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Autore: ChibiMorag    13/06/2015    2 recensioni
DALLA STORIA:
I miei pensieri sono bloccati da un turbinio di verde e rosso che mi fa abbozzare subito un sorriso. Lily Evans. Lei è la figlia dei vicini, ha nove anni come me e i capelli lunghi e rossi. Non le ho mai parlato in vita mia, anche se so tante cose di lei.
[...]
Restiamo un po’ in silenzio, poi lei si volta, dicendo “sono Lily, comunque…” Lo so, vorrei dire, ma poi mi trattengo e rispondo “Ciao Lily, io sono Severus” e sorrido anch’io.
Salve a tutti, sono tornata!
Questa sarà una piccola raccolta di One Shot sul rapporto di Lily e Severus. Penso che la loro sia una delle storie più tristi della saga di Harry Potter, ma allo stesso tempo tra le più belle. Non so precisamente quante saranno le storielle che pubblicherò su di loro, dipende da quello che la mia testolina bacata riuscirà ad architettare... Beh, bando alle ciance, vi lascio alla storia, con la speranza che vi possa trasmettere qualche emozione... Enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Seconda OS... enjoy! 

2. "Would you like to stay at my home?"
 
“Hey Sev!” urla Lily da lontano, correndomi incontro. Io non mi volto. Per quanto sia felice di vederla e di stare con lei, ho troppa vergogna che lei mi veda così. Ieri era il secondo anniversario della morte della mamma e io sono andato a portarle dei fiori. Papà è tornato a casa tardissimo, puzzava di alcool da morire e… vi lascio immaginare il resto. Mi tasto piano l’occhio destro, completamente nero, e rabbrividisco. Lily nel frattempo mi raggiunge e mi posa piano la mano sulla spalla. Sussulto, mi fa male un po’ ovunque oggi, ma stringo i denti e mi volto, abbozzando un piccolo “Hey…” Lei sgrana i suoi occhioni verdi, già velati di lacrime, ma poi sbatte le palpebre per cacciarle e mi prende la mano. Ormai è un gesto abituale il nostro, l’unico che mi faccia sentire a casa. Ci sdraiamo sotto il nostro melo, dove abbiamo progettato di costruire una casa sull’ albero prima o poi, e dopo un momento di calma lei si mette seduta e dice: “Senti Sev, io… beh, volevo dirti che mi…”
“No dai, non dirlo. Per piacere.” Replico. Non voglio sentire i suoi mi dispiace, già è penoso così. Vorrei solo scordare tutto per un po’. Allora lei tace e mi fissa. Dopo un attimo sembra illuminarsi. Ha capito. Capisce sempre, lei. Lo sa sempre cosa penso, anche quando cerco di nasconderglielo. Mi sorride piano, poi mi fa alzare e mi trascina in mezzo al campo verde,raccogliendo una palla gialla. Giochiamo per un po’, ridendo quando uno di noi – quasi sempre io, in realtà – sbaglia o ruzzola a terra. Nel frattempo il pomeriggio è passato e si fa ora di cena.
“Ehm… Sev, devo andare. Vuoi venire a casa a mangiare?”
La guardo un po’. È sempre così gentile, la mia Lily.
“No Lily, mi dispiace tanto,  sai che papà non vuole…”
La vedo rabbuiarsi e mettere il broncio, poi mi dice, con la sua migliore faccia da cucciolo triste:
“Sei sicuro? Lo sai, da noi c’è un sacco di posto…” La prima volta che affrontammo l’argomento è stato dopo qualche mese che ci conoscevamo. Mio padre mi aveva pestato e lei lo aveva scoperto. Mi chiese cosa era successo ed io, un po’ titubante, le spiegai tutto. La malattia della mamma, le violenze, poi la sua morte, papà che tornava a casa sempre più ubriaco, le botte, le urla, tutto. Lei mi ascoltava in silenzio, così piccola nella salopette troppo grande per lei eppure così adulta, mentre mi consolava senza versare una lacrima. Mi chiese di andare a stare a casa sua, così stiamo sempre insieme e il tuo papà non fa più il cattivo, ma non accettai. Era – ed è – un problema che devo affrontare da solo, senza che lei debba accollarsi anche questo. Merlino sa se la sua non è una vita complicata già senza di me. Chiese di venire almeno a cena da lei, ma rifiutai anche quello. Da allora tutti i nostri incontri si concludono con quella frase, “Vieni da me?”, e con me che dico di no.
“Lily… non posso trasferirmi da te e lo sai. Ma dai, tra non molto dovrebbe arrivare la lettera per Hogwarts e allora staremo insieme tutto il tempo!” E non ci sarà papà, né quell’ antipatica di Petunia. Non lo dico, ma dal suo sguardo vedo che ha capito. Mi saluta con la mano, sorridente, e si volta incamminandosi. Poi però sembra ripensarci e si gira di nuovo verso di me, mi abbraccia e mi da un piccolo bacio sulla guancia sinistra. Wow. Resto imbambolato per non so quanto, le dita della mano sinistra sulla guancia e un sorriso ebete in viso. Okay, cosa mi prende? Scuoto la testa, voltandomi verso casa mia, in testa solo il piccolo bacio di Lily.

Eccoci qua.. che ne dite? Spero vi piaccia, alla prossima!
Stay tuned,
A.


E ricordate:

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