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Autore: needacurlyboy    09/06/2015    1 recensioni
Genevieve, una normale ragazza di diciotto anni, da un giorno all'altro scopre che la sua vita non è quella che aveva immaginato e si ritroverà a dover scoprire cose, che credeva esistessero soltanto nei libri fantasy che leggeva.
Ma che cosa succederà, se a tutto questo, si mischiassero anche i sentimenti per uno dei Sette?
Riuscirà Genevieve a controllare i suoi poteri e riuscirà ad entrare nel cuore ghiacciato del giovane Luke?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Sei.
-C-Cosa?- chiedo in un sussurro con la gola secca e il cuore che batte forte contro il mio petto. –N-Non è vero. Stai-Stai mentendo-
 
First scuote la testa restando con lo sguardo basso e sospira.
 
Non riesco a credere che Seventh, una ragazza dolce e fragile come un fiore possa essere la figlia di un mostro come lui. Sento la rabbia arrivarmi al cervello e aumento la stretta sulla sua mano, prima di scagliarmi intorno a lui. –Quando avevi intenzione di dircelo, ah!? È la figlia di un essere orribile, per quale motivo hai voluto che la portassimo qui!? E lei…- abbasso lo sguardo sulla ragazza stesa sul letto e mi mordo il labbro inferiore, prima di continuare.
 
-Lei lo sa?- chiedo in un sussurro.
 
-No, non lo sa. Lord scappò alla sua nascita, dopo la morte di Lydia- alza gli occhi su di me e, quando noto una lacrima rigare la sua guancia destra, m’irrigidisco. –Non era un mostro prima di questo evento, amava sua moglie alla follia ma si è lasciato sopraffare dalla vendetta- sussurra con voce roca.
 
Non l’ho mai visto in questo stato, sin da quando l’ho incontrato non ha mostrato le sue emozioni interiori.
 
-Lydia voleva davvero bene a Genevieve, anche se non è riuscita a tenerla in braccia e voglio che tu ti prenda cura di lei- dice ed io scuoto prontamente la testa.
 
-No. È la figlia di Lord, non la voglio al mio fianco- dico cercando di convincere First, ma anche me stesso. Davvero non voglio avere a che fare con Seventh?
 
Le sensazioni che provo quando è accanto a me, mi riportano al passato e sono piacevoli, ma è sua figlia. Figlia dell’uomo che mi ha portato via il mio migliore amico e l’unica ragazza che io abbia mai amato.
 
-Second, dopo di me sei il più forte. Ti prego- quasi supplica, ma ormai ho preso la mia decisione. Lascio andare la mano di Seventh, che ricade sul materasso e cammino verso la porta, prima di essere bloccato dalla sua voce.
 
-Luke, resta- dice, mi volto verso di lei e un nodo si forma nel mio stomaco. È la prima volta che la sento pronunciare il mio nome ed è strano…
 
Le rivolgo un’ultima occhiata, afferro la maniglia e apro la porta, prima di uscire dalla stanza.
 
Non voglio più avere niente a che fare con lei dopo aver saputo la verità.
 
***
Sono esausta.
 
Non so più che cosa fare per uscire da questo incubo, ho provato di tutto ma ogni volta che mi avvicinavo a Violet venivo scaraventata contro la parete o si ripeteva tutto da capo.
 
C’è stato un momento in cui mi sono sentita rilassata ed ho sentito una voce dolce sussurrare il mio nome, ma non è durato molto. Non sono riuscita a riconoscere di chi si trattasse, ma chiunque sia stato lo ringrazio.
 
-Genevieve- sussurra Violet con voce roca. Alzo lo sguardo contro voglia dalle ginocchia, apro gli occhi e rabbrividisco, quando la vedo davanti a me con la testa bassa, i vestiti stracciati e il sangue che le cola sulla pelle pallida.
 
Sono rannicchiata in un angolo buio lontano da lei. ho deciso che è meglio aspettare, è inutile sprecare le energie senza riuscire a fare niente.
 
La sento borbottare qualcosa d’incomprensibile e inarco un sopracciglio confusa. Che cosa ha detto?
 
-C-Cosa?- le chiedo alzandomi in piedi e avvicinandomi a lei per capire che cosa ha da dirmi.
 
-Immanis Motel!- urla, spaventandomi.
 
E, in meno di un secondo tutti intorno a me sparisce.
 
 
Apro gli occhi, ma subito li richiudo per colpa della luce del sole. Li riapro lentamente, mettendo a fuoco le immagini che mi circondano e mi alzo con il busto, reggendomi con le braccia.
 
-Sei sveglia- sussurra qualcuno alla mia destra, spaventandomi. Giro lo sguardo verso di esso e vedo Fifth seduto su una poltrona, che mi rivolge un tenero sorriso. Del mio incubo ricordo solo Violet, le immagini sono sfocate e anche le parole.
 
-Q-Quanto ho dormito?- gli chiedo debolmente portandomi una mano sulla testa, che pulsa.
 
-Venti quattro ore- si alza in piedi, prende un bicchiere dal comodino accanto al letto e, dopo essersi seduto accanto a me, me lo porge. –È una tisana, l’ha preparata Sixth qualche minuto fa- le sue labbra si arricciano in un sorriso, che io ricambio debolmente.
 
Afferro il bicchiere fumante con entrambe le mani, lo porto alle labbra e ne sorseggio un po’. Ha il sapore delle fragole. –Mmh, lei dov’è?- gli chiedo accarezzando con la punta dell’indice il contorno del bicchiere.
 
-È rimasta con te tutta la notte, questa mattina ti ha preparato questa tisana e subito dopo è andata nella serra con Fourth- risponde e qualcosa nel mio cuore si scalda. Si è presa cura di me tutta la notte, nessuno dopo mia nonna e Violet lo aveva fatto.
 
Violet…
 
Violet!
 
Sobbalzo e mi giro verso Fifth di scatto, il quale mi rivolge un’occhiata confusa. –Cosa?-
 
-Violet è-è in p-pericolo!- esclamo poggiando una mano sulla sua spalla, mentre nell’altra stringo il bicchiere.
 
-Chi è Violet?- chiede inarcando un sopracciglio.
 
-È come una sorella per me! T-Ti prego, dobbiamo fare qualcosa!- stringo il tessuto della sua maglietta tra le dita, sento delle lacrime sfuggire al mio controllo e rigare il mio viso.  
 
-Calmati, Seventh- dice guardandomi negli occhi e appoggiando le mani sulle mie spalle. –Ora, spiegami che cosa hai visto nell’illusione- sussurra dolcemente asciugando la mia guancia destra con il pollice, gesto che mi fa arrossire.
 
Distolgo lo sguardo dal suo annuendo, prima di mandare giù il groppo che si è formato nella mia gola. –Violet… Lei era incatenata ad un muro, i s-suoi vestiti stracciati e-e il sangue le macchiava la pelle- singhiozzo, mentre le lacrime riprendono a rigare le mie guance.
 
All’improvviso mi ritrovo tra le sue grandi braccia e, titubante, ricambio l’abbraccio senza smettere di piangere. Sono felice che lui sia qui, mi trasmette sicurezza e protezione, un po’ come lui.
 
Ma Fifth non è Second.
 
-Ricordi se ha detto qualcosa?- mi chiede continuando a stringermi a se.
 
Tiro su con il naso, deglutisco e mi allontano da lui, asciugandomi le guance bagnate dalle lacrime. Una parole… Ricordo di averla sentita urlare qualcosa, ma nella mia mente risuona indecifrabile.
 
Immobile?
 
Hotel?
 
Motel, si, lo ha detto!
 
-M-Motel qualcosa… Non ricordo- sospiro e m’infilo le mani tra i capelli.
 
Se Violet è in pericolo, è solo colpa mia.
 
-Cavolo- impreca Fifth passandosi una mano tra i capelli.
 
Alzo lo sguardo su di lui confusa.
 
-Dobbiamo parlare con First, subito-
 
***
-Sospetto che Fourth abbia in mente qualcosa. Qualcosa di cattivo- mi confidò accarezzandosi la pancia. Era all’ottavo mese di gravidanza e la pancia, l’era cresciuta notevolmente dall’ultima volta in cui ero andato a trovarla. Ero felice per lei, ma anche geloso e deluso.
 
Avrei preferito essere io al posto di Fourth.
 
Non avrei dovuto pensare una cosa del genere, erano i miei migliori amici e sarei dovuto essere felice per loro. Ma, ancora oggi, pensare che se al posto suo ci fossi stato io Lydia sarebbe ancora viva, un senso di colpa s’impossessa di me.
 
-Perché? Che cosa dovrebbe fare?- le chiesi inarcando un sopracciglio.
 
-Non lo so, First. È solo una strana sensazione che mi tormenta da questa mattina- sospirò e appoggiò la testa sullo schienale del divano, mentre con una mano continuava ad accarezzarsi la pancia.
 
Se solo non fossi stato così stupido…
 
Ridacchiai e mi avvicinai maggiormente a lei, posando una mano sulla sua. –Che cosa vorrebbe di più? Ha già una splendida famiglia, una bellissima moglie e una splendida bambina in arrivo- le spostai una ciocca di capelli dal viso e riuscì a farla sorridere ma solo per poco, prima che tornasse seria.
 
-P-Promettimi una cosa, First- prese la mia mano tra la sua, stringendola forte tra le dita. Il suo tono di voce mi spaventò.
 
Se solo dal suo tono avessi capito…
 
-Tutto quello che vuoi- dissi, spaesato.
 
-Promettimi che se Fourth farà qualcosa di avventato, o cattivo, terrai Genevieve al sicuro. E, promettimi anche che le farai vivere una vita piena di felicità all’oscuro dell’identità di suo padre- disse guardandomi negli occhi, mentre i suoi diventavano rossi per via delle lacrime, trattenute.
 
Se solo avessi capito che non ci sarebbe più stata…
 
-E tu?-
 
-Io sarò con lei, sempre- sorrise e una lacrima sfuggì al suo controllo.
 
Avrei fatto il possibile per farla restare con me.
 
L’abbracciai stringendola forte a me.
 
 
Chiudo gli occhi a quel ricordo trattenendo il respiro e stringendo il bastone tra le dita. Quella fu l’ultima volta in cui la vidi, l’ultima volta che le nostre pelli si sfiorarono, l’ultima volta in cui odorai il suo profumo e l’ultima volta in cui la guardai negli occhi. Quei bellissimi occhi color cioccolato –che ha tramandato a Genevieve- erano la mia salvezza.
 
Perché ho detto a Second la verità?
 
Ho fatto una promessa a Lydia e non sono riuscita a mantenerla, proprio come Lord.
 
Preso da uno scatto di rabbia, afferro l’abat-jour della scrivania e la lancio contro la libreria che si trova della parte opposta, frantumandola in mille pezzi.
 
Perché sono stato così imprudente?
 
Mi lascio cadere a peso morto su una poltrona, appoggio i gomiti sulle ginocchia e m’infilo le mani tra i capelli.
 
In questo modo Second finirà col detestarla ed è tutta colpa mia.
 
Ma lui non può farlo. Quello che è successo ieri nella stanza di Genevieve è un fenomeno che non si presenta comunemente: Lydia e Lord erano destinati a stare insieme, proprio come Afrodite e Zefiro che dettero vita a questo fenomeno-, questo significa che anche Second e Seventh sono legati.
 
A riportarmi alla realtà è qualcuno che bussa alla porta e punto lo sguardo su di essa, infastidito. –Avanti!- esclamo e, lentamente, la porta si apre mostrando Fifth e una Seventh quasi spaventata.
 
-Sei-Sei sveglia- dico sollevato alzandomi dalla poltrona.
 
-Si- mi rivolge un tenero sorriso ed il mio cuore si scalda.
 
-Perché l’hai portata qui, Fifth? Avevo espressamente detto che dopo il suo risveglio sarebbe dovuta rimanere a riposo- guardo Fifth attraverso le lenti scure.
 
Sta per rispondere, ma Seventh lo precede. –Non arrabbiarti con lui, First. Non voleva farmi venire, ma io ho infastidito perché volevo parlati e… e non potevo aspettare- stringe le mani in dei pugni e abbassa lo sguardo.
 
Che cosa deve dirmi di così importante da non poter aspettare?
 
Rivolgo un’occhiata confusa al ragazzo al suo fianco e, zoppicando, vado a sedermi dietro alla scrivania. –Sentiamo-
 
La vedo sussurrare qualcosa a Fifth, il quale le stringe una mano rassicurandola. –Durante l’illusione Seventh ha visto Violet, una sua casa amica, intrappolata con delle catene e macchiata di sangue. Da ciò che mi ha raccontato alla fine del sogno, la ragazza le ha urlato delle parole, le quali sono sfocate nella sua mente- spiega il moro per la ragazza.
 
-Quali sono queste parole?- chiedo.
 
-R-Ricordo solo Motel, n-nient’altro- sussurra Seventh.
 
Motel?
 
-Non è strano? E se quella ragazza fosse realmente in pericolo? Conosciamo i Dolor, sarebbero capaci di tutto- dice Fifth ed io devo dargli ragione. Sono meschini, sadici e potrebbero fare qualsiasi cosa.
 
-Ma se fosse una trappola? Potrebbero aver manipolato la sua mente- sospiro e scuoto la testa. Non voglio mandare i miei ragazzi in pasti a quei demoni se è così.
 
-Violet è mia amica, anche se fosse una trappola io voglio andare a controllare- dice Seventh risoluta, ma nel suo tono riesco a percepire l’agitazione. È identica a sua madre.
 
-Non sappiamo dove si trovi. Dovremmo controllare in tutti i motel di New York per trovarla- dico contrario.
 
-Io credo di saperlo- sussurra Fifth attirando la nostra attenzione. –Immanis motel-
 
A/A
Buonasera a tutte!
Probabilmente mi odierete per questo mio ritardo, ma avevo un problema con internet e qualche giorno fa ho avuto l’esame, perciò sono stati giorni movimentati. Domani finisce la scuola e spero di riuscire ad aggiornare più frequentemente questa storia, perché ha davvero molta ispirazione. Voi siete già in vacanza? (:
Passiamo al capitolo: la reazione di Second alla verità su Genevieve non è delle migliori, voi ve lo sareste aspettato? Lei si sveglia dall’illusione e c’è Fifth al suo fianco, non è stato dolcissimo nei suoi confronti, io lo adoro. E per quale motivo sa dove potrebbe trovarsi Violet?
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto! anche voi lettrici/lettori silenziosi fatevi sentire, mi fa piacere ricevere nuove opinioni!
Alla prossima,
needacurlyboy.
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