Il quinto piano è immenso. Ci sono decine di camere, e mi ritrovo a pensare a cosa possa servire il Centro di Addestramento nel corso dell’anno, quando è libero dagli ospiti degli Hunger Games. Se io, mio padre, Ander e Cleopatra vivessimo qui, ospiteremmo anche un folto numero di amici, prima tra tutti Zara, ne sono sicura. Quando Claire mi indica la stanza che dovrò occupare per il resto della settimana, mi ci fiondo dentro senza esitare. Non vedo l’ora di incontrare Haymitch alla terrazza. Lancio un’occhiata all’orologio affisso alla parete: le nove meno cinque. Ho tutto il tempo di farmi una doccia, cambiarmi e mangiare, prima di dirigermi all’appuntamento: mancano più di tre ore abbondanti a mezzanotte. Per prima cosa, mi levo quell’orrendo costume di dosso: ero così ridicola su quel carro, è praticamente ovvio che il pubblico mi abbia ignorato, prestando più attenzione a chi era vestito meglio, aveva un aspetto fantastico ed era stupendo. Entro nella cabina doccia e noto immediatamente un centinaio di pulsanti. La domanda su quanto tempo potrei impiegare a premerli tutti mi balza subito in testa, prima di essere scacciata dall’esigenza di lavarmi per bene. Guardo attentamente il pannello e scelgo il trattamento “Simple”. Un quarto d’ora dopo, esco più profumata di un giglio e, finalmente, rilassata. Una volta tornata in camera, apro a caso il primo cassetto che trovo sottomano, venendo ricompensata da una mise molto graziosa: camicia bianca a maniche lunghe e gonna di jeans con stampe floreali. Nell’armadio trovo due zeppe di legno e sopra il tavolino da toilette (roba da Capitol City, penso con rassegnazione ed un pizzico di divertimento) scovo un braccialetto quadrato d’argento ed un anello con granato. Dopo aver studiato alla bell’e meglio la mia immagine allo specchio, decido di tenere i capelli sciolti. Alla mia équipe potrà sembrare strano questo mio look così appariscente, così decido di dire loro che avevo voglia di provare un nuovo stile. Viste le stravaganze della gente della capitale, si spera che non ci faranno molto caso. In sala trovo solo Will, anche lui vestito in modo piuttosto ricercato: maglietta dei “moab” (almeno così c’è scritto) sopra maglia di cotone a maniche lunghe blu, jeans e scarpe da tennis. Si liscia in continuazione i suoi capelli ad istrice. Potrebbe sembrare quasi carino, se non fosse per la solita espressione da pazzoide nei suoi occhi. Tuttavia, le ragazze del Distretto 5 ci facevano spesso un pensierino. Io, ovviamente, pensavo soltanto ad Haymitch. Il resto della squadra ci raggiunge in breve tempo, e cominciamo a cenare. Non presto molta attenzione alla replica della Cerimonia di Apertura, mi distrae solo dal cibo. Non appena lo spettacolo si conclude, fingo di cadere dal sonno e sparisco in camera mia. Faccio passare il tempo pensando a cosa dire ad Haymitch ed, in men che non si dica, mancano tre minuti all’ora X. Apro con discrezione la porta e guardo circospetta il corridoio. Assicuratami che non ci sia anima viva, prendo l’ascensore e schiaccio il pulsante numero dodici. Arrivo dopo pochi attimi. Ripeto la stessa operazione di prima, e raggiungo la porta socchiusa del tetto. La figura di Haymitch si staglia contro il cielo illuminato artificialmente della capitale. – Ehi, Faccia di Volpe. – Il nomignolo con cui venivo chiamata a casa mi fa sorridere e sentire, per la prima volta da quando sono qui, al sicuro. – Volevi parlarmi? – gli chiedo, avvicinandomi ed appoggiandomi al parapetto. – Più che altro volevo guardarti. – La sua risposta mi confonde. Aggrotto le sopracciglia. – Guardarmi? – domando, senza capire. – Sei diventata più bella. Il costume indossato da Katniss e Peeta sarebbe stato meglio addosso a te. – Arrossisco per il complimento. So che si riferisce ai miei capelli rosso fuoco ed ai miei occhi color ambra liquida. – Tu devi dirmi qualcosa? – Non so come le parole riescano ad oltrepassare la linea delle mie labbra, ma lo fanno. – Ti amo. – La sua espressione è indecifrabile. Improvvisamente, si china verso di me. Il bacio è veloce ma intenso, ed io mi ritrovo a desiderare che non finisca mai. Pochi secondi dopo, si stacca da me e se ne va, lasciandomi sola. È il suo modo di fare, e non mi dispiace neanche un po’. Lo conosco, oramai, so che non lo fa per ferirmi, ma perché è il suo istinto a suggerirglielo, è la sua natura. Torno al mio piano e mi butto sul letto, cercando di prendere sonno. Probabilmente non riuscirò a vincere. Non possiedo le capacità necessarie. In tal caso, farò il possibile per aiutare Katniss e Peeta. Il mio ultimo pensiero, prima di sprofondare nel sonno, torna al mio distretto, a mio padre, Ander, Cleo e Zara. Finalmente mi addormento, ma riesco ancora a sentire il sapore delle labbra di Haymitch che si espande nella mia bocca.
Angolo dell’autrice: Il capitolo tredici! Qui ho voluto inserire un po’ di romance. Che ve ne pare? È adatto al rating giallo della storia? Avrei dovuto inserire più elementi riguardo il loro incontro o questi bastano o, addirittura, avanzano? XD Okay, troppe domande. È il momento di stressarvi con gli ship (muahahah, ora mi diverto!): Plimmer? No, seriamente c’è gente che shippa Peeta e Glimmer? Ma scherziamo? Peeta è di Clove, e Glimmer e Marvel… <3 This is love, è ufficiale (almeno per me). Ok, la vostra fedele Cleeta and Glarvel shipper di fiducia vi saluta, augurandovi tante cose belle!