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Autore: lidy88    05/11/2008    12 recensioni
"Siamo ossessionati dall’idea di fare la cosa giusta.
Dobbiamo fare la cosa giusta altrimenti finiamo per ritrovarci nei casini.
Eppure quando penso a questa maledetta cosa giusta finisco puntualmente per chiedermi cosa diavolo sia.A volte a sentirne parlare sembra quasi che si tratti di un’entità, qualcosa che abbia a che fare con il soprannaturale, qualcosa che sicuramente non esiste sulla Terra."
Il cambiamento non ci piace, ma o ci adattiamo al cambiamento o restiamo indietro...
A volte il cambiamento è tutto.
Tratto dal cap. 18 (l'ultimo aggiornato)
Tutto è accaduto in un attimo. Precipito a terra a faccia in giù e nonostante abbia tentato di attutire il colpo parando le braccia in avanti, non riesco ad evitare che il mio addome colpisca il pavimento. Dopo qualche attimo di stordimento mi porto le mani alla pancia e lì inorridisco alla vista del sangue che scorre lungo le mie cosce …
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Un passo indietro ed io già so

di avere torto e non ho più le parole

che muovano il sole”

 

 

Siamo ossessionati dall’idea di fare la cosa giusta.

Dobbiamo fare la cosa giusta altrimenti finiamo per ritrovarci nei casini.

Eppure quando penso a questa maledetta cosa giusta finisco puntualmente per chiedermi cosa diavolo sia.A volte a sentirne parlare sembra quasi che si tratti di un’entità, qualcosa che abbia a che fare con il soprannaturale, qualcosa che sicuramente non esiste sulla Terra.Bah…

Mettiamo pure che si abbia davvero intenzione di agire per il meglio, ma come si fa?Non credo ci sia un manuale di istruzione da qualche parte…

Ma poi, a dirla tutta è davvero così giusto fare la cosa giusta?

Persa in queste riflessioni filosofico-esistenziali, do un’occhiata fuori dal finestrino e il paesaggio, per forza di cosa, data l’alta quota, è piuttosto ripetitivo:nuvole simili a enormi zuccheri filati e pezzi di cielo di un azzurro limpidissimo.

Sospiro e torno a guardare l’ennesima stupidissima rivista di moda che ho trovato in aereo, ma la mia continua agitazione mista a un’irrequietezza non contenibile, mi porta a guardare nuovamente fuori dal finestrino e poi a controllare l’ora sul mio orologio da polso.Caspita sono già le undici.Ma il pilota non può darsi una mossa?

Oh Signore sto dando i numeri!

Calma Sana, devi stare calma.Già fosse facile…voglio dire, la calma non è mai stata una mia virtù neanche quando ne avevo tutti i motivi, figurarsi dopo una telefonata del genere.Sospiro di nuovo, conscia che se avessi continuato così avrei potuto gonfiare palloncini a sufficienza per una dozzina di feste di compleanno.

Potrei provare a dormire un po’, si credo che così passerà più in fretta il tempo.

Ecco…ora chiudo gli occhi, sento che pian piano sto scivolando nell’oblio.Ho proprio bisogno di riposare…

Oh no!Che rabbia!Non riesco ad addormentarmi!Calma devo stare calma,ora ci riprovo, devo solo chiudere gli occhi e lasciarmi cullare…già da cosa?Non sono mica su una nave!

Niente non riesco a dormire, chi l’ha detto che le poltrone della prima classe sono ultra confortevoli?Basta!Ci rinuncio, sono più sveglia di prima.

Ormai al limite della sopportazione chiedo spiegazioni ad una hostess che sculetta avanti e indietro con il suo fondoschiena impacchettato in una aderentissima gonna a tubino.

-Mi scusi signorina è possibile sapere quanto manca all’atterraggio?

-Circa tre quarti d’ora signorina Smith.-mi risponde in tono professionale mentre nota il mio sguardo annoiato e contrariato.-Se vuole le porto qualche rivista o qualcosa da mangiare così riuscirà ad ingannare il tempo più in fretta.-mi dice sorridendo.

Cosa?Ingannare il tempo?Se leggo un'altra rivista che mi consiglia di rifarmi tutto l’arredamento, oppure mi svela i trucchi per dimagrire senza smettere di mangiare, divento completamente isterica, e se mangio ancora qualcosa  una volta scesa a terra, finirò per rotolare.Ma tengo per me tutte queste brillanti considerazioni, e la congedo con un semplice “non mi serve niente, grazie”.

Per l’ennesima volta sprofondo nella poltrona e accendo il mio fedelissimo hi pod, ma neanche questo riesce a darmi un po’ di tregua, perché immersa nei miei pensieri come sono, non riesco neanche ad ascoltarla davvero e mi perdo nuovamente nelle mie riflessioni.Avrò fatto davvero bene a mandare al diavolo le riprese di una noiosissima seppure importante soap opera, per catapultarmi qui?Effettivamente è un po’ da stupidi pentirsi di questo dopo aver quasi portato a termine un viaggio di circa dodici ore.

Beh ormai è fatta, e a questo punto è inutile rimuginare, affronterò la situazione a testa alta.A interrompere(per fortuna!)il filo dei miei pensieri arriva la stessa hostess di prima, che si ferma davanti a me dopo aver ancheggiato durante tutto il breve tragitto.

-Signorina, la informo che mancano meno di dieci minuti all’atterraggio.-mi dice cordialmente.

-Grazie.-dico di rimando.Finalmente questo viaggio interminabile è giunto al termine,finalmente rimetterò piede a Tokyo dopo quasi cinque anni, finalmente riabbraccerò la mia famiglia e i miei amici che a quanto pare hanno bisogno di me.

Finalmente Rossana Smith è tornata.

Il quartiere indicatomi da Alyssa, deve essere certamente questo.

Ha un’aria decisamente familiare, dato che da bambina ci sarò stata un’infinità di volte, perché se non sbaglio nelle vicinanze dovrebbe esserci anche un piccolo parco giochi.Non mi aspettavo potesse succedere così presto, ma il vento della nostalgia e la brezza dei ricordi mi hanno già investita, così decido di mettermi alla ricerca del suddetto parco.

Sono già trascorsi più di dieci minuti, ma non riesco a vedere niente.Possibile che mi sia sbagliata?Poi finalmente lo vedo.Caspita!In realtà del vecchio parco giochi del passato è rimasto ben poco:panchine sgangherate, materiali da imballaggio sparsi un po’ dovunque ed enormi piloni di cemento.Sembra quasi di stare in un cantiere di lavoro.

Inspiegabilmente ci rimango male, sono delusa da ciò che vedo forse perché questo è il primo segno che le cose sono cambiate.E cosa che più mi preoccupa e diciamola tutta, che mi spaventa, è che anche le persone siano cambiate.

E’inutile illudersi, il cambiamento non ci piace, ci fa paura.Ma non possiamo evitare che arrivi.Crescere è doloroso e chi dice il contrario mente spudoratamente.

All’improvviso sobbalzo, perchè sento che qualcuno mi afferra da dietro tirando i lembi del mio cappotto; mi volto e con mia grande sorpresa vedo un bambino che avrà forse cinque anni, col visino rosso dal freddo.

-Ma tu sei davvero l’attrice della televisione?-mi chiede immediatamente, abbassando subito dopo lo sguardo, forse imbarazzato.

-Ciao piccolino..-sorrido, la tenerezza dei bambini è una cosa meravigliosa.-Si sono io, Rossana Smith in carne ed ossa.

-Io…volevo, cioè mi piacerebbe, perché sennò non mi credono.Ma io non sono bugiardo.

Scoppio in una fragorosa risata,perché le frasi sconnesse dei bambini mi divertono da morire.-Ho capito vorresti un autografo da me altrimenti i tuoi amici non ti crederanno mai, ho indovinato?

Il bimbo annuisce, e io gli sorrido.-Come ti chiami?

-Ben!Ma dove diavolo ti eri cacciato?

No, non è possibile.

Alzo la testa dal blocchetto che mi ha dato il bambino prima, ma non riesco a voltarmi, perché sono pietrificata.Non può essere lui, non ancora almeno…

-Sana…

Attendo pazientemente che il mio cuore riprenda a battere.Uno, due, tre…niente non ci sono segni di ripresa.-Heric…-e riuscendo a pronunciare quel nome sorprendo anche me stessa.Almeno c’è di positivo che sono viva e l’infarto che credevo in atto non mi sta uccidendo.

Ovviamente si crea un silenzio a dir poco agghiacciante tra noi, anche perché non potrebbe essere diversamente.

Lui continua a guardarmi con il suo solito sguardo imperturbabile, della serie “non saprai mai cosa mi passa per la testa” ed io lo guardo ma ignoro cosa possa contenere il mio sguardo:stupore, piacere, rabbia, paura…Il problema fondamentale poi è un  altro:il fatto che lui adesso non apra bocca è abbastanza normale dato che non è mai stato un grande oratore, ma il fatto che io me ne stia zitta qui come un imbecille, direi che è piuttosto strano.

Allora prego affinchè mi vengano in  mente le solite frasi di convenienza, quelle sciocchezze che non vorresti mai dire ma che in certi momenti servono proprio per riempire vuoti imbarazzanti, come in questo momento.

Per fortuna il bambino che è accanto a me, Ben, mi salva dal ruolo di conversatrice “ falsamente amabile”.

-Hai visto chi ho incontrato, hai visto?-continua a ripetere estasiato correndo tra le braccia di Heric.

Tra le braccia di Heric?

O ci adattiamo al cambiamento oppure rimaniamo indietro, ma la verità è che a volte più le cose cambiano più restano maledettamente le stesse.

Oh mio Dio!Non può essere…lui è, lui è…

-Heric ma questo è tuo figlio?

 

A volte il cambiamento è tutto.

 

* “Un passo indietro” dei Negramaro.

 

Ciao a tutti ragazzi!Ebbene sì, sono tornata…Mi dispiace ma dovrete sopportarmi ancora, almeno spero che lo farete e che mi sosterrete...

Ditemi se devo continuarla oppure cestinare quest’idea che mi è venuta.

Allora baci a tutti!

 

 

  
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