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Autore: eliseCS    01/06/2015    2 recensioni
Sono dell'idea che valga la sacra regola: "Quello che dice la Rowling è legge". Quindi se alla fine Draco ha sposato Astoria (e non Hermione...) un motivo ci sarà...
Non ho nulla contro le Dramioni (anzi...) però ho deciso che per una volta anche Astoria ha diritto alla sua chance per conquistare il suo futuro marito.
Questa è la mia personalissima versione di come sono andate le cose :)
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[...]Quando Draco era nato uno dei primi pensieri di Lucius era stato quello di riuscire ad individuare una famiglia Purosangue che fosse abbastanza ricca, potente e importate, e che ovviamente avesse anche una figlia che sarebbe stata degna di diventare la moglie di suo figlio.
Quando, due anni più tardi, Agatha aveva dato alla luce Astoria, Lucius aveva quasi fatto i salti di gioia: quella bambina era la scelta migliore che avrebbe potuto fare. [...]
[...] ...volenti o nolenti Draco e Astoria si sarebbero sposati, onorando una volta per tutte quel contratto che era stato stipulato anni prima a loro insaputa.
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Spero di avervi incuriositi almeno un pochino
Buona lettura!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza e il Mangiamorte'
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Finalmente sono riuscita a trovare il tempo per iniziare a pubblicare questa storia.
Vorrei ricordare che sarebbe il seguito di due one shot che avevo pubblicato qualche tempo fa: la prima, Come un Babbano ignorante la potete trovare qui , la seconda, Proposta indecente, invece è qui.
Consiglio di leggere prima quelle perchè in questa storia si fanno riferimenti a cose accadute in quelle due one shot, tutto qua.
Per il momento vi lascio al capitolo! Buona lettura!
 





1 - Tè con… fuga
 
 
 
Avanti.
Forza, non fare il codardo.
Guarda che non morde!
 
La lettera che sbucava da una pesante busta di pergamena con il sigillo di ceralacca infranto era lì, sul tavolino di cristallo del salotto, e sembrava guardarlo con aria truce, di sfida.
Era sicuro che se avesse provato a riprenderla in mano come minimo si sarebbe ritrovato con un paio di dita in meno, proprio come era quasi successo al terzo anno con il libro Mostro dei Mostri…
Solitamente non riceveva mai posta –chi mai avrebbe dovuto scrivergli?- per cui quando quella mattina aveva rinvenuto la busta sul tappeto davanti alla porta d’ingresso aveva sorvolato sull’assenza del mittente e sul fatto che sulla ceralacca non fosse impresso nessuno stemma: aveva aperto la lettera senza troppe cerimonie, curioso di scoprire chi gliela avesse mandata.
Giusto il tempo che alcune parole facessero presa nella sua mente, come Manor,  un tè insieme, e la vista della firma di sua madre alla fine, e il foglio era stato mollato come se fosse improvvisamente diventato incandescente.
Probabilmente Rhys si era accorto della lettera lasciata lì per terra e aveva provveduto a metterla sul tavolino del salotto, bene in vista.
Accidenti agli elfi domestici e alla loro mania per l’ordine!
Aveva trascorso tutta la mattinata nell’illusione di essersi solo immaginato la lettera, ma ritrovarsela così davanti agli occhi aveva reso vano ogni tentativo di auto convincimento riguardo la dubbia esistenza della stessa.
Draco si lasciò cadere pesantemente sul comodo –e costoso- divano in pelle nera posizionato vicino al tavolino.
Sbuffò.
Avrebbe riletto quella dannata lettera, ma solo per assicurarsi di aver capito male quello che c’era scritto, perché doveva per forza aver frainteso il contenuto di quel messaggio.
 
Erano più di due anni che evitava ogni contatto con la sua famiglia, aveva persino cambiato casa trasferendosi a Londra, e ora sua madre saltava fuori così, di punto in bianco, proponendogli di trascorrere un pomeriggio con lei a Malfoy Manor per… prendere un tè insieme?
Rilesse febbrilmente il contenuto della lettera, una mano nei capelli a sottolineare l’incredulità che aveva già ben espressa in viso: purtroppo per lui aveva capito fin troppo bene.
E adesso?
 
            Semplice, non ci vado.
 
Fu la prima risposta che si diede.
Per quel pomeriggio aveva già altri programmi, non li avrebbe mandati all’aria solo perché sua madre aveva improvvisamente voglia di prendere uno stupido tè con lui.
Che poi a lui il tè nemmeno piaceva, gli sembrava sempre di bere acqua sporca.
Aveva già appallottolato il foglio, pronto a dargli fuoco con un colpo di bacchetta, quando qualcosa molto simile al senso di colpa –solo simile, perché lui a quella cosa era immune- cominciò a farsi sentire.
Era sua madre.
Era stato solo grazie a lei se tutte le accuse nei suoi confronti erano cadute, risparmiandogli un soggiorno tanto breve quanto terribile ad Azkaban.
Lei si ostinava ancora a stare anche dalla parte di Lucius, ma nonostante tutto le voleva bene.
Mi manchi, diceva l’ultima riga del messaggio.
Scuotendo la testa fece tornare la lettera come nuova riappoggiandola sul tavolino.
Si diresse verso camera sua chiamando a gran voce Bryn che gli preparasse subito un bel bagno caldo, e Rhys che tirasse fuori un completo da indossare per l’occasione.
A cosa serviva avere due elfi domestici che giravano per casa se non si rendevano utili?
 
***
 
Finì di abbottonarsi la giacca e si guardò nuovamente allo specchio.
Per quanto facesse caldo e per quanto avesse scoperto che alla fine dei conti jeans e maglietta erano una tenuta molto più comoda del solito completo di sartoria, era di nuovo tornato a giacca e camicia.
Continuava a ripetersi che lo stava facendo solo per sua madre, cercando di convincersene anche se con scarsi risultai.
Se non altro elegante com’era Narcissa non avrebbe avuto niente da ridire almeno sull’abbigliamento.
Guardò l’orologio che aveva al polso: le cinque meno dieci.
Bene.
Dieci minuti di anticipo sarebbero stati più che sufficienti.
Ringraziò i due elfi domestici per il lavoro svolto –aveva preso a farlo da quando aveva incontrato per la prima volta Astoria- e concentrandosi si smaterializzò.
 
 
Riapparire davanti alla porta di quella che un tempo chiamava casa lo lasciò un attimo disorientato, ma recuperò in fretta il suo contegno e bussò.
Dopo qualche istante quella si aprì lasciando vedere un’elfa domestica che squittì sorpresa, inchinandosi profondamente non appena riconobbe chi aveva davanti.
“Bentornato Padroncino, bentornato!” lo accolse con la sua vocetta stridula facendolo entrare.
“Sì, sì. Grazie Tilly. Ora potresti portarmi da mia madre? Credo mi stia aspettando” disse Draco sbrigativo cercando di calmare l’entusiasmo dell’elfa di sua madre.
Era in quella casa da pochi secondi e già non vedeva l’ora di andarsene.
Se poi pensava che in quel momento sarebbe potuto essere con Astoria…
Si maledì per non aver pensato di avvisarla in qualche modo, magari mandando uno dei suoi elfi: era l’unica persona che considerava amica, e dopo una buca del genere non sapeva se la ragazza avrebbe voluto continuare a considerarlo tale.
Strinse i denti mentre seguiva Tilly che faceva strada.
L’elfa si fermò davanti alla porta, chiusa, della sala da tè della villa: la stanza preferita di sua madre e probabilmente la più odiata da Draco.
“La padrona vi sta aspettando” esordì facendogli segno di entrare.
“Tu non entri?” domandò confuso il ragazzo notando che l’elfa stava già tornando indietro. Dubitava fortemente che sua madre avesse deciso di servirsi il tè da sola…
“Oh no. Tilly torna più tardi a servire il tè a tutti!” spiegò lei lasciandolo solo.
A tutti?
Ma se erano solo lui e sua madre?
Forse l’elfa stava cominciando a perdere colpi, oppure… no, non voleva neanche pensarci, per una volta voleva sperare, credere che le cose fossero veramente cambiate.
Purtroppo però i suoi presentimenti furono tutti confermati dal primo all’ultimo non appena aprì la porta e mise piede nella stanza.
 
Forse fu il fatto che quello preparato sul tavolo era il servizio da tè migliore di Narcissa, o forse il fatto che il suddetto servizio fosse stato allestito non per due persone, ma per almeno altre quattro, oltre all’enorme quantità di pasticcini e biscotti disposti elegantemente sui vassoi che avrebbero potuto sfamare senza difficoltà un’intera comitiva.
Da ultima, ma non meno importante, l’allarmante presenza di suo padre, in piedi dietro a Narcissa con una mano appoggiata sulla sua spalla.
Avrebbe fatto dietro-front seduta stante se solo sua madre, accorgendosi di lui, non gli fosse andata incontro stringendolo in un abbraccio soffocante.
“Draco, tesoro! Finalmente sei arrivato. Pensavo non saresti venuto…” cominciò quasi commossa dalla presenza del figlio.
Poi il suo sguardo cadde sul pendolo appeso sopra il caminetto della sala: “Sei arrivato giusto in tempo, saranno qui a momenti…” continuò muovendosi per aggiustare il colletto della camicia del ragazzo.
Draco la scostò bruscamente: “Madre? Io sono venuto per prendere un tè insieme a voi. Voi e nessun altro, e men che meno con lui” commentò secco facendo un cenno verso il padre.
Se quello era un modo per cercare di riavvicinarli… be’, poteva considerarlo fallito ancora prima di cominciare.
Ma purtroppo la situazione era anche peggio.
“Ma no caro, non capisci. Vedi, è da tanto che cerchiamo di combinare questo incontro, ma tu te ne sei andato… e così ho colto l’occasione della tua visita per invitare anche…”
“Vi prego non aggiungete altro!” la interruppe Draco con gli occhi spalancati: adesso aveva davvero capito come stavano le cose.
“Ve l’avevo detto quando ho lasciato questa casa per trasferirmi lontano da voi: non ho intenzione di sposarmi. Non ancora, e di sicuro non con una di quelle oche Purosangue che voi avrete sicuramente scelto per me. E con questo intendo dire che non starò a perdere tempo neanche per incontrarla. Come siete stati bravi a convincermi a venire qui lo sarete altrettanto nel trovare una scusa per la mia mancanza!”
Fece per lasciare la stanza, ma la voce strascicata e fredda di suo padre lo fece bloccare con la mano appoggiata sulla maniglia della porta.
“Non fare l’idiota, Draco. Tu hai bisogno di sposarti, di sistemarti con una ragazza di buona famiglia, con un nome importante e la cui famiglia non sia stata coinvolta negli eventi di quest’ultima guerra. Solo così potremo ristabilire il nome dei Malfoy…”
“Anche se dubito fortemente che siate riusciti a scovare una ragazza con tutti questi prerequisiti” lo interruppe il ragazzo in tono pungente “non l’avrei sposata comunque: io sposerò chi mi pare e piace. Quanto al ‘ristabilire’ il nome della famiglia… io penserò a ristabilire il mio, del vostro non me ne può importare di meno!”
“Draco! Torna subito qui…!”
Ma il ragazzo si era già smaterializzato senza nemmeno scomodarsi a uscire prima dalla stanza.
 
 
Il retro del Paiolo Magico non gli era mai sembrato così accogliente: tranquillo, silenzioso, deserto.
I bidoni delle immondizie a ridosso del muro di mattoni era sicuramente meglio di quell’assurda carta da parati a fiori che c’era nella sala da tè di sua madre.
Cercò di calmarsi scacciando dalla mente le immagini di quanto accaduto poco prima.
A quanto pareva il suo distacco non era servito a molto: a sua insaputa i suoi stavano ancora cercando di ammogliarlo alla prima ragazza un po’ carina e dal cognome altisonante che gli passava davanti.
Ridicolo.
Come se sposarsi fosse stato tra le sue priorità.
Avrebbe trovato una ragazza, una donna, capace di fargli battere il cuore, di zittirlo con una parola e di lasciarlo senza fiato con uno sguardo.
Solo allora, forse, avrebbe pensato al matrimonio.
 
Si domandò distrattamente come mai si fosse smaterializzato nel retro del pub e non a casa: quando aveva lasciato il Manor aveva pensato ad Astoria…
Come fulminato da un’idea improvvisa guardò l’ora: forse se si sbrigava…
Dopo qualche istante era già uscito dal pub, cominciando a farsi largo lungo la via affollata di babbani cercando di ricordarsi le indicazioni che la ragazza gli aveva fornito per raggiungere un certo bar che si trovava in quella via.
Forse era ancora in tempo…
 
















Bene, come inizio non mi sembra male, ma ovviamente questo lo dovete dire voi a me!
Questo primo capitolo è raccontato interamente dal punto di vista di Draco, il prossimo toccherà ad Astoria, dopodichè faranno un po' a testa :)
Spero di essere riuscita a incuriosirvi almeno un po' (chissà chi saranno i misteriosi ospiti che i Malfoy stavano aspettando...) e spero di essere riuscita a proporre qualcosa di leggibile...
Vedo in giro tante Dramione (che per altro mi piacciono pure) però ho pensato che anche alla povera Astoria almeno una chance andasse data, e così eccomi qui con questo esperimento.
Avviso subito che non sarà una cosa molto lunga, probabilmente se arriverò a dieci capitoli sarà già tanto, però l'idea mi è venuta così e ormai ho deciso di andare fino in fondo.

​Ah... dimenticavo: se tutto procede secondo i piani dovrei riuscire ad aggiornare una volta a settimana.

Mi raccomando dateci dentro con le recensioni! (altrimenti come faccio a sapere se la storia è un orrore e farei meglio a cancellarla subito?!)
Al prossimo capitolo!
E.





 
   
 
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