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Autore: Pendincibacco    10/06/2015    2 recensioni
"La tenebra era densa, fredda e viscida, avida. Se la sentiva spalmata addosso, ovunque, e per quanto tentasse di liberarsene strofinandosi freneticamente le braccia e il viso, quella rimaneva attaccata a lei e si insinuava ovunque: sotto ai vestiti, nella testa, in profondità dentro al petto."
"Fino ad un paio di mesi prima, non avrebbe mai creduto di poter essere così debole, essere quel tipo di persona che percepisce i traguardi delle vite altrui come deprivazioni alla propria. [...]
Eppure, nello scivolare nell'incoscienza, l’immagine dei suoi amici di una vita che si allontanavano da lei le fece sentire forte in bocca il sapore dell’abbandono."
Il 90% del mondo detesta Sakura (io compresa, generalmente). Beh, credo che questa volta cercherò di farvela piacere.
La storia è incentrata su di lei e su come elabora la paura di essere abbandonata dai suoi migliori amici e compagni di team. Cresciuta, e finalmente cambiata, si rende conto che l'amore è molto diverso da come lo immaginava da bambina e che lo si può trovare nelle persone più impensate.
Storia legata alla fic "Respirare", inserita nella serie "Konoha, dopo la tempesta", di cui è parte integrante.
Continui riferimenti Sasu/Naru
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Konoha, dopo la tempesta.'
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 Note dell'Autrice: Ebbene si, sono qui con un secondo capitolo in meno di 24 ore. Nemmeno io so come sia possibile. Capitolo moooolto introspettivo (come se la storia in generale non lo fosse abbastanza :D) in cui per la prima volta lascio spazio al mio personaggio preferito in assoluto, quello che mi ha fatto innamorare del manga e dell'anime di Naruto. Spero che non vi annoi, buona lettura!



Capitolo 3
Psicologia spicciola
 
 
Sakura sedeva sola su un muricciolo di mattoni, la luce aranciata della sera estiva che la illuminava lateralmente, rendendo il suo viso più spigoloso e la sua espressione ancora più seria. Il vociare allegro e le risate dei suoi amici e compagni giungevano soffocate alle sue spalle, dall’interno del locale dove si erano riuniti per una delle loro consuete serate in compagnia. Si divertiva sempre alle loro cene, specialmente guardando Naruto e Kiba fare i pagliacci, tuttavia questa volta aveva sentito il bisogno di uscire a prendere una boccata l’aria.
 
Era passato più di un mese da quando aveva avuto quel sogno “rivelatore”, eppure Sakura non sapeva ancora come gestire la situazione. Aveva davvero semplicemente paura di rimanere “sola”? Di non trovare il vero amore? Nel giungere a questa conclusione si era sentita quasi sollevata: non nutriva rancori, quindi, verso i suoi amici, ma solo pura e semplice invidia. In effetti ciò che avevano costruito insieme, secondo Sakura, non era cosa che si vedesse tutti i giorni; il vero amore non è così semplice da trovare.
Riflettendoci, era giunta alla conclusione che, in quasi 18 anni, non aveva in realtà maturato nessuna conoscenza utile sui rapporti di coppia. Il suo affetto per Sasuke le sembrava ormai solo la cieca ammirazione di una ragazzina sciocca: non amore, solo semplice ossessione. Se l’avesse amato davvero, pensava, avrebbe rispettato i suoi sentimenti invece di inseguirlo per anni pur sapendo di non avere speranze.
 
Le era venuto da ridere al pensiero che, ormai, Naruto fosse molto più esperto di lei in materia. Aveva persino pensato di parlare con lui delle proprie preoccupazioni, ma aveva concluso che non sarebbe stata una buona idea: si sarebbe preoccupato per lei e avrebbe pensato che fosse colpa sua e di Sasuke se le venivano certi pensieri. Sakura non voleva certo che quei due zucconi evitassero le loro già sporadiche manifestazioni d’affetto in pubblico solo per non metterla a disagio, perciò no, non poteva dirglielo. Sasuke … beh, Sasuke era fuori discussione. L’unico confronto a cuore aperto che avessero mai avuto si era rivelato difficile quanto un parto e lei non aveva nessuna fretta di ripetere l’esperienza; senza contare che, comunque, parlare di pene di cuore con la sua cotta storica sarebbe stato immensamente imbarazzante. Aveva pensato ad Ino, ma temeva che l’avrebbe presa in giro. Inoltre non sarebbe stato molto meglio che parlarne con Naruto, dato che l’amica si era recentemente fidanzata con Chouji entrando a far parte della categoria “coppiette” che ultimamente le creava tanti problemi.
 
Si chiese se, paradossalmente, non sarebbe stata una buona idea parlarne con Sai. Era un buon amico e, dopo quel discorso fatto durante il ritorno dalla missione, si era dimostrato particolarmente attento nei suoi confronti: aveva cercato di farla svagare, a volte anche irritandola da morire in effetti, per non farle pensare a quel senso di solitudine che la opprimeva. Sotto l’apparente indifferenza era davvero un ragazzo attento e sensibile, che stava finalmente imparando come esprimere le proprie emozioni attraverso mezzi diversi dalla pittura. Si sentiva in sintonia con lui … d’altro canto, però, era probabilmente l’unica persona nel villaggio della foglia ad avere meno esperienza di lei in materia di relazioni sentimentali. E poi, per qualche motivo, pensava che sarebbe stato imbarazzante parlarne con lui, per via del modo serio e concentrato che aveva il ragazzo di guardarla quando parlavano a tu per tu. No, non se la sarebbe sentita di parlarne nemmeno con lui …
 
Sakura sospirò, pensando che forse avrebbe semplicemente dovuto rivolgersi ad uno psicologo. Un rumore alle sue spalle la colse di sorpresa e, nel voltarsi di scatto, si accorse che Kakashi le si era avvicinato. Il ninja le sorrise, rilassato, e si sedette al suo fianco, rimanendo a fissare l’orizzonte per qualche momento, così come stava facendo lei.
- Sakura … va tutto bene? –
Dal tono con cui glielo aveva chiesto, la ragazza capì subito che si trattava di una domanda retorica: doveva sembrare davvero uno schifo se Kakashi l’aveva beccata in un attimo.
- Non proprio … ma non credo che tu sia la persona giusta con cui parlarne, Kakashi. –
Il maestro alzò un sopracciglio, guardingo.
- Problemi di cuore? –
- In un certo senso. –
Kakashi sospirò, poi sorrise brevemente.
- Sakura, è evidente che qualcosa ti turba nell’ultimo periodo, io e Sai ce ne siamo accorti. Gli altri due forse no ma, beh, difficile che possano accorgersi di qualcosa dato che passano tutto il tempo a scambiarsi smancerie! –
Sakura ridacchiò. Era vero: anche se cercavano di darsi un tono, quei due passavano il tempo a guardarsi negli occhi. Kakashi la guardò, calmo ma attento. Sembrava che temesse di dire le cose sbagliate.
- Senti, ho parlato con Sai … anche lui è preoccupato per te. Insomma, non voglio metterti in imbarazzo ma vorremmo capire come aiutarti. Il problema è che ti senti messa da parte da quei due fidanzatini? – chiese, titubante. A Sakura fece quasi tenerezza: il maestro normalmente faceva il duro, con quell’aria seria e compassata, ma era evidente che nel parlare di certe cose si sentiva un po’ a disagio.
- Sì e no. Voglio dire … sì, la cosa mi ha spiazzata all’inizio. Sai bene che la loro relazione non mi ha sconvolta e che, anzi, mi ha resa felice; però è stato stano. Hanno creato un rapporto esclusivo, di cui io non posso far parte. Insomma, in un certo senso l’hanno sempre avuto, lo sapevo, ma quando l’ho visto concretizzarsi sotto ai miei occhi mi sono sentita … sola, direi. – prese un respiro, prima di continuare.
- Ma me ne sto facendo una ragione. Ne ho parlato con Sai, tempo fa … so che non mi abbandoneranno davvero. Li conosco. E poi c’è Sai, e ci sei tu, e tutti gli altri … so di essere molto amata. – concluse con un sorriso. Il ninja le sorrise di rimando.
- Ma certo. Lo sai bene Sakura, è stato il mio primo insegnamento: non si abbandonano i compagni, mai. – affermò, dandole una leggera pacca sulle spalle: con le ragazze gli era sempre difficile capire come prestare conforto senza risultare molesto. Ma Sakura apprezzò il gesto e continuò a sorridere: erano una squadra, non si sarebbero mai lasciati indietro, e lo sapevano entrambi.
 
- Beh, se stai superando questa cosa, allora posso sapere cosa ti turba adesso? Non sono un granchè con i sentimenti, penso l’avrai notato, ma se senti il bisogno di parlarne io non mi tiro indietro, nemmeno se dovesse rivelarsi imbarazzante, lo giuro! –
La promessa era stata formulata in modo ironico, ma la kunoichi sapeva che il maestro diceva sul serio: per loro lui sarebbe stato sempre disponibile. In un momento, prese la sua decisione, e pose una domanda preparatoria.
- Kakashi, tu sei mai stato innamorato? –
Il jounin per poco non cadde dal muricciolo, spiazzato dall’interrogativo inaspettato.
- Cosa? – chiese, con gli occhi fuori dalle orbite.
- Ti ho chiesto se ti sei mai innamorato. –
La ragazza aveva un’espressione così seria, depressa addolorata allo stesso tempo che l’uomo, nonostante fosse famoso per essere alquanto reticente sulla propria vita privata, non potè fare a meno di rispondere sinceramente.
- Mmmmh … beh, direi di sì, qualche volta. – ammise.
- E … com’è? –
Spiazzato per la seconda volta, Kakashi cercò di organizzare le idee in un discorso coerente.
- Beh, può essere molto bello o molto brutto. Amare senza essere ricambiati è ovviamente molto doloroso. Quando si è ricambiati, invece, è una bella sensazione. Molto bella. Perché questa domanda? – Sakura parve riflettere per qualche momento, poi cominciò a torcersi le mani in grembo, imbarazzata.
- Io non sono mai stata innamorata. La cosa con Sasuke non era … seria, era una fissazione. Ho superato l’adolescenza e ancora non so cosa voglia dire essere innamorati. E mi chiedo come sia. Come ci si senta … - La sua voce era un mormorio malinconico. Kakashi si dispiacque ancora una volta per i suoi allievi, cresciuti troppo in fretta, in mezzo alla guerra … come lui, del resto. E aveva trascurato Sakura, ora se ne rendeva conto: non si lamentava, non creava problemi e lui si era illuso che fosse tutto a posto. Ma non era così. Sospirò, chiedendosi cosa fare: avrebbe potuto dirle di parlarne con qualcuno della sua età, o con i suoi genitori, o che lui non era adatto, ma non sarebbe stato giusto. Le doveva attenzione, le doveva un discorso serio e sincero; era stato il suo maestro, dopotutto.
 
- E’ una domanda difficile. Se si viene ricambiati ci si sente felici ovviamente, ma non è solo quello. Ci si sente complici, affiatati. Ci sembra che l’altra persona sia … quasi un completamento di noi stessi, una sorta di parte mancante ritrovata. Si prova una sensazione come … di necessità. Non so se ha senso quello che sto dicendo. – si grattò la nuca, in imbarazzo. La ragazza lo guardava, seria.
- Penso di sì. Ti sei innamorato spesso? –
A Kakashi venne da ridere, ma si trattenne. Si chiese se avrebbe dovuto fare un discorso a Sakura sulla differenza tra il sesso e l’amore, ma decise che quello sarebbe stato troppo anche per lui. C’erano cose che di certo non avrebbe voluto far sapere ad una ragazza, specialmente ad una sua allieva, che l’aveva sempre visto sotto una certa luce. Non era così coraggioso.
- Mmmh no, non direi. Una volta ero molto giovane, non so nemmeno se considerarlo amore vero e proprio. Di certo era un forte affetto. Un paio di anni fa credevo di essere innamorato, ma con il tempo ho concluso che probabilmente non era così. Con quella persona era più … istinto di protezione. Le ero affezionato, lo sono ancora; ma non era davvero amore. Se queste due volte non le contiamo … ma sì, credo di essermi davvero innamorato una volta sola. –
- E quanti anni avevi? – chiese la ragazza. Lui sorrise.
- Trentadue. – Sakura rimase zitta per un secondo, poi si voltò a guardarlo ad occhi sgranati.
- Ma … tu hai ora trentadue anni! – Kakashi ridacchiò, divertito dall’incredulità della ragazza.
- Già! –
- Sei innamorato? Adesso? – Lui si massaggiò il collo, pensoso. Credeva di dover fornire sostegno psicologico a Sakura, tuttavia cominciava a pensare che la psicologia gli si stesse ritorcendo contro.
- Se me l’avessero chiesto ieri probabilmente avrei detto di no … ma a questo punto sì, direi di sì. –
Sakura lo guardò fisso negli occhi.
- Hai trentadue anni e questa è la prima volta in cui ti sei innamorato? –
- Credo di sì. Perché tutte queste domande? –
 
La ragazza sospirò, posando i gomiti sulle ginocchia e portando le mani al mento, a sostenersi la testa. Il suo sguardo era lontano, perso nel cielo, malinconico oltre ogni dire.
- Io ho paura di rimanere “sola” Kakashi, di non trovare la persona “giusta” per me. Sono invidiosa dei ragazzi. Hanno qualcosa di così speciale … io non credo troverò mai la persona giusta per me! Sono piena di difetti, urlo sempre, non … - si interruppe di colpo, quando il ninja posò una mano sulla sua spalla sinistra e la strinse leggermente. Lei sollevò lo sguardo a guardarlo e notò che lui le sorrideva, intenerito.
- Sakura, troverai la persona giusta. Te lo assicuro. Tutti abbiamo dei difetti, ma abbiamo anche dei pregi. Sei intelligente, carina, un’ottima kunoichi e uno straordinario ninja medico. E sei giovane. Io alla tua età credevo che sarei rimasto solo per tutta la vita e, quel che è peggio, pensavo che mi sarebbe andata bene così, che non avrei mai più avuto bisogno di qualcuno. Ma non era così, ovviamente; tutti abbiamo bisogno di contatto … una persona me l’ha ricordato. Mi ha aiutato a non perdere la mia “umanità”. Poi siete arrivati voi, il team sette, e sono “guarito” del tutto. Ma quella persona, in effetti, mi ha salvato e io l’ho capito solo recentemente. Quindi non disperare Sakura: hai tutto il tempo del mondo per trovare la cosiddetta “anima gemella”. –
La ragazza sorrise mesta: Kakashi era stato molto dolce nel dirle quelle cose, tuttavia non era ancora del tutto convinta. Si sentiva sperduta, persa in un mare di dubbi adolescenziali a cui non aveva trovato risposta quando avrebbe dovuto.
- E se non me ne rendessi conto? Se non mi accorgessi che è la persona giusta? –
- Quando sarà il momento, te ne accorgerai. Non potrai non capirlo. – affermò il jounin, sicuro. La kunoici sbuffò, frustrata; le sembrava che il maestro semplificasse eccessivamente la questione.
- Non capisco Kakashi … non so nemmeno cosa si prova quando ci si innamora! Come si capisce che una persona ti piace? –
Fu il turno di Kakashi di sospirare. In tutta la sua vita non aveva mai fatto tanta auto introspezione come in quell’ultimo quarto d’ora; tuttavia si disse che se mettersi a nudo in quel modo fosse servito a placare i timori di Sakura allora ne sarebbe valsa la pena.
- Un’altra domanda complicata eh? Beh, è diverso da persona a persona, ma innanzitutto normalmente si comincia con il trovare … mmmh … attraente l’altra persona. Non deve avere necessariamente l’aspetto dei nostri sogni, ma generalmente deve piacerci. L’attrazione diventa un aspetto abbastanza importante in una relazione … ma forse è solo perché sono un uomo. – ponderò, ridacchiando imbarazzato. Anche Sakura si lasciò scappare una risata; la tensione che cominciava a sciogliersi. Kakashi continuò, rassicurato dalla sua reazione.
- Poi si comincia con l’affetto. Troviamo piacevole stare con quella persona, ci sembra di essere spiriti affini. Ci divertiamo, siamo spensierati. Ma la certezza, di solito, arriva quando ti rendi conto che vorresti passare molto tempo con quella persona, che non potresti sopportare di perderla mai, che vorresti avere un rapporto, diciamo, esclusivo con lei. Ecco, questo è come ci si innamora, almeno, secondo me. Ma, come avrai intuito, non sono un grande esperto. – concluse, osservando la ragazza che, inaspettatamente, lo stava osservando con un’espressione maliziosa.
- Ma come Kakashi! Dal “Paradiso della pomiciata” avrai pure imparato qualcosa! – esclamò lei infatti, ghignando. Il ninja scoppiò a ridere, rasserenato: la kunoichi sembrava finalmente più tranquilla.
- Beh, qualcosa si, ma non credo sia spendibile nella vita quotidiana! –
 
Sakura ridacchiò per un po’; quindi, dopo aver riguadagnato la serietà, rivolse all’ex maestro uno sguardo indagatore.
- Kakashi … sei felice? –
Ancora una volta in ninja si trovò in difficoltà. Era davvero felice?
- Credo proprio di sì. Soprattutto … mi sento tranquillo come non mi succedeva da anni. – ammise. La ragazza allungò le gambe, come a volersi stiracchiare.
- Sono contenta. – mormorò. Kakashi si sentì immediatamente molto protettivo: seduta lì, squassata dai dubbi e dalle incertezze tipiche della sua giovane età, Sakura gli sembrava una cosina minuscola e fragile, una foglia sballottata dal vento. Sapeva che non era davvero così, che sapeva essere una ragazza forte e indipendente, eppure …
Le passò quindi un braccio intorno alle spalle, con delicatezza, per farle sentire che lui era lì per lei.
- Vedrai Sakura, arriverà anche il tuo momento. Quando meno te lo aspetti la persona giusta ti piomberà tra capo e collo. –
Sakura rise, immaginandosi la scena. Poi osservò il tramonto, finalmente rilassata, pensando che se persino quel disastro emotivo di Kakashi aveva trovato la persona giusta allora probabilmente c’era davvero speranza anche per lei.
- Senti Kakashi, visto che siamo in vena di confidenze … che ne diresti di farmi vedere cosa nascondi sotto alla maschera? – chiese, con finta innocenza. L’uomo la osservò per un momento, quindi scoppiò a ridere e le arruffò i capelli.
- Ti piacerebbe, subdola allieva pestifera! -






Note finali: Per i prossimi capitoli sono un pò in dubbio, quindi non so quando pubblicherò. Potrebbe succedere nei prossimi giorni come tra un paio di mesi, a seconda dell'ispirazione! In ogni caso, se la storia non vi dispiace...stay tuned! Alla prossima!
  
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