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Autore: Spring Dania    10/06/2015    2 recensioni
Riprese il telefono e il giornale, poi digitò nuovamente il numero di Sakura e attese.
Il numero della persona chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile.
Sasuke cercò di mantenere la calma: magari le si era scaricato il telefono proprio mentre stava andando a cercarlo.
No.
Sakura non era esattamente il tipo che si faceva scaricare il cellulare giusto prima di un appuntamento con lui.
L’opzione chiamata era fallita perciò l’alternativa che gli restava era andare a cercarla.
Dove poteva trovarsi?
Hinata gli aveva detto che Sakura era uscita di casa per andare a cercare lui: questo significava che si era diretta specificatamente da casa sua in direzione dell’istituto.
Aspettò.
Il ragionamento di Sasuke non faceva una piega, sicuramente le cose erano andate in quel modo.

La storia di Naruto in un universo alternativo.
L'amore segreto per Naruto di una timida compagna di classe, Hinata, la serrata silenziosità di Sasuke e il suo irremovibile desiderio di vendetta.
Pairing: Naruto/Hinata, Sasuke/Sakura, Kakashi/Anko e molti altri.
Fanfiction ripresa dopo anni di pausa... perdonate perciò la differenza di stile tra inizio e fine.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Asuma/Kurenai, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Ciaooo!!! :B
Oggi un saluto speciale va a Maiko_chan per la sua dettagliatissima recensione, per quanto riguarda questo nuovo capitolo… vi avverto che oggi Naruto ha i cocones un po’ girati XD ieri ho fatto quell'esame e aspetto i risultati, quindi sono un po' su di giri!

Bimbi belli comunque se avete suggerimenti per il titolo di qualche capitolo (che sia ispirato a qualche canzone famosa), siete i benvenuti :3 però vi avverto… ascolto quasi esclusivamente musica rock XD

Capitolo 14
Sopravvivenza



Race…
Life's a race
that I am gonna win…
Yes, I am gonna win
and I'll light the fuse
and I'll never lose
and I choose to survive…
Whatever it takes…

Survival - Muse

Naruto era vestito di tutto punto, la tuta nera opaca con lo stemma rosso della sua palestra, il borsone a tracolla.
Inarcò un sopracciglio.
Hidan fece altrettanto. “Senti, ragazzino… non credo che qualcuno ti abbia interpellato.”
“Nemmeno la ragazza ha interpellato te. Lasciala stare.”
Hidan storse leggermente il naso: quel tipetto non era stupido e lo testimoniava anche lo sguardo fermo con cui lo stava osservando.
Come se quella fosse una questione personale.
“Ti è andata bene, cara Hinata… la prossima volta…”
“La prossima volta cosa?”
Naruto aveva preso a fissare Hidan con la stessa aria inquisitoria di prima… ma leggermente più risentita; aveva sfilato la tracolla della pesante sporta per poi lasciarla cadere sull’asfalto, perforandolo con i suoi brillanti occhi azzurri.
Hidan continuò a ricambiare lo sguardo con la medesima intensità: quel ragazzo aveva l’aria di uno che si sarebbe battuto solo se lui gli avesse dato motivo di farlo.
Certe cose facevano parte dei principi della maggior parte di coloro che praticavano un qualsiasi tipo di arte marziale.
Usare certe conoscenze solo se necessario.
“Ragazzi, è tutto a posto? C’è qualche problema?”
Kiba e Sasuke erano arrivati in quell’istante, anche loro vestiti come Naruto: a parlare era stato Kiba, che osservò lo scontro implicito tra Naruto e il ragazzo, mentre Hinata cercava per quanto possibile di mantenere la calma.
A rispondere non fu Naruto bensì Hidan.
“Nessun problema. Ciao bambolina.”
E si allontanò con le mani in tasca.
Solo quando fu sparito dalla visuale dei quattro ragazzi, questi ultimi si decisero ad entrare in palestra.
“Ma che voleva quel tipo?” chiese Kiba.
“È quel ragazzo con cui mi sono scontrata per sbaglio in discoteca.”
Hinata era avvilita.
Kiba si fece stranito. “Ah, ma lo conoscevi?”
Hinata annuì. “Mi era già capitato di incontrarlo un altro paio di volte, una volta fuori dalla scuola e una volta dopo essere andata all’allenamento di Wing Tsun. Quella volta fuori dalla scuola ero con Sakura e c’era un ragazzo che lei evidentemente conosceva e che la stava aspettando… ed era in compagnia di questo ragazzo, Hidan, che mi ha riconosciuta immediatamente.”
“E la seconda volta?” chiese inaspettatamente Sasuke.
“La seconda volta è stato due giorni fa… ha insistito nel darmi il suo numero di telefono ma io non l’ho chiamato… la cosa non mi interessa e inoltre non ha l’aria di essere proprio una brava persona…”
“Ho l’impressione che ti tenga un po’ troppo d’occhio, Hinata.” Sentenziò Naruto una volta per tutte, mentre varcano l’ingresso della palestra.
Hinata non si aspettava di certo una simile affermazione dal biondino ma non poté fare a meno di pensare che chiunque avrebbe convenuto con lui, circa il fatto che il comportamento di Hidan avesse un che di morboso e anomalo.
“Chi è questa bella signorina, ragazzi?”
Il maestro di Ju Jitsu di Naruto, Kiba e Sasuke era un soggetto molto interessante chiamato Genma Shiranui, il quale indossava una strana bandana sui capelli scuri.
Quando Hinata era entrata nella palestra, l’aveva subito osservata con una strana espressione incuriosita.
“Maestro, lei è Hinata!” esordì Naruto con entusiasmo. “È una nostra amica, sa… pratica Wing Tsun!”
Shiranui fece un cenno di apprezzamento. “Allora facciamole vedere di cosa siamo capaci, su… a lavoro!”
Hinata rise e abbassò lo sguardo sul cellulare: Sakura era già entrata in azione.
Sei all’allenamento dei ragazzi?
Senza che Hinata se ne potesse rendere conto, i ragazzi si erano cambiati e avevano iniziato il loro intenso allenamento, mentre la ragazza stava seduta a gambe incrociate sul tatami, intenta ad osservarli.
Sì, Kiba mi ha detto di venire… per Naruto
È stato carino!
Si :) invece prima di venire qui ho incontrato di nuovo Hidan…
L’amico di Itachi?
Lui… sta diventando fastidioso :S hai più visto Itachi?
Sakura sollevò lo sguardo dal display del cellulare: no, non aveva più visto Itachi dopo quella volta all’uscita da scuola.
Lei non aveva di certo avanzato richieste sul suo numero di cellulare ma nemmeno lui si era sbilanciato.
Tuttavia Sakura non poteva fare a meno di constatare che quel ragazzo celasse un fascino misterioso.
In che senso fastidioso? Comunque no, non ho nemmeno il suo numero
L’ho incontrato e si è arrabbiato perché non l’ho cercato :S
Capisco… nemmeno io mi fiderei :/
Poi è arrivato Naruto, mi ha difesa ^///^
Sakura aggrottò le sopracciglia e fece un sorriso sorpreso.
Davvero? :)
Sì, poi sono arrivati Kiba e Sasuke… Hidan è andato via.
Perché non inviti Naruto a uscire? :P Non essere timida.
Stavolta fu Hinata a sollevare lo sguardo dal display del telefono.
Naruto si stava allenando su un sacco veloce: lo vide dare una decina di colpi a quest’ultimo per poi fermarsi a riprendere fiato; slacciò la cintura, con l’intenzione di sistemare la giacca del kimono.
Probabilmente si sentì osservato perché improvvisamente si voltò in direzione di Hinata, intenta a squadrare il busto esile del ragazzo foderato dalla t-shirt nera in tessuto tecnico.
Le sorrise, forse leggermente imbarazzato, e riallacciò la cintura, riprendendo l’esercizio.
Hinata scosse la testa, sentendosi scoperta.
Non puoi capire che figuraccia, Naruto si è accorto che lo stavo guardando! :O
Scema, invitalo! :P:P:P
Che vergogna! >.<
DAAAAAAIIIIIIIIIIIIIIIIIII! .-.
Hinata si morse il labbro inferiore e rifletté: era abituata a uscire con Kiba e Shino, i quali andavano spesso a casa sua e talvolta si trattenevano anche a cena.
Ma con Naruto sarebbe stata la stessa cosa?
E se invece…?
“Hinata, hai un po’ d’acqua?”
“Oh… tieni Kiba.”
Kiba impugnò la bottiglia, dopo essersi asciugato il collo e il viso con un’asciugamani pulita, e iniziò a bere a fontanella.
Poi parlò.
“Tutto ok?”
Hinata fece per rispondere ma in quell’istante arrivò Naruto.
“Che stanchezza ragazzi… sto morendo di fame.”
“Naruto… vuoi un po’ d’acqua…?”
Kiba le fece un cenno di approvazione e si allontanò in direzione dello spogliatoio.
Naruto sorrise. “Sì, grazie Hinata! Hai visto quanto sono forte?”
Hinata arrossì ma deviò la domanda. “Adesso… torni a casa?”
Naruto bevve l’acqua che era rimasta nella bottiglietta di Hinata. “Sì, dovrei finire di studiare il capitolo di fisica che oggi Sarutobi ha iniziato in classe… e poi ci sarebbe la lezione di giapponese antico.”
Hinata trattenne il respiro: per via del fatto che Shikamaru fosse finito in infermeria, Sarutobi aveva spiegato solo poche pagine di quel capitolo.
Era impressionante come Naruto si applicasse allo studio per ottenere risultati eccellenti: probabilmente Sasuke, che aveva seguito Kiba nello spogliatoio della palestra, era abituato a fare la stessa cosa, ma sicuramente Naruto aveva già raggiunto (se non superato) il suo livello.
Naruto non era più il ragazzo pasticcione di qualche tempo prima, che si divertiva a scarabocchiare sul foglio del compito in classe e si cacciava nei guai.
Hinata sapeva che ciò era stato principalmente dovuto alla sua infanzia difficile, vissuta nella più completa emarginazione sociale.
Ai tempi delle elementari alcuni genitori passavano la metà del loro tempo a puntarlo col dito, probabilmente consci di qualcosa che invece Hinata sconosceva.
Eppure lei lo aveva sempre trovato divertente, spigliato… e sincero.
“Naruto, s-se vuoi… beh, possiamo studiare insieme… a casa mia.”
Hinata non credette di averlo fatto.
Hinata non credette di averlo fatto con una tale semplicità.
“Casa tua?”
Oh no…
“Ovviamente… se non ti va… non sentirti obbligato.”
“Ma scherzi? Certo che mi va!”
Naruto aveva sorriso ilare alla richiesta della ragazza.
Hinata continuò a restare impressionata dal suo coraggio per poi scuotere la testa, cercando di risvegliarsi da quel torpore.
Le aveva detto di sì.
“Davvero?!”
“Santo cielo, Hinata… Sei la mia compagna di banco! E poi tu sei bravissima nelle materie umanistiche!”
“Ah… bene…”
“Vado subito a cambiarmi, corro a chiamare Jirayia!”

Se c’era qualcosa che Shikamaru proprio non poteva sopportare, questo qualcosa era il genere umano femminile.
Quella di non tollerare tale branca del genere umano era una regola che il ragazzo si era preposto più o meno da sempre, sin da quando era bambino.
Non che le donne non gli piacessero o che non le rispettasse ma il problema si traduceva nel fatto che le donne, in generale, tendessero a comportarsi come se il mondo fosse un loro bene esclusivo.
E per la precisione il mondo, a dire di Shikamaru, non apparteneva di certo solo al genere umano maschile… ma a tutti e nel rispetto di tutti, quindi anche alle donne.
Il problema stava nel fatto che le donne ne facessero un impiego smodato, tale da distruggere l’impalcatura della calma maschile.
Un riscontro evidente di questa teoria era Ino Yamanaka: Ino era un’amica d’infanzia di Shikamaru, era una ragazza di buona famiglia e piena di buone qualità quali la lealtà, il senso dell’amicizia, l’onestà, una spiccata intelligenza e, Shikamaru doveva ammetterlo, era anche una bella ragazza
Ma c’erano cose che Shikamaru proprio non sopportava: per esempio il fatto che Ino si ostinasse a voler accalappiare Sasuke, nonostante a quest’ultimo di lei non importasse un bel niente, costringendo Shikamaru per esempio ad aiutarla a cercare il ragazzo per mezza casa di Choji nel bel mezzo di una festa.
Era una di quelle cose che, personalmente, il ragazzo non concepiva.
Quando si svegliò, avvertì una fitta lancinante al naso.
Era steso sul suo letto e la sveglia segnava le 17:30.
Con un po’ di difficoltà si alzò e, dopo essere uscito dalla sua camera, si diresse in direzione della cucina, dove trovò i suoi genitori e il professor Sarutobi, intenti a prendere un the.
“Shikamaru, ti sei svegliato!”
Yoshino Nara era stranamente in apprensione.
“Professore, che ci fa qui?”
“Temari No Sabaku ti ha dato un pugno sul naso, volevo assicurarmi che stessi bene.” Rispose Sarutobi su due piedi.
Shikamaru inarcò un sopracciglio: adesso ricordava quel piccolo dettaglio; quel pugno che si era trovato davanti alla faccia, subito dopo aver visto i risultati dei giochi matematici.
“È stato per via dei risultati dei giochi, vero? Che intenzioni aveva quella strega?”
“Beh… l’hai battuta.” Rispose Shikaku Nara, facendo spallucce.
“Si vede che il potenziamento che hai fatto con me è stato utile.” Sarutobi sorrise. “Mi dispiace solo che Temari ti abbia rotto il setto nasale.”
“Professore, mi ascolti bene!” Shikamaru puntò il proprio naso con l’indice. “Non ho alcuna intenzione di continuare su questa strada se le conseguenze sono queste!”
“TU ADESSO TI ESERCITERAI E ANDRAI A SOSTENERE LE PROSSIME GARE ALL’UNIVERSITÀ!” Sbottò Yoshino, agitando un cucchiaino.
“Ma mamma!”
“Tua madre ha ragione…” convenne Shikaku. “Non sarà una donna a fermarti…”
“Tu sta’ zitto!”
“…”
Asuma continuò a sorridere di fronte allo strano battibecco dei coniugi Nara. “Se partecipassi alla fase successiva, che si terrà presso il dipartimento di matematica dell’università, oltre ad avere la possibilità di ottenere un buon risultato nel concorso stesso, potresti essere preso in considerazione per ottenere una borsa di studio, per i tuoi successivi studi. Non scartare quest’opzione solo perché quella sconclusionata ti ha dato un pugno.”
Shikamaru sbuffò rumorosamente, con la conseguenza di avvertire un’ulteriore fitta al naso.
“E comunque ho cercato di fare in modo che Temari venisse squalificata dalla gara per il suo comportamento poco sportivo ma mi hanno detto che non è una cosa di nostra competenza e perciò è solo stata sospesa per tre giorni. Non vuoi dimostrare di essere comunque il migliore?”
Shikamaru si grattò la testa. “Che seccatura…”

Dire che la villa in cui viveva Hinata fosse grande era piuttosto riduttivo.
Già solo guardando l’accogliente giardino all’ingresso, Naruto avrebbe dovuto capire che c’era qualcosa che non tornava nella sua concezione di proporzione.
Tuttavia tutte le stanze erano curate in modo tale da avere un ambiente illuminato e accogliente ma mai dispersivo.
“Naruto… v-vieni.”
“Santo cielo, Hinata… ma la tua casa è grandissima!” esclamò Naruto decisamente stupido. “La casa di Jirayia è davvero bella ma non è così grande, sono sorpreso!”
Hinata arrossì. “È decisamente troppo grande.”
Hinata dunque condusse Naruto attraverso il soggiorno verso un lungo corridoio che conduceva ad una larghissima sala da pranzo e all’esterno: dall’altra parte della casa era presente una sorta di giardino d’inverno che conduceva ad un ulteriore ambiente esterno in cui era presente una piscina e un campo da tennis.
“Mamma, sono a casa!” disse la ragazza, notando delle persone nel giardino esterno.
“Hinata, cara.” Le rispose una voce di donna.
Naruto raggiunse la ragazza, notando finalmente che al bordo della piscina vi era una donna con una bambina, entrambe molto somiglianti a Hinata.
“Ciao mamma, Hanabi.” Hinata le andò a salutare. “Abbiamo un ospite, ti ricordi di Naruto?”
La donna, che indossava un raffinato tailleur nero, osservò Naruto per un istante con uno sguardo di incertezza, per poi inarcare le sopracciglia in un’espressione meravigliata.
“Naruto… ma certo. Ti sei fatto grande.”
“Signora Hyuuga.” Naruto si fece avanti per stringerle la mano e fece poi un sorriso ad Hanabi. “Complimenti per la casa… è bellissima. Suo marito non c’è?”
“Grazie, Naruto.” La donna sorrise. “Mio marito è fuori per lavoro.”
“Come sta Neji?” chiese Hinata.
“Ancora così, così.”
“Ho capito… ora salgo da lui.”
“Naruto, ti possiamo offrire qualcosa?” chiese la signora Hyuuga.
“Tranquilla mamma, ci penso io…” intervenne Hinata timidamente, per poi voltarsi verso Naruto. “Ti va una merenda?”
Naruto non fece in tempo a rispondere che immediatamente il suo stomaco emise suoni intrisi di fame e sofferenza.
Hinata rise, cercando di mantenere un po’ di contegno, e invitò il ragazzo a seguirla, stavolta in una grande cucina ad isola con cappa al centro e un tavolo di vetro, decisamente più piccolo di quello della sala da pranzo ma comunque grande.
In men che non si dica la ragazza mise sul fuoco una teiera e tagliò alcune fette di un’invitante torta di mele che si trovava in frigorifero.
“Ha tutta l’aria di essere buonissima.”
Hinata ne sistemò una su un fazzolettino e gliela porse.
Naruto assaggiò la fetta, inizialmente incerto per poi mostrare un’espressione mista di terrore e godimento.
“Naruto, va tutto bene?”
“Hinata è buonissima! Ma chi l’ha fatta?”
“Ehm… io… mi piace tanto fare dolci…”
Hinata non sapeva più che pensare: Naruto si era subito mostrato felice all’idea di passare un pomeriggio di studio con lei e le aveva appena detto che la sua torta di mele era buonissima.
“Davvero, quali altri sai fare?”
“Mi piace fare tutto… biscotti… cioccolatini…ah, sai! Una volta è venuta Sakura e ha insistito tanto nel dover inserire cose in più negli ingredienti che avevo preparato… un disastro!”
Naruto osservò Hinata per qualche breve istante.
Davvero Hinata era in grado di parlare così tanto?
Di dire così tante parole tutte insieme?
“Che succede qui?”
Hinata smise improvvisamente di ridere, proprio in concomitanza del fischio della teiera e del sopraggiungere di Neji in cucina.
Il suo colorito da roseo divenne pallido.
“Ehi… N-neji…! Ti senti meglio?”
“Mah…”
Aveva iniziato a tormentarsi le mani, esattamente come faceva tutte le volte che si sentiva a disagio.
Tutte le volte che c’era Neji.
“Vuoi un po’ di the?” gli chiese la ragazza delicatamente. “Ne ho appena fatto una teiera intera, c’è anche un po’ di torta di mele…”
“…”
“Sai, oggi è successa una cosa strana… una ragazza ha dato un pugno a Shikamaru perché ha fatto meglio di lei ai giochi matematici…”
“…”
Sembrava di assistere ad un monologo imbarazzante, nemmeno Sasuke poteva essere così silenzioso.
Sasuke era in grado di non dire una parola per ore intere ma almeno manifestava un minimo segno di vita se qualcuno gli diceva qualcosa.
Poi se una cosa non gli piaceva, lo ammetteva chiaramente, senza remore.
“Comunque ti ho portato i compiti, te li do subito.”
“Finalmente una cosa interessante.”
Naruto inarcò un sopracciglio. “Senti, che problemi hai tu?”
“Come, prego?”
“Ti sto chiedendo che problemi hai.” Replicò Naruto, irritato.
Hinata inorridì.
Naruto era pazzo? Probabilmente sì.
Kiba e Sakura… accidenti a loro.
“Non credo che questi siano affari tuoi.” Rispose Neji, arrossendo.
Era visibilmente imbarazzato, Hinata probabilmente non lo aveva mai visto così.
“Invece credo proprio di sì.” Naruto sembrava voler insistere. “Non mi piace quando qualcuno è scortese con Hinata, più che altro perché non mi sembra che si meriti certi atteggiamenti.”
Il viso di Hinata ruotò quasi istantaneamente per squadrare quello di Naruto.
Lo stava dicendo sul serio?
Evidentemente sì, a giudicare dal suo sguardo fermo.
“Continuo a ripeterti che questi non siano affari tuoi.” Sbottò Neji: stava iniziando a dare segni di impazienza.
“Neji, oggi proprio non è giornata perciò veniamo al dunque…” Naruto respirò profondamente. “Ti sembra giusto che Hinata sia così gentile con te e voglia raccontarti quel che succede a scuola e tu debba essere invece così ostile? È da quanto sei entrato in questa stanza che tua cugina cerca in tutti i modi di essere carina e tu fai il diavolo a quattro per non risponderle o per risponderle male.”
Nessuno si era mai permesso di contraddire Neji in quel modo… anzi, più semplicemente nessuno si era mai permesso di contraddire Neji.
Neji fece per ribattere, poi chiuse la bocca e inclinò le labbra in un sorriso.
Un sorriso sardonico.
“Sai Naruto, ti ho sempre considerato un inetto, invece stai dimostrando di essere più sagace di quanto pensassi…”
“Neji, con me non attacca.”
“Ma d’altro canto tra di voi sapete scegliervi bene…”
Naruto si era avvicinato a Neji, in maniera pericolosa. “Senti Neji, a me non interessa niente dei problemi che hai e puoi insultare me quanto ti pare e piace… ma devi smetterla di comportarti in modo così scortese con Hinata. Non te lo permetto.”
Hinata deglutì: la situazione aveva preso una piega inaspettata.
Il sorriso era sparito dal volto di Neji, il quale si era avvicinato pericolosamente a Naruto, quasi a voler sfiorargli il naso.
“Ti ho già detto che è una cosa che non ti riguarda, devi starne fuori.”
E detto questo, uscì.

You won't pull ahead
I'll keep up the pace
and I'll reveal my strength
to the whole human race…
Yes I am prepared
to stay alive
and I won't forgive,
revenge is mine
and I won't give in
because I choose to thrive…
Yeah, I'm gonna win!

Survival - Muse

Prossimo capitolo: “Sindrome del cuore inquieto”




   
 
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