Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: deny_    13/06/2015    2 recensioni
Questa storia non segue il decorso dei libri, Voldemort è una realtà lontana.
La professoressa Burbage scappa via da Hogwarts per problemi famigliari e i suoi studenti se non vogliono ripetere l'anno per la sua materia devono improvvisarsi attori e inscenare una recita.
"Tutti sono invaghiti di Mirandolina. Non è maraviglia, se ancor io principiava a sentirmi accendere." Draco ispirò" Ma anderò via; supererò questa incognita forza... " La Granger era proprio davanti a lui che lo osservava assaporando la sua interpretazione "Che vedo? Mirandolina? Che vuole da
me? Ha un foglio in mano. Mi porterà il conto. " Soli a provare, solo loro due. "Che cosa ho da fare? Convien soffrire quest'ultimo assalto. Già da qui a due ore io parto".
A volte immedisimarsi in un personaggio è troppo facile perchè vorremmo essere come lui, aver il coraggio di esprimere i nostri sentimenti, specie l'amore con il coraggio con cui lo fa lui.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I personaggi creati da J.K Rowling e di Carlo Goldoni non mi appartengono, perciò non ne detengo i diritti.

Capitolo 2: Sogni ad occhi aperti

 
Hermione Granger camminava velocemente in uno dei corridoio del secondo piano. Si stava recando in biblioteca ma chiunque la vedesse pensava che fosse in procinto di uccidere qualcuno.
Infatti, era così. Aveva voglia di stritolare tra le sue piccole mani il collo di un’oca, ma non nel senso letterale del termine, voleva porre fine alla vita dell’oca giuliva Lavanda Brown.
Cavolo, quanto la detestava! Ronzava intorno a Ron come una zanzara affamata in astinenza di sangue. Ogni motivo era buono per toccarlo, sfiorarlo o parlargli. Proprio pochi minuti addietro l’aveva beccata a toccargli i capelli  con la scusa che Ron avesse un piccolo ragno tra i capelli. Ron, che aveva la fobia dei ragni, cosa nota a tutti, non aveva pensato che fosse una scusa e aveva supplicato Lavanda di toglierlo.
Il moto di stizza aumentò per Hermione.
Arrivò finalmente nella grande e capiente biblioteca, il suo luogo preferito ad Hogwarts. Libri, fogli e pergamene disponibili per lei a quantità industriali. Il solo respirare quell’aria densa di sapere fece calmare visibilmente la giovane grifona.
Si accostò al banco di Madame Pince, la bibliotecaria che al momento era di spalle. La ragazza si schiarì la voce per richiamare l’attenzione della donna. La donna sbuffò per essere stata interrotta, ma si girò comunque.
“Sono qui per il materiale rilasciato dalla professoressa Burbage.” Spiegò la giovane strega. Dato che fossero gli altri elementi del gruppo, era logico che questo compito gravasse su Hermione, che era lieta di risolvere questa incombenza.
“Gruppo?” chiese con voce atona la bibliotecaria
Hermione ci pensò. Il gruppo non aveva un nome. La McGranitt lo aveva definito come terzo ma poteva benissimo essere una scelta personale. Non voleva che la Pince le desse il materiale sbagliato e farne una questione.
“Terzo, credo. Mi occorrerebbe il materiale sul “La Locandiera”, una commedia straniera.”
La Pince come un automa si girò, andò nello scaffale di fronte e prese alcuni libri. Tornata li poggiò sul bancone e prese a fissare Hermione. La ragazza che ormai aveva fatto abitudine dei strani comportamenti della signora la ringraziò dopo aver preso il materiale e si sedette a uno dei tavolini per esaminare quello che la professoressa aveva lasciato.
I libri erano 3: una copia della commedia in lingua originale e lingua inglese di circa centocinquanta pagine, un libricino si nemmeno 20 pagine che spiegava brevemente l’opera e le sue principali particolarità e infine un librone più grande che titolava “Analisi del Teatro Goldoniano – La Locandiera”.
Hermione decise di procedere per gradi, iniziò dal libro più piccolo, giusto per farsi un’idea. Non conosceva l’opera, a dir il vero nessuna opera straniera.
L’estate, quando non era a scuola, aveva letto i grandi classici inglesi: Austen, le sorelle Brontë, Dickens, Wild e Shelley; ma niente di più.
Apprese che La Locandiera fosse in realtà una commedia teatrale Italiana scritta da Carlo Goldoni.
Il testo diceva:La locandiera è una commedia in tre atti di Carlo Goldon composta nel 1751, al termine della collaborazione tra il commediografo e il teatro Sant’Angelo, e messa in scena all’apertura della stagione di carnevale 1752-1753. La trama verte attorno al personaggio della locandiera Mirandolina, che, aiutata dal cameriere Fabrizio, si trova a doversi difendere dalle proposte amorose dei clienti dell’albergo da loro gestito nei pressi di Firenze. Al centro delle vicende c’è sempre la vigile e smaliziata intelligenza di Mirandolina, che sa far prosperare la sua attività commerciale e mettere in scacco l’altezzoso cavaliere di Ripafratta, uno dei suoi pretendenti. >La locandiera è considerata uno degli esempi più riusciti della “commedia di carattere” goldoniana, con cui l’autore veneziano capovolge e rinnova la tradizione della Commedia dell’Arte.
 
 
 
 
Riassunto 
Nel primo atto Mirandolina, una giovane ed affascinante locandiera abituata a ricevere attenzioni e lusinghe dai clienti, viene corteggiata da due ospiti: il Marchese di Forlipopoli, un nobile decaduto, e il Conte di Albafiorita, un mercante arricchito che ha comprato il titolo nobiliare grazie ai suoi commerci. Anche nel corteggiamento i due si comportano in modo conforme al proprio ruolo sociale: il Marchese è convinto che basti il prestigio del suo titolo per conquistare l’amore di Mirandolina, mentre il Conte crede di poterla comprare per mezzo di regali e doni. Arriva però alla locanda un terzo ospite, il Cavaliere di Ripafratta, burbero e misogino, che si prende gioco perché insistono a dimostrare interesse per una donna (per giunta popolana), mentre egli, preferendo di gran lunga la libertà del celibato, non si abbasserebbe mai  tale condizione. Mirandolina, offesa e stimolata dal comportamento del Cavaliere, spiega in un monologo voler di minare le sue convinzioni, facendolo innamorare di lei. Segue quindi uno screzio tra lei e il conte sulla biancheria dell’albergo: entrambi ribadiscono di preferire la libertà piuttosto che il matrimonio. Entrano in scena Dejanira e Ortensia, due attrici di commedia che si fingono gran dame e che si contendono le attenzioni del Marchese di Forlipopoli e del Conte di Albafiorita. Mirandolina ribadisce il suo progetto di conquistare il Cavaliere.
Il secondo atto vede quindi Mirandolina mettere in atto i suoi propositi. Durante un pranzo in cui si siedono alternativamente a tavola i due nobile, Dejanira e Ortensia, il Cavaliere e Mirandolina, quest’ultima fa sfoggio del proprio carattere indipendente e sincero, come quando dichiara al Marchese che il vino da lui ritenuto eccelso è in realtà pessimo o come quando spiega al Cavaliere che anche lei disprezza la superficialità del genere femminile. Le due finte dame provano anch’esse a sedurre il Cavaliere ma quest’ultimo, quando scopre che sono solo attricette teatrali, vorrebbe andarsene sdegnato. Mirandolina, nell’accomiatarsi da lui, finge di piangere e, ad un certo punto, sviene di fronte a lui. Il Cavaliere cade nel tranello della protagonista, innamorandosi di lei.
Nel terzo atto acquista visibilità il cameriere Fabrizio, cui il padre di Mirandolina, in punto di morte, ha affidato la figlia. Il Cavaliere dona a Mirandolina una preziosa boccetta d’oro ma la donna rifiuta, ignorando pure la successiva dichiarazione d’amore dell’uomo. Il Marchese smaschera la passione del Cavaliere che, in un ultimo disperato assalto, provoca la reazione di gelosia di Fabrizio, che, innamorato di Mirandolina, la difende. Il Cavaliere, ormai preda di quella passione amorosa che aveva sempre sfuggito, è a tal punto furente da far scoppiare una lite col Marchese, che rischia di degenerare in un duello. Mirandolina, ormai soddisfatta per aver realizzato il suo piano, interviene annunciando che sposerà il cameriere Fabrizio: il Cavaliere non può che abbandonare la locanda su tutte le furie, mentre il Marchese e il Conte sono invitati a trovare un altro alloggio e a desistere dai loro propositi. Mirandolina, del resto, promette al futuro sposo di smetterla di sedurre gli uomini per divertimento. Nel monologo finale, Mirandolina mette in guardia il pubblico dalle abilità di una donna e dalle sue lusinghe.
 
Hermione scosse la testa. Il numero di ruoli non doveva coincidere con il numero degli appartenenti del gruppo?
Se la matematica non era un’opinione, vi erano due ruoli femminili in più.
“Ciao, Hermione.”
Alzò la testa e vide Lisa Turpin e Penelope Light, due ragazze di Corvonero del sesto anno.
“Ciao, ragazze.” Disse la grifoncina.
“Siamo qui per la recita”. Disse Lisa. Hermione non capì. Penelipe Light provò a spiegarsi meglio.
“La professoressa Burbage, ci ha chiesto di interpretare i ruoli di Ortensia e Dejanira. L’abbiamo incontrata la sera in cui è partita. Ci ha spiegato che doveva partire, e che il tuo gruppo era sprovvisto di due personaggi.”
“Si, infatti. Credevo che non se ne fosse resa conto. Ma se lo sapeva, perché non ha creato meno gruppi? Oppure non ha cambiato la commedia da interpretare?”
Lisa Turpin le sorrise come se avesse la soluzione: “Con la Burbage nulla è casuale. Scommetto che almeno uno o due degli altri gruppi stanno interpretando le favole arabe…com’è che si chiamavano? Ah si, Le Mille e una notte e…Ali babà i quaranta ladroni. Dico bene, o dico giusto?”
Ad Hermione quell’aria di assoluta sicurezza diede fastidio, ma annuii. Penelope le fu più solidale.
“Lo sappiamo perché sono le sue opere preferite. Dato che, sia io che Lisa, abbiamo scelto di frequentare Babbanologia con un anno di anticipo, abbiamo affrontato la letteratura babbana l’anno scorso e ce ne siamo innamorate. Così, la professoressa ci ha invitato in estate ad assistere ad alcune rappresentazioni teatrali”
“Così conoscete tutte storie che verranno rappresentate?” chiese Hermione.
“Più o meno. Da quel che hai appena confermato, le altre opere sono per lo più favole. Le abbiamo trattate molto bene ma la professoressa ha insistito molto sulle opere vere e proprie come ‘La Locandiera’ o ‘Romeo e Giulietta’ opere con più sostanza, insomma ” dichiarò la Light.
“Quindi, a differenza nostra, nessun’altro ha un copione?” dedusse Hermione. Lisa Turpin annui energicamente.
“E come faranno?”
“Gli altri lo scriveranno da sé, credo. Ma bada che avere un copione non sempre è un vantaggio. Gli atri articoleranno il copione in base ai loro punti migliori. Possono cancellare e inserire scene continuamente. Per noi sarà più difficile, dovremmo attenerci a un testo molto famoso scritto quasi 300 anni fa da un perfetto sconosciuto.”
“Perché tutta questa disparità?” chiese delusa Hermione
“Te l’ho detto: la Burbage non lascia nulla al caso. Se vi ha affidato questa commedia, evidentemente, vi crede più capaci degli altri oppure vi sta mettendo alla prova per vedere di alzarvi i voti finali.”
Hermione in Babbanologia aveva un Oltre ogni previsione. Aveva sempre preso un po’ la materia sottogamba, perché conosceva già quelle cose e preferiva impegnarsi maggiormente in nozioni che non conosceva. La Burbage la stava mettendo alla prova per concederle un Eccezionale?
“Ragazze, ma la professoressa vi ha chiesto espressamente di interpretare Ortensia e Dejanira?”
“Espressamente no” disse Penelope aggrottando la fronte “ma credo che sia ovvio dato che la loro è solo una piccola parte. La Burbage da per scontato che tu sia Mirandolina, la protagonista”
 
MARCHESE: Eccola qui. L'ho ritrovata, e ve la rendo. Partirò per compiacervi, ma in ogni luogo fate pur capitale della mia protezione.
MIRANDOLINA: Queste espressioni mi saran care, nei limiti della convenienza e dell'onestà. Cambiando stato, voglio cambiar costume; e lor signori ancora profittino di quanto hanno veduto, in vantaggio e sicurezza del loro cuore; e quando mai si trovassero in occasioni di dubitare, di dover cedere, di dover cadere, pensino alle malizie imparate, e si ricordino della Locandiera.
 
Fine della Commedia
Hermione era stesa sul suo letto. Aveva appena finito di leggere la commedia. Le era piaciuta. Questa Mirandolina era una tipa tosta. E doveva essere anche molto bella e affascinante se tutti quegli uomini avevano perso la testa per lei. Pensò a Ron. I ruoli maschili all’interno della storia era cinque: il Marchese, il Conte, il Cavaliere, Fabrizio e due servitori, quest’ultimi interpretati dalla stessa persona. C’erano buone possibilità che Ronald interpretasse un suo spasimante. Chissà magari sarebbe scoppiata, finalmente, la scintilla tra loro. Galeotto fu la commedia che insieme  li fece recitare. Chi avrebbe interpretato Ron? Il Marchese che l’avrebbe corteggiata apertamente? Il conte che avrebbe fatto lo stesso? Il Cavaliere che  con ritrosia le avrebbe aperto il cuore? O il caro vecchio buon Fabrizio innamorato di lei da sempre? Con questo  ritrovato ottimismo, si perse nei suoi sogni ad occhi aperti, poi stanca cadde in dormiveglia e finalmente Morfeo la prese.


Vi sono parti integralmente prese dalla commedia teatrale 'La Locandiera' scritta da Goldoni.

Eccoci qua :)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto questo capitolo.
In questo capitolo era doveroso spiegare meglio tutte le implicazione goldoniane per chi non le avesse mai studiate.
Ringrazio chiunque abbia letto e recensito lo scorso capitolo e che farà lo stesso con questo.
Ci vediamo settimana prossima con il 3 capitolo. Dovrei postare sabato :)
A presto,
Deny
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: deny_