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Autore: Asuna_Yuuki    12/06/2015    1 recensioni
"I Ragnarǫk indicano, nella mitologia norrena, la battaglia finale tra le potenze della luce e dell'ordine e quelle delle tenebre e del caos, in seguito alla quale l'intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato."
Come potete ben immaginare, la storia sarà basata sulla mitologia nordica, in particolare quella vichinga. Mi sono documentata prima di iniziare a scrivere, ma naturalmente non sarà perfettamente coerente con la vera e propria tradizione scandinava.
La storia è incentrata sulle vicende di Rena, una giovane elfa delle tenebre, che dopo un gesto eroico verrà esiliata dal suo regno di origine e si ritroverà obbligata a iniziare una nuova vita, o meglio, a sopravvivere nel regno dei suoi nemici: gli elfi della luce. L'esilio di Rena si rivelerà in realtà una fortuna inaspettata per tutti e nove i mondi, in quanto detentrice di un oscuro segreto, di cui sono al corrente solo gli abitanti della sua terra e altri popoli altrettanto malvagi e subdoli, che si ritroveranno allo stesso tempo ingannatori ed ingannati.
Nella speranza che la storia vi piaccia, vi auguro una buona lettura!
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4.
 
Il caldo quasi afoso venne rimpiazzato da una piacevole frescura, provocata dal marmo di cui erano fatte le pareti e il pavimento della reggia, luminosa e sontuosa. La sala in cui ero entrata era senza dubbio la stanza del trono, dove il sovrano riceveva ospiti graditi e ospiti inattesi. Accanto al trono argenteo di Lord Dain, ce ne erano altri due dello stesso materiali, meno decorati e meno sfarzosi, destinati alla consorte e al figlio. La mia vista limitata non mi permise di distinguere i lineamenti dei tre reali, finchè non mi avvicinai di più ai troni. Una volta lì davanti, mi gettai sulle ginocchia volontariamente, senza che uno dei soldati mi obbligasse a farlo con un colpo alle gambe o alla schiena, come spesso accadeva quando venivo convocata da Gymir.
 
-Alzatevi.- ordinò il re, con un tono di voce particolarmente gradevole e che trapelava somma benignità.
 
Rimasi qualche secondo piegata sulle ginocchia e mi rialzai di nuovo, mantenendo la testa bassa finchè non mi fu ordinato di fare il contrario: volevano osservare il mio viso. Dopo un’esplicita richiesta della regina, donna di un’incredibile bellezza e grazia nelle movenze, una guardia mi scortò direttamente davanti ai tre reali. L’elfa che mi accompagnò aveva delle fattezze molto simili a quelle dei Liosalfar che mi avevano catturata nel bosco, diverse da quelle della famiglia reale. Labbra carnose, grandi occhi azzurri e capelli biondi, che ricadevano sulle spalle coperte dall’armatura argentata con intarsi verdastri. Fu una delle poche guardie di sesso femminile che vidi dal mio ingresso nella cittadella, quindi immaginavo che fosse particolarmente abile, dato che il posto assegnatole era decisamente rilevante. Giunta davanti la regina, mi feci un lieve cenno col capo, in segno di ossequio.
 
-Se non fosse per il colore dei capelli, potrebbe essere scambiata per una di noi.- sussurrò la regina all’orecchio del figlio, seduto alla sua sinistra –E’ piuttosto graziosa, non è vero, Aleksander?-
 
Il ragazzo mi osservò per un eterno attimo e poi annuì distrattamente, distogliendo lo sguardo subito dopo. Quando sarebbe finita quell’imbarazzante situazione? Lord Dain si alzò in piedi lentamente e si avvicinò a me, assicurandosi che due guardie accanto al trono tenessero la mira dell’arco puntata verso la sottoscritta. Deglutii per la tensione, ma cercai di restare calma il più possibile.
 
-Percepisco la tua tensione.- disse il sovrano, mantenendo la fronte distesa, lo sguardo sereno e il passo delicato. Niente al che vedere con i goffi passi e movenze dei vari signorotti del mio popolo di appartenenza. La lunga veste azzurra risplendeva di una particolare luce, come se fosse propria del tessuto o della pelle dell’elfo che la indossava.
 
-Non temere, se non hai nulla da nascondere.- continuò l’uomo, sollevando appena una mano dalla pelle chiarissima. –Posso vedere nei tuoi pensieri, quindi se mentirai, lo saprò.-
 
Mi sforzai al massimo per non elaborare alcun pensiero, ma più mi sforzavo, più i pensieri si accumulavano e si attorcigliavano nella mia mente. Quando Lord Dain mi fu abbastanza vicino, posò una mano sulla mia guancia e io sussultai per il contatto con la sua pelle fredda. Cercai di mantenere il più possibile la calma, chiedendomi il motivo di quel gesto piuttosto insolito. Naturalmente, il sovrano rispose alla mia domanda con un sorriso divertito, come di solito si fa con i bambini quando chiedono un qualcosa di così tanto ovvio da risultare buffi:
 
-Sto cercando di capire cosa ti sia successo, ma hai la mente completamente annebbiata dalla tensione. Cerca di rilassarti e di pensare al motivo per il quale sei stata esiliata, non rendermi il lavoro più difficile.-
 
Annuii appena, chiudendo gli occhi e respirando profondamente per recuperare la calma. Ripercorsi con la mente il mio incontro con la bambina bionda, il mio ingresso nella regione nemica per riportarla a casa e il mio “processo” al cospetto di Gymir. Il re accompagnò il fluire dei miei pensieri con delle espressioni che variavano a seconda del contenuto dei miei ricordi. Una volta terminata la mia rievocazione, si allontanò da me di qualche passo e mi osservò un po’ turbato, evidentemente qualcosa l’aveva allarmato. Cosa di preciso, non lo so.
 
-Vicenda interessante, la tua.- commentò, dopo qualche secondo di silenzio –Anche se non dubito della tua onestà, non me la sento di lasciarti libera.-
 
Quelle parole mi colpirono come un macigno e mi fecero vacillare, a tal punto che la donna che mi aveva scortata prima fu costretta ad uno scatto felino per evitare che io crollassi a terra. L’idea di rimanere rinchiusa in una cella mi atterriva: avrei bruciato parte della mia esistenza chiusa in una stanza, cercando ogni giorno di rimanere lucida e di non impazzire per l’opprimente solitudine. Non avevo mai amato pregare, non era decisamente da me, ma in quel momento la mia sicurezza era andata in frantumi e in un attimo mi ritrovai in ginocchio davanti al trono, implorando la famiglia reale di non imprigionarmi.
 
-Non temere, presto troveremo un’altra soluzione. Lascia che io consulti il consiglio e poi decideremo una nuova sistemazione.- dichiarò il re, con un tono così pacato da risultare irreale, ma allo stesso tempo perentorio.
 
Era incredibile quanto Lord Dain fosse magnanimo nei confronti dei suoi nemici: Lord Einar non risparmiava nessun Liosalfar che si presentava al suo cospetto. Molti di loro vennero giustiziati lo stesso giorno, altri perirono di stenti nelle segrete o addirittura loro stessi si diedero la morte a causa delle terribili condizioni in cui erano costretti a vivere. A quel punto non replicai, mi limitai ad un ulteriore cenno del capo e l’elfa dai capelli biondi mi posò una mano sulla schiena, spingendomi con una leggera forza verso destra, verso un varco presente nella parete. Questo era sovrastato da un arco a tutto sesto in marmo e nel concio di chiave era incastonato un enorme smeraldo, che sembrava quasi irradiare delle linee di luce verdastra, le quali formavano una sorta di grata. Ad occhio mi sembrava inconsistente ed impalpabile, ma quando avvicinai con curiosità una mano per tastarla, scoprii che in realtà era tanto solida quanto una reale, fatta del più resistente metallo.
 
-Che cos’è?- chiesi a bassa voce, senza pretendere alcuna risposta.
 
-Una particolare magia.- rispose l’elfa alla mia destra, avvicinando appena allo smeraldo il proprio polso, attorno al quale portava un bracciale d’argento, con la stessa pietra incastonata al centro. A quel punto la grata si dissolse e fummo libere di passare attraverso il varco. Da lì, iniziò una serie quasi infinita di scale.
   
 
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