Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: NotError    13/06/2015    1 recensioni
diedi una piccola occhiata al portatile.
176 messaggi totali. Almeno 100 di questi, erano casi.
Sherlock però non sembrava più interessato, e se anche l'indagine lo annoia, l'intero mondo lo disgusta
Ma non era tutto.
Tornato a casa, trovai Mary e la signora Hudson in salotto, in lacrime.
Quest'ultima aveva in mano una busta arancione.
La riconobbi subito.
Era quella dell'ospedale.
E ora dimmi, Sherlock Holmes, te la caverai in una situazione che nemmeno il tuo genio può prevedere?
THE GAME IS ON
Genere: Malinconico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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27 Marzo 2015

 

Quel giorno pioveva . Le gocce cadevano leggere, sul vetro del taxi in cui ero seduto.

Ero andato 3 volte da Sherlock quella settimana.

Niente da fare, continuava a rimanere perennemente seduto nella sua poltrona.

Toccava appena il cibo.

Anche la signora Hudson era preoccupata.

Però c'era qualcosa di diverso in lui quel giorno.

I suoi occhi, per la precisione, erano incredibilmente rossi.

E non rosso vampiro o rosso per l'emozione ad un esperimento riuscito.

Erano di un rosso umano.

Rossi per un pianto, era evidente.

Lui nega. Ormai le sue bugie sono il mio pane quotidiano, ho imparato a distinguerle.

Perché avesse pianto? Non lo so. La signora Hudson, Mary, Lestrade.. non sanno nulla.

  • Sherlock -

  • ancora tu.. - dice seccato, abbandonando la testa sulla poltrona – come sei insistente -

  • non hai toccato la colazione. Niente di nuovo nemmeno oggi, vedo – rispondo sarcastico, rivolgendo lo sguardo al tavolo imbandito di una colazione fredda

  • non seccarmi –

per un attimo la sua voce emise un acuto, mentre parlava. Poi girò la testa, come se non volesse che io lo guardassi.

  • cosa succede, Sherlock? -

non risponde e mantiene il capo rivolto verso il caminetto spento.

  • Sherlock! -

mi avvicino lentamente. Lui mi accenna con la mano di andarmene. Lo ignoro.

Mi avvicino fino ad arrivare a pochi centimetri da lui, ma improvvisamente scatta, furibondo.

  • basta, John! Vattene! -

rabbrividii. La scena che mi si presentò davanti era più unica che rara: Sherlock stava piangendo.

Non erano lacrime quelle che vedevo, ma i suoi occhi non ammettevano errori: aveva pianto.

E molto anche.

Erano terribilmente arrossati e semichiusi per lo sforzo.

Non riuscivo a mettere insieme una frase di senso compiuto, tanta era l'emozione.

  • Sherlock – balbettai – stai piangendo? -

  • John, non dire sciocchezze. Chi starebbe piangendo qui?! - emise un secondo acuto

  • sei il mio migliore amico, puoi fidarti di me. Se c'è qualcosa – iniziai appoggiando le braccia al bracciolo della poltrona – qualunque cosa.. puoi farne parola con me -

  • John – disse con un tono rassegnato – fai pena, vai a casa e fatti una doccia. Se parli del mio rossore agli occhi sappi che è solo dovuto ad un esperimento -

mi dileguai quasi subito.

Mi aveva, ancora una volta, mentito.

A differenza sua, ho pianto più di una volta nella mia vita, e ho visto piangere.

Quell'acuto lo riconosco, insieme al rossore.

La cosa che mi duole di più è il fatto di essere tenuto all'oscuro di tutto.

Non mi sento più parte della sua vita .

  
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