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Autore: eliseCS    08/06/2015    0 recensioni
Sono dell'idea che valga la sacra regola: "Quello che dice la Rowling è legge". Quindi se alla fine Draco ha sposato Astoria (e non Hermione...) un motivo ci sarà...
Non ho nulla contro le Dramioni (anzi...) però ho deciso che per una volta anche Astoria ha diritto alla sua chance per conquistare il suo futuro marito.
Questa è la mia personalissima versione di come sono andate le cose :)
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[...]Quando Draco era nato uno dei primi pensieri di Lucius era stato quello di riuscire ad individuare una famiglia Purosangue che fosse abbastanza ricca, potente e importate, e che ovviamente avesse anche una figlia che sarebbe stata degna di diventare la moglie di suo figlio.
Quando, due anni più tardi, Agatha aveva dato alla luce Astoria, Lucius aveva quasi fatto i salti di gioia: quella bambina era la scelta migliore che avrebbe potuto fare. [...]
[...] ...volenti o nolenti Draco e Astoria si sarebbero sposati, onorando una volta per tutte quel contratto che era stato stipulato anni prima a loro insaputa.
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Spero di avervi incuriositi almeno un pochino
Buona lettura!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza e il Mangiamorte'
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2 – Riunione di famiglia con … imboscata
 
 
 
Non si poteva certo dire che quella giornata fosse cominciata per il verso giusto.
Si era svegliata che ormai era ora di pranzo, e a destarla dal suo sonno non era stata la luce del sole che penetrava attraverso le imposte, e nemmeno la sua elfa domestica, ma bensì suo padre che bussava sonoramente alla porta di camera sua.
“Astoria! Lo so che se lì dentro!” la sua voce forte l’aveva fatta sobbalzare sul letto, ed essendo ovviamente ancora in pigiama non potè fare altro che maledirsi mentalmente per non essere già fuori di casa e finire di ascoltare quello che il padre aveva da dirgli.
“Prima che tu sparisca anche oggi…” continuò infatti Donovan senza attendere una sua risposta “…volevo farti sapere che questo pomeriggio vengono a farci visita i miei, e si fermeranno per il tè. Sai bene quanto mia madre ci tenga a vederti topo tutto questo tempo. Quindi sarebbe carino da parte tua se alle quattro e mezza ci facessi la cortesia di presentarti, possibilmente con indosso un vestito degno di essere chiamato tale, e non i tuoi soliti stracci babbani!” non aggiunse altro, e la ragazza sentì i suoi passi allontanarsi lungo il corridoio.
La ragazza ricadde all’indietro lasciandosi sprofondare tra i cuscini.
 
Una riunione di famiglia… fantastico!
 
Ci mancava solo quella: un pomeriggio intero passato a farsi rimproverare da sua madre perché una vera lady non accavalla mai le gambe e a sentirsi dire da suo padre di tenere la schiena dritta e il collo alto.
Era una ragazza, lei! Di certo non una “lady” e nemmeno una giraffa.
E poi quella visita implicava il doversi mettere un vestito… no, assolutamente no.
Avrebbe lasciato un biglietto di scuse, ma sicuramente non sarebbe rimasta a casa quel pomeriggio, aveva ben altri programmi.

Però… la nonna era la nonna.

In vista del trasferimento in America si era persino offerta di tenere Astoria con sé in modo che potesse continuare a frequentare Hogwarts, ed era l’unica che era sempre stata dalla sua parte.
Forse in quel momento avrebbe preferito che non l’avesse fatto così da non sentirsi in colpa nel disertare l’incontro.
Sospirando richiamò ad alta voce Wicked, la sua elfa domestica, in modo che le preparasse la vasca piena di acqua calda e con i sali profumati che le piacevano tanto: le ci sarebbe voluto un lungo bagno per prepararsi a quel pomeriggio.
 
***
 
Si guardò allo specchio un’ultima volta, ancora non completamente convinta del vestito che aveva indosso: era di un bel verde scuro, senza maniche e con una scollatura non eccessiva. In vita una cintura sottile spezzava la tinta unita dell’abito con un tocco d’argento, lasciando che la gonna le scivolasse leggera a coprirle le gambe fino a poco più sopra del ginocchio.
Argentati come la cintura i sandali con una tacco non esagerato, impreziositi da qualche pietra dello stesso colore del vestito che si abbinavano perfettamente alla collana e al braccialetto che portava.
Si ricordava bene quanto la nonna ci tenesse parecchio a vederla sempre ben vestita, ma l’abito che sua madre le aveva consigliato –perché si, in via del tutto eccezionale aveva lasciato entrare Agatha in camera sua- le sembrava un po’ eccessivo, più adatto ad un appuntamento con un ragazzo che per un incontro con i nonni.
Scrollò le spalle sperando con quel gesto di potersi togliere di dosso la tensione che, nonostante il bagno, si era accumulata in lei.
Non sapeva perché ma aveva un brutto presentimento.
Finì di raccogliersi i lunghi capelli in uno chignon fermandolo giusto con un paio di forcine: avrebbe dovuto stare seduta e sorseggiare un po’ di tè, era più che sufficiente.
Recuperò una borsetta che si intonasse all’abbigliamento, nonostante sapesse che sua madre la considerava ridicola quando girava per casa con la borsa, e ci mise dentro la bacchetta e qualsiasi altra cosa le sarebbe potuta tornare utile per una fuga d’emergenza: la nonna era la nonna, ma non si era mai troppo previdenti quando c’erano di mezzo i suoi genitori.
 
Ancora non lo sapeva, ma mai decisione fu più opportuna
 
 
Uscì dalla camera cominciando a scendere le scale per raggiungere il salone principale dove sarebbero dovuti arrivare i nonni.
Notò però che dalla stanza non proveniva nessun rumore.
Strano: suo padre era passato non più di cinque minuti prima per dirle di sbrigarsi che gli ospiti sarebbero arrivati a momenti.
Entrò nella stanza cominciando a capire che c’era qualcosa che non quadrava.
I suoi erano, se possibile, vestiti ancora più elegantemente di lei, e sua madre lanciava occhiate preoccupate al grosso orologio appeso alla parete.
La cosa che la fece veramente preoccupare fu che non la rimproverò nemmeno per la borsetta.
“Finalmente sei arrivata! Forza, che siamo in ritardo!” esclamò infatti non appena si accorse della sua presenza, andandole incontro e prendendola a braccetto.
Ormai era chiaro: i nonni erano stati solo un pretesto per tenerla buona a casa tutta la giornata, e lei ci era cascata in pieno.
Inorridì capendo finalmente quali fossero le vere intenzioni dei genitori.
“È da quando siamo tornati che abbiamo organizzato questo incontro, di certo non lo salteremo solo perché tu stai ancora facendo finta di essere arrabbiata” disse suo padre manco le avesse letto nel pensiero, avvicinandosi a sua volta e cercando di prenderla per l’altro braccio.
Astoria però fu più svelta e riuscì a divincolarsi dalla presa della madre.
“Io non sto facendo finta” chiarì prendendo le distanze “E non mi interessa se avete organizzato la cosa da secoli… potete complottare quanto volete, ma scordatevi pure di riuscire a combinarmi con un qualsiasi rampollo di una di quelle famiglie ricche e Purosangue che a voi piacciono tanto. Piuttosto mi sposo un Babbano!” concluse quasi urlando.
“Astoria! Torna subito…!”
Ma ormai la ragazza si era già smaterializzata.
 
 
Riapparve pochi secondi più tardi nel retro del Paiolo Magico, a Londra.
Recuperò dalla borsa uno specchietto e si diede una sistemata veloce ai capelli facendoli cadere meglio sulle spalle: le due povere forcine non avevano ovviamente retto alla turbolenza della smaterializzazione e lo chignon –già precario di suo- si era irrimediabilmente sciolto.
Una volta che ritenne di essere a posto entrò nel pub per uscirne subito dopo facendosi strada lungo la via affollata di gente per raggiungere il bar babbano dove lei e Draco si sarebbero dovuti incontrare.
L’idea le era venuta così su due piedi prima di lasciare casa: forse lui non si era ancora stancato di aspettarla e lei era ancora in tempo…
 
***
 
Astoria osservava pensierosa i minuti che scorrevano sul display dell’orologio elettronico appeso all’interno del locale dove lei e Draco avevano deciso di incontrarsi.
Quella volta aveva scelto lei il posto, e per fare qualcosa di diverso avevano alla fine concordato (be’, forse concordare non era proprio la giusta espressione…) di trovarsi nella Londra babbana anziché a Diagon Alley.
All’inizio non si era preoccupata per il ritardo del ragazzo: dopotutto lei stessa pensava non sarebbe riuscita a venire fino a pochi minuti prima, e Draco poteva benissimo avere avuto qualche difficoltà a trovare il posto non conoscendo bene la zona.
Poi però i minuti avevano continuato a scorrere inesorabili, e anche il secondo drink che si era fatta portare per ingannare l’attesa –insieme ai salatini- era stato bevuto.
Possibile che alla fine fosse stato lui a dare buca a lei?
Astoria scosse la testa: prendersela non sarebbe servito a niente, e comunque il loro non era neppure un vero e proprio appuntamento, solo un semplice incontro tra amici… o no?
Dalla prima volta che si erano incontrati erano passati quasi due mesi, agosto cominciava a volgere al termine, e loro si erano sempre visti almeno una volta alla settimana.
Aveva scoperto che con lui poteva parlare di tutto, riuscendo persino a confidarsi superando l’iniziale imbarazzo.
La cosa che più le piaceva però era il fatto che con lui poteva essere se stessa, senza doversi preoccupare di codici di comportamento ed etichette (cosa che invece i suoi genitori non perdevano mai occasione di ricordarle).
Non l’aveva mai sentito dire niente nemmeno sui vestiti babbani che indossava, e dopo qualche tempo persino lui aveva cominciato a metterli.
Il Draco che aveva conosciuto due mesi prima sembra essere diventato un’altra persona.
 
Guardò un’ultima volta l’ora: ormai erano le sei.
 
Si alzò dal tavolino che aveva occupato fino a quel momento richiamando l’attenzione del cameriere e facendogli notare i soldi della consumazione e della mancia che aveva lasciato vicino al bicchiere.
Si lisciò il vestito e con un sospiro si rituffò nella via ancora affollata ripercorrendola a ritroso per ritornare al Paiolo Magico per smaterializzarsi, la rabbia nei confronti dei suoi genitori che cresceva ad ogni passo.
Grazie al loro scherzo il pomeriggio con Draco era completamente saltato,e ora avrebbe dovuto trovare un modo per scusarsi, visto che era più che sicura che un Serpeverde come lui non avesse di sicuro preso bene il fatto di essere stato bidonato così da una ragazza.

Appena tornata a casa l’avrebbero sentita, poco ma sicuro.
















Salve a tutti! 
Con mia grande soddisfazione sono riuscita ad essere puntuale nell'aggiornamento :)
Spero che il capitolo vi piaccia e... boh, davvero non saprei cos'altro dire.
Ringrazio vivamente coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, ovvero: 
alessia_alex7mina_8 e vanlletine.
Grazie davvero!
Alla prossima settimana!

E.
 
   
 
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