Hello!
Ecco
a voi un altro di miei capitoli preferiti, anche se il contenuto non è chissà quanto allegro, anzi, sono sicura che mi
ammazzerete quando finirete di leggerlo! Diciamo che in generale questa è la
parte che più preferisco, piena di colpi di scena.
Grazie
mille a:
Giulls: Tesoro mi dispiace ma purtroppo mi sa che dopo questo
cap mi ammazzerai definitivamente per l’odiosa questione Rossella-Andrea, sigh!
E come dici tu, a Niko sta bene il fatto che Deb sia felice con i Gold Boyz, muahaha!
Chi fa soffrire Deb la deve pagare, giusto? E ancora complimenti per la fic,
appena finisco qua vado a leggere il nuovo chappy!
kirya: Grazie mille! Lo so, è assurdo
che Andrea baci Rossella dopo tutto quel che è successo, ma spero che non me ne
vorrai dopo aver letto questo cap! Purtroppo succedono tutte a Deb, poverina. Ancora
grazie!
giunigiu95: Eh si, purtroppo Deb è circondata da s*****i, mi sa
che a volte lei è l’unica normale e coerente lì in mezzo! Grazie per l’opinione,
certo che lo scriverò l’epilogo!
95_angy_95: Si, povera Deb, sembra che succedono tutte a lei!
Andrea è stato proprio un demente, penso che dovrebbe ringraziare il cielo se
quella povera ragazza ancora l’ha ucciso insieme a quell’oca di Rossella…!
vero15star: Carissima, anche secondo me Deb è perfetta con
Andrea, ma voglio rassicurarti sul fatto che non è sua intenzione mettersi con
Niko, ok? ^^ Mi raccomando, non
uccidermi quando leggerai il cap…
_New_Moon: Hai ragione,
le cose stanno andando decisamente male, sembra proprio che Andrea sta per raggiungere il livello di demenza di Niko! Riguardo
l’epilogo, ho deciso di scriverlo, grazie per il consiglio ^^ e sappi che è una
tortura anche per me dover dire addio a questa storia, che ormai è parte di me,
dato che la sto scrivendo dai primi di aprile… Ma, su, ci restano ancora 23 cap
da leggere! ^^
Non
so quando aggiornerò, forse domenica perché la settimana prossima sarà tremendissima
per me, uffa. Perciò vi chiedo di scusarmi per un eventuale ritardo! ^^
E
mi raccomando, lunedì seguite la 1° puntata di X Factor 2 per fare onore a questa
fic, che senza l’ispirazione di questo programma nn sarebbe mai nata! ^^
La
vostra milly92.
Capitolo 32
Un Apparente Salto Nel Passato
Il
ritorno nel loft fu decisamente buio, per me: nel pullman che ci avrebbe
ricondotto “a casa” me ne stetti seduta da sola in fondo a tutto, apatica alle
urla entusiaste di qualcuno,ai pianti di Giulia per essere stata eliminata e a
quelli di Rita che aveva dovuto addio al suo sogno di partecipare al videoclip.
Il paesaggio notturno mi scorreva davanti agli occhi lentamente, ogni negozio
chiuso ed ogni panchina vuota cercavano di catturare la mia attenzione, che al
momento cercava di non essere catturata dai sorrisi e dagli sguardi complici
che Andrea e Rossella si stavano lanciando due posti avanti a me.
“Ehi,
nipotina! Ti dispiace se ti disturbo un po’?”.
Max
mi sorrideva radioso, appoggiato con il gomito al sediolino di Lara che stava
di fronte a me.
“Ma
certo, voglio sapere tutto” risposi, cercando di distrarmi dai miei pensieri.
Dopotutto era una cosa ovvia quello che era successo, la stupida ero stata io
che come al solito mi ero illusa dell’esistenza di qualcosa che non esisteva.
“Innanzitutto
volevo ringraziarti” iniziò incoraggiante, “Per aver contribuito a quella
sorpresa!” .
“Era
il minimo che potessi fare” dissi, cercando di fingermi ancora interessata.
Insomma, avevo fatto di tutto nelle ultime settimane per riuscirgli a parlare,
consolarlo e cercare di sistemare la situazione, ed ora che tutto si era risolto
quasi quasi non me ne importava un fico secco, presa com’ero dai miei casini
personali…
“Comunque
appena ho visto Beatrice ci sono rimasto, credevo di aver avuto
un’allucinazione, poi lei ha iniziato a parlare, dicendo che mi aveva
perdonato, che Rossella le aveva spiegato tutto… E che voleva ancora sposarmi!”
concluse accennando il suo ennesimo sorriso a 120 denti.
“Mi
fa piacerissimo, davvero! Mi aspettavo una cosa del genere quando mi ha chiesto
di farle quel favore…!” dichiarai,
questa volta ancora più sollevata dalla notizia.
Eppure
mi guardò, quasi come se avesse notato il mio piccolo malessere interno, e
prima che potesse domandare altro lo abbracciai per zittirlo e fargli capire
che era tutto ok, anche se non era affatto vero.
Una
volta ritornata nel loft mi cambiai rapidamente, salutai i Locos Sounds ed un
insistente Claudio che non la smetteva di buttarsi addosso e andai nella mia
stanza anche se non avevo ancora sonno nonostante fossero le tre passate. Ma
quando, alle quattro meno dieci, Samanta fece il suo ingresso nella stanza,
subito mi alzai, lanciandole un’occhiataccia, presi il cuscino e me ne andai
nel salotto. Non avevo voglia di dormire nella stanza insieme a lei, avevo
paura che i suoi “Istinti omicidi” nei miei confronti fossero ancora vivi, così
mi accoccolai sul divano e cercai di dormire. Ero tra il sonno e la veglia
quando udii dei lievi bisbigli.
“…
Shh, stai zitta! Stanno dormendo!”.
“E
che fa! Dai allora, mi spieghi un po’? Si può sapere? Ti interesso ancora o
no?”.
“Ross,
ne riparliamo domani…”.
“Dai,
cosa ti costa dirmi un si o un no… Voglio solo sapere, ti prego…”.
“Ross,
dai… Oddio, ma… Shh, c’è Deb che dorme sul divano!”.
“E
allora?”.
“Allora
un corno, dai, ti ho detto domani e basta…”.
“Ma
cosa te ne fr…”.
“Ho
detto domani e basta! Stop!”.
“Allora
ti aspetterò nella mia stanza, se avrai voglia di vedermi!Non vuoi nemmeno
darmi il bacio della buonanotte…?”.
“Ma
per favore…”.
Quella
conversazione stava diventando davvero troppo per me, così mi decisi ad aprire
gli occhi, giusto in tempo per vedere Andrea abbassarsi per darle un bacio
sulla guancia mentre lei, perfida, si voltava dall’altra parte, pronta ad
accogliere l’ennesimo bacio. Questa volta fu lei a trattenerlo, prima di
staccarsi soddisfatta, e feci in tempo a richiudere gli occhi mentre Andrea mi
passava vicino per andare nella sua stanza. Invece Rossella rimase lì, ferma, prima di sedersi sul divano
vicino al mio. Non ce la facevo a starmene ferma, così un po’ di tempo dopo,
forse mezz’ora, forse dieci minuti, mi alzai per andare in cucina.
“Ti
sei svegliata” mi disse, accendendo la luce. Sorrideva, aveva dipinta in faccia
un’espressione quasi paradisiaca, e devo dire che era bellissima così, con i
lunghi capelli corvini che le incorniciavano il viso e il vestito blu ancora
addosso.
“Si,
non mi andava di dormire nella mia stanza… fa… fa troppo caldo” inventai. “Tu
piuttosto? Ti vedo strana”.
“Oh,
beh, è una cosa un po’ complicata… credo di essermi ripresa la cotta per Andrea,
ci siamo baciati tre volte stasera…” esclamò, facendo una faccia estasiata.
Magnifico.
Si vedeva che il secondo bacio me l’ero perso.
Davanti
a me già vedevo una scena in stile Beautiful ambientata in giardino, dove erano
impegnati in un bacio mozzafiato….
“Cavoli,
mi fa piacere” mentii. “Vi avevo già visti dopo la serata nel backstage, ma ora
mi stai dando le prove che non mi ero sbagliata!” sorrisi falsamente, mentre
avrei solo voluto andarmene in cucina e cercare di calmarmi con qualsiasi cosa
oltre che picchiare lei e quell’altro
essere.
“Si,
prima ne stavamo anche parlando, spero che mi abbia perdonata, insomma, quella
per Massimo è stata solo una sbandata, ora che tutto si è risolto non vedo
perché non possiamo ritornare insieme…”.
Si,
cavoli, era proprio un segno del destino. Ma lei non era quella che diceva
tutte quelle cose su me ed Andrea? Il fatto della partita, dei due litiganti…
“Ma
a te non dispiace, giusto?” chiese poi, quasi obbligandomi a dire “No”.
“Ma
sei scema? Eri solo tu quella che si faceva i film in testa, sei tu quella che
gli interessa… Ora scusami, ma vado in cucina, ho una sete pazzesca” mormorai
velocemente, prima che lei facesse un cenno soddisfatto e si decidesse ad
andare nella sua stanza. Sembrava che fosse rimasta lì solo per aspettare il
mio risveglio e raccontarmi tutto per farmi crepare ancora di più.
Mi
avviai verso la cucina con un passo in stile zombie, anche se indossavo una
camicia da notte molto leggera mi sentivo avvampare dal caldo. Appena entrai
rimasi bloccata, convinta di rivivere un flashback: davanti a me c’era Niko,
seduto dietro il tavolo, proprio come la mattina in cui mi aveva confessato la
verità.
“Oh,
anche tu qui” mi accolse, stringendo una tazza, come quella sera, e anche
quella volta indossava solo pantaloncini. Solo che quella volta ero stata io a
dirgli “Anche tu qui”.
“Eh
si” tagliai corto, avvicinandomi al frigorifero e prendendo un bicchiere di thè
alla pesca particolarmente freddo, che di sicuro mi avrebbe stizzata ancora di
più.
Mi
sedetti di fronte a lui, e per qualche secondo ci limitammo a bere, finché non
si decise a sciogliere il ghiaccio.
“Come
mai sei ancora sveglia?” mi chiese cordiale.
“Niente,
così…”.
“E’
per la questione di Samanta, vero? Ho saputo cosa ha fatto” mi informò,
comprensivo.
Colsi
la palla al balzo, dicendo: “Si, è per questo, infatti sto dormendo nel
salotto, condividere la stanza con li ora mi spaventa un po’”. In parte era
vero, anche se non era tutta la verità. “Tu, invece?”.
“Sono
un po’ arrabbiato, tutto qui, quella Samanta mi ha semplicemente incastrato”
rispose. Stava per aggiungere qualcosa quando richiuse la bocca e bevve un
sorso di quello che scoprii essere
camomilla.
“Capisco…”.
“Mi
fa piacere che tu invece ti stai trovando bene, anche se è brutto il fatto che
non siamo più una squadra…” mormorò a bassa voce.
“Guarda
che tu non me ne hai proprio parlato, te ne sei uscito dicendo che avevi scelto
Samanta ed io non ho potuto far altro che risponderti dicendo che ero stata
scelta dai Gold Boyz…” risposi stizzita.
Ci
guardammo in silenzio, prima che lui rispondesse con un: “Lo so, ma era un
periodo così… Sai che ultimamente è successo di tutto…”
“Lo
so, lo so” risposi stancamente. “Ho i nervi a pezzi ad essere onesti, ci
capisco ben poco”.
“Benvenuta
nel club… life coach”.
Il
sentirmi chiamare così dopo secoli mi fece venire la pelle d’oca, in un attimo
davanti a me vidi delle immagini vissute insieme a lui, quando tutto era più
calmo e decisamente più semplice. Mi sembrava impossibile che fossero passate
solo sette settimane.
Gli
sorrisi, e dopo ore quelle fu il mio primo sorriso sincero. Restammo così senza
aggiungere altro, poi quando vidi che si erano fatte le quattro e mezza lo
salutai, dicendo che ero troppo esausta.
Ma
fatto sta che quella mattina, quando riaprii gli occhi alle sette e mezzo, lo
ritrovai addormentato vicino a me. Non era come l’altra volta, non ce ne
stavamo abbracciati, lui se ne stava seduto, ma notai che la mia mano sinistra
era a pochi centimetri dalla sua. Mi alzai di botto, stropicciandomi gli occhi,
incredula circa tutte quelle coincidenze quando per un pelo non caddi dal
divano vedendo che di fronte a me, sul divano occupato da Rossella poche ore
prima, c’era Andrea che leggeva una rivista di musica.
“Buongiorno”
mi salutò.
“Oh,
b-buongiorno” risposi, lanciando ancora occhiate stranite a Niko. “Ma che ci fa
lui qui?”.
“Se
non lo sai tu” mi rispose Andrea sarcastico, posando la rivista e dicendo: “Ci
vediamo a colazione”, alzandosi.
Rimasi
un attimo stordita, cercando di decifrare quelle parole, prima di decidermi a
ritornare in stanza, ordinarmi ed andare a fare colazione.
Al
mio ritorno trovai Niko sveglio, seduto allo stesso posto ed intento nel
fissare un punto fisso dinanzi a lui.
“Buongiorno”
dissi, decisa a saperne qualcosa in più.
“Buongiorno…
Ma per caso anche tu stavi dormendo qui?”.
“Si…
Ti sarei grata se mi sapessi dire…”.
“Cavoli”
mi interruppe. “E’ possibile? Mi sono addormentato vicino a te, dovevo avere un
sonno bestiale…”.
“Si,
ma tu mi sai dire perché ti sei messo proprio vicino a me?!” chiesi impaziente,
sentendo lo stomaco brontolare per la fame. Per fortuna che non c’era più Annah
che finiva le cose più buone!
“Perché
sull’altro divano c’erano… Rossella ed Andrea addormentati… E visto che nella
mia stanza si moriva dal caldo ho deciso di appoggiarmi un po’ dov’eri tu…”.
Boom.
Boom. Vi sto descrivendo l’imitazione del mio piccolo cuoricino… E quell’essere
aveva anche fatto la faccia scocciata quando lui aveva dormito sul divano con
quell’altra?!
“Ah…
ma che ore erano…?”.
“Le
cinque e qualcosa … Io vado a sistemarmi, ci vediamo a colazione, ok?” si
congedò, alzandosi e dandomi un pizzicotto sulla guancia. Annuii, non più
abituata a quei gesti, e mi diressi in cucina, dove c’erano solo Francesco, Dante,
Giuseppe e Daniele.
“’Giorno
Gold Boyz, ‘giorno Dan” li salutai, fingendomi allegra e di buon umore,
prendendo posto a tavola.
“Guarda
che non siamo tutti i Gold Boyz”
precisò Giuseppe ridendo quasi.
“Buongiorno
anche a te Giuseppe” ribattei sarcastica, afferrando la confezione di pan carrè
e Nutella.
“Ehi,
stamattina non siamo di buon umore, eh?” affermò Francesco osservandomi.
“Sono
solo stanca” risposi. “Oh, ma dov’è il coltello?” sbottai, alzandomi e aprendo
il cassetto per prenderlo.
“Ops,
se fossi in te mi starei zitta, Fra, con quel coltello in mano è pericolosa”
mormorò ridendo Giuseppe, indicandomi.
“Zitto
tu, se non vuoi vedertelo ficcato in gola!” sbraitai, sedendomi e lanciandogli
un’occhiataccia.
“Dormire
per la seconda volta con il signor Niko ti ha fatto male, eh?” chiese Daniele
con aria furba.
“La
prossima volta dormirò con te e vedrò come mi sveglierò, contento?”.
Mi
stavano davvero rompendo le scatole, e non era una bella cosa da fare su di me
quando ero molto suscettibile, in particolar modo a prima mattina dopo aver
avuto un traumatico risveglio.
“Magari”
fece, facendomi l’occhiolino e scambiando un’occhiata con Dante che rise.
“Basta,
io me ne vado in camera” dissi scocciata, prima che loro due mi fermassero.
“Dai,
Deb, stamattina siamo solo allegri, non te la prendere a male” cercò di
fermarmi Dante, diventando improvvisamente serio. “Capisco com’è svegliarsi un
po’ così, faremo i bravi, promesso”.
“Lo
spero” sbuffai minacciosa, riprendendo posto.
Terminai
di prepararmi il toast, ed iniziai a mangiarlo quando Francesco disse: “E’
stata una nottata un po’ particolare per tutti, io sono stato sveglio tutta la
notte pensando a Giulia che ci ha abbandonato, tu hai dormito involontariamente
con Niko da quel che ho capito, Dante ha passato la notte in bianco grazie ai
dolci che ha portato Ivan ed Andrea, quello che a mio giudizio è stato il
migliore, se l’è spassata con Rossella …”.
“Spassata?” chiesi, fingendomi curiosa
piuttosto che irata.
“Si,
ma che resti tra noi” sussurrò, mentre tutti i nostri volti si avvicinavano al
suo. “Stamattina mentre venivo qui l’ho visto che bussava alla porta della sua
stanza per restituirle il reggiseno…”.
“Hai
capito a Andrea…” mormorò Giuseppe, mentre io volevo semplicemente andare da
quei due e tagliarli in mille pezzi. E ad Andrea avrei voluto tagliare una cosa
in particolare… Ma non voglio cadere nel volgare.
“Tu
credi che loro… loro abbiano…” balbettai, sconcertata.
“Si,
penso proprio che loro “abbiano”, almeno che Andrea non abbia strane tendenze e
Ross non abbia deciso di aiutarlo prestandogli qualche indumento intimo
femminile…” mi rispose Francesco sghignazzando. “Cavoli, sono contento per lui,
insomma, è pur sempre Rossella, quella bona della Madonna…”.
“Come
cavolo siete fatti vuoi uomini! Vi basta un sedere sodo, due tette enormi ed un
fisico palestrato per trattare una donna come una dea! Ed invece snobbate
quelle che hanno solo il cervello!” scoppiai, non facendocela più. Stavo
sfogando la mia ira su quei poverini che non c’entravano nulla…
“Calmati,
Deb! Stavo solo scherzando!” disse Francesco improvvisamente serio, parandosi
le mani davanti.
“Non
è vero, voi tutti la pensate così! Ma tranquilli, è normale, anche noi ragazze
badiamo prima all’aspetto estetico….” aggiunsi, pentendomi del mio sfogo e
cercando di riparare.
“Dai,
calmati, e poi anche tu potresti essere al pari di Rossella, tranquilla, solo
che sei un po’ piccola, tutto qui…” mi rassicurò Dante cordiale.
“Piccola
per voi, noi siamo quasi coetanei e dico che è perfetta” dichiarò Daniele,
avvinandosi e mettendomi una mano sulla spalla.
“Daniele,
cerchi sempre i momenti meno opportuni per provarci” lo rimbrottò Giuseppe
mentre io toglievo bruscamente la sua mano da sopra la mia spalla. “Comunque
concordo, ed ora calmati Deb, si vede che questa mattina non è la tua
mattinata, capita a tutti…”.
Annuii,
anche se non riuscivo a togliermi dalla mente delle immagini odiose di cui i
protagonisti erano quei due.
“Buongiorno”.
La
voce di Andrea mi fece sobbalzare, e a stento ricambiai il saluto.
“Hai
una faccia distrutta, amico, cosa hai fatto stanotte?” chiese Giuseppe sogghignando.
“Conosci
l’undicesimo comandamento, Giuseppe?”.
“Non
andare a letto con una delle concorrenti del programma a cui stai
partecipando?” disse beffardo, mentre Francesco gli lanciava un’occhiataccia.
“Semplicemente
FCT, ovvero… Fatti i cazzi tuoi!” rispose, alterato.
“Ehi,
ragazzi, calma” mi intromisi, anche se in realtà ne avrei voluto sapere di più.
“Non
dirlo a me, parlane con Giuseppe…”.
La
cosa era alquanto ambigua: insomma, non avrebbe dovuto essere felice?!
“Ok,
che cavolo, qui non si può nemmeno scherzare…!” sbottò Giuseppe, tuffandosi
nella sua tazza di caffelatte.
Andrea
prese posto vicino a Dante, mentre io dissi che sarei andata a vedere cosa
riportava il programma di oggi.
C’era
scritto che avevamo l’incontro con Luke e Kevin alle 4 del pomeriggio, così
trascorsi il mio tempo fino a quell’ora a cercare di sapere qualcosa in più.
Soprattutto, dallo stesso Andrea.
Lo
abbordai prima di pranzo, mentre era seduto sul divano a guardare le esibizioni
della serata precedente.
“Comunque
ieri sera Rossella mi ha detto qualcosina a proposito di voi due…” dissi dopo i
primi inconvenevoli.
“Cosa?”
esclamò, buttando un cuscino per l’aria.
“Si,
che, almeno fino a quell’ora, vi
eravate baciati tre volte e che vedeva come un segno del destino il fatto che Max
avesse risolto con Beatrice, che aveva scoperto di tenerci ancora a te…”
risposi.
“Ahh,
ti ha detto solo questo…” esclamò
tranquillizzato.
“Perché,
cos’altro doveva dirmi?” chiesi, ostinata a sapere la verità. Ma avevo paura di
cosa sarebbe potuto uscire da quelle labbra…
Ci
guardammo a lungo prima che lui cedette con un: “Ok, mi fido di te, mi
raccomando…”.
“Ma
certo…”.
“Vedi,
stanotte, cioè, stamattina… Abbiamo s… Lo abbiamo fatto” dichiarò, lasciandomi
totalmente sconfortata per la delusione. Era come tutti i ragazzi, non un difetto in più, non
uno in meno…
“Ah,
quindi state insieme?” chiesi ormai totalmente depressa.
“No,
cioè, non ne abbiamo ancora parlato, ma… Non so, non me la sento di rimettermi
con lei…”.
“Ah,
capisco, allora perché…?”.
“Perché
è stato un attimo, ho perso il controllo, spero capirà….”.
Eppure,
quando Luke e Kevin assegnarono loro i due brani per la semifinale, lo vedevo
particolarmente allegro e solare.
“Andrew,
cosa succede? E’ l’allegria per la semifinale?” chiese Luke curioso mentre
uscivamo dalla sala riunioni.
“Si,
e i brani sono fantastici” rispose lui allegro, scrollando le spalle.
Non
ci capivo più niente, ormai davanti a me avevo solo contraddizioni. Non era il massimo vedere il ragazzo che ti piace
criticare la sua ex di continuo per poi sbavarle dietro all’improvviso qualche
giorno dopo…!
E
la cosa che più mi turbava era che Niko si stava riavvicinando a me, trovando
scuse a destra e a manca.
“Ti
va di venire ad apparecchiare la tavola con me?” mi chiese quella sera, mentre
me ne stavo sul terrazzo a contemplare tristemente le stelle che come al solito
erano le mie uniche compagne. Fino a poco prima ero stata con gli altri tre Gold
Boyz a fare battutine cretine su Andrea e Rossella: era il massimo che potevo
fare per sdrammatizzare un po’ i miei istinti omicidi verso quei due…! Potevo
dire di comprendere un po’ Samanta, in un certo senso… Anche se i principi
della nostra gelosia erano differenti, ovvio.
“Va
bene” annuii. Cosa mi costava, tanto? Era successo quel che era successo, ma
tanto ormai tutti si stavano riappacificando e tutto stava tornando normale,
non vedevo perché anche la mia “guerra” non dovesse finire.
Entrammo
in cucina quando restai bloccata per l’ennesima volta: Rossella se ne stava
seduta sul tavolo, il tavolo su cui noi tutti mangiavamo ogni santo giorno e
avremmo mangiato anche quella sera, intenta nello sbaciucchiarsi in modo poco
casto Andrea, che ci dava le spalle.
A
prendere in mano la situazione fu Niko, che, come nell’ennesimo flashback,
disse: “C’è qualcosa che dovrei sapere,
sorellona?”.
Lo
ringraziai, ma mi pentii subito quando lei, staccandosi rapidamente, fece un
sorriso a trentadue denti. Non era come nel vecchio ricordo, no, lì avevano
appena litigato…
“Si”
disse raggiante. “Ci siamo appena rimessi insieme, vero, amore?”.
Guardai
subito in direzione di Andrea, che confermò con un: “Beh, si, siete i primi
a saperlo!” prima di prenderla in
braccio e trascinandosela chissà dove.
La
mia delusione ormai era alle stelle, mi domandavo cosa avessi sbagliato…
Credevo di piacergli,che almeno fosse sincero! E invece no, eccolo di nuovo lì
con colei che aveva disprezzato per settimane….
Ma
questa volta i miei sentimenti invece di sparire,ahimè, triplicarono.
Niko
scoppiò a ridere, e poco dopo, mentre gli passavo i tovaglioli, disse: “Sono felice,
dai, dopotutto tutto sta tornando alla normalità!”.
“Si,
idem” mentii. “Mi dispiacerebbe solo se lei uscisse martedì, poverina, ora che
si sono rimessi insieme…”.
E
fu lì che le buttai il mio più grande malaugurio involontariamente…
Qualche anticipazione:
“Ma
niente, Luke, tranquillo, siamo sempre noi, ci conosci” risposi, contenta del
fatto che mi stessi distraendo.
________
“Comunque
stai benissimo versione cavallerizza, life coach!”dichiarò lui mentre mi
allontanavo.
________
“Amore,
ora mi offendo, come mi hai potuto confondere con Debora?”
“Lo
so, ha visto dieci chili in meno e dieci centimetri in più, ma cosa vuoi farci,
tu lo hai fatto completamente impazzire!” ribattei irritata, allontanandomi.
________
“No,
cazzo” sentii Niko dire, e mi lanciò uno sguardo come a dire “E’ colpa tua”.
________
La
vedemmo andare via, e lanciai numerose occhiate ad Andrea, che al momento stava
dicendo: “We’re in final! We’re in final!”.
________
“Niente,
ancora grazie…” rispose scrollando le spalle, prima di avvicinarsi e baciarmi
lievemente, trattenendo il mio viso tra le sue mani.