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Autore: cinnamongirl    13/06/2015    1 recensioni
Cosa accadde veramente la notte tra il 21 e il 22 marzo 2015? E cosa portò ad alcuni dei più grandi cambiamenti a cui il fandom ha assistito in questi anni? [“Possiamo restare qui, se vuoi. Sarebbe la nostra isola che non c’è e dovremmo più tornare indietro”. Eleanor si fermò a guardarlo, voltandosi di scatto verso di lui. “Per favore Lou, non dire cavolate” sbottò, sentendosi presa in giro; anche se per un attimo, in fondo a quegli occhi blu, aveva visto una scintilla di sincerità.]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao a tutti! Questa è la prima volta in assoluto che, dopo mesi da lettrice, mi sono decisa a pubblicare qualcosa. L'idea di questa storia breve è nata qualche mese fa (probabilmente il periodo più difficile mai superato dagli One Direction e dalla loro fandom), quando Louis è stato paparazzato con una ragazza che non era la sua e Zayn pure ma poi è venuto fuori che Louis era single mentre Zayn...no. Ma credo che tutti voi conosciate questa storia quindi non mi dilungherò ulteriormente :D
Ultima spiegazione: questa Fic è quindi ambientata tra febbraio e marzo 2015 e mi è piaciuto inmmaginare cosa avesse portato alla rottura tra Louis ed Eleanor e cosa fosse successo nella "fatidica" notte in piscina del 22 marzo. Detto ciò, spero che possiate apprezzare la storia almeno un pochino e, se vi va, lasciare una recensione :)
Buona lettura!





22 Marzo 2015
 
Vapore, cloro e quella sensazione un po’ fastidiosa dei piedi nudi sul pavimento bagnato. Però è rinfrescante, deve ammettere a se stesso il giovane ragazzo. Normalmente presta molta attenzione all’igiene, cose del tipo: Louis, starnutisci con la mano davanti alla bocca, lavati le mani prima di metterti a tavola e, ovviamente, non camminare scalzo in piscina. Sì, sicuramente sua madre l’aveva messo in guardia anche su quello. Ma in quel momento non riesce più a trovare le sue ciabatte e non può fare altro che zampettare da una parte all’altra per cercare quelle dannate infradito. Ad ogni passo su quel pavimento umidiccio e freddo lo assale una sensazione di disgusto che, paradossalmente, lo riporta alla lucidità. Forse aveva bevuto troppo quella sera ma non era sua intenzione: voleva solo lasciarsi andare, scaricare la tensione e… non pensare. La sua mente deve essere libera, vuota. Vapore, cloro, un leggero velo di sudore sulla sua pelle tesa e abbronzata. Nonostante la confusione e l’annebbiamento provocatogli dall’alcol, riesce comunque a sentir blaterare l’amico, non troppo lontano da lui, sdraiato su un lettino e intento a raccontare chissà cosa ad una ragazza conosciuta poco prima.
-“Così gli ho detto, cioè gli ho detto a quello lì della scuola guida: è inutile che mi suoni, tanto ti bocciano!”- sghignazza l’amico mentre racconta quell’aneddoto.  La ragazza ridacchia subito dopo ma Louis non crede che ci sia qualcosa di realmente divertente in ciò che sta dicendo.
-“Zayn, riesco ancora a sentire le tue cazzate da quaggiù!”- gli urla con la sua voce roca e scoppia a ridere quando, in tutta risposta, l’amico gli lancia una ciabatta dalla sua sdraio, schivandolo per poco. Zayn ripiomba sul lettino, una mano sul viso.
-“Oh. Sono troppo ubriaco per fare un buon tiro”- biascica, notando poi Louis che lo raggiunge calzando una ciabatta sì e una no, tra l’altro di uno o due numeri più piccoli.
-“Che cazzo…”- ride di nuovo il moro, riavviandosi i capelli scompigliati. -“Ti ho lanciato per sbaglio quella di Vivian”-
-“Violet”- lo corregge prontamente lei e Zayn sghignazza nuovamente. Tutto ciò è molto spassoso per lui.
-“Amico”- annuncia, posando con poca grazia una mano sulla spalla del ragazzo, che sussulta. -“Sai cosa ci vorrebbe adesso?”-  Louis borbotta, scostando debolmente la sua mano.
-“Sì, le mie ciabatte. E non chiamarmi ‘amico’”- bofonchia con gli occhi velati.
-“Dimentica quelle cazzo di ciabatte per un attimo!”- sbotta Zayn. -“Ci vorrebbe… sai, no?”-.
Louis si volta a guardarlo per un breve attimo -“Ma qui…? In albergo?”- spalanca gli occhioni azzurri, facendo sbuffare sonoramente l’amico.
-“Louino, non intendevo quella cosa. Ma visto che siamo qui con delle ragazze, vedi di non sprecare l’occasione, ok? Hai proprio bisogno di svagarti un po’”- annuisce con aria esperta.
-“E smettila di rivangare sempre il passato, sembra che qualcuno ti abbia puntata una pistola alla tempia e costretto a decidere!”- Louis lo guarda, si morde appena il labbro inferiore.
-“No, io ci ho pensato a lung…”- prova a spiegare, venendo però malamente interrotto da un’altra pacca sulla spalla da parte dell’amico.
-“Bene, così ti voglio”- sorride con lo sguardo vacuo e un po’ lucido. Louis sospira e annuisce piano, lasciandosi convincere dalle parole dell’amico. Perché poi se ne lascia convincere? Zayn è un coglione e prende pessime decisioni già da sobrio, figuriamoci quando è ubriaco. Però adesso Zayn ha ragione: lui stesso aveva preso quella decisione, seppur difficile, sarebbe potuto andare avanti e far finta di niente, eppure… anche facendo finta di niente, non sarebbero andati avanti per molto.
-“Louis! L’acqua è stupenda, vieni a fare una nuotata?”- la voce della ragazza che ha conosciuto poco prima lo distrae dai suoi pensieri. Non si era neppure accorto del suo ritorno e, mentre la osserva tuffarsi, gli viene in mente che non si ricorda neppure il suo nome. Louis si alza dalla sua sdraio, lanciando un’occhiata a Zayn che gli fa l’occhiolino con aria compiaciuta e si immerge lentamente nell’acqua tiepida per raggiungere la ragazza. Smette di chiedersi se ha fatto la scelta giusta, a dire il vero smette di farsi domande; prende un profondo respiro e si lascia andare, pervaso finalmente da un senso di leggerezza e liberazione.
 

 
Anoressia, malattia, depressione. Questo è quello che pensano di lei. Sa benissimo quali voci circolano sul suo conto, ha letto gli articoli che la riguardano su Internet. Lui lo diceva sempre: “Non devi cercare notizie su di te, non devi leggere cosa scrivono di te, di noi. Capito? È tutta merda”. Il mondo virtuale sa essere impietoso e rende i commenti sprezzanti, scritti su qualche anonima tastiera, più reali e più maligni. Di solito sono frasi brevi ma hanno il potere di toccarti direttamente, di entrarti dentro. Questo solo nel caso in cui si sia già emotivamente instabili e tristi e lei sicuramente lo era. Il giudizio degli altri è pesante da sopportare in alcune condizioni. Lei non era anoressica, lo sapeva benissimo; tutti però si erano allarmati, vedendola così esile e scheletrica e si erano subito affannati a darle consigli, a dirle che non doveva ridursi così, per un ragazzo, poi!
“Vedrai, troverai un altro ragazzo che ti farà battere il cuore… vedrai, se non è andata bene con lui è perché non era destino… vedrai, sei così giovane…”.
‘Fanculo tutti, pensò lei. Le persone erano sempre così ansiose di dire la loro, di fingere di interessarsi alle tue questioni personali. Ma cosa ne sapevano quelli del suo cuore spezzato? Cosa ne sapevano del suo dolore, della rabbia e della delusione? Non sapevano che i primi giorni erano stati i peggiori, che avrebbe voluto urlare, strappare le vecchie foto ma al tempo stesso tenerle strette perché poi ne avrebbe sentito la mancanza. Non sapeva quando quel senso di nausea l’avrebbe abbandonata e quando si sarebbe finalmente liberata dei ricordi degli ultimi momenti con lui.
-“Ti ho amato così tanto, El… ma così non può più funzionare”- le aveva detto, fin troppo deciso. La voce non gli tremava, gli occhi non erano lucidi. O forse un po’ lo erano ma lui non era il tipo da mettersi a piangere o fare i drammi. Era più il tipo che diceva: “Ehi, lo so, è doloroso ma ce ne faremo una ragione e andremo avanti”. Ma fottiti, Louis.
Avrebbe dovuto dirglielo ma non ce l’aveva fatta. Lo amava ancora tanto e aveva cercato di dimostrarglielo in tutti i modi, persino prendendo il primo aereo per Sidney per volare da lui. Ma evidentemente non era stato abbastanza.

 
   
 
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