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Autore: LadyVaderFrancy    14/06/2015    12 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF la Maledizione. Racconta la storia di come due maghi Severus Piton ed Harry Potter, vivono l'ascesa inevitabile del Signore Oscuro. Uno dei due pienamente consapevole del suo destino, mentre l'altro si troverà a combattere non solo con il mortale nemico, ma anche con ciò che è stato indotto a credere. Una storia piena di momenti introspettivi dei due protagonisti assoluti. (NB Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton, che non è stato raccontato)
Dal Capitolo 8
Alla fine quando Piton uscì dalla stanza era distrutto dalle orribili rivelazioni, e dalle infinite richieste del vecchio. Silente praticamente si era strappato il vessillo di condottiero che sfoggiava con tanto onore e gloria, lo aveva cacciato a forza sul suo petto e lo aveva ricoperto con una veste da Mangiamorte. In un prossimo futuro lui, Severus Piton avrebbe dovuto guidare nascosto nell’ombra, l’intero lato della luce.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Cap 26 Al calar della notte… al sorgere del sole

 La notte non era stata facile per nessuno, troppi pensieri, dubbi e paure per chiunque fosse a conoscenza di cosa stava per succedere per poter anche solo sperare di riposare tranquillamente.
 Al mattino si ritrovarono tutti nell’ufficio di Silente per le ultime istruzioni: c’erano il trio d’oro, Draco, Minerva, Severus e Lupin.

“Bene, e con questo abbiamo terminato. Ricordo a tutti i presenti di attenervi scrupolosamente ai piani che abbiamo concordato, non possiamo permetterci nessun errore. Ora potete andare, altrimenti quegli idioti dei Carrow finiranno per notare la vostra assenza” disse Minerva seriamente guardando in particolare Harry.

 Tutti si alzarono in piedi “Buona fortuna professore” disse Hermione mentre usciva seguita da Ron.

 Il pozionista annuì semplicemente in risposta. Poi fu il turno di Remus di congedarsi, ma in questo caso fu Piton a parlare per primo “Lupin, ricordati la promessa”.

“Sì Severus, non mancherò. Ti auguro buona fortuna” I due maghi avevano avuto un lungo colloquio in cui il Lupo aveva promesso di prendersi cura sia di Harry che di Draco una volta terminata la guerra. Il pozionista era stato costretto a rivelargli il contenuto della seconda profezia per spiegare la sua richiesta, quindi il lupo era l’unico a parte Harry a conoscere il suo destino.

 Infine fu il turno di Minerva “Severus, vedi di tornare tutto intero, altrimenti dovrai vedertela con me! Non ho nessuna intenzione di trovarmi un nuovo insegnate di pozioni” disse in tono asciutto la donna.

“Certamente Minerva, farò il possibile solo per non arrecarti alcun fastidio” rispose facendo una smorfia. La donna infine si avvicinò e gli mise una mano sul braccio “Severus, ti prego… sta attento”, lui la fissò dritto negli occhi e annuì semplicemente. Non voleva mentirle e quindi non disse nulla.

 Harry e Draco guardarono la scena, ma nessuno dei due aveva intenzione di muoversi.

“Voi due avete sentito cosa ho detto? Andate!”

 “Zio Sev… voglio venire con te” sentenziò il biondo.

“Assolutamente no! Ne abbiamo già parlato. Tu resterai qui e farai la tua parte come chiunque altro, è importante” rispose con freddezza ((Mi dispiace Draco, non è possibile. Voglio che tu rimanga qui al sicuro nel castello, e poi abbiamo già affrontato l’argomento più volte nel corso delle ultime settimane)).

“Io…” ((Non voglio che tu vada… e se dovesse succederti qualcosa?))

“Draco” lo richiamò con durezza il pozionista.

 Allora il ragazzo gli si avvicinò e nonostante ci fosse Potter nella stanza lo abbracciò. Severus lo strinse a sé, poi si chinò leggermente e sussurrò alcune parole “Andrà tutto bene Draco”. Poi prese dalla tasca una piccola spilla a forma di serpente e disse “È una passaporta: se le cose si mettono male quando sei là fuori usala, ti porterà in un luogo sicuro”. Rimasero lì immobili a fissarsi per alcuni istanti, non avevano bisogno di proferire una sola parola: gli occhi color ossidiana entrarono in quelli grigio argento, finché il giovane Serpeverde annuì. Non disse nulla, ma la sua vista era leggermente appannata. Si costrinse a non cedere a quella profonda tristezza, ripetendo a sé stesso che non avrebbe pianto, non davanti a Potter comunque, e infine uscì dalla stanza.

Harry era rimasto per ultimo e ne era sollevato. Non era sicuro di riuscire a mantenere l’autocontrollo come Draco.
 Inaspettatamente Severus sentì il Marchio Nero bruciare “Potter devo andare, è ora”.

“Così presto? … Signore, io…” bisbigliò il moro; voleva dirgli un infinità di cose ma non sapeva come e poi non c’era tempo. Aveva un mare di emozioni che si agitavano nel petto, così, senza emettere un solo sussurro, si lanciò letteralmente addosso all’uomo. L’unica cosa che di cui era certo era che non voleva lasciarlo andare “Non andare… possiamo trovare un altro modo.”

Piton alzò le braccia e lo strinse con forza a sé. “Devo andare… e lo farò”

 “Hai promesso che non mi avresti lasciato da solo” disse Harry sperando di fargli cambiare idea.

“Non essere drammatico, non sto andando al patibolo. E’ solo uno dei tanti incontri e stavolta ho quello che vuole, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Non sono sicuro di poter tornare al castello prima dell’attacco… Ma sarò al tuo fianco durante la battaglia… Hai la mia parola”.
Poi lo scostò da sé e gli porse una piccola spilla a forma di giglio “Prendi, è una passaporta come quella di Draco; ti condurrà nelle stesso posto. Non dimenticare ciò che hai promesso e non fare idiozie Potter”.

“Sì, ci proverò” rispose con voce incerta, si asciugò gli occhi e guardò l’uomo che in passato aveva odiato e che ora contava così tanto per lui. Piton gli diede un ultimo sguardo e poi si smaterializzò.

 Quando Harry uscì dalla porta dell’ufficio, aveva ancora gli occhi lucidi e gonfi, vide Draco appoggiato ad un muro con un aria afflitta “Se n’è andato, vero? Ho sentito il rumore”.

“Sì”.

“Perché ti importa di lui? Vi siete sempre odiati”.

“Le cose sono molto cambiate Malfoy. Lui ha fatto molto per me, più di chiunque altro. Mi ha salvato la vita innumerevoli volte… anche quando mi odiava”.

Draco scivolò a terra, non voleva mostrarsi debole, ma per la prima volta aveva qualcosa di veramente profondo da dividere con il Grifondoro. “Lo ha fatto anche con me, anche se non mi ha mai odiato. Sai, è per lui che ho abbandonato la mia famiglia. Severus è come un padre per me, e io… non gliel’ho mai detto”.

Harry prese posto accanto al suo ex rivale e disse “Io credo che lui lo sa. Non so come fa ma sa sempre tutto, anche quando non ti entra nella testa… sai, un po’ come faceva Silente”. Dopo un breve silenzio aggiunse “Posso chiederti una cosa Malfoy?”.

Il biondo alzò un sopracciglio “Sì”.

“Perché ti sei unito a Voldemort? Voglio dire, a volte sei un cretino, un arrogante viziato e un prepotente, ma dopo averti conosciuto in questi giorni non sei così orribile come…”

 “Puoi dirlo, sai … intendi dire orribile come mio padre? Volevo la sua approvazione più di qualunque cosa… Volevo che fosse orgoglioso di avere un figlio come me” Poi rivolse un ghigno al moro “Comunque San Potter, neanche tu sei perfetto: sei irritante e fastidioso, testardo come un mulo e sei una testa di legno imprevedibile”.

“Ti ha fatto promettere di controllarmi in modo da non fare sciocchezze, vero?” disse Harry.

“Sì, e a te cosa ha chiesto?”

 “Di assicurarmi che tutti sappiano che sei dalla nostra parte e io… lo farò Malfoy”. Dopo aver viso un mezzo sorriso da parte del biondo Harry gli tese la mano “Allora siamo alleati?”

 “Alleati” ghignò di rimando Draco.

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 Piton alzò il braccio sinistro verso il cancello nero, le barriere che proteggevano Malfoy Manor si aprirono permettendogli l’ingresso. Fece un paio di respiri profondi: doveva scacciare i pensieri, le emozioni e i ricordi di quello che era appena successo nell’ufficio di Silente. Pensò all’odio che provava per il Signore Oscuro, a tutte le persone che aveva visto morire per mano di quell’essere senza cuore, e a Lily… la sua Lily. In pochi secondi tutto l’affetto che sentiva per i suoi due giovani protetti sparì, il suo viso era una maschera vuota senza alcuna emozione, la sua mente piena di dolore, rancore e rabbia. Era di nuovo Severus Piton il Mangiamorte ed era pronto ad andare dal suo padrone.
 Con passi lunghi e decisi arrivò nell’enorme sala da pranzo: c’era il cerchio interno al completo, il Signore Oscuro in piedi al centro della sala con un’espressione diabolica sul volto. Si avvicinò e si inginocchiò ai suoi piedi a pochi passi dal mago oscuro “Mio Signore”.

“Ah Severus, giusto in tempo. Alzati” poi si avvicinò in modo felino al pozionista e con uno sguardo inquisitore domandò “Dimmi, hai avuto successo nella tua impresa?”

Severus si alzò con fierezza, fece un ghignò malvagio e poi, molto lentamente, sfilò la Bacchetta di Sambuco dalla sua tasca e la porse rispettosamente a Voldemort. Poteva vedere e sentire l’ardente bramosia e la smania di potere negli occhi cremisi del Suo Signore.

 La mano esangue del Mago Oscuro afferrò la bacchetta, la strinse con forza e infine rise malignamente ((È mia infine… Ora nessuno potrà più fermarmi! La Stecca della Morte appartiene a me, a me soltanto… ahhh posso sentire il suo immenso potere, è così… inebriante)). Guardò il suo servo più fedele che sfoggiava quell’espressione di puro orgoglio per aver esaudito un altro dei suoi desideri; a suo avviso Severus non era cambiato: bramava ancora la sua approvazione come quando era appena un ragazzo e si era unito a lui “Ottimo lavoro Severus, vieni, prendi posto accanto a me, abbiamo alcune cose di cui discutere”.

Tutti si accomodarono intorno all’enorme tavolo in legno scuro “Molto bene miei fedeli, ora siamo pronti, manca solo un ultima cosa prima che l’intero Mondo Magico cada ai miei piedi. Luciusssss, dov’è il ragazzo?”

Lucius Malfoy rabbrividì, aveva sperato con ogni fibra del suo essere che l’impresa di Severus fallisse in modo da non essere lui al centro della collera del Signore Oscuro. Invece, nonostante le scarsissime probabilità era riuscito a portare a termine il suo compito anche stavolta e lui non aveva risposte. Aveva inviato servi in ogni parte del paese, aveva minacciato di maledire chiunque al Ministero, ma era stato tutto inutile: non c’era traccia di Harry Potter. Nessuno aveva la minima idea di dove si fosse nascosto. “Mio Signore, ho impiegato tutte le mie risorse per scoprire la posizione di Potter, ma è come se fosse sparito nel nulla, dopo quella serie di avvistamenti non ci sono notizie di alcun genere sul suo conto”.

Gli occhi vermigli di Voldemort fiammeggiarono di furia “Dunque nemmeno uno di voi ha la più pallida idea di dove si trovi il ragazzo?”. Nessuno dei suoi servi proferì una sola parola, il terrore che provavano al sentir sibilare quelle poche parole di rammarico era palpabile.
“Sono molto deluso… davvero molto deluso”. Lanciò un Crucio a tutti i Mangiamorte presenti che crollarono rovinosamente sul tavolo urlando e dimenandosi, fatta eccezione per il pozionista che era stato graziato. “Avrei dovuto affidare questo compito a te, Severus”.

“Mio Signore, se lo desiderate… potrei provare a cercare delle informazioni, sono sicuro che il ragazzo è nascosto presso una delle sedi dell’Ordine, datemi solo qualche giorno e…”

 “NO! Non sarà necessario, Severusssss. Voglio mettere fine a questa storia oggi stesso. Stanotte il Mondo Magico avrà un nuovo padrone, attaccheremo il castello e quando Potter saprà che voglio distruggere ciò che gli è più caro, sarà lui a farsi vivo e se così non fosse ucciderò ogni uomo donna o bambino all’interno di Hogwarts finché non si presenterà. Immagino che il nostro coraggioso e leale Grifondoro non lo permetterà, non trovi?” e poi ghignò.

 ((Devo avvisare subito Minerva)) “E’ un ottima idea Mio Signore”.

Voldemort si voltò “Preparatevi, ognuno di voi sa cosa fare. Al calar della notte voglio tutte le mie forze radunate pronte ad attaccare. E domani mattina al sorgere del sole chiunque si rifiuti di chiamarmi Signore morirà” ((Da stanotte inizia il mio regno… e finalmente avrò la mia rivincita sull’intero Mondo Magico, sui quegli schifosi babbani e su chiunque abbia mai osato contrastarmi)).

 Severus richiamò la sua attenzione “Mio Signore, forse dovrei far ritorno ad Hogwarts dato che anche i Carrow sono qui. Se qualcuno nota la nostra assenza potrebbero intuire le vostre intenzioni”.

“Non sarà necessario, ho mandato altri a sorvegliare il castello. Va a prepararti Severus, ti voglio in prima fila… al mio fianco”.

“Vi ringrazio per la fiducia Mio Signore” rispose il pozionista chinando leggermente la testa e poi sparì tra le mura di Malfoy Manor dirigendosi a grandi passi nel laboratorio che era stato allestito per lui su preciso ordine dell’Oscuro. ((Dannazione! Speravo di poter tornare al castello… non posso inviare un gufo da qui, sarebbe troppo rischioso… rimane solo una possibilità, detesto anche solo l’idea di doverlo fare ma non ho scelta)). Così una volta sigillate le porte sibilò “Expecto Patronum”. Dopo aver affidato alla sua cerva d’argento il messaggio di vitale importanza, la vide sparire in cerca del suo destinatario.
 

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 Minerva Mc Granitt era nella sala dove si svolgevano gli incontri con gli studenti dell’ES, anche se ormai a dire il vero sarebbe stato più corretto chiamarlo l’esercito di Severus Piton, visto che più di tre quarti del corpo studentesco ne facevano parte grazie a lui. In attesa di ricevere informazioni da parte del pozionista aveva deciso di ingannare il tempo tenendo in allenamento i ragazzi.

“NO fermo! Signor Finnegan… Metti via quella bacchetta immediatamente. Direi che non è il caso di provare quell’incantesimo all’interno delle mura.” urlò la donna.

 Remus camminava al suo fianco mentre entrambi sorvegliavano gli studenti “Beh hai un ottimo occhio Minerva, se avesse lanciato quell’incanto avrebbe distrutto metà di quest’ala del castello” disse ridacchiando.

“Ahhh per Godric! Questi ragazzi…”

La loro conversazione fu bruscamente interrotta da un bagliore argenteo. Nel bel mezzo della sala un meraviglioso Patronus a forma di cerva si avvicinò con grazia alla vice preside. Tutta la sala si era improvvisamente fermata per osservarla, il bagliore che emetteva era di straordinaria potenza.

 Harry vide il Patronus: era sorpreso e incuriosito. A chi mai poteva appartenere? Assomigliava moltissimo al suo fatta eccezione per le corna.

 La vecchia strega che sapeva perfettamente chi era il proprietario del Patronus lanciò un Muffliato e poi ascoltò privatamente il messaggio “Minerva, l’attacco avverrà oggi stesso probabilmente al calar della notte, ma tenetevi pronti, potrebbe avvenire in qualsiasi momento da adesso in poi. I Carrow sono qui a Malfoy Manor, ma ci sono altri Mangiamorte; dovrebbero essere solo in quattro, sono dei pivellini e perciò non dovreste avere problemi a catturarli. Avvisa subito l’Ordine… Io non tornerò al castello, devo restare. Il signore Oscuro mi vuole al suo fianco”, dopo aver dato il messaggio la cerva sparì nel nulla.

“Che Merlino ci aiuti tutti”.

“Che succede Minerva?” chiese preoccupato Lupin guardandola.

“L’attacco è previsto per stasera. Avvisa l’Ordine e gli Auror. Ci sono quattro Mangiamorte nel castello e dobbiamo catturarli. Io intanto organizzo i ragazzi, muoviamoci”.

Harry vide Remus correre fuori dalla sala, mentre la Mc Granitt stava chiamando a sé i prefetti e i capiscuola. Così guardando i suoi amici disse “È successo qualcosa. Dobbiamo scoprirlo” e si avvicinarono. I ragazzi sentirono la loro Capocasa dare delle istruzioni precise: portare tutti gli studenti che avevano partecipato agli incontri dell’ES in Sala Grande e di condurre coloro che erano dalla parte di tu-sai-chi in una stanza al piano terra creata appositamente da lei e da Severus in modo che non potessero uscire di lì senza l’ausilio di uno degli insegnanti.

“Professoressa, che succede?” chiese Hermione ansiosa.

“Ahhh ragazzi, stavo giusto per venire a cercarvi. La battaglia avrà inizio tra poche ore, vi chiedo di fare molta attenzione” poi fissò con severità Harry. “Soprattutto tu Potter”.

“Professoressa, di chi era quel Patronus?”

La donna lo guardò esitante, sapeva che Severus non avrebbe gradito la cosa, ma il suo leone non era uno stupido e lo avrebbe capito ugualmente; così sospirando rispose “Del professor Piton” poi diede uno sguardo appuntito al trio da sotto i suoi occhiali “Ma tenetelo per voi, è un informazione riservata, non credo che Severus apprezzerebbe la divulgazione di questo dettaglio”.

Harry rimase a bocca aperta e con gli occhi sgranati. ((La cerva appartiene a P-Piton? Remus una volta mi ha detto che anche il Patronus di mia madre era… Per la barba di Merlino!!… Ha anche detto che prima aveva un'altra forma anche se non sapeva quale e che poi è diventata una cerva quando lei si è innamorata di mio padre. Questo può significare solo una cosa… che lui l’ama ancora moltissimo)). Una volta capita la profondità di quel gesto Harry semplicemente annuì in risposta e poi si allontanò pensieroso.

 Nel giro di un ora erano arrivati i membri dell’Ordine della Fenice e gli Auror, i quattro Mangiamorte a guardia del castello erano stati arrestati, gli studenti simpatizzanti di tu-sai-chi rinchiusi in tutta sicurezza nella stanza creata appositamente per contenerli, mentre tutti i ragazzi che volevano combattere erano stati suddivisi in tre gruppi: uno smistato in infermeria per assistere i feriti insieme a madama Chips, quelli del sesto e settimo anno avrebbero aiutato gli insegnati a difendere i confini del castello e partecipato attivamente alla battaglia e quelli dal quinto anno al primo avrebbero difeso l’interno della scuola. Il trio e Draco purtroppo dal loro punto di vista facevano parte di quest’ultimo gruppo in quanto avevano l’ordine di non muoversi prima di avere la certezza assoluta che il serpente di Voldemort era stato distrutto.

 La Sala Grande era in fermento. Ogni uomo, donna o studente era in ansia per quello che stava per succedere. Remus, vedendo il nervosismo sul viso del figlio di James si avvicinò “Harry!”

 “Remus”.

“Vedo che sei molto nervoso, cerca di mantenere la calma, hai un compito importante”.

“Lo so ma… non sono preoccupato solo per me… sai, la profezia… e per… altri”.

Il Lupo osservò il ragazzo che aveva davanti ((Ah, sei così simile a tua madre, sempre attento alle esigenze di tutti. E che destino beffardo, tu, come lei al suo tempo, sei uno dei pochi che tiene a Severus)). “Ascolta, so che sei teso, ma sono sicuro che andrà tutto bene, cerca di essere concentrato su quello che devi fare”.

“Tu guiderai uno dei quattro gruppi, vero?”

 “Si quello sul lato frontale insieme agli altri membri dell’Ordine”

 “Sta attento… Piton sarà con loro… non pensi che dovremmo dire a qualcuno che lui è… lo sai”.

“No Harry, Severus è stato chiaro: nessuno deve saperlo, almeno fino a che il serpente non è andato”.

“Ma i membri dell’Ordine, gli Auror, tutti gli altri studenti combatteranno contro di lui sul serio mentre lui non lo farà… e se poi Voldemort scopre che è una spia? Verrà attaccato da entrambe i lati!!” Urlò il ragazzo stringendo i pugni.
 Remus gli poggiò una mano sulla spalla “Severus è perfettamente cosciente di questo… fidati di lui”.

“Mi fido, è solo che…”

Draco, che era a pochi passi da lui in compagnia di Blaise Zabini si avvicinò “Potter, ho bisogno di scambiare due parole con te… in privato” sibilò freddamente.

“Remus, scusami per favore” poi si allontanò con Draco verso un angolino più appartato.

“Potter, dimmi che significa?”

 “Che intendi?”

 “Ti ho sentito mentre parlavi con il lupo, dimmi perché sei così preoccupato per Severus?”

 “Io… Sai della profezia?”

 “Quella in cui si dice che sei l’unico che può sconfiggere il Signore Oscuro? Certo che sì, lo sanno anche i muri che sei il prescelto Potter” sputò con sarcasmo il biondo.

“Non quella… ne esiste un'altra in cui si dice che devono manifestarsi cinque segni prima che io possa essere in grado di affrontarlo… e uno di questi è il sacrificio di un traditore”.

“E tu pensi che sia Severus?” chiese sibilando con espressione glaciale.

 Ron ed Hermione si avvicinarono vedendo l’aria che tirava tra i due ragazzi, preoccupati che la discussione sarebbe sfociata in conflitto con le bacchette.

“E’ stato lui stesso a dirmelo… la profezia ci accomuna. Doveva essere lui a guidarmi… quindi abbiamo pensato che…”

Allora Draco lo afferrò per il colletto e ringhiò “Tu lo sapevi e lo hai lasciato andare? Ecco perché sei così preoccupato! Dannazione!!”

 “Lascialo Malfoy!!” urlò Hermione.

“Sta zitta tu!, questi non sono affari tuoi! A voi non interessa niente di Piton …” urlò mentre lasciava il colletto del Grifondoro.

“Senti Malfoy, a me interessa… e molto… ho un idea ma avrò bisogno dell’aiuto di tutti voi” disse seriamente Harry. Così il Grifondoro parlò con i tre ragazzi e una volta terminato di esporre il suo piano disse “Allora?”

 “Piton ti ucciderà” sentenziò Ron “Anzi ci ucciderà tutti se per caso sopravvivessimo”.

“Io ci sto… mi sembra più che giusto” disse Hermione.

“Quando Severus lo scoprirà, che Merlino ti salvi Potter. Ad ogni modo ci sto anche io” ghignò il serpeverde

“Bene, allora facciamolo. Vieni Hermione”.

Malfoy si voltò verso Ron “Questo è normale per lui, vero? Voglio dire fare l’esatto opposto di quello che gli viene detto”.

“Sì… e finisce sempre male Malfoy, è meglio che tu lo sappia”.

Harry ed Hemione presero posto sul pulpito da cui Silente era solito fare i suoi annunci. Quello che la folla di persone nella Sala Grande vide erano Simon e Sarah Weasley sulla pedana davanti la tavola degli insegnanti chiedendosi perché quei due fossero lì.

 Il Grifondoro prese la bacchetta e lanciò un Sonorus. Tutta la sala si voltò incuriosita. Minerva Mc Granitt e Remus Lupin guardarono con apprensione cosa stava succedendo.
“Ehm Ehm.. scusate… vorrei la vostra attenzione per dieci minuti… Ho alcune cose importanti da dirvi”. Hermione allora gli bisbigliò qualcosa in un orecchio. “Giusto, hai ragione!! Così è anche meglio”.
I due ragazzi presero le loro bacchette, lanciarono un incanto sui loro polsi e i braccialetti che celavano il loro vero aspetto si aprirono rivelando la loro identità. L’intera sala era in subbuglio: ogni singola persona stava urlando qualcosa.

“Remus, dobbiamo farli scendere da lì immediatamente. Ahhhh quei due... mi sentiranno!” urlò la vice preside.

“Credo che ormai sia troppo tardi Minerva, e poi a questo punto sono curioso di sapere cosa deve dire Harry” disse seriamente.

“Scusate, potete fare un po’ di silenzio? So che avete tutti molte domande… ma abbiamo delle cose importanti da dirvi” disse Hermione. La sala si ammutolì di colpo “Grazie. Ora puoi andare Harry”.

“Ehm ecco… non posso spiegarvi perché io ed Hermione eravamo qui in incognito nei panni di Simon e Sara Weasley, almeno per adesso, ma vi prometto che lo faremo una volta che tutto sarà finito… vogliamo comunque scusarci per l’inganno sperando che alla fine capirete il motivo del nostro gesto .... Ma ora c’è una cosa davvero importante che vorrei annunciare… Immagino che tutti oramai siate a conoscenza che dalla morte del professor Silente esiste una persona che gestisce tutte le faccende dell’ordine della Fenice e che guida e coordina da solo l’intero lato della luce. Il suo nome è Alexander. La sua figura è totalmente avvolta nel mistero, tanto è vero che nessuno sa chi sia a parte una manicata di persone che sono tutte qui presenti in questo preciso istante”.

“Merlino! Dobbiamo farlo scendere! Subito!” ringhiò Remus.

 La vecchia strega con al seguito un infuriato Lupin cercò di arrivare al pulpito per evitare che i due Grifondoro rivelassero la verità sul pozionista. Draco e Ron, vedendo arrivare i due adulti si pararono davanti per ostacolarli, poi salirono a loro volta sulla pedana indietreggiando lentamente con le bacchette alla mano. Infine gettarono uno scudo per rafforzare la protezione su tutti e quattro. Agli occhi di chi osservava la scena il quartetto dava l’impressione di essere pronto a dare battaglia a chiunque cercasse di ostacolarli.

“Potter! Scendi da lì… Subito!” ordinò la Mc Granitt.

“Mi dispiace professoressa, ma non posso… ”. La Sala Grande era di nuovo in fermento, tutti chiedevano delucidazioni mentre il corpo studentesco incitava i quattro a proseguire nel loro intento.

“Come potete vedere alcuni non vogliono che diciamo la verità… ma io, anzi noi crediamo sia giusto”.

“Harry NO!!!” urlò un irato Remus.
Il ragazzo d’oro si passò nervosamente una mano tra i capelli e poi riprese a parlare “Vi prego, fate silenzio… Ora quello che sto per dirvi vi sembrerà assurdo, sono pronto a ripetere la stessa cosa sotto effetto del Veritaserum se necessario, e così Hermione, Ron e Mal-Draco. A proposito di quest’ultimo…. colgo l’occasione per soffermarmi su un ulteriore punto che mi sta a cuore. Come potete vedere con i vostri occhi Draco Malfoy è qui al mio fianco. Posso affermare senza ombra di dubbio che lui è dalla nostra parte. In questi mesi mi ha aiutato a portare a termine un compito che lo stesso Albus Silente mi aveva affidato. Vorrei che nessuno mettesse in dubbio la sua lealtà, Draco ha voltato le spalle alla sua famiglia, è stato molto coraggioso da parte sua”.

“Potter! Dannazione… hanno capito, va avanti e dillo!” sibilò il biondo.

“Sì, scusa… Draco”. Malfoy fece un ghigno beffardo e gli sibilò in un orecchio. “Bella mossa Potter… dovevano metterti in Serpeverde…”. Draco sapeva che il moro avendo nominato Silente e avendolo chiamato per nome davanti a tutti aveva fatto il suo punto ben chiaro.

“Ora passiamo alla parte più importante…” si sentirono le grida di disapprovazione di Minerva e Remus, ma Harry li ignorò, si raddrizzò e con uno sguardo solenne aggiunse “La persona che tutti conosciamo con il nome di Alexander in realtà è l’attuale preside… Severus Piton”.

La Sala era in delirio a quel punto… I Serpeverde esultavano con orgoglio, gli studenti delle altre case gridavano insulti di ogni genere, gli adulti imprecavano e chiedevano spiegazioni.
Il caos regnava sovrano finché non si sentì la voce amplificata di Malocchio Moody “Tu menti Potter! Tutti sanno che è un traditore… ha ucciso Silente!”

 “No Signore, è vero…o meglio sì, lo ha ucciso… ma è stato lo stesso Silente ad ordinarglielo” poi si voltò sapendo che la spiegazione era troppo complessa e si rivolse ai gemelli Weasley “Fred, per favore puoi portare la boccetta che ti ho chiesto di prendere ehm… in prestito? Grazie”.

In quello si vide una piccola bottiglia nera sfrecciare verso i quattro ragazzi ed Harry da ottimo cercatore qual era, l’afferrò al volo senza esitazione “Grazie amico”.

“Di niente, sempre ai tuoi ordini Harry!!” risposero ridendo i gemelli che se la stavano godendo un mondo.

“Sai George, penso che il piccoletto ci abbia surclassato… Noi non siamo riusciti a creare tanto scompiglio nemmeno quella volta con la Umbridge”.

“Penso che tu abbia ragione Fred… Dai, vieni fratello, avviciniamoci per dare una mano. Penso che le cose prenderanno una brutta piega per quei quattro, due bacchette in più faranno comodo” e così anche Fred e George si unirono al trio d’oro e a Draco, lanciando a loro volta un protego. Harry li ringraziò e poi proseguì imperterrito con il suo piano “Professor Moody, se vuole avvicinarsi… Questa ampolla contiene il Veritaserum: risponderò a qualunque domanda inerente l’identità di Alexander, le chiedo di non porre quesiti su altri argomenti”.

Malocchio zoppicò maldestramente fino al soppalco. “Dammi qua… se proprio vuoi farlo Potter, userai questo” e gli passò il siero che ogni Auror aveva in dotazione.

“Non puoi Alastor! E’ solo un ragazzo” urlò uno dei membri dell’Ordine.

“Ahhh sta zitto… voglio sapere se è vero…”

Harry prese la fiala e ne ingurgitò solo un terzo. Attesero due minuti. Quando il suo sguardo si fece vitreo Moody iniziò il suo interrogatorio.

“Dimmi il tuo nome completo”.

“Harry James Potter”.

“Quanti anni hai?”

 “Diciassette”.

“C’è una ragazza che ti piace, Potter?”

 “Ginevra Weasley”.

L’intera sala scoppiò a ridere, poi Malocchio grugnì “Beh, credo che non lo avrebbe detto se non fosse sotto l’effetto del siero… Comunque bella scelta Potter”.

“Dimmi, conosci la vera identità di Alexander?”

 “Sì… è Severus Piton”.

“Menti, è un Mangiamorte… ha ucciso Albus Silente”.

“È una spia… lo ha fatto su ordine di Silente per consolidare la sua posizione nei ranghi di Voldemort”.

“E perché Silente avrebbe dovuto fare una cosa tanto assurda?”

 “Perché stava già morendo”.

“Alastor ,basta così ! Se vuoi delle risposte te le darò io, in privato. Potter ha detto la verità: possiamo confermarlo sia io che Remus” ((Ah tanto ormai è fatta. Severus andrà fuori di testa quando lo scoprirà)).

 L’Auror fissò inferocito la Mc Granitt e infine scese controvoglia dalla pedana dopo aver lanciato l’antidoto ad uno dei gemelli.

“Ahhh che schifo…” disse disgustato il ragazzo d’oro dopo aver ingerito l’intruglio. “Com’è andata, ci hanno creduto?”

 “Sì…”

 “Beh, che è quella faccia, Ron?”

 “Potter, hai dichiarato davanti a tutti che ti piace sua sorella” ghignò Draco.

“Cosaaaa?! Come?! Perché?” urlò arrossendo come un peperone.

“Benvenuto in famiglia Harry! Ringrazia lo zio Moody per questo” lo canzonarono i gemelli.

 Infine tutti i ragazzi rinfoderarono le bacchette e si allontanarono con circospezione sperando di non incappare nella Mc Granitt o in Lupin, che per loro grande fortuna i due adulti si erano ritirati per una riunione dell’Ordine urgentissima. Dopo circa un’ora di discussioni interminabili, una Minerva Mc Granitt molto provata annunciava alla folla che Severus Piton era ufficialmente colui che guidava il lato della luce al posto di Albus Silente. Chiese a tutti di continuare a fingere che fosse ancora un traditore sia per la sua sicurezza personale che per i piani attualmente in corso e infine ordinò a tutti di non attaccarlo seriamente.

“Ce l’abbiamo fatta!!” urlò Harry.

“Potter. Trattieni l’entusiasmo, guai in vista… guarda chi sta arrivando” disse il biondo indicando una furente vice preside.

“Potter!! Come ti è saltata in mente una cosa simile?”

Harry fece un passo avanti e senza alcuna esitazione rispose “Non potevo lasciare le cose come stavano. Non era affatto giusto. E poi era pericoloso per il professor Piton, se Voldemort dovesse scoprire che è una spia… avrebbe avuto l’intero Mondo Magico contro”.

La donna sospirò pesantemente “Lo so, ma potresti aver compromesso i piani di Severus”.

“So che dovrei dire che ho sbagliato e che sono dispiaciuto professoressa… ma sarebbe una bugia”.

Minerva sospirò nuovamente e nonostante fosse arrabbiata con Harry per il suo gesto impulsivo, ne era in parte anche molto orgogliosa. A dire il vero aveva sperato ardentemente che Severus rivelasse che era Alexander “Tutti voi tornate tra gli altri studenti… ne riparleremo in seguito se e quando sarà necessario”.

Nel primo pomeriggio tutti gli adulti impiegarono il loro tempo a lanciare incantesimi protettivi di ogni genere e potenza intorno al castello, l’intera Hogwarts era circondata da una coltre iridescente.

 La vice preside aveva evocato le antiche statue di pietra per proteggere i confini della scuola, le formazioni di attacco stabilite in precedenza erano schierate e gli studenti erano stati suddivisi in piccole squadre. Insomma, il lato della luce era pronto a battersi.

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 Il Signore Oscuro era in piedi davanti ad una finestra mentre osservava con noncuranza l’enorme distesa dei possedimenti di Malfoy Manor. Aveva appena ricevuto dai suoi servi tutte le conferme che gli servivano, ogni forza a sua disposizione si stava radunando attorno ai confini di Hogwarts: Giganti, Mezzi Giganti, Dissennatori, Troll, Lupi Mannari, maghi e qualsiasi altra creatura oscura. Tutto procedeva per il meglio se non fosse stato che tra tutte le ottime notizie ne aveva ricevuta una inquietante: aveva inviato uno dei suoi Mangiamorte a controllare il castello e il resoconto non gli era piaciuto; la scuola era circondata da incantesimi protettivi molto potenti, questo poteva significare solo una cosa: tra le sue fila c’era una spia, ed era qualcuno di molto vicino a lui, uno del cerchio interno.
 Nagini si avvicinò sinuosamente al suo padrone. “Vieni mia cara” sibilò Voldermot e il serpente si arrotolò intorno al suo collo.

“Maessssstro, qualcosssssa vi affligge?”

 “È più un fassssstidio… Ssssssembra ci ssssssia una ssssspia tra i miei sssssseguaci”.

“Capisssscooo… Vuoi che assssscolti quello che dicono, Maestro?” sibilò il serpente.

“Non sssssarà necesssssario, egli sssssi rivelerà durante la battaglia quando pensssserà di essssere più al sssssssicuro. Ho già un piano sssssse sssssolo sssssapessssi dove ssssssi trova il ragazzo”. In quel momento pensò ad Harry Potter, il marmocchio sopravvissuto, si concentrò, e poteva sentire la sua paura, la sua mente era aperta senza difese ed entrò.

 I suoi occhi cremisi si infuocarono come tizzoni ardenti, Potter era già al castello! Non era riuscito a scoprire altro, inspiegabilmente il ragazzo aveva opposto resistenza e lo aveva scacciato dalla sua mente. Così, rivolgendosi all’ipotetico traditore sibilò “Non importa… io ti troverò… Oh si è solo questione di tempo. Sta pur certo che scoprirò chi sei… e quando lo farò pagherai a caro prezzo questo affronto, farò di te un esempio per chiunque osi sfidarmi”.
Per il Signore Oscuro tutto era finalmente pronto … non restava altro che dare inizio alla battaglia. Così si smaterializzò sul crostone di roccia proprio di fronte al castello: al di sotto dei suoi piedi si estendeva la riva del Lago Nero, il sole stava ormai lasciando il posto all’oscurità.

 Evocò tutti i suoi seguaci attraverso il Marchio Nero lanciando l’incanto Morsmordre, e nel giro di pochi istanti uno dopo l’altro tutti i suoi servi lo attorniarono.

 L’aria era satura di magia… Il calar della notte avrebbe visto la caduta dei suoi nemici, il sorgere del sole, e l’inizio del suo regno senza fine.

Nota dello scribacchino:
Bene bene...ora l'atra volta vi ho ringraziato per aver lasciato più recensioni... e ho fatto una grande errore, visto il risultato. Non avevo calcolato che molti dei mie lettori sono dei Pitoniani.... quindi se non recensite siate sicuri che incorrere nel mio disappunto... un enorme disappunto!!!
A parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto abbiate un pò di pazienza so che li sto pubblicando con estrema lentezza, ma sono difficili da scrivere... la situazione è molto complessa e voglio sia tutto perfetto.

Ora una novità: Ho un account fb trovate il link nella mia pagina, se vi fa piacere potete contttarmi.
A presto
Lady V

   
 
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