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Autore: Anakin Solo    16/06/2015    5 recensioni
[Idee minori sono state prese da "Pokémon: the PAL Chronicles" con il permesso dell'autrice];
[Longfic] [Coppie: Het] [Avvertimenti: What if?] [Genere: Avventura/Azione] [Contesto: Anime];
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Cinquemila anni fa, una creatura è stata sconfitta. Da essa, hanno avuto origine nove pietre: le Pietre del Potere. Esse sono le forze primordiali degli elementi. Divise, sono forti. Insieme, sono invincibili. E incontrollabili. Nascoste dalla razza umana, erano destinate a non essere mai trovate. Ma non fu così. E ora, l'intero pianeta è in pericolo.
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Ash Ketchum è stato tradito da tutti coloro che amava. Fuggito, si ritrova in una regione misteriosa, senza il suo migliore amico: Pikachu. E' affranto, ma determinato. Partirà per un nuovo viaggio. E la usa più grande avventura avrà inizio.
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Dynamis è una regione che solo pochi conoscono. E' stata nascosta per un motivo: celare il segreto più pericoloso della storia. Ma ora, il più grande torneo internazionale mai creato si svolgerà lì. E' il momento di tornare alla luce per la regione. E con essa, anche il suo passato. Tradimenti e bugie verranno a galla, misteri saranno svelati e l'amore fiorirà dove meno lo si aspetta. E la Prima Leggenda sarà compiuta.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO
 
Nel capitolo precedente …
 
I Superquattro, borse in spalla, si avvicinarono al Campione. La maggior parte di loro avevano delle smorfie insoddisfatte, sapendo che il teletrasporto causava sempre mal di testa e nausea, ma non commentarono.
Pochi secondi dopo, una luce invase la stanza e, una volta scomparsa, la rivelò vuota.
 
OOOOO | Pokèmon : Le Pietre del Potere | OOOOO
 
Capitolo 2

“L’inizio di tutto”
 
Era mattina tarda, verso le undici, e nella zona portuaria di Atlantopoli, capitale di Dynamis, stava per attraccare una nave piena di turisti e allenatori eccitati per il Torneo Invictus, a cui non vedevano l’ora di assistere o partecipare.
– Ci siamo quasi! – urlò un ragazzino occhialuto di quindici anni. Aveva dei capelli corti neri e aveva gli occhi azzurri. Indossava dei pantaloncini corti color marrone e una maglietta verde a maniche corte, a causa del caldo estivo.
– Sì Max, ma vedi di non agitarti troppo – raccomandò Brock, un amico della famiglia di Vera e Max.
Era l’ex-capopalestra di Plumbeopoli, nella regione di Kanto, prima che il padre assunse l’incarico e si occupò dei suoi molti fratellini e sorelline, permettendogli di viaggiare liberamente per le varie regioni e intraprendere la carriera di medico e allevatore pokèmon.
I due ragazzi lo avevano incontrato quando viaggiarono per Hoenn, durante la loro infanzia. Da allora, si tennero sempre in contatto, vedendosi in certe occasioni per recuperare il tempo perduto.
– Sì, in fondo il torneo non scappa – disse Vera, la sorella di Max.
Era una coordinatrice pokèmon molto famosa in Hoenn e un po’ meno in Kanto, soprannominata la “principessa di Hoenn” dal pubblico e dai suoi fan.
La ragazza indossava una bandana e una maglietta entrambe azzurre, con pantaloncini corti neri e un marsupio giallo alla vita, dove conteneva i suoi pokèmon e i suoi nastri da coordinatrice, che segnavano le sue molte vittorie.
Il padre era il capopalestra di Petalipoli, in Hoenn, dove entrambi hanno fatto il loro primo viaggio pokèmon.
– Hai ragione, e poi vincerò di sicuro! Sono troppo forte per loro! – disse Max con arroganza, sistemandosi gli occhiali sul naso. Nonostante avesse cinque anni di esperienza in cui non vinse nulla di troppo importante, non era un allenatore umile. L’unico motivo per cui riuscì ad entrare nel torneo fu per il fatto che il padre, Norman, non poteva essere presente e aveva mandato il figlio al suo posto.
Proprio in quel momento vennero raggiunti dai loro amici: Misty, Lucinda, Iris, Spighetto, Tracey e Diapo.
Il gruppo si era conosciuto a Biancavilla, a casa della signora Ketchum, prima che la donna li bandì per quello che avevano fatto al figlio.
Dopo essersi incontrati, diventarono amici e viaggiarono in diverse regioni per alcuni anni: Misty, Iris e Brock andarono a Hoenn, Max e Tracey a Sinnoh, Vera e Lucinda a Hoenn e Diapo visitò Kanto e Johto insieme a Spighetto.
Tutti, comunque, rimasero sempre in contatto e in buoni rapporti, a volte pianificando delle riunioni per l’intero gruppo in una regione o un’altra.
Misty era la capopalestra di Celestopoli, ed era un’allenatrice specializzata nei pokèmon di tipo acqua. Il suo sogno era diventare la più brava del settore. Aveva capelli arancioni e occhi azzurri cristallini.
Lucinda era una coordinatrice pokèmon, e veniva dalla città di Duefoglie, Sinnoh. Aveva i capelli blu scuro e gli occhi azzurri pure. Indossava una gonna corta rosa, un gilet nero e un cappellino bianco.
Iris proveniva dal Villaggio dei Draghi, Unima, e voleva diventare una Maestra Drago. I suoi capelli erano lunghi e folti, di un viola molto scuro, quasi blu, e aveva gli occhi marroni. Indossava un poncho (?) color pesca.
Spighetto era, insieme ai suoi due fratelli, capopalestra di Levantopoli, Unima, ed era un intenditore di pokèmon. Aveva i capelli verdi chiaro e indossava uno smoking, che usava nel suo ristorante per servire i clienti.
Tracey era assistente del professor Oak, e disegnava pokèmon per hobby. Aveva una bandana sulla testa, che impediva ai capelli di cascare sugli occhi. Era vestito con una maglietta e dei pantaloncini corti.
Diapo era, infine, un allenatore di pokèmon dalla regione Unima. Fu invitato al torneo a causa della sua vittoria nei campionati di Unima e Johto. Aveva i capelli biondi lunghi e indossava una giacca arancione con dei pantaloni marroni.
– Ragazzi venite! Siamo arrivati! – li informò Lucinda e, procedendo verso la passerella della nave, cominciarono il viaggio verso il Centro Pokèmon della città, per registrarsi al torneo.
 
(O)(O)(O)
 
Contemporaneamente all’arrivo di Max e il suo gruppo, una luce bianca invase una delle piccole stradine vicino al viale principale della città di Atlantopoli, fortunatamente passando inosservato dalle persone non troppo lontane.
Quando i Superquattro aprirono gli occhi, subito Alyssa si appoggiò ad un muro vicino, con la mano sulla fronte e un espressione di sofferenza, mentre Helena diventò un po’ verde e si piegò sulle ginocchia.
Michael non si fece problemi e scappò dietro un bidone della spazzatura lì accanto, prima di vomitare tutta la colazione che fece quella mattina.
Jude sembrò l’unico non troppo influenzato, insieme ad Ash. Entrambi i ragazzi batterono le palpebre un paio di volte, prima di guardarsi intorno, cercando di capire dove si trovassero.
– Grazie Mewtwo – disse Ash ritornando il pokèmon. – Bene, – disse poi rivolgendosi ai quattro allenatori con lui. – adesso andremo al Centro Pokémon per registrarci correttamente al torneo. A quanto pare c’è stata una complicazione e abbiamo bisogno di farlo personalmente – precisò, notando le facce confuse dei suoi amici. – Ultima raccomandazione: ricordate che io vado …
– Sotto il nome di Liam Ravensong in pubblico. Lo sappiamo Ash, non ti preoccupare – lo interruppe Alyssa, alzando gli occhi, ancora tenendosi la fronte.
Ash aggrottò la fronte, leggermente preoccupato per la ragazza, prima di avvicinarsi a lei e usare un po’ della sua Aura per attenuare il dolore che provava.
La leader dei Superquattro arrossì leggermente alla vicinanza con il bel Campione, prima di tentare di nasconderlo. Non era professionale da parte sua e poi … insomma, era il suo migliore amico!
– Bene. Possiamo andare – disse Ash, non notando l’agitazione della ragazza bionda.
Le cinque celebrità uscirono quindi dal vicolo, ignorando le dita puntate o le esclamazioni della gente quando li riconoscevano,  e cominciarono a camminare verso il Centro Pokémon, luogo di registrazione al torneo.
 
(O)(O)(O)
 
Il viaggio non fu molto lungo, circa cinque minuti, grazie al teletrasporto molto preciso di Mewtwo, che li aveva lasciati vicini al centro della città, dove si trovava il Centro Pokèmon.
Comunque, questo non aveva diminuito lo stupore della gente comune quando vedeva passare accanto a loro i regnanti della regione. Principalmente furono i turisti che assillarono e infastidirono i cinque ragazzi, dato che per il popolo della regione non era troppo raro vederli passeggiare per le città, soprattutto la capitale.
Tornando al presente, Ash e i suoi amici raggiunsero la loro destinazione. Il Centro pokèmon di Atlantopoli era grande almeno tre volte uno normale a causa delle dimensioni della città e, quindi, il numero alto degli abitanti.
Per il resto era uguale identico a tutti gli altri, se non per il numero di Infermiere Joy che ci lavoravano (ce ne erano infatti quattro). L’edificio era dotato di cinque piani, ognuno con uno scopo specifico: tre erano provvisti di camere da letto per gli allenatori, uno dedicato alla cura dei pokèmon (quindi sale operatorie, medicinali, …) e l’ultimo conteneva la hall e la sala ristorante.
Entrando, il piccolo gruppo poté osservare la grande quantità di allenatori che erano presenti all’interno, riempiendo l’atmosfera di allegria ed energia, con chiacchiere allegre e versi di pokèmon.
Solitamente, però, la quantità di persone che frequentavano i Centri Pokèmon era minore, anche a causa del fatto che il flusso di allenatori di pokèmon non era grande come quello di Kanto, Johto, Hoen, Sinnoh, Unima o Kalos.
Molto probabilmente, la ragione era perché Dynamis non aveva un vero Campionato della Lega Pokémon, né tantomeno Capipalestra dove ottenere medaglie. In Dynamis si doveva attirare l’attenzione degli “osservatori”, uomini che lavoravano per la Lega Pokèmon e cui il lavoro era scegliere sfidanti adatti per i Superquattro.
Sfortunatamente (o fortunatamente) nessuno degli sfidanti è riuscito a sconfiggere la Lega, e questo prova la forza dei Superquattro e del Campione di Dynamis.
Ash, Alyssa, Jude, Helena e Michael si diressero verso il bancone dove si trovava l’Infermiera Joy, per registrarsi. A parere di tutti e cinque, quella era una vera e propria seccatura. Non potevano saltare la registrazione? In fondo, erano loro che ospitavano il Torneo Invictus, era ovvio che avrebbero partecipato!
Sfortunatamente, però, era impossibile. A causa di alcune misure di sicurezza istituite dall’Organizzazione degli Ultimate Trainers, poi, erano costretti a presentarsi di persona e non potevano effettuare la registrazione tramite computer o telefono.
– Forza ragazzi, prima si comincia e prima possiamo andarcene – affermò Ash, offrendosi di andare per primo.
L’operazione durò un paio di minuti e al Campione non restò altro da fare che aspettare gli altri. Nel frattempo, decise di sedersi su una delle comode poltrone nella zona d’attesa, osservando con tiepido interesse i vari allenatori di pokèmon che gli passavano imparte senza riconoscerlo.
Nel silenzio, però, cominciò a ripensare al passato. E questa non era una buona cosa, dato che gli portava solo dolore e tristezza.
Ma ormai, era troppo tardi. La sua mente ripassò gli eventi di quella giornata di cinque anni fa, e Ash non poté fare nulla se non rivivere il suo tradimento.
 
Inizio Flashback  (5 anni prima)
 
- Mamma, sono a casa! – disse Ash, entrando in casa sua, Biancavilla, e dirigendosi verso il salotto, pronto a riabbracciare la madre.
Il sedicenne era appena ritornato dal suo viaggio nella regione di Unima, ma aveva sostato per due settimane su uno dei tanti percorsi della regione di Kanto, decidendo che voleva fare un po’ di allenamento, prima di tornare a casa.
Purtroppo, la sua ultima avventura nel Campionato della Lega Pokèmon di Unima non era finito molto bene: era arrivato nella Top 32, prima di essere battuto da un altro allenatore.
*(Guarda N.d.A.)
Quello che vide, però, lo sorprese. In salotto, ad attenderlo, non c’era sua madre, ma tutti i suoi amici, anche Iris e Spighetto, che aveva salutato tre settimane prima (il viaggio in traghetto Unima-Kanto durava una settimana).
Tutti i suoi amici stavano parlando felicemente, ridendo e scherzando, e l’atmosfera avrebbe potuto sembrare felice e allegra, ma Ash percepiva qualcosa di strano, di freddo nell’aria. Come un presagio maligno.
Non appena la sua voce raggiunse le orecchie dei suoi ex-compagni di viaggio, tutti si zittirono e si voltarono verso la porta, guardandolo con uno strano sguardo.

– Hey, ragazzi, che ci fate qui? Iris, Spighetto? Ho pensato foste tornati a casa – disse confuso Ash, esprimendo la sua curiosità. Si accorse poi di un’altra figura, seduta sul divano di casa sua, molto familiare. – Diapo?! – domandò incredulo.
– Ciao Ash – salutò Lucinda, presto seguita dal resto del gruppo, meno Diapo. – Come stai? E’ da un paio di mesi che non ti vedo. A proposito, tua madre è al mercato di Plumbeopoli, tornerà domani mattina.
– Va bene – rispose Ash, ancora sotto shock. – Perché siete tutti qui? – chiese nuovamente.
– Abbiamo deciso di fare una specie di rimpatriata – rispose allegramente Vera. – Abbiamo chiesto a tua madre se aveva i numeri degli amici con cui hai viaggiato e ci siamo ritrovati qui un paio di giorni fa.
– Sì, tua madre è stata così gentile da ospitarci tutti – concordò Brock.
– Beh, è fantastico, ma perché Diapo è qui?
– Si è unito a noi mentre viaggiavamo qui da Unima – rispose il suo amico dai capelli verdi, Spighetto. – Cercava per te. Disse che aveva qualcosa da dirti.
– Abbiamo discusso un po’ sulla sua idea – continuò Iris, riferendosi alla cosa che il suo rivale di Unima doveva dirgli. – E ci siamo ritrovati d’accordo
– Ah si? Su che cosa? – chiese lui, confuso dal tono oscuro della sua amica. Era forse successo qualcosa di brutto.
– Noi pensiamo che … beh … - provò a dire Max, interrompendosi, come incerto nel parlare.
– Devi abbandonare il tuo sogno stupido – disse la voce di Diapo ad Ash.
– Diapo? Ma che cosa stai dicendo?! – chiese Ash, sorpreso e arrabbiato, una volta visto il suo rivale da Unima. Si aspettava qualcosa di orribile, ma non questa proposta pazza.
L’allenatore guardò i suoi amici, che lo guardavano con un misto di tristezza e accettazione. Dire che Ash fu sorpreso era niente a quello che successe dopo.
– Ha ragione – disse Misty. – Senza offesa, ma sei debole. Sei riuscito a vincere solo la Frontiera Battaglia e la Lega di Orange, che sono obiettivi molto facili e di nessuna importanza nel settore agonistico della Lega. –
Tutti gli altri presenti espressero dopo poco il loro accordo, annuendo o guardando il pavimento, mormorando "sì".
– Come potete dire questo? – chiese Ash scioccato e ferito. Osservò bene i suoi amici negli occhi, per vedere se dicevano la verità e, per un secondo sfuggente, gli sembrò di notare un piccolo lampo viola negli occhi di Misty, ma fu andato prima che potesse aprir bocca.
I suoi pensieri furono poi distratti dalle affermazioni che seguirono la dichiarazione di quella che avrebbe dovuto essere la sua migliore amica.
– Ash – lo chiamò dolcemente la sua amica di Hoenn. – Non intendiamo offenderti, ma … – qui Vera si fermò un attimo, come indecisa, prima di continuare con la sua affermazione. – In tutte le Leghe che hai partecipato non hai mai vinto e sono ormai cinque …
La coordinatrice si interruppe, ma per Ash quelle parole bastavano. Un sentimento di dolore e tradimento si formò rapidamente nel suo petto.
– E’ vero – mormorò con voce quasi inudibile Max. – Io ti ho ammirato tanto, e credo che tu sia una grande persona, ma forse ... forse la carriera di allenatore non è per te.
– E tu, Lucinda? – domandò l’allenatore di Biancavilla, rivolgendosi alla ragazza di Sinnoh, distogliendo lo sguardo dai due fratelli che considerava come parte della sua famiglia. – Ti ho insegnato tutto quello che sai, sei come mia sorella! – le gridò triste Ash, sperando che almeno lei negasse le affermazioni.
La ragazza sembrò svegliarsi da un sonno profondo, ma un attimo dopo, con un luccichio viola negli occhi, gli rispose in malo modo.
– Ed è per questo che non ho vinto il Gran Festival! Tu sei un allenatore, o dovresti esserlo, non puoi insegnare ad un coordinatore – disse Lucinda arrabbiata, anche se con tono un po’ traballante. Subito dopo, la ragazza si coprì la bocca, con gli occhi spalancati. – Oh mio Dio, Ash, non intendevo …
– Iri, Spighetto? – chiese il sedicenne, con le lacrime ormai agli occhi.
I due abbassarono lo sguardo a terra, non osando rispondere, anche se i loro pensieri erano ormai chiari a tutti.
– E poi, – cominciò Brock – sei sempre così impulsivo, ti cacci sempre nei guai.
– Forse sarebbe più sicuro se tu stessi qui a casa tua e lasciassi la carriera di allenatore – aggiunse Vera prima che il ragazzo potesse ribattere.
– Ovunque andavi i pokèmon e le persone si facevano sempre male. E’ come se tu portassi … – disse Tracey con tono flebile, fermandosi prima di andare oltre.
– E’ davvero questo che pensate? – domandò debolmente Ash alla stanza silenziosa. – Bene. Allora me ne vado, non c’è più niente per me qui – disse Ash, prima di correre fuori dalla porta (dimenticandosi che quella era la sua casa) e verso il laboratorio del professor Oak, con Pikachu al seguito.
– Ash, aspetta! – gridò Lucinda, alzandosi dal divano, pronta ad inseguirlo. La coordinatrice non aveva intenzione di ferirlo, voleva solo fare ciò che era meglio per lui.
– Ferma – ordinò Diapo, prendendole un braccio. – Lascialo andare, è per il meglio.
La ragazza dai capelli blu lo guardò con un’espressione di rabbia, prima di schiaffeggiarlo. – Questa è tutta colpa tua, innanzitutto! E’ stata la tua idea stupida e io ti ho seguito! Non avevo la minima intenzione di ferire colui che è un fratello per me! E ora, lasciami andare, se non vuoi che ordini ai miei pokèmon di attaccarti.
Come per dimostrare la sua minaccia, Lucinda portò la mano dove si trovavano le sue pokèball afferrando quella del suo pokèmon più forte, Mamoswine.
Il ragazzo da Unima la guardò ancora per pochi secondi, prima di ignorare la sua minaccia e parlare con un tono lento e calmante: – Hai fatto ciò che è giusto. Lascialo andare e resta qui con noi.
Un lampo viola passò negli occhi di Lucinda, che annuì con fare svogliato, come in trance, prima di ritornare a sedersi, riprendendo a parlare con gli altri.
Come se nulla fosse accaduto.
 
(O)(O)(O)
 
Nel frattempo, Ash aveva raggiunto il laboratorio e, spiegata la situazione al professor Oak (che ne rimase scioccato), cominciò a raccogliere i suoi pokémon.
Prima che potesse allontanarsi però, una voce dietro di sé lo chiamò. Era il professor Oak.
Il vecchio sembrava volesse dirgli qualcosa, ma un movimento nei cespugli vicini attirò la sua attenzione. Gli occhi di Oak si spalancarono in incredulità, e riuscì solo a gridare “attento!”, prima che un raggio viola d’energia si diresse verso il ragazzo tradito dai suoi amici.
Un’esplosione risuonò in tutta Biancavilla e dintorni.
 
Fine Flashback
 
Ash non dimenticherà mai il momento in cui si svegliò, perché fu in quel momento che conobbe la sua salvezza, Alyssa LeBlanc. Si ricorda ancora oggi lo shock che aveva provato nel sapere che lei era la leader dei Superquattro!  E la principessa, non di meno!
E, meglio ancora, si ricorda lo shock di lei dopo aver scoperto di essere il Possessore della Pietra Rossa, l'ultima Pietra del Potere rimasta.
Tornando alla storia, però …
La ragazza, allora quindicenne, gli spiegò che si trovava nella regione di Dynamis, poco famosa a causa delle mancanza di un Campionato.
Aveva più tardi scoperto che era stato salvato da Arceus. Nel biglietto che aveva trovato c'era scritto che il primordiale leggendario non aveva mai smesso di tenerlo d'occhio, dato che era il suo prescelto, e che una volta visto il tradimento dei suoi "amici" aveva deciso di aiutarlo e trasportarlo in questa nuova e sconosciuta regione.
Dopo alcuni giorni di riflessione, il ragazzo di Biancavilla che questo avrebbe potuto essere un nuovo inizio e ricominciò ad allenarsi per sfidare la Lega Pokèmon.
Tra tutti gli avvenimenti, però, c’era una nota dolente: Pikachu era sparito. Ash lo cercò per mesi interi, prima di rassegnarsi tristemente.
Quando chiese il parere di Alyssa, la ragazza gli disse che il suo pokèmon potrebbe essere scappato nella foresta in cui lei l'aveva trovato (improbabile, lui e Pikachu erano migliori amici) o ... peggio.
Tutto sommato, quello fu il giorno più buio della sua vita, ma anche l’inizio di una fantastica avventura.
Una che avrebbe cambiato il mondo intero.
 
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Nel prossimo capitolo …
 

– Ehi, secondo voi perché c’è una folla immensa davanti al Centro Pokèmon? – chiese Iris, indicando la costruzione non lontana da loro.
– Non ne ho idea – rispose Vera, anch’ella confusa.
– Forza, andiamo a vedere! – esclamò il fratello minore, correndo verso la marea di gente.

 

Emettendo un sospiro disperato, Ash cominciò a farsi strada nella marea di allenatori e tifosi, ignorando le varie grida di quest’ultime del tipo: “Vuoi sposarmi, Liam?”, “Alyssa, ti prego, accettami come tuo studente!”, “Jude, Michael, siete i miei idoli!”, “Voglio combattere con voi, accettate?” e tante altre ancora.
I cinque erano quasi riusciti a scappare, quando il principe della regione sentì una voce che non avrebbe mai voluto sentire.

 

– Siete dei codardi – li chiamò lui, facendo boccheggiare tutte le persone presenti. Il ragazzo aveva avuto il coraggio di insultare dei membri della Lega e i regnanti della regione!
– Cosa, scusa? – chiese incredula Alyssa. In tutti i suoi anni in cui era stata principessa, nessuno l’aveva mai chiamata in quel modo. Stupida e ingenua, sì, ma non codarda.
– Ma con chi credi di star parlando? – domandò incazzata Helena. – Sai chi siamo noi?

 
 
Al prossimo capitolo con tutto questo e altro:

“Riunione di famiglia: la battaglia”
 
 
 
 
 
Ciao a tutti,
come vi è sembrato il capitolo?
Atlantopoli è come una New York e al centro di quello che sarebbe ‘Central Park’ si trova il luogo dove si svolge il torneo. Sono cinque stadi, uno più grande e quattro piccoli, ma i dettagli arriveranno nei prossimi capitoli.
Vi lascio comunque un’immagine.
Arcipelago di Atlante:
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Atlantopoli:
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Zona dove si svolge il torneo:
Image and video hosting by TinyPic
 Scusate se ho fatto scomparire Pikachu ma sarebbe stato un indizio troppo forte sulla vera identità di Ash e ho dei piani e un motivo preciso sul perché è sparito che sarà svelato più avanti nella storia.
Se volevate sapere di più sulla sua scomparsa, vi dico che tornerà verso la fine della storia e sapremo tutti i dettagli della sua sparizione.
Pace gente!

 

Anakin Solo
 
Aggiornato: 6/6/2016
   
 
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