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Autore: lidy88    09/01/2009    4 recensioni
"Siamo ossessionati dall’idea di fare la cosa giusta.
Dobbiamo fare la cosa giusta altrimenti finiamo per ritrovarci nei casini.
Eppure quando penso a questa maledetta cosa giusta finisco puntualmente per chiedermi cosa diavolo sia.A volte a sentirne parlare sembra quasi che si tratti di un’entità, qualcosa che abbia a che fare con il soprannaturale, qualcosa che sicuramente non esiste sulla Terra."
Il cambiamento non ci piace, ma o ci adattiamo al cambiamento o restiamo indietro...
A volte il cambiamento è tutto.
Tratto dal cap. 18 (l'ultimo aggiornato)
Tutto è accaduto in un attimo. Precipito a terra a faccia in giù e nonostante abbia tentato di attutire il colpo parando le braccia in avanti, non riesco ad evitare che il mio addome colpisca il pavimento. Dopo qualche attimo di stordimento mi porto le mani alla pancia e lì inorridisco alla vista del sangue che scorre lungo le mie cosce …
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ora la città è un film straniero senza sottotitoli…

ci si sente soli dalla parte del bersaglio

e diventi un appestato quando fai uno sbaglio

un cartello di sei metri dice è tutto intorno a me

ma ti guardi intorno e invece non c’è niente.

Niente…”

 

 

-Heric ma questo è tuo figlio?

Ma Heric non mi risponde e continua a guardarmi come un pesce lesso;anzi sembra quasi che non faccia  caso al bimbo che ora  lo sta abbracciando.

Ancora una volta è la risposta provvidenziale di Ben a salvarmi.

-Lui è il mio papà di ricambio.-dice con convinzione.

Non so perché ma appena ho sentito pronunciare la parola papà riferita ad Heric mi sono sentita mancare e ho temuto di precipitare a terra rigida come un’asta metallica.

Cioè stiamo parlando di Heric,  lo scapestrato, irresponsabile, bambinone che non sa badare nemmeno a sé stesso, figurarsi ad un altro essere umano!

Persa nei miei pensieri però non ho dato assolutamente peso ad un’altra cosa.-Ricambio?-ripeto disorientata, guardando nuovamente verso Heric.

A questo punto si materializza davanti ai miei occhi, la classica scena melensa e chiarificatrice dei film romantici di terza categoria, perché alla famigliola perfetta si unisce una donna che è lei stessa un autentico cliché:bella, alta, e bionda…

-Heric!Ben!Ma dove vi eravate cacciati?

-Mamma!-risponde il bambino allontanandosi da Heric e correndo verso la “Barbie”, cioè verso la madre.

Mamma e papà?

A questo punto la scena da romanzetto rosa può dirsi veramente completa:lui, lei e il frutto del loro amore…

Io sono lì ferma, nuovamente immobile a godermi la scena, impaziente di capirci qualcosa(sebbene alcune cose fossero ormai del tutto chiare).

-Ben si è allontanato e io gli sono corso dietro per riprenderlo.-risponde il mio “amico” semplicemente, guardando quella donna.-Ci hai messo un’eternità in quel maledetto negozio, chiunque sarebbe scappato via a gambe levate, stavo per farlo anch’io.- continua imbronciato.

-Ti avevo solo chiesto un attimino per me.

-Un attimino?Io e Ben stavamo mettendo radici fuori dal negozio.

-Quanto sei polemico!

-Io polemico?Figuriamoci, sei tu che sei impossibile!

-Tu sei un orso insensibile!

-Acida!

-Maleducato!

-Approfittatrice!

Oh Signore!Non ci posso credere!La scena a cui ho appena assistito mi fa riflettere su due punti importanti:

primo punto:ne avranno ancora per molto?Insomma sono veramente stufa di rimanere ferma ad ascoltare queste chiacchiere inutili!

punto secondo:questa scena altro non è che un terribile dejavù.Cioè, quelle chiacchiere inutili sono le nostre chiacchiere inutili, mie e di Heric.O meglio lo sono state, in un passato che ora mi sembra distante anni luce.Istintivamente mi torna alla mente una carrellata di immagini, relative ai nostri incontri-scontri, quando tutto spesso si concludeva con un urlo o una linguaccia da parte mia, e un’espressione indifferente dipinta sulla faccia da schiaffi di Heric.

-Scusatemi.-dico finalmente interrompendoli ancora sconvolta per quell’insolita rappresentazione del rapporto tra me ed Heric, dove però il mio ruolo è interpretato da una sostituta dell’ultim’ora.

La donna si volta verso di me e mi guarda come se mi vedesse solo in quel momento.-Heric ma lei è quello che penso?

Heric mi guarda intensamente negli occhi e poi torna  a fissarla e annuisce.

-Lei è Rossana Smith?-chiede quasi urlando.-Tu la conosci?E’ una tua amica?

Senza pensarci lo guardo e penso che quelle domande apparentemente banali nascondono in realtà delle questioni complicate per le quali un semplice sì risulterebbe riduttivo e banale.

 -E’ una vecchia amica, Alice.Tutto qui.

Fantastico!Una vecchia amica.Che razza di bugiardo…

-Non ci posso credere, tu conosci la grande Rossana Smith e non mi hai mai detto niente?

Già, in effetti sono d’accordo con questa donna.Non ha mai aperto bocca su di me!Ma in fondo non ha fatto altro che tralasciare qualche dettaglio insignificante, io nella fattispecie, relativo al suo passato.

-Oh Dio!E’ veramente tardissimo.Devo scappare!Andiamo Ben!-urla lei all’improvviso.-Scusami Rossana, ma devo accompagnare mio figlio in palestra.E’ stato molto bello conoscerti.Spero che ci rivedremo presto!-dice lei sparando a raffica mille parole al secondo.-Heric mi raccomando falle compagnia,immagino che dopo tanto tempo avrete molte cose da dirvi.-lei mi sorride e io faccio lo stesso, anche se non sono esattamente d’accordo sull’ultimo punto.Dopo tanto tempo non saprei nemmeno che cosa chiedergli.

-Ora vado.-e dopo aver dato un bacio ad Heric, se ne va portando con sé il bambino

 

Siamo rimasti soli.

Il momento che in assoluto aspettavo di più.

Il momento che in assoluto temevo di più.

Il momento dei chiarimenti.

Forse…

Camminiamo uno di fianco all’altro, qualche metro di distanza tra noi, per le strade affollate di Tokyo, assicurandoci entrambi di non incontrare lo sguardo dell’altro.

-Ti va un caffè?-dice all’improvviso, rompendo quel silenzio agghiacciante.

-Certo.-rispondo immediatamente senza guardarlo.Non riuscivo a sostenere il suo sguardo.Troppe questioni in sospeso tra noi sia legate al nostro passato che legate a questo presente così diverso da come me l’ero immaginato.Che stupida, pensare di ritrovare la situazione che avevo lasciato alla mia partenza.

Ci siamo accomodati in un bar che non conosco, che forse è di recente apertura.Dopo aver ordinato, continuiamo ad ignorarci.Una di quelle classiche situazioni in cui non ti vorresti mai trovare perché pur di non incontrare quegli occhi che ti stanno di fronte,fingi di essere interessato ad un punto particolare dell’ambiente in cui ti trovi(nel mio caso una squallidissima imitazione dei Girasoli di Van Gogh).

-Ne hai ancora per molto?

-Come scusa?

-Hai cambiato professione?

-Ma che dici?

-Sembri molto interessata alla struttura del locale, o forse addirittura all’arte.-afferma lui convinto indicando la parete che stavo guardando insistentemente.-Non è che forse ora lavori in museo?

-Vedo che almeno questo non è cambiato.-dico senza scompormi.

-Cosa?-mi chiede divertito.

-Il fatto che sei un imbecille patentato.-ribatto io come se stessi dicendo la cosa più ovvia del mondo.Almeno con questa battuta sono riuscita ad alleggerire un po’ l’atmosfera pesante.

Lui mi guarda di nuovo ma nei suoi occhi non c’è più lo sguardo divertito di prima, ma uno sguardo profondo,penetrante, intenso.Quel maledettissimo sguardo che è in grado di far vacillare tutte le mie convinzioni.

Distolgo lo sguardo.

Lui se ne accorge.-Non riesci più a guardarmi.-la sua era un’affermazione, non una domanda.

-Cosa hai fatto di bello in questi anni?-chiedo all’improvviso, cercando di cambiare discorso, perché ho circa un milione di domande nella testa.Chi è quella Alice?E Ben?Che significa papà di ricambio?Qualcosa però mi dice che non sarà così facile avere informazioni sulla vita privata del mio ex amico, nonché ex fidanzato.

-Vuoi dire dopo che te ne sei andata?-mi chiede provocatoriamente.

-Heric…pensavo fosse un discorso chiuso quello.-ma il mio tono incerto mi tradisce e mi smentisce.

-Era solo per capire il periodo a cui ti riferivi.-dice lui conciliante.

-Oh certo, anche perché tecnicamente sei stato tu a lasciarmi se la memoria non mi inganna.-gli rispondo acida.Se l’era proprio cercata.

-Senti io non credo che ora sia il caso di parlare di questa storia.

-Sei stato tu a metterla in mezzo.-continuo imperterrita.

Heric mi guarda e sospira, e soprattutto distoglie lo sguardo dal mio per la prima volta.-Le cose sono molto cambiate, Sana.-mi dice con un’amarezza talmente grande da stringermi lo stomaco.

-L’ho notato.-dico secca.-Ora fai il papà a tempo pieno.-il mio tono è più acido di quello che avrei voluto utilizzare, ma soprattutto è inopportuno, così come le mie parole .

-Non credo che questi siano affari tuoi.-ribatte freddo.-anche perché immagino che tu non sia tornata per me.

Non capisco se questa è una provocazione, per vedere la mia reazione, oppure senza un motivo preciso vuole semplicemente essere più acido di uno yogurt andato a male

.-Già, sono qui perché mi ha chiamata Alyssa, e onestamente non capisco perché sto perdendo il mio tempo con te.

-Figurati!-dice strafottente.-Me ne vado subito, ho altro da fare.-sbatte i soldi sul tavolo con un gesto di stizza e si volta per andarsene.

-Aspetta Heric!

-Che vuoi?-è ancora girato di spalle.

-Alyssa ha parlato di un problema grave che richiede la presenza dei suoi amici più cari, e mi è sembrata molto triste e preoccupata al telefono.Tu ne sai qualcosa?

-No, ne so quanto te.Comunque stamattina Alyssa mi ha chiamata e mi ha chiesto di andare a casa sua nel pomeriggio.-e dopo aver terminato la frase se ne va, senza farmi neanche un cenno di saluto,lasciandomi sola con i miei pensieri, i miei dubbi e le mie ansie.

 

Troppe domande erano rimaste senza risposta.

Ma ero sicura di volerle davvero le risposte?

 

 

“L’unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente.”

 

*“Fango” di Jovanotti.

 

Vabbè ragazzi ormai sono patetica con le mie scuse…però vi giuro che è stato un periodo veramente incredibile e incasinatissimo:ci sono stati risvolti molto positivi, imprevisti e anche momenti brutti.Non voglio giustificarmi però credetemi non ho potuto ultimare il capitolo prima di adesso.Spero che continuerete a seguirmi nonostante le attese snervanti.Grazie per  il sostegno che mi avete mostrato dal primo capitolo.Un bacio a tutti voi!

  
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