Solo il buio attorno a sé.
Non vedeva e non sentiva nulla: la sua anima era circondata da un’aurea nera, immensa, infinita.
Poteva essere morto …
E invece, lentamente, si accorse di avere un cuore … che batteva … e un cervello … che pulsava … e di avere due occhi … e due palpebre … che aprì di colpo.
Ranma Saotome respirava con un fiato che non gli apparteneva, con un’intensità che non provava da vari mesi … ma che in fondo conosceva da anni …
Ebbe una certezza quando tastò le sue carni: era completamente nudo, coperto solo da un lenzuolo … e aveva il seno.
Dunque la sua maledizione aveva preso il sopravvento, di nuovo … era una donna con i capelli rossi.
- Ti sei svegliato!
Quest’ultima si inginocchiò a lui/lei e lo/la aiutò ad alzare la schiena dal pavimento sul quale era steso/a.
- Kasumi!
- Ciao, Ranma.
Ella lo sorprese stringendolo a sé in un caloroso abbraccio: percepì lacrime fresche bagnargli il collo; senza ribattere, strinse le nude braccia intorno al suo collo.
E ricordò di esser in grado di riuscire a commuoversi, come lei.
Restarono così per qualche minuto, finché si staccarono e asciugarono i loro occhi.
Ranma si mise in piedi, reggendo il lenzuolo intorno alla vita … e capì che entrambi/e non erano soli/e.
Nabiki Tendo e la sua ex spasimante, Shampoo, dormivano su un letto matrimoniale, respirando profondamente.
Dunque si guardò intorno: si trovava in una grande camera da letto; le mura erano cosparse di colori accesi e vivaci: rosa elettrico e schizzi di giallo oro, mentre il soffitto in legno era verde acqua.
Inoltre c’erano ben due letti matrimoniali, con tanto di lenzuola vistose color rosso porpora, un grande specchio, due grandi armadi di legno di pino e una grande finestra di vetro dalla quale filtravano forti raggi di sole pomeridiano.
- Credo che dovrai condividere il letto con me e Nabiki – disse Kasumi mentre indicava il letto matrimoniale vuoto.
- Cosa? – Ranma era confuso.
- Siamo le mogli di MoK, il padrone del tempio.
- CHI?
- MoK! Ci troviamo in una delle stanze del suo tempio … è il padrone di tutto.
- Come sarebbe?
- E’ il padrone di tutto! Di questo tempio … di questa zona …
- Quale zona?
- Siamo ad Ube, una prefettura di Yamaguchi.
- Questo è l’unico tempio rimasto in piedi in questa zona. La fuori sono rimasti solo detriti.
Ma si sa … il tempo cambia gli esseri umani.
- Così questo MoK è il capo?
- Sì: è il capo della zona e di quelle poche persone che ancora ci abitano.
- E in quanti ci abitano?
- Una cinquantina … non di più.
- Perché sono nuda? – domando, ricordando di essere una donna.
- Ti hanno portato qui da pochi minuti … lì dentro – indicò l’armadio – ci sono dei vestiti: puoi indossare quello che vuoi: hai ampia scelta.
tre minuti dopo aveva indosso una gonna rossa e una camicia hawaiana blu chiara; non aveva trovato un paio di scarpe della giusta misura né un reggiseno, ma si accontentò … faceva caldo d’altronde.
Un nuovo languore gli attraversò lo stomaco.
- Hai fame? – chiese Kasumi, sorridendo stavolta.
- Sì! – ammise sincero.
- Tra poco ci porteranno da mangiare.
- Ma che ore sono?
- DOVE L’OROLOGIO?
Kasumi non se l’aspettava e rimase colpita da tutta quell’energia rimbombata nella stanza di colpo;
- Quale orologio?
- AVEVO UN OROLOGIO AL POLSO … DOV’E’?
- Ranma … calmati …
- No, non mi calmo … l’avevo al polso, ora DOVE CAZZO STA?
- Kasumi … quell’orologio apparteneva a mio padre … è l’unico ricordo che ho di lui … so che non è stato un ottimo genitore, ma era pur sempre mio padre … dunque, voglio sapere dove CAZZO è l’orologio!
- Pensaci bene … l’avevo al polso quando mi hanno portato qui?
- Non ricordo …
- Ti prego, sforzati … l’avevo o non l’avevo?
- Credo di no …
- CAZZOOOOOO!
- CAZZO! CAZZO! CAZZOOOOOOO!
Quando Ranma tornò alla realtà, si voltò e le vide: Nabiki Tendo, con i suoi capelli corti e castani e Shampoo, con la sua chioma lunga e blu elettrica … occhi e bocca aperta a forza dalla sua rabbia.
- RANMA! – urlò Shampoo.
- MA SEI IMPAZZITO? – continuò Nabiki.
Ora fu lui/lei a spalancare gli occhi, comprendendo finalmente la gravità della sua azione.
A passo lento, andò a sedersi su uno dei letti, nascondendo il viso tra le mani.
- Perdonatemi! – disse, con voce lieve – Quell’orologio è importante per me … è l’unica cosa che mi ricollega a papà … da quando …
Nabiki gli si avvicinò e gli porse un braccio attorno alle spalle;
- Non fa niente. Non è successo nulla.
Dopo un nuovo mutismo piombato nella stanza, Nabiki continuò:
- Ho parlato con Akane!
- COSA?
- Ho parlato con Akane tramite un computer … è salva … è con Soun e il vecchio Happosai; dovrebbero esserci altri con loro, ma non ne sono sicura …
- Stanno arrivando qui!
- COME? – urlò Shampoo avvicinandosi – QUESTO NON CE L’AVEVI DETTO!
- Ci ho parlato poche ore fa …
- E TI COSTAVA TROPPO DIRLO?
- Quando sono arrivata avevo ben altro a cui pensare … controlla il vaso se vuoi una conferma!
- Quale vaso? – chiese Ranma.
- QUELLO! – rispose Nabiki, indicando un lungo e capiente vaso marrone nascosto dietro la porta.
- Cosa c’è lì dentro?
- Vomito!
- EH?
- Siamo le spose di MoK
*****
- DEVO ANDARE! LUI STA ARRIVANDO!
- Lui chi?
- FATE PRESTO, VI ASPETTIAMO AD UBE!
- ASPETTA … CHE PALAZZO?
L’aveva spento e nascosto sotto il letto. La porta della camera da letto si aprì ed egli entrò.
Nabiki poté osservarlo, disgustata:
aveva due occhi grossi e neri, un naso grande e una bocca piccola; la fronte era stempiata, ma una lunga chioma di capelli gli scendeva all’indietro fin sopra al sedere … capelli tinti di viola, il viso cosparso da una crema bianca … miseri trucchi per coprire i segni della vecchiaia.
Indosso aveva solo una canottiera larga tre volte la sua stazza magra: tutto il resto era nudo ed esposto senza timore.
Una voce rauca e profonda uscì dalla sua gola:
- Sei pronta?
- S … sì …
Un letto “unico” nel suo genere.
Nabiki tentava di mantenere la calma, usando il suo solito sarcasmo: tentò di sorridere:
- Cos’è? Non ti piace farlo alla vecchia maniera?
Una mano arrivò ai suoi testicoli … e il suo membro, flaccido e addormentato, iniziò a prendere forma.
Nabiki spalancò gli occhi, sconvolta.
- Il mio membro ha i suoi annetti. – disse il padrone con distrazione – Dev’essere stimolato da un aggeggio elettronico installato al suo interno.
- TI PREGO, FAI PRESTO: MI VIENE GIA’ DA VOMITARE!
Tutto questo accadeva un’ora e mezza prima.
Tornata nella sua stanza, Nabiki aveva vomitato violentemente nel vaso ed era crollata sul letto, stanca morta.
*****
Ranma rimase sconvolto da quel racconto.
- Ma chi è questo MoK?
- E’ un pazzo! – rispose Shampoo – Ci ha sposate tutte con uno stupido “rito del tempio” e pretende da noi atti sessuali.
- Contro la nostra volontà! – concluse Kasumi.
- Ma a che scopo?
- Nessuno: è un porco!
- C’è un’altra donna con lui in questo momento … la nostra quarta compagna.
- Chi?
- Non la conosci … è una ragazza di origini americane …
- Pam Kiddo!
L’orologio che MoK aveva al polso segnava le ore 14:40 del pomeriggio.
- URLA! URLA!
Una stanza che non si addirebbe ad un “imperatore”.
- URLA! URLA!
Pam Kiddo, di madre orientale.
- URLA! URLA! – strillava MoK alla donna, il cui sguardo era passivo e per nulla spaventato.
Quest’ultima, senza timore e con un sorrisetto disegnato sul viso, rispose:
- Perché non accendi il tuo gingillo? Ti verrà subito una bella erezione e potrai fare i tuoi comodi!
- NON OSARE! – Pausa – DEVO … DEVO FARCELA DA SOLO STAVOLTA … POSSO FARCELA ANCORA SENZA “AIUTI” … URLAAAAA !
- Eppure sarebbe così facile … - continuava cattiva Pam.
- URLAAAAAAAAAA!
- LO CAPISCI CHE COSI’ PEGGIORI TUTTO?
- LASCIA!
- LASCIAMIIII !
- LASCIAMIIIIIIIIIII !
MoK sentì le dita alleggerirsi su quel collo: la bionda stava vincendo … ora era lei a condurre il gioco.
Era paralizzato, non sapeva più come muoversi. Respirava a fatica, con quel volto ancora sconvolto e sorpreso.
Pam parlò, sorridente per la sua “vittoria”:
- NEANCHE SE URLO TI SI RIZZA! SEI PATETICO!
Le forze lo abbandonarono.
Lasciò andare la donna e scese dal letto, accovacciandosi in un angolo.
Le gambe di Pam erano ancora bloccate, ma ella sorrideva raggiante.
Probabilmente l’uomo,una volta ripresosi, l’avrebbe aggredita selvaggiamente …
Invece si era rannicchiato in un angolo come un bambino offeso; la donna lo sentì sospirare con frequenza … respirava con affanno … respiri sempre più numerosi …
Poi d’un tratto … MoK iniziò a piangere.
A piangere!
Le mani nascondevano il viso, ma il piano era ben udibile.
Pam si ammutolì, smettendo di sorridere, ancora bloccata ad un letto tutta nuda contro la sua volontà.
L’aveva provocato nel modo giusto e l’aveva sconfitto.
Aveva scoperto il suo tallone d’Achille e voleva continuare a stuzzicarlo:
- Smettila di piangere … insignificante ammasso informe!
Da dove riusciva a tirare fuori tanta forza e tanta rabbia quella donna?
- Perché ci fai questo?
Stavolta egli si voltò, rivelando il viso bagnato dalle lacrime e il trucco bianco sciolto, che rovinava ancor peggio il suo viso e rivelava alcune profonde rughe nascoste.
- E’ da un mese e mezzo che ci tieni qui dentro e abusi di me e delle altre: a che scopo?
MoK asciugò gli occhi e riebbe la forza di parlare, ma con tono pacato:
- Voglio un figlio!
- E credi che così lo avrai?
- Sono disposto a tutto pur di averlo!
- Perché?
- Perché vuoi a tutti i costi un figlio?
La reazione di MoK fu violenta:
- SI BUSSA PRIMA DI ENTRARE, DISGRAZIATO!
Si riprese subito:
- Signore … - disse con voce roca – è arrivato il popolo: richiede la sua presenza.
- PERCHE’?
- Ha fame!
MoK si alzò immediatamente e rispose:
- MI VESTO E ARRIVO! ORA VA’ FUORI!
- Sissignore!
Il tempio di MoK era l’unico rimasto in piedi nella prefettura di Ube.
Era un tempio alquanto grande, costruito in pietre antiche e dalle forme greco-latine.
Le mura erano state ridipinte di rosso porpora e il tetto era stato ricostruito con del legno solido, ridipinto di color oro, all’esterno.
Sul portone principale vi era inciso un dragone, anch’esso rosso porpora e dal ventre grosso e dorato, con due occhi grandi e viola e due lunghi baffi bianchi: un dragone curioso e inquietante.
Il tempio era circondato da un vasto giardino agricolo e da una muraglia in pietra che lo distaccava dal resto della zona: l’unico punto d’accesso era una scalinata, di ben trenta scalini, che si collegava ad una stradina distrutta, ridotta ormai ad un ammasso di sabbia.
Alle ore 14:50, cinquanta persone, il numero esatto dei residenti nella zona, erano seduti sulle scalinate: nessuno osava muovere un passo verso il tempio.
D’un tratto … il portone di pietra si aprì e il padrone, il “grande” MoK, apparve sulla soglia.
Si era truccato nuovamente il viso di un bianco acceso e ridipinto meglio la lunga chioma di capelli dell’amato color viola; era vestito da una tonaca d’orata, larga tre volte la sua stazza e chiusa al bacino da una cintura di stoffa rosso porpora.
Il suo popolo lo notò: tutti scesero dalle scale e si misero in piedi.
Urla disumane echeggiarono nell’aria:
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
Il padrone guardava tutti con aria indifferente e analizzava ogni singola persona in pochi secondi: anziani sdentati, donne dai visi distrutti, bambini deformi o con arti mancanti, reietti umani con indosso stracci o coperte logore mangiate dalla polvere … gli ultimi esemplari di una società morta e sepolta.
MoK alzò le braccia al cielo e una sequela di applausi accolse il gesto:
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
MOK!
L’uomo abbassò le braccia: le masse lo interpretarono come un invito a tacere … infatti tacquero.
MoK urlò:
- SALVE A VOI! FELICE DI VEDERVI ANCORA VIVI!
- I MIEI GUERRIERI VI DARANNO DA MANGIARE! OGGI NON MI UNIRO’ A VOI, NON MI SENTO MOLTO BENE!
- NIENTE DI GRAVE: STATE TRANQUILLI! L’ESSENZIALE E’ CHE VOI SIATE NUTRITI E PREPARATI A SOPRAVVIVERE AD UN’ALTRA GIORNATA! IL MIO UNICO DESIDERIO E’ CHE DOMANI CI SIA ANCORA QUALCUNO DI VOI VIVO: STO FACENDO DI TUTTO PERCHE’ CIO’ ACCADA … - pausa - … E CONTINUERO’ A FARLO, FINCHE’ VIVRO’!
La porta della “stanza delle signore” fu aperta dall’esterno e Pam Kiddo fu spedita a forza dentro; un ninja mascherato posò due cesti in terra e uscì dalla stanza, chiudendo la porta a chiave.
Nessuna delle presenti osò muovere un dito.
Ranma era ancora trasformato in donna.
Kasumi prese un lenzuolo e lo cedette a Pam:
- Copriti! – disse gentilmente, come suo solito …
Rimase incredula.
- Chi è stato? – domandò, voltandosi verso le altre.
- Io!
Un nuovo sorriso apparve sul viso di Kiddo:
- Chi sei? – chiese
- Ranma Saotome … e sono un maschio.
- Che stai dicendo?
- Che sono un uomo!
Come poteva una ragazza dai capelli rossi legati in un codino essere ... un uomo?
- E’ una lunga storia …
- E’ sotto una maledizione: a contatto con l’acqua fredda si trasforma in una donna, viceversa con l’acqua calda.
- Com’è possibile? – domandò incuriosita.
- Mi allenavo, anni fa, in Cina, con mio padre; questi ebbe la “brillante” idea di allenarci presso le “Sorgenti Maledette” di Jusenkyo … e cademmo in due sorgenti: io diventai una ragazza e mio padre un panda.
Un’ultima occhiata tra le due donne … e Pam Kiddo le sorrise, intenerita.
- Ti chiedo scusa – disse – Mi aiuti a scegliere un vestito?
Shampoo scavò nei cesti lasciati in terra e ne rivelò cinque piatti contenenti cibo: due minestre all’uovo, una doppia bistecca al sugo d’asparagi, un’orata con pomodorini e patate in crosta ed infine un’okonomiyaki con carne macinata, funghi e sugo di pomodoro.
A Ranma si illuminarono gli occhi: prese al volto l’okonomiyaki, lasciando le minestre alle sorelle Tendo, l’orata a Shampoo e la bistecca alla bionda.
Mangiarono di gusto, leccandosi i baffi di tali leccornie, arrivando anche a sorridersi l’un l’altro mentre masticavano.
*****
- Novità?
- Scusami, ma questa carcassa – il computer – ha i suoi annetti e lavorare con internet a mille metri d’altezza non è una passeggiata.
Nella cabina di pilotaggio, tra marchingegni, pulsanti, leve e un vecchio pc, c’erano solo quei due.
La porta fu aperta:
- Novità?
Il quattr’occhi sbuffò.
Una mano afferrò il braccio della mora … e la voce di Ryoga la richiamò:
- Ti decidi a sederti e a farlo lavorare?
- Io devo sapere!
- Così non risolvi le cose, devi calmarti …
- Le mie sorelle sono nei guai e con loro c’è anche Ranma: come posso stare calma?
- Chi ti dice che sia lui?
- DEVE ESSERE LUI!
Con sguardo di sfida, che mai aveva rivolto a Ryoga, uscì dalla stanza. Il ragazzo restò fermo sulla soglia per un momento, per poi seguirla.
Un obiettivo si illuminò sul monitor: Mousse sobbalzò.
- LOCALIZZATI!
- DOVE SONO? – strillarono all’unisono.
- In un tempio della prefettura di Ube!
*****
MoK si era ritirato nella sua stanza, vuota.
Sotto al letto, accanto al suo computer portatile, c’era una scatola di legno; la tirò fuori e si sedette sul materasso; dunque l’aprì: al suo interno vi era una siringa vuota.
Dalla tasca della sua veste tirò fuori una boccetta contenente un liquido dello stesso colore del gas che aveva stordito Ranma: viola.
Infilò l’ago nel liquido e ne risucchiò una piccola quantità all’interno della siringa.
Poco dopo, infilò l’ago nella vena del braccio destro e pigiò sullo stantuffo, iniettando nel suo sangue quella strana sostanza.
Rimesso tutto al suo posto, iniziò a sentire una sensazione di stanchezza: l’iniezione iniziava a fare effetto.
Si stese così sul letto, chiudendo gli occhi e pensando che quella roba gli avrebbe fatto bene.
*****
Ranma posò il piatto vuoto nel cesto e attaccò una conversazione:
- Domanda banale: perché sono trasformata in donna?
- Perché quando ti hanno portato qui eri sporco e sudato: ti hanno buttato sotto una doccia!
- D’acqua fredda, immagino. – rispose egli, immaginando la reazione di sorpresa di colui che l’aveva lavato mentre era svenuto – E perché mi hanno portato qui?
- Per farti diventare la quinta moglie di MoK!
- Se Akane sta arrivando, dobbiamo essere pronti.
- Che vuoi dire? – chiese Shampoo.
- Che dobbiamo uscire di qui!
- Siamo chiuse a chiave, inoltre là fuori c’è un esercito di ninja: come pensi di uscire?
- In quanti sono?
- Ventotto!
- Li ho contati tutti in questi giorni.
- Sei grande! – e Ranma le diede una pacca sulla spalla – Allora visto che hai una buona vista, sai com’è strutturato l’edificio?
- In questa zona – rispose Pam – c’è questa stanza; uscendo c’è un lungo corridoio: a destra c’è la stanza di MoK e a sinistra una spaziosa toilette per noi; proseguendo lungo il corridoio, si arriva ad una grande sala che accoglie tutti i ninja di sera: si riuniscono per pregare in nome del loro padrone, MoK! – e pronunciò il nome con voluto disgusto.
- Nient’altro?
- Quella sala occupa buona parte del tempio e non credo che MoK abbia bisogno d’altro.
- In quella sala si è svolto il … - ingoiò saliva – i vostri “matrimoni” ?
- Di cosa si occupa questo tizio?
- Cioè? – Pam inarcò un sopracciglio.
- Cosa fa MoK per tutto il giorno?
- Si occupa di noi: ci dà da mangiare, ci dona vestiti, ci concede di uscire all’aria aperta, ma non ci fai mai allontanare dal tempio.
- Mai? – Ranma allargò gli occhi.
- Mai! E’ molto geloso di noi.
- Insomma, sarebbe un marito perfetto, se non abusasse sessualmente di voi.
- Vuole un figlio!
- CHE COSA? – chiese Ranma.
- Vuole un figlio da noi, per questo ci obbliga a fare l’amore … ha problemi d’erezione!
- Sarà l’età!
- L’età? - chiese Ranma – Perché, quanti anni ha?
- Non pochi di certo: non hai visto che si trucca la faccia?
- Non ho avuto ancora il “piacere” di conoscerlo.
- Hai ragione, sei appena arrivato … beh, secondo te, un uomo che si trucca la faccia … perché lo fa?
- Forse per un qualche stupido rito …
- O forse per nascondere malamente le rughe della vecchiaia …
- SCUSATE!
- DOBBIAMO SCAPPARE O CONTINUARE QUESTO STUPIDO DIBATTITO?
Ma non era il momento adatto per i ricordi nostalgici.
- Giusto! – rispose – Beh, le strade sono due: o sfondiamo la porta o la finestra. In entrambi i casi posso provarci io.
- E una volta fuori? – lo incalzò la bionda
- Una volta fuori … scappiamo!
- E’ il piano più stupido che abbia mai ascoltato!
- Beh, cosa preferisci: restare qui dentro?
- Non possiamo scappare come se niente fosse: ci sono dei ninja là fuori, ci inseguiranno e ci faranno a pezzi!
- La mia ragazza … - si fermò: a Pam certe cose della sua vita non riguardavano – Akane sta arrivando e non credo sia sola.
- Infatti! – rispose Nabiki – Sul monitor ho visto anche mio padre e il vecchio Happosai!
- Dunque abbiamo una chance.
- Ma non abbiamo neanche un’arma: ci faranno fuori in pochi istanti!
- Chi dice che non possiamo tentare? Io voglio andarmene da qui!
- Ce ne andiamo! – le disse Ranma – Per quanto riguarda le armi – continuò, con spavalderia – non c’è problema: vi difenderò io, che sono un campione della scuola d’arti marziali Saotome.
- Quando ti hanno portato qui, sembravi un cadavere!
- Scendi dal piedistallo, campione! – continuò ella – Non possiamo andarcene così: ci serve un piano!
- TU NE HAI UNO? SPUTALO FUORI!
Il suono della tapparella fece voltare tutte: la porta chiusa a chiave venne aperta dall’esterno …
un ninja mascherato entrò nella stanza, chiudendosela alle spalle. Il suo sguardo era tutto per Ranma:
- Ti sei ripreso, Saotome?
- Come sai il mio nome?
- Ti ho riconosciuto quando ti ho puntato la pistola contro!
- Cosa vuoi da me?
- Vendetta!
Ranma riconobbe subito quegli occhi scavati, quella faccia scheletrica, quei capelli corti e neri e quelle occhiaie vistose …
Non poteva essere vero ... non si aspettava anche quello … non credeva che fosse ancora vivo …
- GOSUNKUGI!
- Allora ti ricordi di me!
- CHE DIAVOLO CI FAI QUI?
- Non ti riguarda!
La risposta non si fece attendere:
- Così ti sei convertito al “grande” MoK!
- Esatto! Lui mi ha ridato speranza … CI ha ridato speranza … gli sarò grato per tutta la vita.
- Sei uno stupido! Ti rendi conto di venerare un pazzo?
- QUEL PAZZO MI HA DONATO UNA CASA! – gridò furioso l’uomo – MI HA DATO UN’ ALLENAMENTO! MI HA DATO UNA RAGIONE PER CONTINUARE A RESPIRARE!
- E ora? Che hai intenzione di fare?
- TI UCCIDO!
Le mura iniziarono a tremare: dapprima lentamente, poi sempre più violentemente.
Tutti i presenti si guardarono intorno, spaventati, cercando di capire cosa stesse accadendo.
Le sorelle Tendo si afferrarono per mano, mentre un forte soffio di vento entrò dalla finestra ed inondò la stanza.
Gli sguardi di Ranma e Gosunkugi si incontrarono di nuovo; quest’ultimo sollevò una pistola;
- STAVOLTA CI HO MESSO I PROIETTILI!
- POSSO MORIRE ANCHE ADESSO, MA ANDRO’ ALL’ALTRO MONDO SODDISFATTO!
Nel tetto si aprì uno squarcio e si spezzo per intero: folate di vento pazzesche occuparono l’ambiente … accompagnate da una splendida visione:
l’aereo dorato guidato da Happosai!
Tutti guardarono in alto … e urlarono.
MoK fu svegliato violentemente dal letargo nel quale era crollato.
Il carrello dell’aereo si aprì e dal suo interno calarono due persone aggrappate a due lunghe catene …
Akane ed Ukyo apparvero in scena, sorreggendo due fucili.
Gli sguardi di Ranma e dell’ ex fidanzata si incontrarono: entrambe le bocche si spalancarono e gli occhi divennero limpidi di meraviglia.
- AKANEEEEEEEEEEE!
- RANMAAAAAAAAA!
Nella stanza piombarono tre ninja: Ukyo e Akane urlarono:
- FIGLI DI PUTTANAAAA!
Riuscirono a colpirli a morte.
Entrambe si lasciarono scivolare lungo le catene e toccarono terra.
- AKANEEEEE! – gridò Kasumi.
- Non c’è tempo! – disse Ukyo – Dobbiamo andarcene!
Lo seguì Pam Kiddo, afferrandogli il collo e sbattendolo violentemente a terra.
Aveva la pancia che perdeva sangue.
Hikaru emise versi ansimanti, sbattendo le braccia e le gambe per tentare di liberarsi.
- ANDATE! – strillò Pam – DI CORSA!
Senza esitare, Nabiki si aggrappò al padre, Kasumi a Ryoga e Shampoo ad Ukyo.
La faccia di Mousse si affacciò dall’alto:
- MUOVETEVI, PRESTO!
- FORZA, RANMA!
La porta fu spalancata e sulla soglia apparve MoK, seguito da dieci ninja.
I suoi occhi e quelli di Ranma si incontrarono.
Quest’ultimo scattò in avanti: Akane non capì il gesto, ma lo aiutò.
Urlando, sparò contro i ninja;
a Ranma sembrò di correre al rallentatore: saltò per evitare le pallottole e mentre era in aria allargò le gambe, facendole passare.
Più di un ninja fu colpito in faccia.
MoK corse nella stanza, ma un pugno di Saotome lo fece andare a terra; con una mano gli tenne il viso sul pavimento, con l’altra gli alzò le braccia;
gli spari continuavano e altri corpi caddero; un ninja che stava per afferrare Ranma, fu colpito alla fronte.
Finalmente, al polso destro, lo trovò: l’orologio d’oro di suo padre sottrattogli da quel verme.
Glielo sfilò di corsa.
- QUESTO E’ MIO!
Si alzò e corse verso Akane, mentre altri ninja arrivavano. Si attaccò alla sua vita e si issò lungo la catena.
- NOOOOOOOO! – strillò MoK!
- LE MIE MOGLIIIIII !
E ci riusciva … sacrificando la sua.