazza della scuola...- Parlò di nuovo Makoto, voltandosi lentamente verso il moro e sorridendo per volersi scusare. - è Hazuki, quel Nagisa Hazuki.- Completò, grattandosi la nuca nervosamente.
Non che potessero essercene molti altri, di ragazzi, con quel nome e cognome. In ogni modo, l'espressione di Rin non sembrò cambiare, almeno non subito, ma pochi attimi dopo, rilassò i muscoli e appoggiò la tazza sul tavolo.
-Beh...in effetti si spiegherebbe il suo attaccamento...- Parlò così a bassa voce che i due ragazzi fecero fatica a sentirlo. Senza neppure rendersene conto, si era ritrovato ad arrossire, pensando a quanto non stesse scherzando Nagisa quando, da piccoli, gli ripeteva spesso che Haruka gli piaceva.
-Cavolo, ha preso una bella sbandata per te.-
Si ritrovò ad affermare piuttosto seriamente, senza distogliere lo sguardo dall'amico. Non aveva da dire nulla in contrario, non solo perchè non lo turbava l'idea di due ragazzi assieme, ma anche perchè quei due ragazzi erano suoi amici. Per quanto banale e romantico potesse sembrare, a Rin importava vederli tutti felici.
Ed era proprio per questo che non riusciva a comprendere la ritrosia del moro, trovando alquanto improbabile la possibilità che avesse paura di essere giudicato da lui.
-E comunque, non ti avrei giudicato per questo,Haruka.-
Disse accennando un sorriso, alleviando la tensione tra di loro.Per quanto scontroso potesse essere, Rin non era superficiale su quel genere di argomenti. Era sempre stato fortemente convinto che l'amore, sentimento comune a tutti, non fosse limitato dal sesso di una persona. In questo caso, comprendeva che cosa ci fosse tra Nagisa e Haruka, pensando che uno dei due avesse solamente aspettato prima di confessare una cosa così importante.


-Non pensavo a-
Il ragazzo venne interrotto da un picchiettare ripetitivo contro la vetrina del locale e non fece neppure in tempo a voltarsi verso il vetro, trovandosi il viso di Nagisa dietro di esso.
Faceva una delle sue solite facce buffe, mentre Rei tentava invano di fermarlo, non volendo attirare l'attenzione di qualcuno lì attorno.
Il biondo mosse lentamente le labbra, appoggiando un dito contro la vetrata per indicare il ragazzo dietro ad Haruka.
-Ti ha chiesto di indovinare cosa sta imitando,Makoto.-
Parlò Rin divertito, trovando in realtà più buffo il modo in cui Rei continuasse a sistemarsi gli occhiali imbarazzato.
In effetti, l'amico aveva insistito nell'andare in qualche locale più tranquillo, non perchè non amasse quel genere di café, ma ogni volta che si fermavano lì, uno dei ragazzi gli faceva fare una pessima figura davanti allo staff.
Passarono un paio di attimi e Makoto, per quanto le altre persone avessero cominciato ad osservare la scena, si concentrò al massimo per comprendere quello che l'amico stava descrivendo a gesti.
-La so, la so!- -Sei tu,Makoto.- Rispose con tono piatto Haruka, anche se dentro di sé, trovava sul serio divertente e somigliante l'imitazione di Nagisa.
In ogni modo, dopo un paio di attimi, i due ragazzi si fiondarono nel locale e occuparono i posti rimanenti del tavolo, lasciando che fosse Rin a consigliare ai nuovi arrivati qualcosa da ordinare.




--
Da quando si erano incontrati al cafè, i ragazzi non avevano fatto altro che parlare degli test di scuola. Nonostante la paura dei risultati, sia Rei che Nagisa passarono l'anno scolastico senza problemi. Certamente il biondo non fu il più bravo della classe per quanto riguardava matematica, ma aveva recuperato al meglio con arte e storia, lasciando invece un Rei disperato per un non-eccellente voto in inglese.
Quello che più premeva in quei giorni, in realtà, era il giungere della cerimonia del diploma. Dati i buoni conteggi di Makoto, il ragazzo venne accettato immediatamente a Tokyo, così da poter proseguire gli studi e concentrarsi sulla facoltà di Scienze motorie. Diventare allenatore di nuoto non sarebbe rimasto un sogno, almeno, questo era ciò a cui più agognava.
Haruka,invece,dal momento in cui aveva attirato l'attenzione degli sponsor durante l'ultima gara, si proiettò verso una carriera da professionista, forse nella nazionale per le future olimpiadi, anche se preferiva non sperarci quanto faceva Rin.
Entrambi avevano pensato ai primi dettagli per trasferirsi, anche se non ne avevano ancora parlato al resto del club. In parte avevano paura di affrettare le cose, dando l'idea di volersi facilmente staccarsi da quello che era stato il loro passato ad Iwatobi. In realtà, Haruka quanto Makoto, temeva di lasciare troppe cose importanti lì. Non solo le memorie della sua infanzia, ma anche i luoghi che l'avevano fatto appassionare al nuoto, le persone che erano cresciute assieme a lui e anche i suoi genitori, per quanto passassero pochissimo tempo assieme.
Alle volte invidiava la famiglia di Makoto, li vedeva sempre uniti e il ragazzo poteva affidarsi completamente a loro.Proprio per questo non riusciva ad immedesimarsi in quel momento in lui, pensare che avrebbe lasciato i suoi fratellini, andando a vivere in una città lontana da lì.
Perché, per quanto non l'avesse voluto, anche per Makoto si avvicinava il momento di allontanarsi dai propri cari, segnando l'inizio dell'essere un giovane adulto.


Gli pareva inutile pensare a quel genere di cose in quel momento, da solo, chiuso nella sua camera.
Sapeva che immaginare il suo futuro non gli sarebbe servito a migliorarlo o a trovare una soluzione per inserire alla perfezione tutte le parti della sua vita corrente, così da non dover rinunciare a niente, ma sopratutto, a nessuno. Perché quella era la verità, pensare di dover lasciare Nagisa lo faceva stare dannatamente male, anche se non ne aveva parlato con Makoto né con il ragazzo direttamente. Non voleva far preoccupare gli altri con queste riflessioni, ma era certo che prima di andarsene, prima di doverlo salutare, avrebbe dovuto trovare il modo per dimostrare più concretamente quello che provava.
Da quando aveva ricambiato i suoi sentimenti con quel bacio, i due non avevano passato del tempo assieme, soli. In parte,doveva ammetterlo, Haruka temeva di mettere a disagio Nagisa perchè non era mai stato il ragazzo più espansivo al mondo,dall'altra,sebbene l'impegno ci fosse stato, non avevano avuto neppure un momento libero, sempre troppo presi dalle gare e dallo studio.
Per quanto potesse sembrare una sciocchezza, era stato felice nel vederlo sorridere davanti al disegno che gli aveva regalato.Un piccolo pensiero ricambiato con i gesti affettuosi che tanto caratterizzavano il biondo.L'aveva abbracciato,avvolgendo le sue braccia attorno ai suoi fianchi e Haruka aveva spontaneamente passato una mano tra i suoi capelli dorati, per poi ricevere un breve, ma dolce bacio da lui.
Gli piaceva vederlo allungare le gambe per raggiungerlo oppure quando si sentiva tirare verso il basso,con Nagisa incurante se qualcuno li avesse visti baciarsi.
Non che Haruka avesse problemi nel farsi vedere dagli altri, certo, nessuno dei due era mai stato esibizionista fino a quel punto, proprio per questo il più grande voleva evitare di attirare l'attenzione altrui. Aveva sempre odiato la società per questo, sapendo quanto gli estranei potessero essere superficiali e quanto Nagisa soffrisse, più di tutte le altre restrizioni, dover nascondere ciò che realmente provava.
Non aveva compreso i suoi sentimenti per anni e questo significava che li avesse tenuti nascosti a tutti per molto tempo, forse lanciandogli dei segnali che,purtroppo, non era riuscito a comprendere nei giusti momenti.
Se ci ripensava ora, in effetti, si sentiva di nuovo in colpa per averlo ignorato in quel modo e si sentiva ancora di più in colpa sapendo di non aver dato del suo meglio, nell'ultimo periodo.


Si ritrovò a socchiudere gli occhi, sospirando come se servisse a fargli trovare in poco tempo una soluzione eccellente. Era sempre stato così, dietro all'apparenza di ragazzo freddo e distaccato, Haruka si preoccupava di proseguire sempre sulla giusta strada, di fare sempre scelte corrette, ma sopratutto, di fare scelte che fossero del tutto sue. Anche questo significava essere liberi, liberi di prendere le proprie decisioni, di fare i propri errori e di cercare di rimediare a questi ultimi.
Nel pensarci, si rese conto che tutte le persone attorno a lui, in un modo o nell'altro, non avevano mai provato ad ostacolarlo.
Rei aveva dimostrato una forte ammirazione nei suoi confronti per questo, Makoto l'aveva assecondato spesso e Nagisa,Nagisa l'aveva sempre guardato con quei suoi occhi rosati che gli dicevano che voleva condividere quel senso di libertà con lui, anche se una parte di sé non era certa di potercela davvero fare.
Anche quei pensieri lo fecero sospirare di nuovo, questa volta come reazione spontanea a ciò che stava provando in quel momento.Era ancora così strano per lui, ma nel riempire la propria mente delle espressioni e delle parole del biondo, alla fine si era ritrovato con sentire il proprio cuore alleggerirsi, sensazione che fino a quel momento, aveva provato solamente nuotando.
Alle volte si dannava per non essere come l'altro, essere capace di poter esprimere le proprie emozioni non era così facile, non solo perchè difficilmente Haruka trovava qualcosa che lo scuotesse per davvero, ma anche perchè si era arreso al pensiero di poter scavare dentro di sé, scoprendo un lato sentimentale che pensava di non poter avere.


Ahimè, non ebbe ulteriore tempo per riflettere sul da farsi, distratto dalla suoneria monotona del suo cellulare, posto poco lontano dal suo letto.
Si alzò lentamente, intenzionato a spegnerlo senza prestarci per nulla attenzione, ma non appena controllò il display illuminato del telefono, il nome di Nagisa si rifletté direttamente nei suoi occhi, bloccandolo per pochi attimi.
Si erano visti a scuola e durante gli allenamenti, anche se quel giorno era stato diverso dagli altri, visto che si erano limitati a nuotare assieme o a parlare di come si sarebbe svolta la cerimonia. A dire il vero, nessuno dei ragazzi pareva di buon umore durante quelle ore scolastiche, ma avevano giustificato il tutto pensando che fosse normale, dato che ormai l'anno era giunto alla sua conclusione.
Cercò di riconcentrarsi e portò il telefono all'orecchio, limitandosi a mormorare un -Nagisa-, sperando che bastasse per sentire parlare l'altro subito dopo.
Non fu così perchè,stranamente, il ragazzo si fece attendere per lunghissimi secondi, dando l'impressione che volesse solamente sentire la voce del più grande e non parlare veramente con lui. Dall'altra parte del cellulare, Nagisa si vergognava ad ammettere che quel giorno non si era per nulla sentito bene, anche se come sempre si era messo a sorridere davanti agli altri, non volendo enfatizzare i propri sentimenti legati a quel momento di saluti.
Ancora una volta, sapeva di aver nascosto le proprie preoccupazioni ad Haruka e iniziava a sentirsi in colpa, pensando che fosse da egoisti desiderare che lui non se ne andasse mai da Iwatobi. Non poteva chiedergli qualcosa del genere, sopratutto sapendo quanto fosse importante per il ragazzo intraprendere una carriera sportiva, ma i sentimenti, come molte altre volte, erano diventati ormai incontenibili e Nagisa si era ritrovato a vederli traboccare dal suo cuore e dalla sua mente.
-Haru...mi dispiace.-
Parlò lui a bassa voce, singhiozzando un paio di volte.
Ora non riusciva neppure a nascondere il fatto di aver pianto, poco prima di chiamarlo.Non voleva mostrarsi così vulnerabile, sapendo che le lacrime non avrebbero cambiato di certo le loro scelte, ma al tempo stesso, era solo un modo per concedersi un attimo di pace, un solo momento senza dover nascondere a sé stesso quello che realmente sentiva.
-E' che, non riesco a non pensare a quello che succederà domani e lo so che può sembrare stupido, ma non voglio che tu te ne vada via.-
Quelle parole erano dirette,senza che celassero più qualcosa dei pensieri del più piccolo. Haruka non poteva dargli torto, non considerava quella frase infantile perchè la condivideva completamente, anche se la parte più orgogliosa di sé non gli aveva permesso di dirlo, almeno non fino a quel momento.
-Nagisa,è colpa mia.Pur sapendo che sarebbe arrivato il momento, ho pensato che evitare di parlarne sarebbe servito ad entrambi e invece- Prese una pausa, sentendo una presa stringergli il petto e togliergli il respiro poco a poco. -Ho sbagliato, di nuovo.-
Concluse sinceramente, anche se Nagisa non aggiunse nulla a riguardo. Non comprendeva come, all'improvviso, il più grande si fosse preso la responsabilità di quella scelta. In realtà, entrambi avevano deciso di non parlarne, evitando il problema, ma era comprensibile dato che non avevano avuto neppure tempo per abituarsi all'idea di stare vicini.


La scelta di stare assieme,tuttavia, non era stata per nulla impulsiva.Haruka aveva ponderato ogni suo pensiero, ogni sua parola o gesto, sapendo che le difficoltà sarebbero giunte, prima o poi, ma che non voleva fermarsi e sperava che Nagisa facesse lo stesso.
Non voleva che l'attesa da parte dell'altro diventasse vana, ma voleva stargli accanto come aveva sempre fatto, anche se non lo sarebbe stato fisicamente,nulla sarebbe davvero cambiato.
-Haru-chan, non dire così.Avevo paura di discuterne con te, sapevo quanto fossi impegnato con la scuola e dovermi sfogare in quel momento mi sembrava scorretto nei tuoi confronti e-
Parlava velocemente, come per timore che non avesse tempo di dirgli tutto ciò che aveva tenuto dentro di sé, come se ormai le ore e i giorni fossero contro di loro, pronti a fermarli e a consigliare ad entrambi di allontanarsi l'uno dall'altro.
-Anche io avevo paura.-
Lo interruppe il moro, non aspettandosi un'altra risposta in cambio. Non pretendeva che Nagisa evitasse quella discussione, anche se poteva fargli del male pensarci, era meglio mettere in chiaro le intenzioni che Haruka aveva nei suoi confronti. Si era preso una responsabilità quando, quella sera a casa sua, l'aveva baciato. Non si sarebbe mai permesso di sottovalutare i suoi sentimenti e neppure i propri, pensando che Nagisa gli piacesse sul serio e che, distanza o meno, non avrebbe rinunciato a nulla di tutto quello.
Era troppo importante, riaffioravano troppi ricordi assieme a lui e l'aver scelto di proseguire doveva significare pur qualcosa.
Dopo quella confessione, un silenzio inusuale piombò tra i due, lasciando tempo ad entrambi di pensare a quello che si erano appena detti. L'unica soluzione rimasta era vedersi appena possibile, quando la scuola non toglieva troppo tempo al più piccolo e quando Haruka riusciva a liberarsi degli allenamenti alla capitale. Sarebbe stato diverso, di questo se ne sarebbero resi conto in seguito, ma ormai erano abbastanza maturi da comprendere la propria situazione e a trarne dei vantaggi, quando e quanto fosse possibile.


Haruka aveva deciso di trasferirsi, trovare un piccolo appartamento in città e poter diventare il prima possibile autonomo, senza dover dar conto all'aiuto economico che inizialmente i suoi genitori gli avrebbero dato. Sapeva che Tokyo non era così vicina ad Iwatobi e che Nagisa,al tempo stesso, non poteva sottovalutare l'importanza dei propri studi. Neppure il moro pretendeva che diventasse una sua priorità, desiderava che il più piccolo trovasse la sua strada e che in futuro, forse, essa l'avrebbe portato di nuovo vicino a lui. Erano stati assieme per così tanto tempo e nessuno dei due aveva intenzione di lasciare tutto ora, dimenticandosi di quello che avevano passato nell'ultimo periodo, ma anche negli anni passati, assieme agli altri.
I suoi pensieri, ancora una volta, vennero interrotti dalla voce balbettante di Nagisa e fu piuttosto stupito nel sentir chiedere qualcosa del genere.
-Haru-chan, potresti venire a casa mia, solo per questa sera.-
Il biondo, nel dirlo, si morse nervosamente il labbro inferiore, pensando che il più grande avrebbe facilmente frainteso le sue parole. La verità, per quanto celata fosse, era che Nagisa desiderava ardentemente stare insieme a lui, da soli, almeno per una volta.
Quella era l'ultima sera prima della celebrazione dei diplomi e il biondo, avidamente, sperava di poter averlo accanto per una notte, promettendosi che non avrebbe più pianto per la fine della loro vita insieme da studenti.
Nell'attendere,Nagisa sentiva il suo cuore palpitare come mai prima d'ora, le gambe gli tremavano leggermente e dovette sedersi sul suo letto, fissando un punto imprecisato della sua camera. Negli ultimi giorni aveva preso una decisione, anche se non era stato capace di parlarne di persona con Haruka, troppo imbarazzato nel domandarlo, ma al tempo stesso, anche spaventato nell'aspettare una sua risposta.
La verità era che voleva concedersi a lui, non solo sentimentalmente, come si erano promessi quando Nagisa era appena fuggito di casa, ma anche fisicamente, per quanto il più grande avesse ricambiato le sue attenzioni da non molto tempo.
-Potresti dormire qui e...-
Non voleva sembrare egoista, pensando che l'aver atteso per tutti quegli anni l'aveva ormai reso vulnerabile e bisognoso dell'interesse di Haruka, ma era pur sempre vero che il nascondere i propri sentimenti per così a lungo l'aveva scoraggiato e l'aveva fatto stare male più di una volta.
-Sì, sarò lì tra poco.-
Il più grande fu più diretto di quanto il biondo si aspettasse.Forse non aveva seriamente compreso le sue aspettative, ma poco importava, visto che il desiderio di averlo vicino, almeno prima del diploma, poteva realizzarsi.
Da parte sua, anche Haruka agognava alla compagnia dell'altro, visto che lo stare a casa da solo iniziava ad angosciarlo. I suoi genitori erano di nuovo via e l'aver deciso di stare assieme a Nagisa era stata una scelta impulsiva, ma del tutto desiderata. Non gli importava se i genitori del ragazzo avrebbero fatto domande, se il più piccolo avesse intenzione di parlare di loro alla sua famiglia oppure semplicemente di stare vicini, parlando anche delle cose più stupide.
Voleva solamente vederlo e a tutto il resto non dava la minima importanza.


Prese lo zaino di scuola e lo svuotò sulla scrivania, lasciando i libri in disordine così da poter preparare i vestiti anche per il giorno seguente, pur sapendo che alla mattina avrebbe dovuto essere perfettamente pronto per la consegna dei diplomi. Sicuramente, al sorgere del sole, Makoto l'avrebbe rimproverato non trovandolo a casa sua, ma se in parte gli dispiaceva, dall'altra, il pensiero di Nagisa aveva ormai superato  tutto il resto.
Si mise la sacca sulle spalle ed uscì di casa, allontanandosi da essa quando il cielo si era già imbrunito.
Non aveva mai avuto paura di percorrere quelle strade, di camminare da solo alla notte, ma si rese conto di quanto il suo cuore avesse cominciato a pulsare impazzito. Non era la sera, tuttavia, a spaventarlo, ma il pensare a quale fosse la sua destinazione in quel momento.
Era da molto tempo che non visitava Nagisa e la sua famiglia, per quanto le sue sorelle e i suoi genitori fossero sempre molto ospitali, un senso di imbarazzo prevalse in lui. Quando avrebbe varcato la soglia, anche se loro non lo sapevano, non sarebbe stato l' Haruka di sempre, non era più un amico del loro figlio o del loro fratellino, ma era...il suo fidanzato?
Definirsi così lo faceva sentire non poco strano, visto che nessuno dei due si era mai presentato agli altri come tale. Certo, i loro amici sapevano quali fossero i sentimenti che li univano, ma utilizzare quella parola in particolare era decisamente inusuale per Haruka, ma non gli dispiaceva pensare che Nagisa avesse potuto chiamarlo così davanti ai propri parenti.
Era, in ogni modo, un passo molto importante e non avrebbe di certo obbligato il biondo a confessare tutto alla famiglia, dato che Haruka non aveva ancora fatto lo stesso con la sua, ma il momento di raccontare tutto sarebbe arrivato, prima o poi.


Quando in lontananza iniziò ad intravedere la casa del ragazzo, il battito del suo cuore riprese regolarità, dimostrandosi ancora una volta pronto per ogni situazione. Non voleva mostrare a Nagisa quanto fosse nervoso, sapendo che quest'ultimo non avrebbe fatto altro che sentirsi ancora più in imbarazzo o in colpa per motivi del tutto inutili. Haruka ormai si era reso conto di quanto il biondo fosse abituato a mentire quando si trattava di affrontare i propri dubbi e i propri problemi, non avrebbe mai smesso di odiare questo suo lato di lui, non riuscendo a fare nulla per vietargli di nascondere le difficoltà o paure.


Non doveva per forza sorridere, se non se la sentiva davvero.


Mancavano ormai pochi passi per raggiungere l'abitazione del ragazzo e non appena fu abbastanza vicino, riuscì a scorgere in lontananza la figura esile di Nagisa. L'aveva aspettato fuori per tutto quel tempo, non coprendosi neppure con una giacca, ma limitandosi al suo pigiama piuttosto leggero.
Quando i loro sguardi si incontrarono, Haruka non poté non notare i suoi occhi arrossati.Si ripeteva che non era la prima volta ad averlo visto così, ma quella sera era la prima in cui quel pianto lo riguardasse completamente.
Aveva gli occhi lucidi quando era scappato di casa e persino poco prima di dichiararsi, ma quella notte, quel suo sguardo sembrava del tutto diverso dai precedenti. Haruka avrebbe fatto di tutto per non vederlo così, ma la verità era che non sapeva come poter migliorare quella situazione. Non poteva negare a sé stesso il proprio futuro e al tempo stesso, neppure rovinare la vita dell'altro. Probabilmente avrebbe ponderato le sue scelte successive con più attenzione, preoccupandosi anche di ciò che desiderava Nagisa. Aveva solo bisogno che lui glielo dicesse, senza nascondersi dietro all'imbarazzo o ad una finta gioia che spesso lo caratterizzava.


Per una volta, fu Haruka ad andargli incontro, accarezzandogli delicatamente la guancia senza mai distogliere lo sguardo da lui.
Non servivano parole ora, per comprendere ciò che voleva dirgli.Gli occhi del più grande parevano più scuri del dovuto, ma nonostante l'azzurro assomigliasse sempre di più al manto stellato sopra le loro teste, Nagisa non aveva timore nell'interpretare quell'espressione. Ancora, come l'acqua illuminata dalla luce del Sole, ora i suoi occhi ricordavano il mare di notte.
Misterioso? Forse. Ma anche caldo, quel genere di caldo che poteva avvolgere il più piccolo nel momento del bisogno.
-Non avresti dovuto aspettarmi fuori.-
Haruka parlò pacatamente e gli scostò un paio di ciuffi chiari, percependo l'imbarazzo dell'altro attraverso il colorito delle sue guance e al calore della sua pelle. Anche se non gli piaceva metterlo a disagio, lo trovava stupendo così impacciato.
Nagisa si limitò a rispondergli con un abbraccio, asciugandosi le lacrime poco dopo, consolato dal fatto che tra i due, non fosse l'unico ad avere un'espressione rattristita dipinta sul proprio volto. Anche se Haruka cercava in tutti i modi di nasconderla, il biondo riusciva a percepirla dalla sua voce e dai suoi gesti; non perchè questi fossero diversi dal solito, ma si poteva considerare un sesto senso il suo, come se non ci fosse bisogno per lui di avere altre certezze.
Non si sbagliava, il più grande era preso dagli stessi sentimenti di Nagisa, anche se li dimostrava in modo meno evidente.
-Volevo vederti arrivare.-
Bisbigliò a così bassa voce che Haruka fu costretto ad avvicinarsi, sentendo la guancia sfiorare quella dell'altro e subito dopo, senza preavviso, le labbra del più piccolo si posarono sulle sue. Quel bacio aveva un sapore diverso dagli altri, più inteso sì, ma anche più amaro. Solo per pochi attimi Haruka si ritrovò a pensare che Nagisa, dopo tutto quel tempo, meritasse di vedere la parte più irrazionale di lui.
Quando si allontanarono,senza smettere di guardarsi negli occhi, Haruka prese il suo volto tra le mani e gli bisbigliò vicino alle orecchie, beandosi del buon profumo che emanava la pelle dell'altro.
-Stupido,hai preso solo freddo.-
Il più piccolo arrossì, non potendo dargli torto, ma andava bene così, neppure le temperature notturne avevano cambiato il calore che aveva riscaldato il cuore di Nagisa insieme alla speranza di vederlo arrivare al più presto.
Sfiorò titubante le mani di Haruka, allontanandole delicatamente e distogliendo lo sguardo, di nuovo nervoso.
-Allora entriamo...anche tu non puoi di certo rischiare di prendere un malanno.-
Gli strinse il polso e lo tirò verso di sé, accompagnandolo alla porta di entrata per permettergli di togliersi la giacca e le scarpe.
Non appena varcò la soglia di casa, le guance di Haruka si imporporarono per via del calore che c'era, ma anche per un improvviso senso di imbarazzo, rendendosi conto che nonostante gli anni, la sua abitazione era rimasta la stessa.
Non sapeva che, entrando lì dentro, provava le stesse emozioni di quando Nagisa era,invece, a casa sua. Un senso di familiarità e affetto che Haruka non aveva mai trovato molto in mezzo alle mura della propria abitazione, ma capitava invece nelle case dei suoi amici.
In quel momento però, l'atmosfera che aleggiava e che li circondava non era come quella del passato, lo avvolgeva con più passione. Forse era lo sguardo di Nagisa su di lui a consigliargli un pensiero del genere o in alternativa, era il suo forte desiderio di stringerlo a sé e baciarlo di nuovo, proprio come avevano fatto poco prima fuori.


Quello che lo stupì,tuttavia, fu trovare la sala e la cucina del tutto vuote.Non c'erano le voci delle sue sorelle a interrompere quel silenzio, le conversazioni di suo padre e di sua madre, ma solo loro due, completamente soli.
Si voltò verso Nagisa che, nel frattempo, era rimasto per tutto il tempo nell'angolo del corridoio di entrata, adocchiandolo silenziosamente.
Non lo faceva sentire a disagio il pensiero di stare soli, non solo perchè non era la prima volta per loro,ma anche perchè lo stesso Haruka sentiva il bisogno di avere un po' di intimità, per quanto non fosse abituato a quel genere di situazioni.
-La mia famiglia mi ha detto che sarebbe arrivata tardi oggi, sono andati da qualche parte, anche se non ricordo dove.-
Parlò finalmente il ragazzo, grattandosi il capo in modo piuttosto buffo. Era sempre stato così, alle volte fin troppo distratto, ma anche questo lato di lui piaceva molto ad Haruka. Si compensavano, dato che il più grande tendeva ad essere silenzioso, mentre Nagisa parlava sempre moltissimo;Haruka si mostrava sempre indifferente davanti alle cose, mentre il biondo riusciva a provare interesse anche per i dettagli più insignificanti. Erano queste differenze, in un modo o nell'altro, a renderli così tanto uniti.
-Capisco.-
Rispose lui senza un particolare tono.Non era deluso o contento, gli andava decisamente così, pensando che Nagisa, a differenza di lui, non fosse abituato a passare molto tempo da solo a casa e il fargli compagnia, se serviva anche a farlo stare meglio, non sarebbe mai stato un peso.
Almeno, quella sarebbe stata una delle ultime occasioni per starsene tranquilli, lontano dagli occhi dei loro amici e al tempo stesso, avrebbero sul serio dovuto riflettere sul da farsi.


Nagisa sfilò dalle spalle lo zaino dell'altro, facendogli segno di seguirlo verso camera sua. Quando entrarono, Haruka non si stupì nel vederla completamente disordinata, ma sapeva quanto in quella pila di vestiti e di altre, misteriose cose, Nagisa avesse trovato il posto giusto per rilassarsi. Diede un'occhiata attorno e vide una delle mascotte della squadra che lui stesso aveva intagliato quando avevano deciso di riprendere a nuotare assieme o ancora, ai piedi del letto c'era un grande pinguino che per un attimo, sembrò guardare direttamente lui.
Si voltò di nuovo, con lo sguardo verso la sua scrivania. Accanto a la pila di libri di scuola, c'era il suo ritratto, quello che settimane prima Haruka aveva fatto per lui. Nel vederlo lì, sotto gli occhi di tutte le persone che potevano entrare nella stanza, il ragazzo si ritrovò a sorridere spontaneamente.
Nagisa,tuttavia, si appostò davanti, nascondendo con le mani il foglio. Era imbarazzato all'idea che l'altro l'avesse visto così, comprendendo quanto fosse importante per lui quel disegno. Per alcuni poteva essere sciocco quel genere di comportamento, ma si sentì sollevato nel vederlo contento per lui.
-Nagisa...-
Nel sentirsi chiamare,il ragazzo abbassò immediatamente il capo,ma Haruka ancora una volta, gli accarezzò il viso,facendo incontrare i loro occhi.
Preferiva vederlo così, quello sguardo che illuminava sempre il suo volto,le iridi di quel magenta brillante e un paio di ciuffi biondi che gli nascondevano le orecchie e la fronte chiara.
Sapeva, tuttavia, che il ragazzo non aveva smesso di nascondere i suoi timori. Il futuro ormai si avvicinava sempre di più e prospettava le loro vite in modo completamente diverso. Era anche al corrente che quel discorso non sarebbe piaciuto a nessuno dei due, proprio come aveva sostenuto settimane fa Makoto, ma toccava ad Haruka mettere in chiaro quelle che erano le sue scelte e il perchè le avesse fatte.
Si sedette sul letto e Nagisa lo affiancò, ancora una volta evitando il suo sguardo. Doveva essere abbastanza forza dal rendersi conto che si sarebbero dovuti dividere e questo non avrebbe tolto nulla ai loro sentimenti.
-Ho deciso di trasferirmi a Tokyo.So che era piuttosto ovvio, dato che inizierò a gareggiare là e non credo ci siano altre soluzioni, ma proprio per questo il preoccuparci non ci servirà a nulla.-
Disse chiaramente, vedendo che il più piccolo aveva cominciato ad ascoltarlo con attenzione, senza tuttavia nascondere un'espressione dispiaciuta sul suo volto.
-Sai,Haru-chan, l'accettarlo non è facile, ma lo farò perchè so quanto tu tenga al nuoto ed è questo che ti rende più libero di tutti noi nel club...-
Era questo quello che Nagisa aveva sempre pensato. Il nuotare era importanti per tutti i ragazzi della squadra, ma ognuno di loro aveva una motivazione diversa che li aveva portati a scegliere quello sport e non un altro.
Nagisa ammirava da sempre il modo in cui Haruka riuscisse a buttarsi in acqua e sapeva che lo stesso valeva per Makoto e Rei, anche se il biondo si era spinto oltre senza volerlo.Haruka era un compagno di squadra, un amico, ma ora non più solo quello ed era comprensibile il perchè Nagisa ci tenesse a lui più di tutti gli altri.
-Promettimi solamente di non abbuffarti di sgombro anche lì.-
Aggiunse scherzando, non volendo rendere la situazione più dolorosa di quanto già non fosse.
Non aveva idea di come sarebbe stato vivere da solo a Tokyo, certo, Makoto aveva promesso di farsi vedere quando non era troppo impegnato negli studi, ma l'avere un piccolo appartamento solo per sé era diverso dall'andare a scuola tutti i giorni assieme o semplicemente invitare tutti a casa sua alla sera.
Gli sarebbero mancate quelle nottate passate a parlare di cose di poco conto, a discutere sulle gare o su come Gou si fosse impegnata a farli faticare. Per quanto fossero discorsi sciocchi, Haruka si ritrovò a pensare che quella compagnia sarebbe diventata insostituibile.
Lo stesso valeva per quei pochi momenti in cui era stato da solo con Nagisa. L'aver dormito uno vicino all'altro,l'essersi scambiati timidi baci o il semplice lanciarsi delle occhiate nascoste durante gli allenamenti quando nessuno li stava guardando.
Erano piccoli gesti, certamente non erano mai giunti al punto di mostrarsi davanti a tutti come una coppia, ma anche quella riservatezza rendeva, agli occhi di entrambi, i loro sentimenti ancora più forti.
Nel pensarci, ad Haruka venne spontaneo perdersi a fissare il volto tranquillo di Nagisa e impulsivamente, gli accarezzò dapprima la guancia fino a far sfiorare i loro nasi, accorciando la distanza tra le loro labbra.
Passarono solo pochi attimi così e poi i due si baciarono,Haruka che passò una mano dietro alla nuca dell'altro e il più piccolo, timidamente, socchiuse la bocca, permettendo al più grande di passare ad un bacio decisamente più passionale.


Non sapeva cosa fosse successo al moro, ma sentire il tepore del suo corpo era l'unica cosa che in quel momento desiderava ed era del tutto incurante se, all'improvviso, si sarebbero spinti aldilà di quei gesti, scoprendo lati di sé che non avevano mai visto fino ad ora.
Nonostante avesse volentieri continuato in eterno,Haruka alle volte lasciava spazio al più piccolo ,sentendo il suo respiro sul proprio viso e le mani, scivolare verso il basso, stringendogli delicatamente la maglietta.
-Lo so che è avventato,ma...-
Nagisa lo interruppe con un altro bacio, pensando che adorava l'Haruka istintivo quanto quello più razionale. Riusciva a trovare il perfetto equilibrio tra logica e passione, applicandolo non solo nel nuoto, ma anche in quel momento, mentre la sua mano iniziò a scendere lentamente verso il ventre del più grande.
Non poteva dire con certezza di essere pronto, ma in quel momento, più di altri, entrambi non poterono allontanarsi l'uno dall'altro, sicuri invece nel desiderare di unirsi completamente e lasciare, anche se per poco,le proprie inibizioni.


Nonostante entrambi fossero abituati a vedersi senza abiti, almeno quando nuotavano, in quella situazione si resero conto dell'imbarazzo che li pervadeva ogni qualvolta si togliessero un indumento, lasciando cadere questi ultimi a terra.
Nagisa si sdraiò sul letto e Haruka si avvicinò di nuovo a lui, ricercando di nuovo le sue labbra con desiderio crescente.
Non riusciva a nascondere il nervosismo, o forse la paura di dire o fare qualcosa di sbagliato, ma il più grande era ancora lì, ponderando ogni suo singolo gesto per non rovinare quel momento unico.
Sarebbe stata l'ultima notte prima della fine della scuola superiore, delle attività del club, della loro vita assieme ad Iwatobi.
Per questo né Nagisa né Haruka volevano che qualcosa andasse storto, ma al tempo stesso, preferivano concentrarsi più sui propri sentimenti, l'adrenalina del momento e non solo sulle aspettative che riempivano le loro menti.
Quando si furono liberati anche degli ultimi abiti, frementi ormai dall'emozione e dal piacere, il moro guardò di nuovo il più piccolo, volendo essere sicuro che non se ne sarebbe pentito in seguito.
Non trovò insolito l'entusiasmo che pervadeva l'altro, anzi, si sentì sollevato nel vedere che, finalmente, era ritornato ad essere il solito Nagisa di sempre. Il suo volto era leggermente arrossato,le mani gli tremavano, ma sorrideva, sorrideva perchè non poteva credere che da lì a poco, dopo anni, sarebbe diventato un tutt'uno con Haruka.


All'inizio il dolore e il fastidio parevano lancinanti e per quanto il moro cercasse di essere il più delicato possibile,Nagisa trovò difficoltoso abituarsi a sentire il suo corpo unito con il proprio.
Nonostante le emozioni contrastanti, Haruka non aveva mai smesso di mostrargli affetto, baciandolo,asciugandogli le piccole lacrime che gli solcavano le guance e non servivano parole perchè era questo che aveva portato il più piccolo ad innamorarsi di lui.
Non servivano mai frasi mielose, né fiori, né dimostrazioni in pubblico per comprendere quanto ci tenesse e quanto entrambi, oramai, si amassero.
Se fino a quel momento il considerare il loro un amore come gli altri li aveva intimoriti, ora sapevano che andavano ben oltre alla definizione comune, non dovendo dare conto del mondo al di fuori di quella stanza.
Contavano solo loro, come due animali liberi di poter nuotare, questa volta assieme.
Nessun ostacolo a dividerli, nessun acquario che rendeva più Nagisa isolato.


Ancora una volta, Haruka era riuscito a fare la cosa giusta, senza dover sforzarsi di essere qualcun altro. Non nascondeva il proprio piacere e la propria felicità nel sentire il tepore del corpo di Nagisa insieme al suo, le sue braccia che lo stringevano e la sua voce, ancora quel tono squillante che lo chiamava ripetutamente, domandandogli se per lui tutto quello fosse perfetto.
Ed era certo di poterlo dire, ormai non c'erano più differenze tra Nagisa e l'acqua,per quanto fossero due elementi della sua vita completamente diversi, Haruka aveva trovato la stessa libertà del nuotare quando stava in compagnia dell'altro ragazzo, senza dover essere obbligato a dire parole di troppo o mentire agli altri per non sentirsi diverso.
Il biondo l'aveva accettato completamente ed ora, il solo pensiero li rendeva emozionati, ma i loro corpi erano uniti e ad ogni lieve spinta del moro, il loro rapporto si rafforzava, dando l'idea di essere diventati ormai inscindibili.
-Haru-chan...-
Ansimò vicino al suo orecchio e il più grande si beò nello sfiorare ogni parte del suo corpo,inebriandosi del dolce profumo che emanava la sua pelle e lo stesso faceva Nagisa, perdendosi in quei silenziosi occhi blu che,oramai, lo avvolgevano completamente.
-Ti fa male?-
Parlò a bassa voce Haruka,vedendo come il biondo accennò subito un "no" con il capo, dandogli un lieve bacio vicino al collo. Non poteva ancora credere che fossero arrivati a quel momento, finalmente avendo un po' di intimità per loro due e Nagisa si stupì nel vedere in modo in cui il più grande si preoccupasse di lui, mostrando un'inusuale affettività, mentre i suoi occhi non volevano perdersi neppure una sua espressione.
Sperava che non fosse l'unico a provare piacere in quell'istante e, anche se Haruka si sentiva in imbarazzo nel dichiararlo apertamente, sarebbe diventato presto dipendente da quella sensazione, sentendo come il corpo di Nagisa avvolgesse il proprio membro.
Raggiunsero il culmine del piacere insieme e nemmeno in quel momento,il biondo allontanò le braccia legate affettuosamente al collo del più grande. L'addormentarsi vicini, il condividere un coperta, per quanto fossero dettagli piccoli, non avrebbero mai smesso di far battere il cuore di Nagisa.
Gli piaceva sentire il corpo di Haruka vicino al suo, poter far passare le proprie dita tra i suoi capelli, baciargli le guance e sentire il modo in cui le sue mano lo stringevano a sé, mostrando una genuina possessività.
Quello era il modo in cui Haruka dimostrava il proprio affetto, sapendo che, alle volte, sapeva essere persino geloso se qualcuno vedeva Nagisa sorridere come faceva spesso con lui, ma era a conoscenza del fatto che il ragazzo fosse così con tutti e che proprio per questo era una delle persone migliori che avesse mai conosciuto.
Quando scivolò lentamente al suo fianco, solo i loro respiri affannosi spezzavano quel silenzio e nonostante la stanchezza, Nagisa si strinse di nuovo a lui, dando un piccolo bacio sul petto dell'altro.
Alzò di poco lo sguardo e vide Haruka socchiudere gli occhi, passandosi una mano tra i capelli,lasciando scoperta la fronte.
-Sei stanco,Haru-chan?-
Gli bisbigliò sorridendo, anche se non si immaginava di certo che fosse lui, poco dopo, a domandargli la stessa cosa.
In effetti, il respiro gli mancava ancora, obbligandosi a parlare più a bassa voce possibile.Non era solo dovuto al fatto di aver appena avuto un rapporto, ma anche perchè l'adrenalina non aveva smesso di circolargli nel sangue e il cuore gli batteva fino alla gola tanto si sentiva emozionato per quello che avevano fatto.
-Sono solo agitato e tu devi riposare.-
Disse del tutto sincero, sfiorando la sua guancia con la propria.Quel letto era fin troppo piccolo per due persone, ma l'essere così, uno contro l'altro, non dava fastidio a nessuno dei due. Anzi, ora che la notte era ormai inoltrata e una lieve brezza penetrava dalla finestra,sia Haruka che Nagisa desideravano ancora di più stare stretti, riscaldandosi a vicenda con carezze e abbracci.
-Dovresti mangiare un po' di cioccolato,dicono che fa bene alla salute e che faccia rilassare.-
Parlò così vicino al viso del moro che quest'ultimo poté sentire il suo respiro sulla propria pelle, trovandosi a sorridere per quelle parole. Si sarebbe inventato di tutto per abbuffarsi di dolci ed era divertente il modo in cui diceva con convinzioni quel genere di informazioni. Forse erano persino vere, ma Haruka non avrebbe cominciato a mangiare tavolette di cioccolato a sazietà proprio come faceva lui.
-Gou ti ucciderebbe se ti sentisse parlare ora.-
Il suo tono di voce si fece ancora più grave, rendendo difficili da comprendere alcune parole per via dell'improvviso senso di sonno che lo assalì. Non era certo di volersi addormentare subito, gli sarebbe bastato stare così ancora per un po', parlando con Nagisa per passare il tempo.
Il più piccolo ebbe la meglio su di lui, pizzicandogli affettuosamente un fianco per poi cominciare a giocherellare con un paio di ciuffi neri che gli coprivano le orecchie.
-E Makoto morirà di imbarazzo quando saprà che hai dormito qui.-
Non che fosse intenzionale, ma Nagisa si divertiva troppo nel vedere l'amico arrossire e poteva facilmente immaginare cosa avesse pensato quel giorno in cui erano arrivati a scuola in ritardo, solo che, come sempre, non ne aveva parlato, almeno non con lui.
Dall'altra parte, Haruka non poteva dargli torto, ma il rivedere quell'espressione imbarazzato sul volto di Makoto non sembrava preoccuparlo, anzi, voleva che gli altri sapessero che, se possibile, i due si vedevano da soli. Infondo doveva essere un comportamento normale per persone che stavano assieme, per quanto Haruka non avesse mai prestato attenzione a questo genere di cose.
Tuttavia, quel breve pensiero fu interrotto dalle mani di Nagisa che gli accarezzavano gentilmente il petto,fino a raggiungere le orecchie, stringendo i lobi del ragazzo come era solito fare con i propri.
-Non voglio che tu faccia tardi anche domani, altrimenti Mako-chan ci ucciderà.-
Concluse così, chiudendo per l'ultima volta le labbra con quelle di Haruka, salutandolo e consigliandogli di addormentarsi sul serio, almeno per le ore che rimanevano prima del sorgere del sole.
-Buonanotte Haru-...- -Non usare il -chan.-
Lo interruppe come sempre, anche se Nagisa decise di non replicare,socchiudendo lentamente le palpebre.
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-Haru-chan...Haru!-
Lo chiamò un paio di volte, stringendogli delicatamente le spalle.Sapeva che era ancora presto per andare a scuola, ma durante la notte,Nagisa aveva sentito i suoi genitori rientrare e voleva avvisare Haruka che non potevano lasciare così la stanza, sempre se non volevano ritrovarsi tempestati di domande poco opportune da parte di sua madre.
Si sedette sul materasso e lo chiamò di nuovo,alternandolo all'addentare una piccola barretta di cioccolato che aveva trovato nascosta in cucina.
Le sue sorelle gliele nascondevano sempre nei posti più improbabili, ma alla fine Nagisa si dimostrava più furbo di loro e ne trovava sempre un paio nascoste dietro al cassetto delle verdure del frigorifero oppure, le sue caramelle preferite ben schiacciate dietro un paio di libri in sala.
Si avvicinò con il volto all'altro e appoggiò le labbra sul suo naso, sporcandolo leggermente di cioccolato.
Era sicuro che Haruka non stesse dormendo, molto probabilmente era solo in fase di riposo, ma alle volte anche lui si dimostrava troppo pigro quando gli toccava alzarsi dal letto. In particolar modo, si trattava del letto del suo fidanzato e, dato quello che avevano fatto ieri, non trovava motivazioni soddisfacenti per cominciare sul serio la giornata.
-Haru-chan,mio padre ci ha sentiti..ieri.-
A quelle parole, il ragazzo più grande spalancò immediatamente le palpebre, fissando intensamente Nagisa. I loro volti erano vicini, ma bastarono pochi attimi per vedere Nagisa allontanarsi e dargli le spalle, in realtà nascondendo un'espressione divertita.
Ecco, sapeva che Haruka non stava davvero dormendo e essersi concesso quella bugia era servito a farlo svegliare.Forse era meglio avvisarlo che si trattasse di un'affermazione falsa, ma fu lo stesso stupito nel vederlo come reagì nei suoi confronti.
Infatti, il moro si avvicinò a lui, poggiando le mani sulle sue spalle e allungando di poco il collo, sperando di poter vedere il suo sguardo.
-Mi dispiace,non voglio creare disagio nella tua famiglia.Parlerò io a tuo padre,se vuoi.-
Si limitò a dire, immaginando che i suoi genitori non fossero stati particolarmente contento di scoprirlo in quel modo. Era vero che per ragazzi della loro età, il sesso era pur sempre qualcosa di normale, ma al tempo stesso era risaputo che avere un figlio omosessuale poteva non portare molto orgoglio all'intera famiglia.
Ascoltandolo,Nagisa sorrise, voltandosi poi verso di lui. Sembrava buffo con quell'espressione preoccupata sul volto, le tracce di cioccolato sul naso e i capelli scompigliati per via delle ore di sonno interrotte poco prima.
-Stavo scherzando,Haru-chan, ma sono contento di vedere che ci tieni..a me.-
Bisbigliò spensierato,mentre l'osservò passarsi un dito sul naso, rendendosi conto che si fosse sporcato.
-Vuoi un po' di cioccolato?-
Gli domandò prima che potesse dire qualcosa riguardante ciò che gli aveva detto prima. Sapeva che Haruka non apprezzava scherzi del genere, ma quella volta, si accontentò di vedere il sorriso illuminare il volto del più piccolo. Non si sarebbe mai perdonato se l'avesse visto in imbarazzo davanti ai suoi genitori, si sarebbe facilmente preso la colpa, spiegando alla sua famiglia ciò che c'era tra di loro. Comprendeva la paura di Nagisa perchè anche lui, nonostante vedesse poco sua madre e suo padre, non era certo di conoscere la reazione che avrebbero potuto avere nel sapere tutto.
Senza rispondere alla domanda,avvicinò il volto al suo,passando delicatamente la lingua vicino alla sua bocca,delineando la forma delle sue labbra. Lo ripulì da quei pochi residui di cioccolato rimasto, allontanandosi tuttavia con un'espressione non molto convinta.
-E' troppo dolce...-
Esclamò con pacatezza, vedendo le guance di Nagisa imporporarsi per quel gesto. Haruka sapeva sempre prenderlo alla sprovvista, ma anche quel suo lato imprevedibile l'aveva fatto innamorare di lui.
-Lo so, ma posso chiedere a mia mamma di cucinarti dello sgombro.-
Disse abbracciandolo e bisbigliandogli vicino all'orecchio.
Ora che rifletteva su, Haruka non aveva visto né sentito i suoi genitori entrare e sperava vivamente che non li avessero visti assieme nella sua stanza, anche se Nagisa non sembrava preoccupato di quel dettaglio. Molto probabilmente aveva chiuso la porta chiave oppure, la notte precedente sua madre era troppo stanca per andare a controllare cosa avessero fatto i due ragazzi, sempre se la donna fosse al corrente di avere un ospite in casa.
-E' strano vederti vestito prima di me.-
Si limitò a dirgli, vedendolo allontanarsi e a sistemare un paio di cose in giro per la stanza. Si accorse solo in quel momento che il più piccolo aveva già indossato la divisa della scuola e per un attimo, Haruka si preoccupò di essere in ritardo per il diploma. Si stiracchiò malamente e prese tra le mani il proprio cellulare, leggendo un messaggio di Makoto.
-Mi sono fatto la doccia, dopo ieri pensavo che...fosse meglio svegliarsi prima dei miei genitori.Sai,forse..se ne sarebbero accorti.-
Parlò con tono basso, vergognandosi nel dover scendere nei particolari.Non voleva dire esplicitamente al ragazzo che, quando si era svegliato, una fitta l'aveva preso sui fianchi e che si sentiva il suo profumo sulla sua stessa pelle. Gli aveva fatto piacere, ma al tempo stesso era strano, pensando che quello significasse diventare un tutt'uno con lui.
A quelle parole, Haruka si passò le mani sul volto, cercando di riprendere un po' di lucidità per iniziare la giornata. Sperava che Nagisa non si sentisse a disagio per quello che era accaduto, dato che era qualcosa che sarebbe dovuto piacere ad entrambi.
-Comunque vado ad avvisare mia madre, io ho già mangiato qualcosa.-
Gli parlò, dandogli un bacio sulle tempie. Avrebbe voluto starsene a letto ancora per molto, magari parlando con lui di cose del tutto inutili, ma l'agitazione per le ore successive non gli permetteva di stare fermo neppure per un attimo.
-Rispondo a Makoto e poi vado in bagno.-
Lo vide allontanarsi e aprire un po' la porta, le sorelle che cercavano vanamente di sbirciare dentro alla camera.
Per quanto Haruka non ci avesse fatto neppure caso, al momento era solamente coperto dal lenzuolo del letto e i suoi vestiti erano ancora per terra, insieme al pigiama di Nagisa. Rendendosene conto, indietreggiò un po', schiacciandosi contro lo schienale del letto, in modo che le ragazze fuori potessero non vederlo.
-Forse dovrei prima mettere a posto la camera.-
Chiuse la porta, ancora con le guance completamente arrossate. Le sue sorelle sapevano essere fin troppo curiose alle volte e sperava che non avessero notato come era messa la sua stanza in quel momento. Era meglio che Haruka si facesse una doccia, mentre Nagisa avrebbe messo in ordine quello che avevano lasciato in giro. Sarebbe stato un disastro farsi scoprire in quel modo e Haruka si ritrovò ad essere favorevole, rispondendo all'amico sul cellulare per poi dirigersi in bagno.


Nel mettere a posto, Nagisa non riuscì a non far caso al telefono lasciato sulla scrivania.Sapeva che Haruka non lo usava spesso, ma il più piccolo non resistì dal controllare i messaggi che lui e Makoto si erano appena scambiati. Pensò che sicuramente l'avesse avvisato di essere fuori casa, ma quando il display si illuminò, segnando i nomi dei ragazzi di due colori diversi, Nagisa non poté non nascondere un sorriso felice ed timido al tempo stesso.
-Passo tra 20 minuti- -No, sono a casa di Nagisa, ma possiamo incontrarci a metà strada- Aveva scritto subito lui, ricevendo una risposta che lasciava comprendere l'imbarazzo di Makoto nel domandare altro.
-Hai dormito lì? Scusa,forse non dovrei chiederlo.- Pensò che Mako-chan non sarebbe cambiato, anche se era felice del modo in cui i due più grandi erano amici.Sapeva quanto tenevano l'uno all'altro e al tempo stesso, era stato contento nel vedere che Makoto non si era fatto problemi nel supportarli nell'ultimo periodo, proprio come Rei.
-Sì, vorrei che bastasse, ma non ci vedremo per molto.- Lesse l'ultimo messaggio, rendendosi conto che, per quanto fosse stato piacevole, il dormire assieme non sarebbe accaduto spesso, nei giorni futuri.
Haruka sarebbe stato impegnato nel trovare un appartamento e a traslocare, dato che non avrebbe lasciato poco o nulla casa sua. Nagisa voleva ancora domandargli se potevano aiutarlo, almeno a spostare un paio di cose fino a Tokyo, ma non sapeva se il ragazzo avrebbe accettato, visto che ci sarebbe stato anche Makoto a spostarsi fino alla capitale.


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Quando Haruka finì la doccia, dirigendosi verso la sala, trovò Nagisa ad aspettarlo e sua madre era appena rientrata in cucina, lasciando una tavola imbandita di tutto ciò che il biondo aveva domandato.
Da una parte, si trovò sollevato nel vedere un po' di sgombro per lui, anche se non sarebbe stato come quello cucinato a casa sua, ma era comunque lusingato nel sapere che sua madre se ne fosse occupato.
Nonostante avesse detto di aver già mangiato, Nagisa prese le bacchette e fece cenno ad Haruka di avvicinarsi, cominciando a mangiare assieme a lui. Parlavano di come sarebbe andata la giornata, anche se il più grande alle volte lanciava delle occhiate verso la figura della madre in cucina, domandandosi quando e se, le avrebbero detto ciò che era nato tra di loro. Era agitato al solo pensiero, ma Nagisa poteva comprenderlo completamente, visto che gli strinse la mano che non impugnava le bacchette, lasciando che i loro sguardi si incontrassero.
-Mi dispiace,davvero.-
Gli bisbigliò, accennando un sorriso malinconico. Non voleva mettere a disagio Haruka nello stare lì in presenza della sua famiglia e lo stesso biondo era rattristito nel sapere di dover nascondere e mentire, ogni qualvolta una sua sorella o suo padre passasse vicino alla sala.
Non per altro, quando la madre ritornò da loro, Nagisa abbassò velocemente la mano, distogliendo lo sguardo dall'altro. Odiava dover fare così e odiava ancora di più sapere che non avrebbero risolto così facilmente la situazione dal momento in cui Haruka si sarebbe trasferito.


Preferirono mangiare di fretta e i due salutarono tutti, ricevendo un buon augurio per l'inizio delle vacanze.
Usciti di casa, Haruka e Nagisa si incamminarono verso scuola, sperando di poter incontrare anche Rei sulla strada. Anche in quel momento, prima che salutassero Makoto che li stava aspettando vicino al punto che avevano accordato, Nagisa aveva più di una volta abbassato lo sguardo, pensando che sarebbe stato bello poter stringere la mano dell'altro.
Sapeva che Haruka non sarebbe mai stato abituato a quel genere di cose, ma il più piccolo invece, avrebbe voluto provare, almeno per una volta. Di certo non sarebbe accaduto lì,ad Iwatobi. Essendo una cittadina, molte persone che passavano potevano riconoscerli e sarebbe stato imbarazzante, nel vedere due ragazzi stringersi la mano,camminando assieme.
-Nagisa, sei di nuovo nervoso?-
Parlò Haruka, interrompendo i suoi pensieri, anche se il suo sguardo era puntato verso la fine della strada, dove la sagoma di Makoto iniziava a riconoscersi tra il passare delle macchine.
-No, ora va tutto bene.-
Accennò un sorriso, mentendo come aveva fatto molte altre volte prima di quel giorno.Non voleva sembrare troppo paranoico, dando importanza ad ogni singolo dettaglio, ma una parte di lui sapeva bene che Haruka non fosse così sciocco e che aveva già compreso che qualcosa non andava..
Preferì non proseguire con quei discorsi, aumentando il passo e sorridendo non appena Makoto li salutò.
Si ripeté che era meglio così, dato che quel giorno sarebbe stato importante per i due ragazzi perchè finalmente avrebbero preso il diploma e Nagisa voleva essere testimone di quanto fossero maturati durante tutti quegli anni.
Tuttavia, prima di poter raggiungere l'amico, Haruka lo fermò delicatamente dal polso e lo guardò, incurante se qualcuno avesse interpretato malignamente quel gesto.
-Grazie Nagisa.-
Lo strinse delicatamente a sé e senza neppure accorgersene, le sue mani avevano cominciato a tremare dal nervosismo, anche se, come molte altre volte, fu lo stesso ragazzino di fronte a lui a trovare un modo per rilassarlo.
-Hey,devi tenere i ringraziamenti per dopo.Sai, mi piacerebbe nuotare un'ultima volta tutti assieme.-
Quelle parole fecero sorridere entrambi, pensando che fosse il miglior modo per salutarsi e per mostrare che, nonostante il passare del tempo, loro sarebbero rimasti sempre gli stessi.




Angolo dell'autrice
Finitaaaa!Ho fatto un sacco di errori in questa più che nelle altre perchè ho riletto, ma non tutto.In finale non mi soddisfa completamente, infatti la storia doveva essere ben più lunga di così, parlando anche della cerimonia del diploma.
In ogni modo, non credevo di riuscire a scrivere così tanto di questa pairing e spero di aver ricreato fedelmente i due protagonisti (in particolar modo Haruka, visto che mi è sembrato più difficile gestirlo in una situazione come questa) e niente, sono contenta di essere riuscita ad inserire persino Rin!
Detto questo, la storia è completa,MA vi avviso che ci sarà un EXTRA (pubblicato separatamente) in cui si narrerà in una one-shot Haruka trasferito a Tokyo.
Questa è la mia prima fanfic nel fandom, ma non è l'ultima.Vorrei poter risaltare le pairing meno shippate (e che, secondo il mio parere, alle volte sono anche più belle) e mettermi alla prova nello scrivere fanfic brevi o lunghe che siano.
Posso assicurarvi al 100% che le prime tre pairing che terrò in considerazione sono la Makoto x Rei, la Sousuke x Momotarou e la Sousuke x Gou (una het ci vuole per forza,ahah.)
Mi faccio pubblicità da sola avvisandovi che potrete leggere altro di me dedicato a Shingeki no Kyojin e tra non molto - si spera - anche K-on.
Detto questo, ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia tra i preferiti, sono contenta di essere riuscita a far appassionare qualcuno e sopratutto, significa che non sono l'unica a vedere questi due bene assieme!
 
  
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