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Autore: Asuna_Yuuki    16/06/2015    2 recensioni
"I Ragnarǫk indicano, nella mitologia norrena, la battaglia finale tra le potenze della luce e dell'ordine e quelle delle tenebre e del caos, in seguito alla quale l'intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato."
Come potete ben immaginare, la storia sarà basata sulla mitologia nordica, in particolare quella vichinga. Mi sono documentata prima di iniziare a scrivere, ma naturalmente non sarà perfettamente coerente con la vera e propria tradizione scandinava.
La storia è incentrata sulle vicende di Rena, una giovane elfa delle tenebre, che dopo un gesto eroico verrà esiliata dal suo regno di origine e si ritroverà obbligata a iniziare una nuova vita, o meglio, a sopravvivere nel regno dei suoi nemici: gli elfi della luce. L'esilio di Rena si rivelerà in realtà una fortuna inaspettata per tutti e nove i mondi, in quanto detentrice di un oscuro segreto, di cui sono al corrente solo gli abitanti della sua terra e altri popoli altrettanto malvagi e subdoli, che si ritroveranno allo stesso tempo ingannatori ed ingannati.
Nella speranza che la storia vi piaccia, vi auguro una buona lettura!
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima del capitolo, vorrei fare un chiarimento: sono solita cambiare “punto di vista” durante la storia, quindi subito sotto il numero del capitolo, troverai il nome di colui/colei che sarà il protagonista. Buona lettura!
 
7.
(Astrid)
 
-ALT.- gridai, una volta arrivata davanti ai cancelli di Asgard. La legione di Valchirie schierata dietro di me si fermò all’istante e cessò il rumore provocato dall’incontro tra il pavimento marmoreo e gli artigli dei maestosi lupi che ci fungevano da destrieri. La guardiana delle soglie Syn mi osservò attentamente dalla testa ai piedi, attendendo una mia dichiarazione. A breve sarebbe iniziato un concilio straordinario degli Aesir, divinità celesti creatrici del mondo e eravamo state eccezionalmente convocate anche noi Valchirie da Odino ed Eir, dea della resurrezione che una volta combatteva tra le nostre fila. Il nostro compito è sempre stato quello di combattere per la pace e di scegliere le anime di guerrieri valorosi da trasportare nel Valhalla, uno dei tanti luoghi di Asgard, la dimora degli Aesir.
 
-Sono Astrid, generale della quinta legione. Siamo state convocate da Odino.- esclamai ad alta voce, in modo da farmi sentire da Syn. La donna annuì mestamente e con uno schiocco delle dita, i massicci cancelli del palazzo si aprirono lentamente, permettendo l’ingresso delle truppe di cui ero comandante. Non era un esercito eccessivamente numeroso, ma di certo eravamo una delle legioni più potenti. Quando entrai nell’immenso giardino del palazzo degli dei, scorsi svariati gruppi di lupi riposare sul prato, segno che tutte o quasi tutte le altre legioni fossero già arrivate.
 
-Rapide, Valchirie. Temo che saremo le ultime.- dissi, scendendo dal mio destriero dopo avergli lasciato una carezza sul capo ricoperto dal pelo morbido. Quando tutte furono scese, le esortai a seguirmi all’interno della sala dove si sarebbe tenuto il consiglio. Sperai vivamente che non fosse già iniziato, e invece scoprì che per cominciare stavano attendendo il nostro arrivo. Una volta arrivate davanti le porte della sala, queste si aprirono all’istante e la grandezza del luogo in cui stavo per entrare mi fece quasi mancare il respiro. Il soffitto era incredibilmente elevato e la superficie della stanza era estesa quanto un ampio campo di battaglia. Il perimetro era di forma circolare e nelle pareti delle stanze erano scavate tante nicchie quante erano le divinità celesti. Infatti in ogni cavità era inserito un maestoso trono, decorato a seconda del dio a cui apparteneva. Gli dei erano di dimensioni enormi, tuttavia non tanto quanto i Jotnar, i veri e propri giganti, animati spesso da sentimenti malvagi. Di fronte a noi si stagliava la mastodontica figura di Odino, del quale noi eravamo le fedeli servitrici. Alla sua destra e alla sua sinistra erano posizionati rispettivamente gli altrettanto grandi troni di Frigg, sua sposa e detentrice del potere della chiaroveggenza, e Thor, suo figlio prediletto, dio del tuono. Dalla mia destra giunse la voce femminile e potente di Eir:
 
-Siete arrivate per ultime, aspettavamo solo voi.-
 
-La preghiamo di perdonarci, divina Eir.- dissi, inchinandomi nella sua direzione, nella speranza di rabbonirla un minimo. Tutte noi eravamo consapevoli di quanto fosse limitata la pazienza della dea. Ci avvicinammo alle altre legioni e prendemmo posto accanto alla quarta, capitanata da Hervor, la quale mi rivolse un discreto sorriso. Nella stanza erano presenti anche altri ospiti: un ridotto gruppo di Liosalfar era sistemato davanti alla terza legione, direttamente di fronte al trono del dio principale e tra di loro era presente la famiglia reale. L’improvviso tuonare della voce di Odino mi fece sobbalzare, ma ripresi immediatamente il contegno, rivolgendo lo sguardo verso il dio:
 
-Aesir, Valchirie e Liosalfar, ho convocato questo concilio per discutere di alcuni avvenimenti avvenuti di recente. Lord Dain mi ha riferito che in maniera del tutto segreta, è stata creata un’alleanza tra Jotnar e Dokkalfar. Conoscete bene gli orientamenti di quei popoli, se stanno tramando qualcosa, di certo non sarà a fin di bene. A preoccuparmi ulteriormente è l’adesione dei Vanir a questa alleanza.-
 
-I Vanir? Non dovremmo essere in pace ormai?- domandò Vor, dea della saggezza –Sono divinità minori, ma pur sempre divinità, perché dovrebbero volersi ancora scontrare con noi?-
 
-Non illuderti di questo Vor, presto inizierà la terza guerra tra Aesir e Vanir, ne sono certo. Come sono certo che vinceremo anche questa volta.- dichiarò Tyr, dio della guerra, con un ghigno soddisfatto stampato sul volto.
 
-Le altre due volte erano semplici conflitti e le ostilità andarono a scemare con i trattati di pace. Stavolta, se quello che mi è stato riferito è vero, si pensa che..- iniziò Odino, interrompendo le proprie parole in modo volontario, per tenere elevata l’attenzione degli ascoltatori.
 
L’attesa era febbricitante, notai che diversi dei si sporsero in avanti, come per paura di non riuscire a udire l’ultima parte della frase di Odino o come se volessero esortarlo a continuare. Sentì un sottile bisbiglio alle mie spalle e lo feci cessare con un gesto della mano, in seguito al quale le due Valchirie smisero di parlare tra di loro. A quel punto, cadde un silenzio tombale, finchè il dio non riprese a parlare:
 
-..vogliano dare inizio al Ragnarok.-
 
A quel punto il consiglio esplose: gli unici a rimanere in silenzio furono i Liosalfar, Odino e Frigg. Notai Vali, uno dei tanti figli di Odino, girarsi verso i troni vuoti alla sua destra e alla sua sinistra, appartenenti una volta ai fratelli Baldr, il dio della speranza e Hoor, dio dell’oscurità e cieco dalla nascita. Erano entrambi morti, il primo per mano di Hoor, ingannato da Loki e a sua volta ucciso da Vali, per vendicare il fratello. Era stato predetto che gli unici a sopravvivere al Ragnarok sarebbero stati proprio Vali, Vidarr, dio della vendetta, Magni e Mooi, figli di Thor, e che Baldr e Hoor sarebbero risorti dal regno degli Inferi. I superstiti avrebbero ereditato dalla precedente generazione di dei il comando dell’universo che loro stessi erano incaricati di creare: il Ragnarok era destinato a portare la distruzione completa di tutto ciò che esisteva, dall’Yggdrasil ai suoi nove mondi, divinità comprese. Perché mai dei popoli come i Dokkalfar e i Jotnar avevano acconsentito a dare inizio a un progetto del genere? Anche se di orientamento malvagio, non pensavo che fossero a tal punto folli da architettare la loro e la nostra distruzione. Il chiasso cessò in seguito a un grido di Odino che ammutolì i presenti:
 
-SILENZIO!-
 
Il panico era dipinto sui volti di tutti, Valchirie e dei, mentre i Liosalfar erano rimasti impassibili, in quanto già a conoscenza di tutto. A prendere la parola fu Thor, che si alzò in piedi e si rivolse a Lord Dain puntandogli contro Mjollnir, il suo martello:
 
-Come fate a essere al corrente di un tale piano? Nemmeno Frigg ne era a conoscenza.-
 
Frigg si voltò verso di lui, rivolgendogli uno sguardo minaccioso: non aveva buoni rapporti con il dio del tuono, specialmente perché era uno dei tanti figli illegittimi che Odino aveva avuto con altre donne.
 
-A mio parere siete coinvolti anche voi Liosalfar, altrimenti non si spiegherebbe.- continuò Thor, placato immediatamente da una carezza e da un sussurro mellifluo della moglie Sif, dea del raccolto. Lord Dain alzò una mano e la portò successivamente sul proprio petto, inclinando appena il busto in avanti come segno di rispetto nei confronti della divinità, poi parlò:
 
-Mi permetto di dissentire, divino Thor. La notizia di questo complotto mi è stata riferita indirettamente da una Dokkalfar esiliata, che ora si trova nella prigione del mio palazzo. Ho pensato che fosse opportuno mettere al corrente gli Aesir, ed è per questo che ora ci troviamo qui: dobbiamo decidere sul da farsi.-
 
Thor rimase in silenzio, annuendo appena mentre accarezzava la mano delicata della moglie dai capelli dorati, che lo guardava con un’espressione preoccupata. Odino si passò le dita tra la lunga barba grigia, osservando pensieroso il soffitto della stanza. Dopo qualche minuto di silenzio, esordì:
 
-Valchirie, Liosalfar, potete congedarvi, io e gli Aesir dobbiamo consultarci in privato. Per il momento il consiglio è sciolto.-
   
 
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