Era una notte. Una tiepida notte estiva. Precisamente il 10 agosto, la notte delle stelle cadenti.
Natsuki amava le stelle da quando aveva possibilità di ricordare. Conosceva costellazione per costellazione, astro per astro. Sapeva identificare qualunque cosa tu gli chiedevi, soprattutto se era in una sera con un cielo limpido come quello.
Però quel giorno era diverso perché quel giorno poteva chiedere quel che desiderava.
Era il suo giorno preferito dell’anno. Riusciva a battere perfino Natale o il suo compleanno. Restava tutti gli anni a guardare le stelle con la sua famiglia.
Quest’anno però voleva guardarle con i suoi amici per far provare anche a loro quella stupenda sensazione di infinito e libertà.
Aspettava solo il momento giusto per chiederglielo…ovviamente a mensa.
Si riunirono anche quel giorno per pranzare insieme. Il biondo era emozionatissimo e gli amici se ne accorsero perciò gli chiesero il motivo di tanto entusiasmo.
“Stanotte…stanotte ci sono le stelle cadenti!”gridò sorridendo.
I ragazzi gli ricambiarono il sorriso davanti a tanta ingenuità.
“Ti va di guardarle insieme?”gli chiese dolcemente Tokiya porgendogli la mano. Natsuki arrossì un po’ ma poi prese la mano al viola e la sua espressione da sorpresa tornò entusiasta.
“Sì, insieme a tutti voi!”
Gli starish allora unirono le mani al centro come facevano spesso.
“Sì!” gridarono insieme.
 
Quella sera si ritrovarono fuori nel cortile dell’accademia (dove Haruka incontra Tokiya).
Chiacchierarono un po’ finchè a Syo non venne in mente una domanda da chiedere agli altri.
“Ragazzi voi avete già scelto il desiderio da esprimere?”
“Io si” sorrise contento Otoya.
“e qual è?” gli chiesero gli amici in coro.
“Se ve lo dico non si realizza!”
“Dai…!!”
“E va bene…”
Tutti, anche se erano seduti, caddero per terra. Certo che Otoya riusciva a mantenere con fermezza un segreto.
Il rosso guardò il cielo:” è sempre lo stesso. Chiedo la felicità dei bambini dell’orfanotrofio.”
Tutti gli fecero un cenno di approvazione.
“Che cuore gentile Otoya!”li sussurrò Tokiya sfiorandogli il naso con il suo.
“Ehm ehm signori…”li richiamò Ren con un malsano sorriso sul viso
“Tu invece Ren? Sono curioso.“ gli chiese il viola seccato.
“Anche a me piacerebbe chiedere sempre la stessa cosa ma ormai non posso più perché qualcuno in particolare non ha più quel che desidero” disse guardando malizioso Masato.
“Caro Jinguji, non mi sembra di averti mai costretto a desiderare la mia verginità.”
“Ormai l’ho già marchiata io, e sta tranquillo che finchè esisterò non lo farà nessun altro.”gli disse con un fil di voce mentre con le labbra accarezzava il suo collo.
Il blu arrossì lievemente.
“E tu Natsuki che desidererai?”gli chiese Syo.
“Eh…io? Beh…” si risvegliò un po’ dai suoi pensieri poi guardò il cielo e sorrise spensierato.
Rivolse poi un sorriso più istintivo e completo ai suoi amici.
“Chiederò che tutti i giorni degli Starish possano essere felici come questo ^u^”
Questo suscitò sorpresa e felicità nei cuori dei ragazzi.
E poi…
“Guardate…una stella cadente!” annunciò Otoya.
Gli altri cinque restarono a fissarla meravigliati.
Dopo si guardarono e capirono che tutti volevano fare la stessa cosa.
Si diedero le mani e chiusero gli occhi per esprimere la loro preghiera a quella stella cadente che rappresentava la loro piccola ed immensa felicità che riusciva a farsi notare anche in una buia notte di mezza estate.