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Autore: Melian1312    13/06/2015    1 recensioni
"Miei Valar! Aredhel, presto vieni qui!"
Spronai il cavallo e lo raggiunsi. Elros era inginocchiato accanto ad un... un Megacero enorme che sembrava voler proteggere qualcosa tra o vicino alle sue zampe. Mi avvicinai ancora e il mio cuore perse un colpo: a terra giaceva il corpo di Thranduil.
Guardandomi intorno notai che nella radura c'erano altri corpi, questa volta di orchi. Elros mi guardò con aria preoccupata: l'elfo non si muoveva.
Feci segno alla guardia di spostarsi per permettermi di dare un'occhiata. Il Re giaceva privo di sensi ed era pallido, molto pallido, TROPPO pallido, sembrava morto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Radagast, Thranduil, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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** Aredhel's PoV **

 

Stavamo tornando nel mio regno, le Montagne Grigie. Elros aveva insistito per accompagnarmi, diceva che era pericoloso viaggiare da sola per Bosco Atro, per di più in una notte in cui pioveva a dirotto.

Avevo provato a dissuaderlo, era un pezzo di strada talmente piccolo. Stavo infatti tornando da Imladris, dove era stata ufficialmente ammessa all'ordine dei Guaritori.

"Non ti sembra di aver esagerato? Chiedere un giorno di licenza solo per accompagnarmi per un tratto così piccolo?"

"No affatto. Oltretutto mi serviva una pausa.... A Bosco Atro c'è sempre molto da fare: i ragni invadono la nostra foresta ed è compito nostro tenerla pulita da quelle orride creature." rispose sorridendo.

"Come dite voi, vice capitano delle guardie del palazzo!" dissi con una piccola linguaccia.

Mancava poco ormai: eravamo quasi arrivati al confine Nord del Regno.

"Sai che è strano?" disse Elros.

"Cosa?"

"Quando ho chiesto al Re il permesso per la licenza l'ho sentito parlare con Galion, il suo maggiordomo, di una partenza per un viaggio importante prevista per oggi. Non è strano che parta da solo?"

"No, non credo: anche io a volte viaggio da sola, eppure sono una principessa. Sinceramente non vedo cosa ci sia di stra-" un rumore improvviso mi impedì di finire la frase. Sembrava un cervo, o qualcosa del genere.

"Stai qui, vado a dare un'occhiata." disse Elros addentrandosi nella foresta in direzione dello strano suono.

"Miei Valar! Aredhel, presto vieni qui!"

Spronai il cavallo e lo raggiunsi. Elros era inginocchiato accanto ad un... un Megacero enorme che sembrava voler proteggere qualcosa tra o vicino alle sue zampe. Mi avvicinai ancora e il mio cuore perse un colpo: a terra giaceva il corpo di Thranduil.

Guardandomi intorno notai che nella radura c'erano altri corpi, questa volta di orchi. Elros mi guardò con aria preoccupata: l'elfo non si muoveva.

Feci segno alla guardia di spostarsi per permettermi di dare un'occhiata. Il Re giaceva privo di sensi ed era pallido, molto pallido, TROPPO pallido, sembrava morto.

Feci un bel respiro profondo: dovevo calmarmi per pensare con lucidità.

Poggiai l'orecchio il più delicatamente possibile sul suo petto e sentii, anche se debole, il battito del suo cuore e il suo respiro irregolare.

Provai a scuoterlo leggermente per una spalla, ma l'unico risultato fu un lamento quasi impercettibile.

Quando lo lasciai andare notai che avevo la mano appiccicosa: era coperta di sangue.

Guardai di nuovo Elros, che mi fissava con aria ancora più preoccupata di prima.

"Dobbiamo trovare un rifugio, non posso fare nulla per lui qui." dissi.

"Potremmo riportarlo a palazzo...." propose il vice capitano.

"Non ci arriverà mai vivo, è troppo debole e la fortezza dista 4 ore a cavallo da qui... Non c'è un posto più vicino dove possiamo trovare riparo?"

"In effetti c'è una casa non lontano da qui, noi della guardia la usiamo come campo base durante ricognizioni e battute di caccia."

"Bene, andiamo, forza!"

"Sapresti curarlo?" chiese Elros

"Penso di si, sono stata a Imladris proprio per entrare tra i Guaritori, ricordi?"

Lui sorrise e con un cenno del capo mi comunico' che aveva capito; poi con non poca fatica sistemammo il Re sul suo destriero. Decidemmo che avrei cavalcato dietro di lui affinché non cadesse da cavallo.

Poi ci dirigemmo verso la casa.

Mentre montavo sentivo l'elfo gemere e il calore del suo corpo accanto al mio; probabilmente gli era salita la febbre.

Arrivammo al rifugio che non aveva ancora smesso di piovere.

Era una piccola costruzione in legno, aveva due locali, di cui uno fingeva da cucina e l'altro da camera da letto; era proprio il minimo indispensabile, ma per la situazione in cui eravamo andava più che bene.

Entrai e aiutata da Elros adagiai il corpo privo di sensi del sovrano sul letto posto al centro della seconda stanza e accendemmo il fuoco che sarebbe servito poi per la preparazione delle cure e del pasto.

"Vado a cercare delle erbe nel bosco, tu resta qui e cerca di preparare qualcosa da mettere sotto i denti, prova a guardare se per caso c'è rimasto qualcosa nella dispensa: appena si sveglierà dovrà mangiare per rimettersi in forze. e mi raccomando: tienilo d'occhio nel caso in cui gli salga ancora la febbre."

Venti minuti dopo camminavo il più velocemente possibile tra gli alberi della foresta. Con l'aiuto dei Valar avevo trovato tutto ciò di cui avevo bisogno: Athelas e Vulneraria.

Dovevo tornare indietro il più presto possibile: più tempo passava e più le condizioni di Thranduil peggioravano.

"Hanta na Valar! (Grazie ai Valar!) Finalmente sei tornata, cominciavo a disperarmi!" disse Elros vedendomi entrare.

"Perdonami, questo bosco è talmente grande che ho fatto fatica a tornare indietro." risposi sbuffando.

"Che erbe sei riuscita a trovare?"

"Athelas in caso di veleno, cosa molto probabile visto che i cadaveri accanto a lui erano orchi, è un po' di vulneraria per accelerare la cicatrizzazione. Lui piuttosto come sta?"

"Non bene. Ho il forte dubbio che la febbre sia salita ancora."

Andai nell'altra stanza e mi avvicinai al letto. Mi sedetti sul bordo facendo attenzione a non infastidirlo, ma mettendomi in modo da poter lavorare.

"Non l'ho toccato per non correre il rischio di peggiorare le sue condizioni...."

"Hai fatto bene, adesso vedo che posso fare per lui."

Iniziai a slacciargli il più delicatamente possibile il mantello fradicio che indossava, senza prestare particolare attenzione a ciò che mi diceva Elros.

Dopo aver appoggiato il mantello su un tavolino accanto alla testiera del letto passai a sfilargli la pesante tunica argentea.

Appena gliela tolsi e la passai a Elros sobbalzai: sul petto del sovrano c'erano macchie violacee che si scurivano man mano che si avvicinavano al punto in cui la freccia era entrata nella carne della spalla.

"Una freccia avvelenata."

"Pensi che c'è la farà?"

"È presto per dirlo.""Allora non hai intenzione di curarlo?! Abbiamo fatto tutta questa fatica per niente?!"

"Non ho detto questo! Ho detto semplicemente che non è sicuro che sopravviva. Se adesso hai finito di discutere potrei iniziare a darmi da fare per salvargli la vita, allora, ci stai o no?"

"Certo, certo, scusami, sono solo un po' nervoso. Che posso fare per aiutarti?"

"Prova a vedere se in cucina c'è un mortaio con cui posso pestare l'Athelas. Sarebbe meglio che il pestello sia di legno, possibilmente."

Elros annuì e tornò nell'altra stanza.

Nel frattempo controllai le ferite del sovrano. Eravamo così tanto intenti a litigare che non avevamo ancora esaminato bene il Re.

Era stata sicuramente una freccia a causare quella lacerazione e la cosa peggiore è che la punta era ancora dentro, Thranduil doveva aver spezzato la freccia.

Guardai il sovrano. Il respiro era debole, appena udibile dalle orecchie sensibili di un elfo. Tuttavia si era regolarizzato; evidentemente l'asciutto doveva avergli giovato.

Poco dopo scoprii un'altra ferita, identica alla prima, sull'altro braccio; questa però presentava delle macchie più estese e più scure della prima, era probabile che fosse la più vecchia.

La seconda oltretutto era più aperta: doveva risalire a prima che Thranduil uccidesse gli orchi trovati nella radura.

Mi alzai e mi sciacquai la faccia. Con due ferite come quelle aveva resistito per almeno un'ora. Era proprio forte.

Intanto Elros era tornato, evidentemente i Valar ci erano favorevoli: era riuscito a trovare il mortaio, anche se il pestello era in pietra.

"Aredhel.... - iniziò Elros con voce tremante - quante ferite ha il Re?"

"Io ne ho contate due, perché?" dissi girandomi, e mi resi conto che mentre io esaminavo il mortaio la guardia aveva girato Thranduil sulla schiena, scoprendo così una terza ferita; questa volta causata da un'arma da taglio.

"Vammi a prendere dei pezzi di stoffa, una bacinella di acqua fresca e una di acqua calda in cui mettere in infusione la vulneraria."

Iniziai poi a pestare l'Athelas così da farne un unguento da spalmare sulle ferite.

Poco dopo torno' Elros con tutto quello che gli avevo chiesto. Appena posate le cose sul tavolino fece per andarsene, ma lo fermai:

"Ho bisogno di te."

"Per cosa?"

"Devi aiutarmi: potresti tenerlo fermo mentre gli estraggo la punta della freccia e gli pulisco la ferita?"


* Angolo dell'autrice *
Ciao a tutti!
Innanzitutto grazie per essere rrivati fin qui con la lettura, spero vi sia piaciuto!
Sono nuova come scrittrice, perciò perdonate se sembrerò un po' imbranata, sono comunque sempre ben accette le recensioni costruttive!
Grazie ancora e alla prossima!
   
 
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