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Autore: NadShepCr85    11/06/2015    2 recensioni
La storia della mia Shepard. A partire dalle origini fino all'assalto alla Base di Cerberus.
Missioni e interazioni tra l'equipaggio e il Comandante, con una particolare attenzione sulla romance tra Shepard e il Turian più amato della saga, Garrus Vakarian.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Premessa: Per questo capitolo, niente soundtrack. Non ho trovato niente che si sposava bene con le varie scene che incrocerete in questo capitolo, e quindi, dopo diversi tentativi, ho deciso di lasciar perdere. Quindi, vi lascio ampia libertà di scegliere le canzoni che più vi aggradano da utilizzare come sottofondo per la lettura.

Detto questo, premetto che Liara non è tra i miei personaggi preferiti, motivo per cui se trovate qualche inesattezza, non esitate a farmela notare, in privato.
Spero di tornare al più presto ad alti livelli, chiedo scusa per la qualità degli ultimi capitoli e per la loro lunghezza, ma non potevano essere spezzati in più parti. Avevo molto da dire, e anche in questo non ho potuto fare altro che superare, di poco, le quindici pagine.

Concludo ringraziando come sempre, chi continua a seguirmi, a recensire, e a farmi sapere il proprio parere via Skype o tramite messaggio. E chi si presta a leggere i capitoli prima della loro pubblicazione, per far sì che siano quantomeno leggibili.
Vi lascio al capitolo. Buona Lettura!

Capitolo 25: Little Wings's Song
 

Death closes all, but something ere in the end,

some work of noble note may yet be done.

Not unbecoming men that strove with Gods.

Sir Alfred Tennyson- Ulysses

Rachni. Quella missione non finiva di stupirla.

I Krogan, evidentemente, non avevano fatto un gran bel lavoro, mentre l'Umanità viveva l'esperienza dell'Impero Romano, e quei grossi ragni avevano potuto in qualche modo riprodursi, a dispetto dei loro Conquistatori, che erano stati condannati ad una pericolosa sterilità.

Se ricordava bene le lezioni di biologia al liceo, da qualche parte doveva esserci una Regina a controllarli, sempre che Saren non avesse trovato un modo per assoggettarli al proprio volere, contro ogni natura.

Oppure, ancora peggio, l'esperimento era andato male, e ora i Rachni stavano prendendo possesso della struttura, come in un perverso film di fantascienza o dell'orrore. Ragni giganti che uccidevano Umani senza alcun controllo. Normale amministrazione.

Qualsiasi cosa volesse ottenere Saren, tutto quello dimostrava la scarsa sanità mentale del Turian, e il suo desiderio di distruzione dell'Universo e di ogni essere senziente all'interno di esso, senza alcuna discriminazione razziale. Un perverso piano di far diventare alleati i nemici di un tempo, per i suoi scopi personali di conquista.

Shepard sorrise, amaramente, dentro al casco, non era forse quello che stava facendo anche lei? Aveva messo insieme Turian, Umani e Krogan nella stessa missione, obbligandoli a collaborare insieme a dispetto del passato, per il bene comune. A dispetto di Saren, però, lei li aveva messi insieme per salvare la Galassia, non distruggerla, come voleva fare il Turian.

In un Universo alternativo, avrebbe anche voluto lavorare al fianco di Arterius, a dispetto del suo odio per gli Umani, in un angolo remoto del suo cervello, lo rispettava abbastanza da non sottovalutarlo e da ammirarlo allo stesso tempo, non era annebbiata dall'odio nei suoi confronti come Anderson.

Camala era stata una disgrazia che aveva segnato anche troppo il Capitano, personalmente non provava molto simpatia nei confronti dei Batarian lei stessa, per quanto si potesse sempre trattare vite spezzate in modo impietoso, c'era sempre un punto in cui la simpatia per il popolo dell'Egemonia era soltanto di facciata. Per quanto ci fossero anche brave persone in mezzo a loro, e questo lo aveva capito grazie a David, trovava difficile non trovare parole di circostanza per un Batarian. Avevano troppo sangue sulle loro mani, sangue più o meno innocente, per far si che venissero comprese le loro intenzioni.

Nadira sospirò, a volte era così difficile distinguere i nemici dagli amici, sul campo di battaglia, le posizioni e le intenzioni cambiavano rapidamente, e la disturbava non poco dover dare la caccia al miglior Spettro dello Spazio del Consiglio, certe cose non sarebbero mai dovute accadere. Avrebbe fatto il suo dovere e messo fine alle ambizioni di Saren, anche uccidendolo se necessario, ma prima avrebbe cercato di farlo ragionare e farlo arrendere senza ulteriori spargimenti di sangue.

Uno sparo la riscosse dai suoi pensieri, e rimise il fucile di precisione in posizione di sparo, pronta a fare fuoco di nuovo, vedendo l'ultimo Rachni cadere a terra, morto. Dannazione..., pensò Shepard, scuotendo la testa mentre Garrus la guardava severamente, e Liara riprendeva fiato, più concentrata sulla missione di lei.

Se solo Garrus avesse potuto leggerle nella testa come l'Asari, avrebbe di sicuro disapprovato quello che aveva pensato su Saren, pensieri pericolosi e meritevoli di un plotone di fucilazione, qualora Tevos le avesse imposto di sottoporsi a una lettura mentale.

Il Comandante sbuffò, mentre si avvicinava alla console che avrebbe permesso loro di accedere alla sezione dei laboratori, sovrascrivendo l'ordine di quarantena diramato probabilmente per evitare che quelle creature si dirigessero verso Port Hanshan, verso i colletti bianchi che abitavano quel posto.

Lei non l'avrebbe permesso, non dopo aver faticato così tanto per mettere in carcere Anoleis. Il Salarian non se la sarebbe cavata così facilmente. Non prima di fermare Benezia, qualsiasi intenzione avesse, e di strapparle qualsiasi informazione avesse su Saren e sul Condotto.

Mentre Liara pattugliava il perimetro, il fucile a pompa troppo pesante per lei, i poteri biotici attivati, ma latenti, che le davano un'aura sinistra, rendendola ancora di più una figura eterea e lontana dall'Umanità, Garrus le si affiancò, tenendo contemporaneamente d'occhio anche l'Asari.

- Va tutto bene?- chiese il Turian a bruciapelo, mantenendo il tono il più amichevole possibile, mascherando l'inquietudine che provava nel vedere Shepard poco concentrata sulla missione. Sperava che l'aver ritrovato un membro della sua vecchia unità l'avrebbe resa più attenta su quanto dovevano fare, ma evidentemente si era sbagliato.- Sembri distratta.- concluse Vakarian, a bassa voce.

- Solo stanchezza, Garrus.- rispose lei, staccando lo sguardo per un breve secondo dal monitor davanti a lei, osservando il Turian attraverso il vetro del casco integrale della sua corazza, in un sussurro. Non si era fidata ad assumere stimolanti, per non incorrere nelle ire della Dottoressa Chakwas, ma in quel momento erano più che mai necessari, almeno per mantenere la concentrazione. Stava diventando difficile farlo.Da quanto fossero sul campo, non lo sapeva. Aveva perso anche la concezione del tempo all'interno di quella struttura, ma andavano avanti perché dovevano portare a termine la missione: lei e Garrus avevano maggiore resistenza rispetto a Liara, ma poteva leggere la stessa stanchezza negli occhi del Detective, amplificata anche dal freddo che in teoria avrebbe dovuto tenerli svegli.

Il Turian la osservò a lungo, prima di rimettersi il casco e riprendere a guardarle le spalle, non molto convinto della risposta che gli aveva dato il Comandante, ma decise di soprassedere, almeno per quella volta.

Vakarian sperò soltanto che quella missione non si trasformasse in un'altra Solcrum.

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Ashley batté il palmo della mano a terra tre volte, in segno di sottomissione, le ossa che le facevano male dappertutto, dopo aver accettato di lottare contro Wrex. Era stata una pessima idea.

Che cosa le era saltato in mente di sfidare il Krogan, mentre il Comandante era a terra, con la squadra da sbarco? Con Shepard perdeva comunque, ma una possibilità di uscirne senza le ossa devastate l'aveva sempre avuta.

Wrex gorgogliò una risata, mentre allentava la presa sul Capo, sollevando il ginocchio dalla sua schiena, schernendola.- Che cosa succede, Umana? Troppo debole per battere un vecchio Guerriero Krogan?- esclamò, beffardo, Wrex.

- Sei fortunato che sono appena smontata dal doppio turno, grossa lucertola rossa.- sputò, ferita nell'orgoglio, Williams.

- Forse mi stai confondendo con i Salarian, Williams. Non sono una lucertola, più una tartaruga secondo alcuni tuoi compatrioti, ma non una lucertola.- sibilò Wrex, lasciando che il Capo si rialzasse.- Se vorrai una rivincita sai dove trovarmi, Umana.- concluse il Guerriero Krogan, tornando al suo solito posto, con quella sua andatura ballonzolante, mentre Kaidan scendeva dall'ascensore, con l'intenzione di recuperare alcune cose dal suo armadietto, prima di tornare in Sala Tattica.

Il biotico si avvicinò al Capo, aiutandola a rialzarsi, chiedendole poi come stava.- Grazie per il pensiero, ma non sono fatta di carta velina.- rispose stizzita Ashley, nervosa e ferita nel proprio orgoglio, lasciando Kaidan di stucco.

Il Tenente sospirò, mortificato, l'umiliazione ricevuta dal Comandante gli bruciava ancora, e questo gli aveva fatto comprendere che le donne avventurose non facevano per lui: troppo forti di carattere, troppo suscettibili, e dannatamente sensuali.

Con Ashley c'era un rapporto diverso, la riteneva più una sorella e un'amica, per quel motivo ci rimase male nel venir trattato a quel modo da lei, con Shepard era ormai normale amministrazione, così depositò quello che doveva depositare nell'armadietto e cercò di riappacificarsi.

Si appoggiò al tavolo da lavoro, quello che Ash utilizzava per la pulizia delle armi della squadra da sbarco, e chiese al Capo di seguirlo in Sala Macchine per qualche minuto, ottenendo il suo scopo.

Quando furono sicuri che nessuno gli ascoltava, Kaidan iniziò a parlare, con quel suo solito tono calmo e paziente, che non tutti sopportavano, e che bollavano come tono più adatto da balia che da Ufficiale della Marina. Dov'era scritto che i Marines dovevano sempre e solo bestemmiare? Per come la vedeva lui, le cose si potevano ottenere anche senza urlare e parlare peggio dei scaricatori di astroporti o, ancora, mostrarsi a quel modo davanti agli altri.

Shepard aveva questa filosofia simile alla sua e, a parte una volta, non l'aveva mai vista o sentita parlare in modo scurrile o volgare, pur provenendo dalla truppa, probabilmente le pensava ma non si permetteva di utilizzare un linguaggio inappropriato davanti agli altri.

- Innanzitutto, volevo scusarmi per averti trascinata lontana dai tuoi doveri, Capo, so che hai da fare e mi dispiace aver interrotto il tuo lavoro.- esordì il Tenente, incrociando le braccia.- Secondariamente, volevo dirti, che il mio non voleva essere un modo per offenderti o farti sembrare debole davanti agli altri. La mia intenzione era solo quella di aiutarti a rialzarti. Soprattutto dopo aver combattuto contro un Krogan, durante una missione della massima importanza, e aver rischiato di farti male seriamente.- disse Alenko, facendo notare ad Ashley l'idiozia che aveva appena commesso.- Sono convinto che Wrex non ha calcato la mano più di tanto, ma è pur sempre un Krogan, Capo. È il triplo di un Umano, più forte di un plotone di Marines messo insieme. Nemmeno il Comandante si arrischia a fronteggiarlo in corpo a corpo, che cosa ti è passato per la testa?- la riprese Kaidan, mantenendo la calma.- Se c'è qualcosa che non va, o che ti turba, l'Alleanza ha del personale specializzato con cui parlare senza il dover farsi uccidere da un Guerriero Krogan.- le consigliò il Tenente, sempre con pacatezza.- Oppure ne puoi parlare al Comandante, è sempre molto disponibile con tutti.- concluse Alenko, stavolta con una nota di amarezza nella voce.

- Lo so, è solo che ha già tanti di quei problemi per la testa, e una missione prioritaria da portare a termine. Non voglio farla preoccupare delle mie piccole beghe. E l'unica cosa che può farmi sentire bene è imbracciare un fucile ed uccidere ogni singolo Geth che osi mostrare il suo faro al di là del Velo di Perseo.- ribattè il Capo, con molta naturalezza, dopo aver ascoltato il consiglio del suo diretto superiore.- Non ho bisogno di una madre, ne ho già una, e non ho bisogno di uno psicologo. Ho fatto le mie ore obbligatorie con una di quegli strizzacervelli e mi basta. L'unica cosa che esploderà sarà una bomba sotto il deretano di quello Spettro Turian psicotico, alla fine di tutto questo.- concluse Ash, buttando via il bicchierino del caffè, ormai vuoto.

- Cerca di tenerti un po' di tempo per te, Williams, di non...di non pensarci troppo. Shepard c'è già passata, potrebbe darti qualche consiglio su come gestire il tutto. Non scartare nessuna ipotesi.- insistette Kaidan, trattenendola ancora qualche minuto.- Ho visto molti commilitoni tenersi tutto dentro e poi finire male, per non sapere come andrà a finire se continui su questa strada.- aggiunse Alenko, prima di lasciarla andare.

- Già, è proprio la cosa di cui ha più bisogno. Riportare a galla Akuze per l'ennesima volta.- rispose, sarcastica la Marine, scuotendo la testa davanti all'indelicatezza del Tenente.- Grazie per la chiacchierata e il caffè, Tenente, ora devo tornare ai miei fucili, prima che l'Ufficiale Esecutivo mi richiami all'ordine.- ringraziò Ashley, frettolosamente, inanellando una scusa per non parlare un secondo di più con il suo commilitone.

Kaidan scosse la testa, mentre osservava Williams uscire dalla Sala Macchine quasi correndo. Lui le aveva dato soltanto buoni consigli, o così credeva. Scrollò le spalle e tornò ai suoi doveri: la nave era in pre allerta da quando erano attraccati, e fuori si stava scatenando una tremenda bufera di neve, avevano perso ogni contatto con Shepard e il resto della squadra da sbarco dopo pochi minuti che il MAKO aveva lasciato Port Hanshan. Con una bufera simile, c'era da aspettarselo che interferisse anche con le più moderne tecnologie di comunicazione militari e, anche se lui era preoccupato per lei, sapeva che se la sarebbe cavata.

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- Avete mai fronteggiato un'unità di Commando Asari?- chiese, piatta, Benezia, dopo che il Comandante, Garrus e Liara fecero il loro ingresso nella stanza dove si era rifugiata in attesa del loro arrivo.- Pochi sono sopravvissuti per raccontarlo.-

Un'aura biotica avvolse la Matriarca, proteggendola dai loro proiettili, mentre i famigerati Commando di Thessia facevano il loro ingresso, attaccandoli sul fronte e sul fianco, costringendoli sulla difensiva. Shepard scivolò rapidamente per confrontarsi direttamente con Benezia, evitando a Liara lo strazio di dover combattere contro la propria madre, lasciando a loro due il compito di occuparsi delle Asari.

La barriera della Matriarca era solida, i colpi della sua pistola facente parte dell'equipaggiamento standard da Spettro, e pesantemente moddata, con proiettili Colpo W perforanti, non riuscivano nemmeno a scalfirla , così dovette decidere di passare alle maniere forti, passando alle granate.

Garrus richiese il suo intervento mentre si accingeva a mettere in atto il suo piano, e scelse di aiutare i suoi sottoposti, fornendo loro supporto al meglio delle sue capacità, prima di concentrare di nuovo la sua attenzione su Benezia e la sua barriera biotica. Vakarian e T'Soni continuarono a coprirle le spalle, occupandosi delle commando ancora in piedi, abbassando le creste quando entrambi vennero avvisati dal Comandante prima del lancio delle granate.

Il trucco funzionò, e quando la breccia le permise di far fuoco contro l'Asari, lei non perse l'occasione per farlo, finché Benezia non ritrasse la barriera e sembrò arrendersi.

Nadira si tolse dal suo nascondiglio, quando le Commando non erano più un problema, con il fucile d'assalto spianato si avvicinò alla Matriarca, seguita subito dopo da Liara e Garrus, armati anche loro, chi di poteri biotici chi di un fucile di precisione: il Turian non aveva sbagliato ancora un colpo da quando erano arrivati ai Laboratori della Vetta 15, con sollievo da parte delle sue compagne di squadra che avevano ripiegato sulle loro pistole.

Shepard non era ancora guarita del tutto dall'ordalia di Solcrum, e cercava di utilizzare il meno possibile il suo fucile di precisione, perché il calcio, durante il rinculo, le provocava fastidio nella spalla destra, e le mod di stabilizzazione che aveva messo, non risolvevano granché quel problema, così ricorreva sempre di più o alla pistola, o al fucile d'assalto.

- Matriarca, si arrenda, e potremmo anche decidere di risparmiarle la vita.- affermò il Comandante, con decisione, avvicinandosi il più possibile a quell'Asari, universalmente conosciuta come una delle più potenti e rispettate Matriarche della Repubblica Asari.

Liara stentava a riconoscere nella donna che aveva davanti la propria madre. Per quanto fosse qualche anno che non si parlassero, Benezia era sempre stata gentile, una donna intelligente e premurosa che si era sempre presa cura di lei. Che l'amava.

Sua madre l'aveva praticamente cresciuta da sola, quando suo padre le aveva abbandonate poco prima che lei nascesse, e sebbene lei non avesse trovato conforme alle sue aspettative la scelta di Liara di occuparsi dei Prothean, questo cambiamento radicale nel suo atteggiamento la destabilizzava un po', e se Shepard l'avesse conosciuta prima che la Matriarca diventasse una seguace di Saren, anche lei avrebbe notato la differenza.

Benezia ignorò il Comandante, rivolgendosi proprio alla figlia, con tono distaccato.- Liara, avrei dovuto aspettarmelo che avresti seguito questa Umana fin qui. E mi chiedo per quale motivo l'hai fatto.- azzardò la Matriarca, provocando una reazione in Shepard.

- Liara è venuta qui di sua spontanea volontà. Può dire lo stesso di lei, Matriarca?- rimarcò Nadira, rispedendo al mittente la provocazione.- Mi fido di lei. E sta facendo la cosa giusta. E lei la sta ripagando cercando di ucciderla. Bell'esempio di madre che è.- Stavolta Shepard non misurò le parole, e Benezia per un momento vacillò. Per poi riprendersi subito dopo.

- Umana, tu non conosci il privilegio di essere madre. C'è potere nella creazione, nel modellare una vita, far sì che conosca la felicità o la disperazione. Non parlare di cose che non conosci, Umana. Se tu avessi figli, lo capiresti.- affermò l'Asari, trovando una breccia nel muro d'acciaio e piombo eretto dal Comandante nei confronti della Galassia intera, restituendo immediatamente la cortesia. Soltanto Garrus notò la mano sinistra di Shepard stringersi con prepotenza attorno alla canna del fucile d'assalto. Quale altro segreto celava, che Benezia aveva trovato senza nemmeno volerlo fare?- E temo non lo conoscerai mai.- concluse la donna, lanciando i tre contro il muro opposto, sorprendendoli.

L'ultima cosa che Garrus vide, prima di perdere momentaneamente conoscenza, fu la barriera evocata in meno di pochi secondi da Liara a protezione della squadra, contrastando il tentativo della madre di dare il colpo di grazia ai suoi avversari.

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Ashley rilesse la mail da parte di Samesh un'altra volta: l'uomo non aveva più saputo a chi rivolgersi per riavere il corpo della moglie, e aveva cercato lei. Lei, tra tutti.

Aveva brindato a Nirali poco dopo aver iniziato la missione, era stata una delle prime vittime della 212 su Eden Prime, visto che il suo Ufficiale Comandante aveva ritenuto opportuno portarla in pattuglia con loro, nonostante la donna non fosse abituata a quel genere di attività.

Allora, non sapevano che c'erano dei Geth pronti a porre fine alle loro vite, Eden Prime era un pianeta tranquillo, quasi noioso, un pianeta agricolo, non era mai successo nulla di importante fino al ritrovamento di quella sonda.

Che aveva portato guai a non finire per tutti. Maledì sottovoce la Dottoressa Warren e il suo team di archeologi, compreso quell'inquietante Manuel, mentre riviveva, in un momento di pausa, le immagini dell'attacco, momento dopo momento, pallottola dopo pallottola, fino a ciò che era accaduto al Comandante Shepard quando era entrata in contatto con quella cosa.

L'Alleanza stava trattenendo i corpi dei suoi commilitoni per studiare delle contromisure efficaci contro questi nuovi nemici dell'Umanità e della Galassia, ma avevano davvero bisogno di tutti i corpi?Quali risposte poteva dare il Soldato Scelto Nirali Bhatia, che gli altri caduti non potevano dare?

Williams sbuffò, seccata, era una di quelle volte che si chiedeva se la Marina dell'Alleanza meritava davvero la fedeltà che chiedeva ad ognuno di loro che combatteva sotto la bandiera dell'Umanità ormai unificata, come nel sogno di generazioni prima della loro che aveva cercato, inutilmente, di portarlo a realtà.

Si ripromise che avrebbe fatto tutto il possibile per dare al marito di Nirali la possibilità di seppellirla, finalmente, secondo i dettami della propria religione, una volta tornati sulla Cittadella. Sapeva di poter fare poco, in fondo era un semplice Artigliere Capo, ma perlomeno ci avrebbe provato. Lo doveva ai suoi commilitoni e, forse, avrebbe potuto guardare avanti.

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Liara trascinò prima Shepard e poi Garrus al riparo dai proiettili dei Geth e dai poteri biotici della madre, che continuavano a grandinare da ogni parte. La giovane Asari appoggiò il Factotum sul Comandante, pompandole Medigel finché questa non si riprese dall'impatto, pensando poi a Vakarian, mentre Shepard le dava copertura, imbracciando finalmente il fucile di precisione.

Quella distrazione costò cara alla Dottoressa T'Soni, che si ritrovò in un campo di Stasi biotica e non riuscì a portare a termine la rianimazione del compagno Turian, lasciando Nadira a fronteggiare i Geth e la Matriarca da sola.

Che situazione di m...., si ritrovò a pensare il Comandante, ancora intontita a causa del Lancio biotico subito sulla propria pelle, senza la sicurezza di una barriera biotica tra lei e la Matriarca più potente di tutto lo Spazio Asari. Scosse la testa, non aveva il tempo di pensare al suo orgoglio ferito, trasferì tutto il medigel che aveva a disposizione al Factotum di Garrus, cambiò munizionamento, con proiettili ad impatto combinati con un sistema di raffreddamento e passò al contrattacco.

Sovraccaricò un paio di unità soldato Geth, colpendole poi con tutto quello che aveva, stando attenta a non sovraccaricare il fucile di precisione, e a far ricaricare gli scudi, dopodiché passò alle sue mine di prossimità, che non usava da prima della destinazione alla Normandy come Primo Ufficiale.

L'abitudine di lavorare in squadra, l'aveva fatta arrugginire un po' sul lavoro in solitaria, che aveva caratterizzato gli anni successivi ad Akuze, ma era un N7 ed era arrivato il momento di dimostrare il perché si era anche guadagnata lo status di Spettro.

Non aveva bisogno di atti di eroismo per dimostrarlo, né di fare cose al di fuori dell'ordinario. Solo mettere in pratica ciò per cui era stata addestrata, i gesti eclatanti andavano bene soltanto nei film d'azione e nei videogiochi.

- Vuoi giocare col fuoco, eh, Matriarca?- sussurrò Shepard, incattivita.- Eccoti accontentata.- esclamò il Comandante, uscendo dal suo riparo.

Colpì con il calcio del fucile di precisione un Geth che si era avvicinato troppo, piazzò la mina di prossimità, e si spostò verso un punto elevato, arretrando e attirando nella trappola i robot, mantenendoli sotto pressione e costringendoli a restare in copertura, confidando nei suoi nuovi scudi per assorbire i colpi sparati da Benezia e dai Geth restanti.

- Pensi di potermi sconfiggere?!- le gridò l'Asari, sarcastica.- Senza i tuoi compagni non sei nulla, Spettro! Arrenditi, e Saren potrebbe anche decidere di risparmiarti la vita.- incalzò Benezia, cercando di lanciare di nuovo Nadira contro le casse sparse per l'area in cui si era barricata, fallendo stavolta, con suo sommo disappunto.

Il Comandante schivò il Lancio biotico, rotolando all'ultimo momento verso destra e attivando contemporaneamente le mine di prossimità una volta che fu in copertura, travolgendo i Geth che l'avevano inseguita fino a lì, cadendo nella sua trappola. Ora rimanevano soltanto Benezia e un paio di Juggernauth, ma sovraccaricò un paio di barili al plasma che erano nelle loro vicinanze e se ne liberò a quel modo.

Non trovando un punto elevato da cui poter sparare alla Matriarca, Nadira si accucciò sul pavimento , regolò l'alzo e la distanza del mirino ottico del suo fucile di precisione HMSVG XI, attivò le munizioni ad impatto e fece fuoco mirando alla barriera che circondava Benezia, concentrata su quello che stava facendo.

Il primo colpo servì a sbilanciare la Matriarca, facendole perdere la concentrazione necessaria a mantenere la barriera attiva, quando vide che la barriera stessa si era indebolita, Shepard sparò di nuovo, penetrando la barriera stessa come un cucchiaio penetrava con facilità un budino, l'impatto fece perdere all'Asari l'equilibrio, facendola finire a terra.

Di colpo, la barriera biotica si infranse, e il Comandante colse l'occasione per cambiare munizionamento e passare alle munizioni perforanti anti organici, mirando alla spalla sinistra della Asari, non volendo ucciderla, aveva delle informazioni da dare, e voleva avere almeno il tempo di estrargliele dalla bocca, prima di darle il colpo di grazia. Non meritava alcuna pietà.

Fino a quel momento aveva voluto soltanto ferire Benezia e metterla in stato d'arresto, ma vedendo la cattiveria con cui si era rivoltata contro la sua stessa figlia, aveva capito che viva non gli serviva a niente. Era una minaccia sia per la Galassia che per Liara, e le minacce andavano eliminate.

Quando il proiettile raggiunse Benezia, l'Asari crollò a terra gridando di dolore, e Nadira si rialzò in piedi, avvicinandosi a lei.

- Hai mai affrontato un graduato N7 dell'Alleanza?- la scimmiottò, con cattiveria, Shepard.- Nessuno è mai sopravvissuto per raccontarlo.-aggiunse, minacciosa e infuriata, il Comandante, appoggiando l'anfibio sulla spalla ferita della donna, la quale gridò di nuovo.- Ora, inizia a parlare, prima che ti pianti un proiettile in testa e ponga fine alle tue sofferenze. Voglio sapere tutto di Saren. I suoi piani, quante volte al giorno va in bagno, dove si trova. E forse, per il bene di Liara, potrei anche decidere di risparmiarti la vita e farti avere un giusto processo.-

Garrus, che si era da poco ripreso, e stava aiutando T'Soni a rimettersi in piedi, rimase a bocca aperta, nel sentir parlare Shepard a quel modo, era un lato di lei che non aveva mai pensato esistesse e decise che non avrebbe mai voluto farla arrabbiare fino a quel punto. Il Turian si avvicinò a lei, scrollando la testa per riprendersi, in tempo per sentire Benezia vuotare il sacco e diventare un'altra persona, completamente.

Liara, al contrario, finalmente riconobbe sua madre.

- Saren è troppo potente, non riuscirete a sconfiggerlo. Ha una nave, la Sovereign, che è capace di trasformare in servi chiunque vi salga a bordo.- esordì Benenzia.- Quando... quando ho deciso di unirmi a lui, sono stata in grado di preservare una parte della mia mente dall'indottrinamento, credevo di essere abbastanza forte da resistervi, ma mi sbagliavo. E' come battere sopra un vetro infrangibile, mentre le tue mani torturano e uccidono.- continuò la Matriarca, appoggiandosi al tavolo davanti a lei e prendendo un DMO, che consegnò a Shepard, che il Comandante osservò, prima di scoccare un'occhiata interrogativa all'Asari.- Qui dentro ci sono le coordinate del Portale MU, Saren ritiene che sia la chiave per trovare il Condotto. - spiegò la Matriarca, combattendo per mantenere la sua mente libera

- Madre, resisti! So che ce la puoi fare, per favore.- esclamò Liara, terrorizzata dall'idea di dover combattere di nuovo contro di lei, sapendo che era indebolita a causa della ferita alla spalla, e contro loro tre, non avrebbe avuto alcuno scampo.

Benezia si voltò verso la figlia, e la guardò un'ultima volta.- Sono sempre stata fiera di te, Liara.- affermò, con dolcezza, la donna, prima di perdere definitivamente il controllo di sé.- Ora, muori.-

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- Addio, Piccole Ali.-mormorò la Matriarca prima di spirare, alla figlia, finalmente libera dal giogo che si era messa al collo, contro la sua volontà.

Shepard concesse a Liara qualche minuto prima di continuare con la missione, ne avevano bisogno un po' tutti e tre.

In quel preciso istante, invidiava la scienziata, lei aveva avuto modo di dire addio alla propria madre, vedere che della donna che era stata qualcosa era rimasto, e che alla fine aveva fatto la cosa giusta, aiutandoli, anche era stata sé stessa per pochi minuti.

Non sapeva cosa pensare di Benezia, se trovarla coraggiosa o infinitamente stupida per essersi spinta fino a quel punto per fermare o cercare di dissuadere Saren dai suoi intenti, ma su una cosa la poteva ammirare. Aveva fatto ciò che molti non si erano sentiti di fare, e in questo era stata coraggiosa.

Liara le assomigliava molto. Le diffidenze che aveva nei confronti della giovane archeologa non erano sparite del tutto, sarebbe stata stupida ad abbassare la guardia completamente, ma per come si era comportata durante la missione, decise che la sua reclusione a bordo era conclusa.

Le avrebbe fornito maggiori autorizzazioni e avrebbe ordinato ad Ashley di non accompagnare più T'Soni ogni volta che l'Asari usciva dall'infermeria per ragioni diverse dal mangiare e dal dormire, ma di essere più discreta nel suo compito di sorvegliante.

Si avvicinò alla teca dove era detenuta la Regina Rachni, curiosa di vederne una, e anche in quel momento le venne in mente sua madre: Anna avrebbe pagato tutti i suoi crediti per essere lì con lei, ad assistere a quell'incontro, trascinando anche suo padre, il quale si sarebbe lamentato per tutto il tempo.

Ricordandoli, sorrise brevemente, e si accorse di quanto le mancavano.

All'improvviso i Rachni non le sembravano poi così minacciosi, anche loro in cattività erano uguali a tutti gli altri, e alla luce di ciò che Benezia aveva confessato prima di morire tra le braccia, si erano opposti a loro per autodifesa.

Nadira si appoggiò alla teca in cui era contenuta la Regina, che si mosse, facendo sobbalzare il Comandante, quando le zampe cercarono di togliere l'unico ostacolo che si frapponeva tra l'Umana e la loro libertà.

Istintivamente, Shepard estrasse il suo fucile d'assalto, puntandolo contro l'insetto, mentre una delle Commando si rialzò, prendendo il Comandante alle spalle, Garrus se ne accorse e avvisò Shepard, puntando la sua arma nel contempo.

- Comandante, dietro di te!- gridò il Turian, attirando l'attenzione di Nadira sulla Commando Asari che l'aveva colta di sorpresa, agendo d'istinto, il Comandante lasciò partire una raffica, mancando l'aliena di proposito, intendendo il tutto come un colpo di avvertimento.

Non c'era limite all'assurdo in quella missione.

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Quando pensavi di aver visto tutto, arrivava il momento che qualcosa ti sorprendeva, in positivo o in negativo. Shepard non seppe dove classificare l'incontro con la Regina Rachni, ma era sicuramente stato un qualcosa di straordinario, seppur inquietante. Quando la vide allontanarsi dalla teca, che aveva aperto invece di irrorarla di acido, lasciando in vita quell'essere, sapeva che il Consiglio non sarebbe stato incline a perdonarle quella decisione senza prima consultarli.

Si voltò, e dopo le parole astiose del Turian, sul volto di Garrus poté vedere tutta la sua disapprovazione, secoli di cultura e di terrore seminato da quei ragni giganti non potevano essere scordati tanto facilmente, lei lo capiva. Wrex, una volta che lo avrebbe saputo, si sarebbe unito al coro di chi disapprovava quella scelta.

Non che potesse biasimarli o non comprendere le loro ragioni, ma se ciò che Benezia le aveva detto molto brevemente sui Rachni era vero anche solo in parte, la Regina avrebbe mantenuto la sua promessa. E avrebbe anche potuto rivelarsi un ottimo alleato in caso di necessità, in futuro. Proprio come aveva detto Wrex, quando si erano conosciuti, il nemico del mio amico è anche il mio nemico.

Odiava la politica, ma alla fine la politica a volte era necessaria per raggiungere determinati obiettivi, se utilizzata ad arte e in modo etico, e per quanto li detestasse, i giochi di potere erano le colonne portanti della Galassia e dell'Alleanza. Anche un bambino lo avrebbe capito, che in determinate situazioni, non bisognava essere troppo schizzinosi. Soprattutto se si trattava di ragni grossi più di un cavallo.

Garrus, dal canto suo, non avrebbe mai permesso alla Regina Rachni di andarsene. Molta gente era morta, in quei laboratori, a causa sua e dei suoi “figli”, ed era risaputa la pericolosità di quella Specie, che aveva quasi annientato l'intera Galassia secoli prima che loro due nascessero, fermati solo dal sacrificio dei Krogan, prima che si rivoltassero essi stessi al Consiglio che li aveva acclamati come i propri salvatori.

Essere idealisti aveva i suoi pro e i suoi contro, e a volte si finiva per prendere delle grosse cantonate, soprattutto quando c'era in gioco più della sopravvivenza di una singola Specie: in quel momento, non se lo potevano permettere, dovevano pensare al quadro d'insieme delle cose, non ai dettagli.

Purtroppo non era lui a comandare. Shepard sicuramente avrebbe spiegato le sue motivazioni nel rapporto che avrebbe inviato al Consiglio, e anche a loro, se ci fosse stato il tempo, avrebbe anche contattato la Cittadella per passare la patata bollente ai vertici, ma non c'era stato. Aveva dovuto decidere, e aveva deciso di lasciar andare la Regina. Soltanto il tempo avrebbe potuto dire se era stata una decisione affrettata e sbagliata, oppure sarebbe stata la mossa giusta da fare.

Su quello, potevano solo aspettare e sperare che la clemenza che aveva usato il Comandante verso i Rachni non si ritorcesse loro contro.

Altrimenti, il Consiglio si sarebbe premurato di farle pagare le conseguenze derivate da quel gesto, aspettavano, come predatori in attesa della preda, di poter banchettare sul suo cadavere, e di poter utilizzare ogni suo errore di valutazione come una scusa per buttarla fuori dall'elite della Galassia.

Tutto sommato il suo lavoro all'SSC, era molto più semplice di quello di uno Spettro, ma lì si aveva una determinata linea di condotta e paletti entro i quali agire, se fosse capitato a lui, durante gli anni trascorsi in servizio come semplice Agente, avrebbe dovuto prima contattare l'Esecutore, richiedere rinforzi per mettere in sicurezza l'area e poi la questione veniva passata al Consiglio.

No, in quelle situazioni, non invidiava per niente il Comandante, e comprendeva il perché soffriva di insonnia, probabilmente di notte il peso delle sue decisioni, quando era da sola con i propri pensieri, popolavano i suoi sogni, trasformandoli in incubi veri e propri che il Cifratore amplificava rendendoli ancora più orribili.

Eppure....eppure andava avanti. I motivi che la spingevano a continuare, a lui erano completamente ignoti, in quei mesi a bordo della Normandy aveva cercato di individuarli, facendo affidamento al suo addestramento militare e da poliziotto, ma non c'era riuscito.

Forse era venuto il momento di accantonare l'orgoglio e di chiederglielo, ma temeva di sembrare indiscreto a compiere un gesto del genere, data la riservatezza del Comandante su aspetti della sua vita privata che, ormai, era di dominio pubblico. Senza che l'Alleanza facesse molto per mettere a freno una libertà di stampa un po' troppo eccessiva e invadente.

Si era stupito che Shepard non avesse preso a pugni la Al Jilani quando si era dovuta sottomettere agli ordini degli alti vertici e dell'Ambasciata e rilasciarle l'intervista, gestendola anche fin troppo bene.

Per il momento, decise di rimandare quelle domande. Quando avrebbero fermato Saren, ci sarebbe stato il tempo per farlo, e non voleva assolutamente fare o dire qualcosa che avrebbe potuto anche ferirla indirettamente.

Lui era un maestro in questo.

- Va tutto bene, Garrus?- gli chiese Shepard, all'improvviso, a bassa voce, dopo che erano al sicuro nel MAKO fermo nel garage di Port Hanshan, ed essersi tolta l'elmo. Avevano dovuto azionare il comando per ripulire in modo definitivo i laboratori dai Rachni, e per fortuna i civili se ne erano andati in tempo. Non si era nemmeno accorto che le si era messa seduta accanto, da quanto era distratto dai suoi ragionamenti e pensieri. Liara, dal canto suo, non aveva più proferito parola da quando avevano lasciato la vetta, e poteva comprenderla benissimo.

- Soltanto qualche graffio, niente che un po' di medigel non possa curare o mettere a posto. Non siamo fragili quanto voi Umani, noi Turian. Siamo fatti d'acciaio.- rispose lui, mascherando la stanchezza che iniziava a sentire, un sentimento comune a molti nell'equipaggio. Più Saren era un passo avanti a loro, e più il pessimismo e la frustrazione circolavano sulla nave. Una frustrazione che coinvolgeva tutti, Comandante compresa, solo che lei era soltanto più brava a nasconderla e a tenerla sotto controllo. La squadra da sbarco ancora reggeva e Garrus si chiese chi di loro sarebbe stato il primo a crollare.

Alenko era la maschera dell'impassibilità, il fatto di essere un biotico molto potente e di perdere facilmente il controllo di sé sotto pressione elevata, lo aiutavano a non perdere la calma, lui probabilmente avrebbe retto ancora per qualche mese.

Williams, di contro, era tutto il contrario del Tenente, e come Shepard si teneva tutto dentro, seppur lanciasse quelle cose che gli Umani definivano frecciatine ad ogni occasione valida e non si tirava indietro dallo stare in compagnia. Forse quello era il suo modo per scaricare la tensione.

Wrex, neanche a parlarne, a lui bastava un fucile a pompa e ondate di nemici infinite per rilassarsi. Peccato che Shepard lo lasciasse spesso in panchina, per fare affidamento su di lui e Tali, perché nonostante i suoi pregiudizi sui Krogan, dettati da secoli di odio instillato in ogni grado della società Turian, rispettava il Guerriero e la persona che c'era dietro quell'ammasso di placche e corazza naturale. Non parlava molto, ma Garrus sospettava che ci fosse di più dietro a quel suo volersi aggregare alla missione e alla squadra del Comandante Shepard.

Non era voglia e curiosità di conoscere il lavoro di qualcun altro, oppure contribuire al successo della missione, Vakarian aveva la vaga impressione che il mercenario Krogan cercasse altro in quel viaggio. Il fatto che avesse chiesto a Shepard di recuperare la sua corazza di famiglia, aveva di fatto messo in allarme il suo lato investigativo.

Tali era sempre nervosa, per cui non poteva dire con certezza come stesse vivendo quel sempre ritrovarsi a rincorrere Saren ovunque nella Galassia. Inoltre, avendo sempre il casco e la maschera a protezione del volto, doveva sempre ricorrere alla gestualità e al linguaggio del corpo della Quarian per capire cosa stesse veramente dicendo.

Liara si poneva come una saccente professoressa di Università, a volte risultando antipatica, per mascherare la sua inesperienza ed essere all'altezza della situazione. Temeva come avrebbe potuto reagire agli eventi a cui avevano appena assistito, e temeva che poteva essere lei la prima a crollare.

Shepard stava osservando l'Asari sfilarsi il casco, e sollevare finalmente lo sguardo da terra. Il Turian si era aspettato che le dicesse qualche parola di conforto, erano un qualcosa di cui T'Soni aveva bisogno al momento, ma capiva anche che non c'era molto da dirle per confortarla.

Era uno di quei momenti in cui le parole erano troppe e non restava altro che il silenzio: la pietà avrebbe fatto più danni di una pacca sulla spalla e di qualcosa in cui buttarsi per gettarsi il tutto alle spalle.

Aveva visto un Capo istruttore Pilota rimettere su un caccia un pilota che aveva perso il proprio navigatore a causa di uno stallo, a cui aveva fatto seguito un avvitamento infernale, durante il servizio militare, nonostante gli psicologi ne avessero sconsigliato il reintegro immediato in servizio. E aveva funzionato.

- Appena rientreremo a bordo, vi voglio entrambi in infermeria, nessuna scusa.- ordinò Shepard, seria.- Ho affrontato diverse Asari mercenarie, ma nessuna aveva la capacità biotica della Matriarca Benezia. È stato uno degli scontri più difficili che ho dovuto affrontare in dieci anni di servizio, la prossima volta saremo preparati anche a questo.- affermò il Comandante.- E la prossima volta porterò con me una decina di Krogan. Almeno loro non consumano tutto il medigel.- concluse Shepard, avendo l'accortezza di farsi sentire solo da Garrus e non da Liara.

Decisamente non era la persona adatta a dare brutte notizie con tatto.

Camminarono in silenzio quasi fino alla Normandy, e dopo che Liara aveva chiesto il permesso per salire a bordo senza di loro, Garrus rivoltò contro il Comandante la domanda che gli aveva posto sul MAKO.

- Stai bene, Shepard? Non usi più molto spesso il fucile di precisione da quando l'Ufficiale Medico ti ha autorizzata a riprendere il servizio attivo dopo la missione su Solcrum.- le fece notare Vakarian, incrociando le braccia dopo averla costretta a fermarsi.- Non voglio accusarti di nulla, Shepard, è solo che se avessi utilizzato il fucile di precisione anche tu, ci saremmo risparmiati un sacco di grattacapi, con i Rachni.- contestò il Turian, dopo essersi assicurato che non ci fossero orecchie indiscrete attorno.

Nadira si sedette sulle casse davanti alla nave, appoggiando il casco della Colossus IX accanto a sé. Non aveva senso mentire ai compagni, alle persone che affidavano anche a lei il compito di tornare a casa.

- Il braccio destro non funziona molto bene. Credo sia dovuto al fatto che la ferita sia recente, ma mi sta dando più problemi di quanto non si aspettasse la Dottoressa Chakwas. Il Maggiore mi ha già consigliato di vedere uno specialista, a fine missione, e di usare il meno possibile il fucile di precisione.- spiegò il Comandante, grattando leggermente la superficie della cassa su cui si era seduta.- La cartilagine della spalla destra si sta riformando lentamente, l'Ufficiale Medico teme che un rinculo gestito male, possa provocare una dislocazione della clavicola, e sai, da tiratore scelto, cosa vorrebbe dire.- concluse Shepard, riprendendo in mano il casco e appoggiandoselo in grembo.

Garrus annuì, e rimase pensieroso un paio di minuti prima di fornirle una soluzione temporanea.

- Comandante, io non posso esserci sempre sul campo di battaglia a ricoprire il ruolo per cui sei stata addestrata. Perché non metti uno stabilizzatore, per diminuire il rinculo del fucile di precisione?- le propose il Detective, pensando che non avesse già installato uno sul suo HMSVG IX, proveniente dall'Ufficio Requisizioni dell'SSC..

- Già messo ed è l'ultimo upgrade immesso sul mercato.- rispose Nadira, prevenendo l'ulteriore suggerimento che Garrus aveva già pronto. Purtroppo dovette rimandare la discussione ad un altro momento, quando videro avvicinarsi il Capitano Matsuo. Vakarian si congedò dal Comandante, fiducioso che nessuna delle due avesse sparato all'altra, salendo sulla Normandy SR-1, con l'andatura marziale tipica della sua specie.

Shepard, invece scese dalla cassa, tenendo le armi al proprio posto, e mettendo il casco sotto braccio.- Capitano Matsuo, è venuta a controllare se sto finalmente per lasciare Noveria?- chiese, sarcastica, Nadira. Rispettava la responsabile della sicurezza di Port Hanshan, ma il loro scambio di cortesie, non era stato uno dei più piacevoli.

- Sì, e anche no.- esordì il Marine in congedo.- Sono anche venuta a porgerle le mie scuse, Comandante. Ho ordinato a un paio di miei sottoposti di setacciare i conti di Stirling e di altri Agenti della Controllo Rischi Elanus, e ho scoperto che prendevano un po' tutti mazzette da Anoleis, e se dovessi ascoltare il mio istinto, li licenzierei dal primo all'ultimo. Purtroppo non posso farlo.- continuò mortificata, il Capitano.- Cerco di essere a conoscenza di tutto quello che succede attorno a me e ai miei sottoposti, come mi è stato insegnato nei Marines, ma a quanto pare non lo faccio a sufficienza.-

Shepard attese un po' prima di rispondere. Era il primo dovere di un Ufficiale Comandante se c'era qualcosa che non andava nei propri sottoposti, indipendentemente dal ruolo che si ricopriva. Su Noveria la faccenda della corruzione nel servizio di sicurezza sarebbe stata insabbiata alla svelta, una volta che Anoleis fosse stato portato a processo e condannato, Stirling e chi aveva assalito lei e la sua squadra sarebbero stati gli unici a venire stigmatizzati, ma sicuramente qualcun altro avrebbe preso il posto del Salarian.

Il Capitano Matsuo avrebbe dovuto vigilare più attentamente sui suoi uomini, lontana dalle corporazioni, se davvero voleva fare la differenza. Per quanto riguardava i Geth, lì non la biasimava, probabilmente Benezia aveva fatto sorvegliare le casse dalle sue commando e un Geth inattivo era difficile da individuare con gli scanner in un container piombato, che fungeva da jammer naturale per qualsiasi strumentazione elettronica il servizio di sicurezza di Noveria avesse in dotazione.

- Scuse accettate.- si limitò a rispondere il Comandante, iniziando poi ad avviarsi verso il portellone della Normandy, considerando la conversazione ormai conclusa.

- Ora, rimane soltanto la questione dei danni causati al Garage e alle strutture dei laboratori sulla Vetta 15. A chi mi devo rivolgere per richiederne il risarcimento?- chiese, all'improvviso, il Capitano, seria.

- All'Ambasciatore dell'Alleanza dei Sistemi Donnel Udina, Ambasciata Umana della Cittadella, Presidium, Nebulosa del Serpente.- rispose Shepard, che non vedeva l'ora di "ravvivare" la giornata all'Ambasciatore.- Questa è la sua email, lo contatti direttamente. Sarà felice di rispondere a tutte le sue richieste e quesiti. Ora devo andare. Mi stia bene, Capitano.- concluse Nadira, un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, salendo finalmente a bordo della sua nave, pronta a proseguire verso la Stazione Spaziale, a rendere conto della decisione che aveva preso riguardo ai Rachni al Consiglio.

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Saren era vicino, dannatamente vicino. Nadira fece girare tra le mani il DMO datole da Benezia, prima che l'Asari morisse tra le braccia di Liara, mentre aspettava che tutti si riunissero in Sala Comunicazioni.

Sapeva che ci sarebbe voluto del tempo, prima di riuscire ad analizzare quelle informazioni, avrebbe messo Tali al lavoro non appena il debriefing fosse terminato, sicura che Adams le avrebbe dato una mano senza nemmeno aspettare un suo ordine, ma ora Arterius non era più un passo avanti rispetto a loro.

La fine della missione si avvicinava, finalmente, e stavolta avrebbe riportato a casa tutti, nessuno escluso, nessuno lasciato indietro. Se qualcuno le avesse detto mesi prima, che avrebbe dovuto salvare la Galassia e che intere Specie contavano su di lei per evitarne la propria estinzione, gli avrebbe riso in faccia.

Quella storia non si sarebbe sicuramente conclusa bene, per Saren soprattutto, ma quantomeno sarebbe stato sufficiente per redimerla agli occhi dell'Umanità dopo il disastro di Akuze. O almeno, così sperava. Per il momento doveva accontentarsi della fiducia che il suo equipaggio e la sua squadra aveva nei suoi confronti.

E quella sensazione che provava ogni volta che li vedeva scherzare tra di loro, coprirsi le spalle sul campo, che notava il legame che si stava formando tra persone e personalità diverse unite da un unico obiettivo, la faceva sentire di nuovo a casa. Le dava sicurezza e forza, per affrontare anche i suoi demoni interiori e i fantasmi del suo passato che continuavano comunque a tormentarla. E sconfiggerli.

Come avrebbe sconfitto Saren. Le restava soltanto un grosso punto interrogativo: Virmire. Il Consiglio l'aveva indirizzata verso quella che loro ritenevano fosse la base logistica e scientifica principale del Turian, e il fatto che avessero inviato un'unità speciale dell' STG Salarian dimostrava che quelle supposizioni fossero corrette.

L'STG era una delle migliori unità speciali dell'intera Galassia, la punta di diamante dell'Esercito Salariano, che faceva della guerriglia e del controspionaggio il suo punto di forza, al punto che non si sapeva quasi nulla di loro, a meno di essere nell'ambiente o averci già avuto a che fare. Gli Agenti STG erano in ogni angolo della Galassia mescolati alla gente comune, pronti ad agire in caso di problemi o minacce alla stabilità di Sur'Kesh, e questo li rendeva molto pericolosi.

Agivano così, nel silenzio e nelle ombre, come la maggior parte delle tattiche utilizzate dal loro Esercito. Ed erano dannatamente bravi nel farlo.

Per cui, se il Consiglio aveva inviato quest'unità su Virmire, doveva bollire qualcosa in pentola, di molto, molto grosso. Il fatto che le avevano fornito di loro spontanea volontà quella traccia, rendeva il tutto se possibile ancora più sospetto, ma se c'era anche soltanto una minima probabilità per preparare un agguato in grande stile ad Arterius, e catturarlo, lei non se la sarebbe lasciata sfuggire.

Era troppo ghiotta come occasione per lasciarsela fuggire.

Decise che avrebbe guardato nella faccenda una volta ripulite le mille missioni datale giornalmente dall'Alleanza in sfregio all'importanza della missione principale affidatale dal Consiglio, quando avevano le capacità militari e umane per sbrigarsela da soli.

Prima di dirigere la Normandy verso Virmire, comunque, doveva preparare per bene la sua squadra e quelle missioni erano il modo perfetto per farlo, perché temeva che su quel pianeta, si sarebbe scatenato l'Inferno, nel caso di uno scontro diretto con Saren e i suoi schiavi.

Schiavi. Solo pronunciare quella parola, le faceva venire i brividi, e riportava a galla il ricordo di Talitha, la ragazza di Mindoir salvata dagli schiavisti e dal suicidio molto tempo prima.

Benezia non aveva avuto collari al collo o strumenti di tortura nella testa, eppure anche lei era stata schiava di qualcuno, o di qualcosa, e Shepard non voleva che accadesse la stessa cosa a nessun altro, su quella nave e nella Galassia. Se solo il Consiglio fosse stato lì a vedere che cosa ne era stato di una delle più potenti Matriarche della Repubblica Asari, una persona stimata ed ammirata da molti, non avrebbe fatto tante storie per la sua decisione di lasciare in vita la Regina Rachni.

Di fronte ad una minaccia simile, tutto il resto, vecchie diatribe e quant'altro, doveva essere messo da parte, e partire con un genocidio, con una Specie che avrebbe potuto essere un ulteriore alleato nel caso fermare Saren non sarebbe stato sufficiente. E lei sapeva che non lo sarebbe stato.

Dannazione, avrebbe persino trovato una via per curare la Genofagia se si sarebbe reso necessario, per strappare ad Arterius un terreno fertile nel quale trovare alleati per la sua causa, oppure pacificato Geth e Quarian per la stessa ragione, se i sintetici non le fossero stati così ostili.

Quando la squadra fu riunita, Shepard poté sentire tutta l'ostilità di Wrex nei suoi confronti, soprattutto dopo aver rivelato che aveva lasciato libera la Regina Rachni, scatenando una ridda di commenti di disapprovazione da parte di Williams e Alenko, che seppur in modo educato, espressero la propria opinione in merito. Garrus, Tali, e Wrex al contrario, rimasero in silenzio. E quello le fece più male del disappunto dei due Umani.

Ormai non poteva tornare indietro, e anche se lo avesse potuto fare, avrebbe ripetuto la sua scelta. La missione era sua, la gestiva come meglio credeva, qualora ci fossero state delle ripercussioni, non si sarebbe tirata indietro dalle sue responsabilità.

C'era qualcos'altro di più importante da vagliare.- Sappiamo dov'è diretto Saren.- esordì, mostrando il DMO, dopo averlo tirato fuori dalla tasca dei pantaloni dell'uniforme da fatica.- La Matriarca Benezia, prima di morire, ci ha consegnato di sua spontanea volontà le coordinate di una zona della Galassia rimasta inesplorate, occupata principalmente dai Rachni. Da quanto ci ha spiegato, le Regine sono animali territoriali, girovagavano oltre il Velo cercando portali e chiudendoli in modo da non avere interferenze esterne e riprodursi pacificamente.- Non la notizia più rassicurante, ma come poteva avere colpa anche di quello che le aveva riferito Benezia?- Durante questi loro “viaggi” si sono imbattuti in questo Portale Mu, che sembra, sempre da quanto riferito dalla Matriarca, l'unico accesso per il Condotto che Saren sta cercando per far tornare i Razziatori.- concluse Nadira, lasciando che i presenti giungessero alle proprie conclusioni.

- Dobbiamo recarci lì immediatamente. Abbiamo un vantaggio su Saren dobbiamo sfruttarlo.- esclamò Liara, rompendo finalmente il silenzio in cui si era isolata dopo aver assistito alla morte della madre.

Sfortunatamente per lei, Ashley non era d'accordo. O almeno, prese nel modo sbagliato quel suo entusiasmo.- Ehi, a meno che le cose non siano cambiate in mia assenza, il Comandante di questa nave è Shepard, “Esperta Prothean” dei miei stivali!-inveii il Capo, irritata dal tono utilizzato dall'Asari. La sua Laurea e la sua specializzazione, nonché il fatto di voler sempre mettere becco nelle decisioni sulla missione, non le davano diritto a dettare la loro agenda.

- Io volevo soltanto....- esordì l'Asari, ma il litigio venne bloccato sul nascere proprio da Shepard che aggiornò il debriefing, di fatto concludendolo.

- Siamo stanchi e nervosi a causa della missione. Credo che un po' di riposo e relax faccia bene a tutti. Potete andare.- ordinò Shepard. Quelle parole servirono a calmare un po' gli animi, ma non aveva finito con Williams. A Liara avrebbe pensato dopo. Ashley fece per uscire dalla Sala Comunicazioni, seguendo Alenko, ma venne fermata dal Comandante.- Capo Williams, lei rimanga. - Alenko si voltò, per ribattere qualcosa, ma lo sguardo che gli lanciò Shepard lo convinse ad andarsene e a non intromettersi. Dopotutto Williams se l'era cercata. Quando furono sole, e Joker aveva staccato la videosorveglianza, mantenendo le registrazioni accese, Nadira si sentì libera di parlare, mentre Ashley si irrigidì sull'attenti, cosciente che stava per ricevere una solenne lavata di capo. Lo sguardo del Comandante non prometteva nulla di buono, non poteva essere altro che quello.

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Liara si rifugiò nel suo piccolo ufficio. Finalmente, dopo tutte quelle ore, quegli sguardi che l'equipaggio le aveva lanciato, non sapeva se era pietà compassione o sospetto, poteva avere un po' di pace e restare sola con i propri pensieri. E il suo dolore.

Accese il terminale, doveva distrarsi con l'unica cosa che sapeva e voleva fare in quel momento, analizzare, catalogare e ricercare: quelle erano cose a lei famigliari, cose che non la tradivano mai, e su cui poteva fare sempre affidamento.

Su quella nave c'era molto da fare in proposito, Shepard le aveva fatto portare i contenitori piombati con gli scritti della Matriarca Dilinaga, per trovare qualsiasi cosa potesse servire loro in quello scontro che si stava profilando all'orizzonte, insieme ai dischi dati Prothean che trovavano man mano che esploravano e scansionavano i vari pianeti che incrociavano.

Buttarsi nel lavoro, le dava la possibilità di evitare di crollare, come si sarebbero aspettati tutti, a partire dal Comandante. Sarebbe stato un suo sacrosanto diritto, ma la minaccia incombente era più importante del suo lutto.

Avrebbe ricordato sua madre aiutando Shepard nel riuscire dove Benezia aveva fallito, fermare Saren: anche quello era un modo per onorare la sua memoria. La memoria della madre che era sempre stata coraggiosa, che l'aveva cresciuta da sola dopo che la sua compagna l'aveva abbandonata poco prima che partorisse.

La memoria della donna determinata e forte che aveva infranto l'isolazionismo della sua Specie cercando di fare la cosa giusta, prima di tutti, prima che il Comandante apparisse sulla scena galattica e facesse finalmente qualcosa di concreto.

Le altre Matriarche l'avrebbero accusata, stigmatizzata, cancellato quanto di buono Benezia aveva fatto in quegli anni, per essersi unita ad un traditore del Consiglio, e lei ci sarebbe andata di mezzo, quanto il suo popolo si sarebbe fidato di lei, ora?

Non le sarebbero bastati mille anni per rimediare a quello.

Liara sospirò, aprendo la sua casella di posta elettronica, aveva preso ogni precauzione possibile prima di inviare quella richiesta alla sua collega, e vide che le aveva inviato quello che le aveva chiesto, anche qualcosa di più, considerando il peso del file in allegato.

L'Asari esitò, sapeva che avrebbe potuto chiedere direttamente a Shepard, ma aveva temuto un rifiuto, come accadeva sempre quando qualcuno si azzardava a fare domande sulla vita privata del Comandante, o sul suo passato.

Poi, decise che non era arrivata fino a quel punto per tirarsi indietro. Cliccò sull'allegato dopo aver controllato che non ci fossero programmi dannosi o programmi spia al suo interno, e quando ebbe finito di scaricarlo, si aprirono migliaia di finestre, preannunciandole una lunga notte di studio e di ricerca.

La distrazione che aveva così disperatamente cercato, per allontanare gli ultimi istanti di sua madre, impressi nella sua mente, era davanti ai suoi occhi. Invece di buttarsi a capofitto nella lettura di quei documenti, chiuse gli occhi e si permise di rivedere e risentire Benezia un'ultima volta, prima di confinare il suo lutto e il suo dolore in un angolo della sua mente, dove non avrebbe interferito con la missione. Avrebbe avuto tutto il tempo per piangerla dopo, quando Saren non sarebbe più stato un pericolo per nessuno.

Addio, Piccole Ali.

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Quando la Cittadella apparve davanti a loro, Joker non sapeva se sentirsi sollevato o meno. Noveria era un postaccio, dove prima ti tagliavano le palle, le congelavano e poi te le rivendevano spacciandotele per nuove.

La Stazione, al contrario, era una specie di oasi, per chi non ficcava il naso in profondità. Un posto dove rilassarsi qualche ora, prima di riprendere la rotta per lo Spazio.

Dopo aver svolto le pratiche per l'attracco, Jeff avvisò Shepard, che si era appisolata sulla scrivania, davanti al terminale nella sua cabina, con accanto la solita vagonata di datapad, che erano arrivati a destinazione: detestava farlo, svegliarla quando sapeva quanto avesse bisogno di dormire, soprattutto dopo aver passato la notte ad evitare che T'Soni restasse da sola, aiutandola con le sue ricerche anche se non ci capiva granché, insieme a Tali.

Che strano equipaggio, che si era tirata dietro Nadira, a cominciare da lui, chi avrebbe immaginato su Arcturus che sarebbero arrivati a quel punto, insieme? Una profuga coloniale orfana e un ragazzino storpio con la passione per navi che poteva manovrare soltanto nei suoi sogni?

Non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui si era frapposta tra lui e quei bulli che lo avevano malmenato di continuo per mesi, prima che lei sbarcasse sulla Stazione fiore all'occhiello dell'Alleanza dei Sistemi, rischiando il carcere, e mesi dopo si era anche fatta qualche giorno in custodia, mandando a monte l'impegno che aveva profuso per prepararsi adeguatamente per entrare all'Accademia Navale.

Ora la situazione era cambiata, altri cattivi, altri tempi, altri luoghi, ma lei continuava a ficcare il naso dove non doveva e ad uscirne ammaccata, e vincitrice.

Jeff sospirò, in un altro tempo, non avrebbe soppresso l'infatuazione giovanile per Shepard, ma sapeva che non avrebbe mai funzionato, erano nati per essere amici e nulla di più, e al pilota questo bastava, seppur Nad fosse una donna straordinaria per cui molti avrebbero messo la firma per dire “questa è la mia donna”. Lui compreso.

La osservò indossare la corazza e armarsi, prima di scendere nella stiva, stupendosi nel trovare Williams al posto di Vakarian, oltre alla Dottoressa T'Soni, il Turian non si era nemmeno mosso dal MAKO per aggregarsi alla squadra da sbarco, Joker si chiese cosa ci fosse sotto, mentre faceva attraccare con facilità e grazia la Normandy al molo D-24.

Un cambiamento inaspettato, dovuto sicuramente a motivi di servizio, non ce la vedeva Shepard ricorrere a quei mezzi per far mettere d'accordo due membri dell'equipaggio che a momenti si erano sbranati in Sala Comunicazioni.

Solo quando osservò la banchina del molo, notò l'Umano in giacca di pelle e occhiali da sole, che osservava attentamente la Fregata, raddrizzandosi quando la vide finalmente ferma, subito richiamato all'ordine da un altro paio di uomini, anch'essi in borghese, che lo costrinsero ad andarsene da lì, prima che chiunque stesse aspettando, sbarcasse.

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Samesh Bhatia non sapeva cosa aspettarsi. Il Capo Williams gli aveva detto di aspettarla fuori dalle Ambasciate, per discutere del problema che lo affliggeva ormai da mesi. La sua religione gli imponeva di seppellire la moglie al più presto, secondo le proprie usanze, ma l'Alleanza si era opposta.

Per loro, ricercare nuovi strumenti con cui difendersi era più importante del dolore dei famigliari dei caduti su Eden Prime, ma non avrebbe lasciato Nirali nelle loro mani, a subire insulti a causa dei loro strumenti medici. In un ultimo, disperato tentativo e, venendo a sapere della sopravvivenza del Capo Williams, per la quale sua moglie provava profondo rispetto e riconoscenza, l'aveva contattata, grazie anche alla gentilezza dell'Ambasciatore Udina che gli aveva fornito un indirizzo a cui scriverle.

E Williams gli aveva risposto non appena aveva potuto, chiedendogli appunto di trovarsi lì.

Non si aspettava però, che il Primo Spettro Umano avesse preso a cuore quel suo appello, e quando Shepard gli assicurò che avrebbe parlato con questo signor Bosker, Samesh tirò un sospiro di sollievo, riaccendendo la speranza che le cose, finalmente, potessero sistemarsi. C'era ancora gente disposta a combattere per la gente comune in quella Galassia troppo grande per chi era abituato soltanto al suo piccolo mondo, fatto di giorni passati a pensare come portare avanti una famiglia, piuttosto che ad odiare qualcuno diverso da lui.

La sua casa era sulla Terra, come lo era stato per Nirali. Ed ora sperava solo di poterla riportare sulla a casa, e darle il riposo dei Giusti in terra consacrata.

Shepard dal canto suo, aveva accettato di buon grado di aiutare quell'uomo e togliere quel peso dalle spalle di Williams, la quale le aveva detto, facendo un grande sforzo per chiederle aiuto per quella vicenda, della situazione dopo essere stata ripresa dal Comandante, per come aveva aggredito Liara in Sala Comunicazioni durante il debriefing.

Era davvero necessario trattenere tutti i corpi, per una ricerca di quel tipo? Martoriare ulteriormente quegli uomini e quelle donne che erano caduti per difendere quella colonia? Non gli erano bastate le autopsie già effettuate, per sviluppare ulteriori tecnologie in campo militare, per difendere le truppe da altri attacchi dei Geth?

Bosker era un uomo fortunato, tutta l'adrenalina dello scontro con la Matriarca era scemata ancora prima che mettessero piede sulla Stazione, ed ora, mentre ascoltava i suoi vaneggiamenti sull'utilità delle ferite riportate da Bhatia e dagli altri, riusciva a restare calma e razionale.

- Vi serve davvero anche il corpo del Tecnico della Manutenzione di Prima Classe Bhatia, Bosker?- chiese, dopo che il rappresentante del Dipartimento scientifico dell'Alleanza aveva concluso il suo discorso sulla necessità di sviluppare ulteriori capacità difensive che avrebbero potuto, in futuro, salvare altre vite.- Comprendo la necessità di dotarsi di strumenti sempre più avanzati per ridurre le perdite sul campo, ma avete dati a sufficienza anche senza trattenere ulteriormente quei corpi. Le famiglie stanno aspettando il ritorno dei loro cari, per poterli seppellire, o avere anche semplicemente una chiusura.- Lei sapeva bene che il dolore per la loro perdita non sarebbe mai scomparso, ma perlomeno, avrebbero potuto piangerli e avere un posto dove saperli in pace.- Non possiamo pensare di avanzare tecnologicamente, sacrificando la nostra umanità. È anche per questo che combattiamo, Bosker, queste persone hanno già sofferto a sufficienza la perdita dei propri cari, non prolunghiamola oltre il necessario.- proseguì Nadira, incalzando l'uomo e, vedendolo cedere, insistette.- Mi dica una cosa: se tra i morti di Eden Prime ci fosse un suo congiunto, non vorrebbe riportarlo a casa? Non vorrebbe dargli una degna sepoltura secondo le tradizioni della sua religione, se è credente, o poterlo sapere in pace? Il ricordo di chi abbiamo perso resterà per sempre nei nostri cuori, ma abbiamo bisogno anche di certezze materiali, di una chiusura per poter accettare finalmente che chi abbiamo amato, chi ci è stato accanto nei peggiori momenti della nostra vita, non sarà più fisicamente con noi. Non abbandoni il signor Bhatia, è nella posizione per fare la differenza, non si lasci intrappolare nelle sue responsabilità e nei suoi doveri. Il motto “Nessuno resta indietro” vale soprattutto per chi perdiamo e significa che tutti devono tornare a casa, in un modo o nell'altro. Nessuno escluso.- concluse il Comandante, sollevata nel vedere di essere riuscita a toccare i tasti giusti.

- Ha ragione.- affermò Bosker, con fermezza.- Dica al signor Bhatia che sua moglie sta tornando a casa, vado a dare ordini affinché si inizino i preparativi necessari. Arrivederci, Comandante e.....grazie. È stato un onore, poterla conoscere di persona.- concluse l'uomo allontanandosi, e uscendo dal bar del Presidium.

Ashley si sentì, in quel momento, orgogliosa di far parte dell'equipaggio della Normandy. Lo era già, ma era più per dovere che per altro: ciò che aveva appena fatto Shepard per Nirali Bhatia, valeva più di tutti i discorsi su onore e lealtà fatti dagli alti Ufficiali dell'Alleanza.

C'erano due categorie di Comandanti: quelli che si limitavano ad impartire ordine ai subalterni, esigendo una lealtà data per scontata, e quelli che combattevano per loro e con loro, mantenendo le dovute distanze, ma che la lealtà dai propri uomini la acquisivano attraverso l'esempio e i piccoli gesti come quello che aveva appena compiuto Shepard.

Ufficiali che erano in netta minoranza nell'Alleanza, che negli ultimi tempi erano sempre più rari, e lei nella sfortuna di perdere la sua Unità su Eden Prime aveva avuto la fortuna di aver incontrato Shepard e l'equipaggio della Normandy. Se suo padre fosse stato ancora vivo, si sarebbe messo sull'attenti e avrebbe salutato il Comandante, ne sarebbe andato orgoglioso.

Lei, in quel preciso istante lo era, anche se più che orgoglio era fierezza. Si era aspettata un rifiuto da parte di Shepard, per aiutarla in quella situazione, aiuto a cui era ricorsa suo malgrado, ben sapendo che cosa c'era a rischio, ed era rimasta sorpresa quando invece si era presa la briga di occuparsi di quella faccenda.

Mentre camminavano, ritornando da Samesh, il quale si era seduto su una panchina e osservava quieto il continuo flusso di diplomatici, agenti di polizia, residenti del Presidium, in attesa di una soluzione al suo problema che accontentasse tutti, Alleanza e lui. Ritrovandosi a pensare a che cosa avrebbe fatto dopo che Nirali avesse fatto finalmente ritorno a casa.

Sua moglie aveva un sogno da realizzare, una volta terminata la ferma, che non avrebbe prolungato, e iniziò ad accarezzare l'idea di farlo al suo posto, un modo come un altro per ricordarla e continuare ad averla accanto.

Si alzò in piedi, quando vide il Capo Williams ritornare insieme al Comandante Shepard e all'Asari che le accompagnava, sperando che gli portassero la notizia che attendeva da mesi ormai.

Shepard ritenne che dovesse essere Ashley a darla all'uomo, dopotutto lei aveva fatto soltanto da tramite, ma era l'Artigliere Capo l'interessata, e quindi la spronò a farsi avanti e a prendersi i meriti che le spettavano di diritto. Certo, era stata lei a convincere Bosker a mollare l'osso, ma senza l'interessamento da parte di Williams, quell'uomo starebbe ancora cercando di ottenere il corpo della moglie, scontrandosi contro il muro di gommapiuma della burocrazia militare, ed era sicura che l'Artigliere Capo sarebbe stata in grado di risolvere la cosa anche da sola.

- Comandante, spero che lei abbia avuto molta più fortuna di me.- affermò, sempre calmo, l'uomo.

- Sta tornando a casa, signor Bhatia. Non so se questo può esserle di consolazione, ma Nirali la ricordava sempre con molto affetto, mentre non eravamo di pattuglia, e spesso di notte, ascoltava registrazioni della sua voce.- ricordò Ashley, riferendo del successo del Comandante.

- La ringrazio, Capo Williams. Anche di lei Nirali mi parlava molto bene, la rispettava molto, come suo superiore e persona. Sono lieto di vedere che in questa Galassia c'è ancora spazio per la compassione.- rispose Samesh, l'animo risollevato.- Questo non mi ridarà Nirali, ma almeno mi porterà la pace. Sarò eternamente grato ad entrambe. Ora scusate, devo tornare sulla Terra ed iniziare i....preparativi necessari per le sue esequie. Vi auguro una buona giornata.- concluse, chinando leggermente il capo in segno di ringraziamento.

- Voglia accettare le mie condoglianze per la sua perdita, signor Bhatia. Il Capo Williams ha soltanto ricordato al signor Bosker per cosa combattiamo. Nulla di più.- aggiunse Nadira, prima di lasciare che Samesh se ne andasse, prendendo il primo trasporto disponibile per la Terra.

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Rientrarono a bordo della Normandy che era ormai sera sulla Stazione. Le strade del Presidium si fecero pian piano deserte, fatta eccezione per le occasionali pattuglie dell'SSC e qualche avventore ritardatario dei negozi e della banca di Barla Von, la statua dedicata ai Krogan troneggiava sul lago che attraversava la zona economica e politica della Cittadella, come un promemoria ingombrante su ciò che aveva fatto su Noveria.

Shepard scosse la testa, mentre finiva di leggere gli ultimi rapporti della giornata, facendosi mentalmente il punto della situazione, tirando fuori dalla cassaforte di bordo i datapd con ciò che sapevano dei Razziatori, di Saren, del Cifratore e dei Prothean, insieme ad un'interfaccia olografica, che le permise di proiettare il tutto davanti a lei senza dover ricorrere al Factotum.

Quel riepilogo, ebbe vita breve, però: per tutto il tempo che erano rimaste sulla Cittadella, Liara non aveva parlato molto, e all'invito di Garrus di restare con loro in mensa per qualche ora, l'Asari era tornata con una scusa nel suo bugigattolo in infermeria, ed era inutile dire che era preoccupata per lei, come lo era il resto della squadra da sbarco.

Rimise a posto i datapad e l'interfaccia, quello non era il momento per pensare alla missione, persino lei sentiva il bisogno di staccare, nonostante avesse degli impegni a cui attendere il giorno dopo, Hackett era riuscito a incastrarla e ad obbligarla ad assistere ad una cerimonia di commemorazione a cui non aveva mai osato partecipare, ma l'Ammiraglio aveva insistito finché non aveva accettato. Due ore non erano nulla, e per quel tempo, non avrebbe portato nessuno della squadra da sbarco con sé, e per quel motivo, aveva dovuto far fermare in porto la Normandy per un altro giorno.

Era una cosa che doveva assolutamente affrontare da sola. Per il momento, accantonò il nervosismo che iniziava ad appropriarsi di lei, per occuparsi del suo equipaggio e della sua nave.

Per quanto la Dottoressa Chakwas le dicesse di continuo, di pensare un po' anche a lei, non riusciva a farlo, a lei bastava essere efficiente sul piano operativo, avere la responsabilità delle vite di altre persone non contemplava l'essere egoisti, e il suo lavoro, in un certo senso, non finiva mai, nemmeno quando si coricava per dormire quelle poche ore che il Cifratore, con magnanimità, le concedeva.

Shepard attraversò la mensa ormai vuota, fatta eccezione per Alenko che stava prendendo servizio e che le rivolse un rapido e rispettoso saluto, infilandosi nell'infermeria, trovandola per la prima volta da mesi, priva della presenza severa,ma rassicurante, della Dottoressa Chakwas, chiamata a terra per un consulto urgente dalla Dottoressa Michel, scortata da Garrus, che si era offerto volontario per quell'incarico.

Vakarian le aveva richiesto un permesso fino alle prime ore del pomeriggio, per controllare che il suo appartamento fosse in ordine e per sbrigare alcune commissioni personali collegato al suo essere residente sulla Stazione, e lei glielo aveva concesso, trovava solo inusuale che con le tecnologie e le possibilità offerte da esse, il Detective se ne occupasse personalmente.

Garrus era allergico ad ogni forma di burocrazia, o almeno lo era quando lo aveva conosciuto, non potè fare a meno di sospettare che ci fosse dietro qualcos'altro.

Williams aveva seguito Wrex e Tali all'Antro di Chora, Joker era in una della capsule che si stava godendo qualche ora di tranquillità, dormendo dalla grossa, mentre Adams e gli altri Ingegneri e il secondo Timoniere si stavano occupando della manutenzione ordinaria. Pressly si stava godendo qualche ora di relax al Circolo Ufficiali del Quartier Generale della Quinta Flotta, e Anderson probabilmente lo aveva raggiunto.

A parte il personale essenziale, a bordo della nave erano rimaste soltanto lei e Liara, ad essere ancora al lavoro su cose correlate direttamente alla missione.

Fece scorrere la porta del magazzino, sospirò lievemente vedendo T'Soni incollata al computer, le creste che spuntavano dalla mole di datapad e reliquie che erano accumulate sulla scrivania, e l'Asari era completamente immersa nelle sue ricerche.

Nadira si schiarì la voce, facendo sobbalzare la giovane archeologa, la quale, quando vide che si trattava del Comandante si alzò immediatamente in piedi.

- Comoda.- le ordinò Nadira, prendendo una cassa dove sapeva che non conteneva nulla, e sedendosi accanto all'Asari.

- Sei venuta a vedere come sto, Comandante?- le chiese Liara, aspettandosi quella visita molto prima. Evidentemente, aveva avuto altri impegni, a giudicare dallo sguardo teso di Shepard.

- Sì. Ho.....pensato che ti avrebbe fatto comodo qualcuno con cui parlarne.- offrì il Comandante, anche se era poco convinta sul fatto che l'Asari volesse realmente qualcuno attorno in quel momento.

- Ti ringrazio, Comandante, ma sto bene. Noi Asari viviamo diversamente il lutto rispetto a voi Specie dalla vita breve. Inoltre, preferisco ricordare mia madre com'era, non come è diventata.- rispose T'Soni, trovandosi spiazzata da quella situazione.

- Capisco......- si limitò a dire Shepard, non intromettendosi.- Se non altro, ha avuto il coraggio di provare a fare qualcosa.- aggiunse, spostando alcuni datapad ed appoggiandosi alla scrivania.- Da quanto tempo non vi parlavate?-

- Quasi due anni, non aveva mai accettato del tutto la mia scelta di intraprendere gli studi in archeologia, ma aveva trovato quasi divertente il fatto che avessi deciso di specializzarmi sulla civiltà Prothean. Ancora non posso credere che abbia cercato di uccidermi, influenza di Saren o meno.- rispose Liara, sfregandosi gli occhi. L'incontro su Noveria l'aveva scossa più di quanto non desse a vedere.- Ora le Matriarche vorranno un capro espiatorio, e quel capro espiatorio sarò io.- esalò T'Soni, appoggiando la mano destra sulla scrivania.

Nadira le prese entrambe le mani, facendola voltare verso di sé,inginocchiandosi, l'Asari sorpresa da quel gesto, che voleva essere soltanto un gesto di conforto da parte del Comandante, sollevò di colpo la testa.- Liara, tu hai ereditato le qualità migliori di tua madre: la sua intelligenza, il suo coraggio, la sua forza d'animo..... lei può anche essere morta, ma vive dentro di te, in ogni tuo gesto. E sono sicura, che è sempre stata orgogliosa di te, è un qualcosa che Saren non ha potuto toglierle.- affermò Shepard.- Non permettere a nessun altro di dirti il contrario. Purtroppo, le persone raramente comprendono i veri motivi per cui compiamo determinate azioni, e tendono a dimenticare il bene che hanno fatto. Sta a noi, a te soprattutto, fare in modo che ciò che Benezia ha fatto di buono non venga sepolto dalle sue ultime azioni. Consolati sapendo che all'ultimo ha fatto la cosa giusta.- proseguì il Comandante.- Ci ha dato delle coordinate, e ci ha messo direttamente alle costole di Saren, e ti prometto che pianterò un proiettile in testa a quel bastardo il prima possibile. Pagherà per il Male che ha fatto, e non avrò riposo finché questa storia non sarà conclusa.- continuò, decisa, Nadira.- Ora, spegni quel terminale e prenditi qualche ora di riposo, ne hai bisogno. La Matriarca Dilinaga e i Prothean hanno atteso migliaia di anni per farci giungere la loro conoscenza, possono aspettare qualche altra ora in più.- le ordinò il Comandante, interrompendo il contatto con l'Asari e alzandosi. Liara esitò per qualche secondo, poi decise di eseguire l'ordine impartitole da Shepard, prima che lei potesse vedere su cosa stesse realmente lavorando, ben sapendo che quello non era il momento adatto per tirare fuori l'argomento.- Visto? Non è poi così difficile, vedrai che dopo una buona dormita, tutto sarà meglio. Buonanotte, Liara.-

Detto quello, seguito da una pacca amichevole sulla spalla dell'Asari, Shepard uscì dall'infermeria.

Ma quella notte, per lei il sonno non arrivò, soverchiato dal nervosismo per la prova che avrebbe dovuto superare il giorno successivo. Le sue paure più profonde, quelle che continuava a non voler affrontare, l'aspettavano al varco, e stavolta, non avrebbe più potuto fuggire.

 

 
   
 
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