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Autore: The_Lock    17/06/2015    1 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Carissime lettrici e carissimi lettori! Un grosso in bocca al lupo per chi fa gli esami di maturità, e uno ancora più grosso per gli sventurati che, come me, sono in sessione estiva! 
TSKLS torna verso agosto/settembre (gli esami ce li abbiamo tutti, ne!?), ma se nel frattempo vorrete tempestarmi di domande sui personaggi tipo qual è il cantante preferito di Sky, per quale squadra tifa Kyle, il cocktail preferito di Lydia, il libro preferito di Sydney o il piatto preferito di Tyler, chiedete pure! Non siate timidi!
Auguro a tutti una buona estate,
The_Lock



2.12- Il ballo di fine anno

 

“Come sarebbe a dire non verrai al ballo di fine anno?” sbottò Skylar, alzandosi in piedi e facendo girare mezza sala mensa che guardò la reazione del ragazzo con interesse.

“Non ci vengo.” rispose Lydia.

“Sky dovresti rispettare le decisioni di L...” disse Kyle e tutti i suoi amici lo guardarono di sbieco, non abituato a vedere Kyle fare da paciere fra due persone. “Che?” domandò il moro, tornando a bere il suo succo dalla cannuccia.

“È per Doug?” domandò Skylar, tornato seduto.

“Sì. È per Doug.” sospirò Lydia.

“Come è andato l'esame di matematica?” domandò Sydney, cercando di cambiare discorso visto che l'argomento si era fatto bollente.

“Lydia ci sarà sicuramente una schiera di ragazzi che vorrebbe andare al ballo con te!” si ostinò Skylar.

“Non voglio una schiera di ragazzi, voglio un solo ragazzo. E adesso basta, non toccare più l'argomento o ti pugnalo la faccia con questa forchetta.” lo minacciò Lydia, facendo dondolare la forchetta di plastica davanti al volto dell'amico.

“Ma...”
“Ah! Ssssht!” lo ammutolì lei, e Skylar sbuffò, alzando le mani al cielo per dire che si era arreso.

“Arriva Tyler!” disse Sydney, salutando il rosso da lontano.

“Che si dice?” domandò Tyler.

“Lydia non vuole venire al ballo!” spiegò Skylar, e tutti e tre i ragazzi che si erano già sorbiti il dramma voltarono gli occhi al cielo e sbuffarono.

“Oh... neanche io.” rifletté Tyler.

“Siete degli sfigati...” soffiò Skylar a denti stretti, tornando ad accoltellare il cibo che aveva nel piatto.

 

Quando la campanella suonò per l'ultima ora di quell'anno, i ragazzi si divisero dirigendosi verso le rispettive classi, quando qualcosa afferrò Sydney dal colletto della polo celeste che indossava, e lo sbatté praticamente contro gli armadietti.

Dopo un attimo di confusione, il biondo mise a fuoco chi aveva davanti, ed un sospiro di disperazione gli uscì dalle labbra.

“Lilian...” mormorò Sydney, volgendo gli occhi al cielo.

“Sai, Sydney... mi domandavo se dopo quest'ultimo anno tu avessi cambiato idea...” disse la bionda, giocherellando con la punta dei suoi capelli, riuscendo a sembrare solo più inquietante del solito. Era dall'inizio di quell'anno che Lilian aveva puntato Sydney, ed ogni festa era un motivo in più per provarci con il ragazzo.

“No. Mi spiace.” disse il biondo, facendo per andare via, ma lei lo trattenne ancora poggiandogli una mano sul petto.

“Che succede?” domandò Kyle, raggiungendo Sydney e Lilian.

“Niente. Sydney stava per accettare il mio invito al ballo.” ridacchiò Lilian, senza sbattere ciglia.

“Io cosa?” sbottò il biondo.

“Ehi, Lilian. Mi spiace ma Sydney non andrà al ballo con te perché ci andrà con me. Ora, se non ti dispiace, stai infastidendo me ed il mio ragazzo.” sussurrò, facendole cenno di andare via. Dopo un primo momento di confusione, Lilian si guardò attorno credendosi preda di uno scherzo, e poi andò via, sgambettando lungo il corridoio. Kyle raccolse Sydney, poggiandogli una mano sulle spalle e stringendolo a sé.

“Stavo per staccarle la faccia.” sospirò Sydney, facendo ridere Kyle.

“A proposito... ti vengo a prendere alle 8!” aggiunse Kyle, cambiando strada e facendogli l'occhiolino.

 

Skylar scese alla fermata dell'autobus ed alzò il volume del lettore mp3. Odiava sentire il rumore delle macchine e dei motori, oppure il frastuono dei clacson che segnava il passaggio di qualche cafone, e camminò fino a raggiungere il vialetto di casa e trovare Alissa seduta sul gradino di casa.

“Ciao! Perché non mi hai avvisato che tornavi oggi?” domandò Skylar, sorridendole e camminandole incontro, ma lo sguardo di Alissa era parecchio triste, per non dire imbarazzato e mortificato.

“Sky... dobbiamo parlare.” disse la ragazza con tono greve.

 

Lydia si stese sul suo letto, con la semplice intenzione di fissare il soffitto fino a che non l'avrebbe colta il sonno. Sua madre bussò alla porta, e senza aspettare che la figlia rispondesse, si affacciò alla porta.

“Tesoro, va tutto bene?” domandò la madre, e Lydia rispose con un mugugno, allora Jenna si sedette al fianco della figlia, accarezzandole i capelli rossi come i suoi. “Non dovresti prepararti per andare al ballo di fine anno?”
“Non ci vado.” rispose la figlia. Jenna annuì, torcendo le labbra e guardando altrove; sapeva quanto sua figlia fosse innamorata di Doug e non aveva la minima intenzione di chiederle l'impossibile, quindi di rimpiazzarlo.

“Sai. Io andai al ballo di fine anno da sola. Senza cavaliere.” spiegò, sorridendo al ricordo.
“E come è stato?”

“Terribile... ma solo per la prima mezz'ora... poi conobbi tuo padre.” raccontò con occhi sognanti.

“E 20 anni dopo avete divorziato.” aggiunse Lydia, caustica.

“Sì, so che non è un esempio edificante ma non mi sono mai pentita di quegli anni con tuo padre, e con te. Lydia, tu sei una delle ragazze più forti e coraggiose che io conosca, e non lo dico solo perché sono tua madre; quindi se una ragazza frignona e secchiona come la sottoscritta ha osato andare al ballo senza cavaliere, non vedo perché tu non possa fare lo stesso.” disse, facendo sorridere la figlia.

“Ma... non ho un abito.” disse Lydia, facendo spallucce. Sospirando ma nascondendo un sorriso, Jenna porse la carta di credito alla figlia che le sorrise con aria birichina.

“Non esagerare.” disse, e Lydia annuì, saltellando fino alla porta d'ingresso.

 

“TYLER! C'è UNA RAGAZZA CON I CAPELLI ROSSI CHE TI VUOLE ALLA PORTA!” urlò Victor, il fratello minore di Tyler. Il ragazzo sospirò, già imbarazzato per quell'infelice comportamento del fratello, mise a pausa la partita sulla playstation e uscì di camera, trovando Lydia alla porta che gli sorrideva.

“Ehi. Ciao, entra pure. Scusa mio fratello, ma è un bambinetto.” disse, chiudendo la porta alle spalle dell'amica.

“Bambinetto? Ho quindici anni!” si lamentò, guardando il fratello come un traditore. Tyler decise di tagliare la conversazione sul momento e condusse Lydia in soggiorno, dove la ragazza si accomodò e poggiò una busta dall'aria abbastanza costosa.

“Voglio andare al ballo.” annuì Lydia.

“...Ok...” mormorò Tyler, aggrottando la fronte non sicuro di dove l'amica volesse andare a parare.

“Vuoi venirci con me?” domandò Lydia, e Tyler non riuscì a nascondere la sorpresa di quel gesto, tanto che andò in tilt.

“Ah... ehm... uhm...”
“Come amici, ovviamente.” sottolineò Lydia, disperata per la totale mancanza di intuizione mostrata da Tyler.

“S-si potrebbe fare.” annuì.

 

“Cinque minuti e sono pronto, lo giuro!” disse Kyle, aprendo a Sydney con solo un asciugamano in vita. Sydney sorrise ed annuì, misericordioso ed il moro salì lungo le scale due gradini alla volta, sapendo che avrebbe fatto tardi.

Il biondo studiò diligentemente la casa di Kyle: l'interno completamente in legno, le scale che si ergevano difronte l'entrata e il salone a destra, immerso in un disordine del tutto tollerabile. Gli occhi blu di Sydney furono colpiti dal riflesso luminescente del vetro di qualche fotografia poggiata sul davanzale del camino, allora il biondo si avvicinò e studiò attentamente i ritratti. Vide Kyle quando era piccolo- un minuscolo esserino dai grandissimi occhi scuri -suo fratello maggiore Gabriel, una foto del matrimonio dei suoi genitori e poi un primo piano della madre, Alexandra.

Benché Kyle fosse una perfetta combinazione fra il volto di entrambi i suoi genitori, in quella foto, gli occhi di sua madre sembravano gli stessi di Kyle: l'espressione corrucciata ma innamorata, leggermente tenebrosa ma con un grandissimo cuore. Sydney non si era mai sentito di chiedere molto a Kyle riguardo sua madre, ma sapeva che prendeva degli psicofarmaci e da quella foto era possibile avvertire qualcosa di quella tempesta in arrivo. Era impossibile capire a che età fosse stata scattata quella fotografia, ma mise un'infinita dose di tristezza dentro Sydney, tanto che sussultò quando la sua meditazione fu interrotta dall'arrivo di Gabriel, il fratello di Kyle.

“Ehi, Sydney. Aspetti quel ritardatario di mio fratello?” domandò il ragazzo ed il biondo annuì, sorridendogli. Il volto di Gabriel si rannuvolò leggermente quando notò che Sydney teneva il primo piano della madre fra le mani, e Sydney si affrettò a metterlo a posto.

“Kyle ti parla mai di lei?” domandò Gabriel.

“Molto poco.” mormorò Sydney.

“Già...” annuì Gabriel, “Lui era molto piccolo quando lei è morta. Non aveva neanche 9 anni e da allora ne parla poco o niente.” rifletté, guardando altrove; ma Gabriel si riscosse subito, intuendo di essere stato troppo funereo per l'occasione della serata. Kyle scese immediatamente dopo, prese le chiavi della sua motocicletta e poi salutò il fratello con una pacca sulle spalle.

“Non tornate troppo tardi.” disse Gabriel, sorridendo alla coppia.

 

La musica era assordante, ma andava bene così, mentre i ragazzi si dimenavano sulla pista da ballo per dare il benvenuto all'estate che sarebbe durata troppo poco rispetto ai loro progetti. Settembre e l'inizio del nuovo anno scolastico era un fantasma lontano dai loro pensieri e dalle loro preoccupazioni: quella notte doveva significare solo divertimento, mare e sole.

L'entrata di Lydia e Tyler fece voltare non poche persone, ma tanta era l'abitudine della ragazza di vedere gente voltarsi al suo cospetto che neanche se ne accorse, mentre Tyler divenne rosso in volto come avesse dimenticato di indossare i pantaloni. I due ragazzi raggiunsero il tavolo a cui erano seduti Kyle e Sydney, Banquo e una ragazza che nessuno del gruppo aveva capito come si chiamasse, ed infine Skylar che era intento ad osservare un cocktail con aria torva.

“Ce l'avete fatta!” urlò Sydney, accogliendo Lydia con un abbraccio.

“La reginetta del ballo non poteva mancare.” sorrise la rossa, lasciando lo stampo del rossetto sulle guance del ragazzo.

“Siete venuti insieme?” domandò Banquo, alzando un sopracciglio e Tyler annuì con la stessa agilità di un pezzo di legno.

“Che gli prende?” domandò il rosso, cercando di cambiare argomento e puntando l'attenzione su Skylar.

“Alissa l'ha scaricato.” spiegò Kyle e Skylar lo fucilò con lo sguardo.

 

Dopo una ventina di minuti dominati da musica da discoteca, il DJ decise che era arrivato il momento di ballare un paio di lenti, e fu allora che le coppie si riunirono, mostrando il loro attaccamento al partner o all'amico.

Lydia aveva dato il meglio di sé ballando nel modo più elegante e sensuale che una ragazza della sua età avesse mai potuto fare, e alla fine abbracciò, ricambiata, Tyler ed insieme ciondolarono per la palestra. Il rosso, decisamente più a suo agio nei movimenti di un lento, sentì una fitta di colpevolezza, sapendo di ballare con la cotta storica di Skylar, che era ora seduto da solo al tavolo con entrambe le braccia incrociate e sguardo torvo.

Gli occhi verdi e vispi di Lydia si incrociarono di colpo con quelli scuri di Doug, anche lui seduto al tavolo ed intento ad osservarla chissà da quanto tempo. Nonostante l'impulso fosse quello di distogliere lo sguardo, Lydia continuò a mantenere il contatto senza sapere con esattezza quello che trasmetteva o voleva trasmettere. Per ora i suoi occhi erano assetati della figura di Doug, dei suoi lineamenti e dei suoi colori e delle sue forme e non voleva preoccuparsi d'altro se non guardarlo fino allo sfinimento. Poco dopo, però, il senso di colpa di Tyler verso l'amico costrinse il ragazzo a chiedere una pausa, e Lydia annuì, rimanendo al centro della pista da ballo, indecisa sul da farsi, e poi camminare a passo deciso verso Doug.

Un'altra coppia, invece, stava destando abbastanza scalpore all'interno della palestra allestita, e questi erano Sydney e Kyle.

“Ci guardano tutti.” sorrise Sydney, sorprendendosi del piacere ricavato da fare scalpore fra gli altri studenti dell'istituto.

“Mmm... magari si aspettano qualcosa di più.” mormorò Kyle, avvicinando di colpo Sydney al suo corpo con un movimento secco.

“Dai, ci guardano tutti.” rise Sydney.

“Allora dobbiamo dare uno spettacolo degno dell'aspettativa.” concluse Kyle, ed avvicinò le sue labbra al biondo ed i due si baciarono, provocando il tipico rumore di un ferro rovente raffreddato di colpo.

“Sei il più bello della festa.” sussurrò Kyle all'orecchio di Sydney e stringendolo a sé ancora di più, ma poco dopo qualcuno toccò la spalla del biondo interrompendo quel momento.

“Facciamo a cambio?” domandò Banquo, e Sydney scivolò via dalle braccia di Kyle e ballò per qualche minuto con la sua dama, mentre Banquo prese Kyle fra le sue braccia e lo costrinse a ballare con sé.

“Perché non me lo hai detto prima che eri gay?” domandò Banquo, ballando impacciato con l'amico.

“È stata una cosa lenta.” spiegò Kyle.

“Sydney sembra un tipo ok.” annuì.
“Stai facendo l'amico geloso?” chiese Kyle.

“Caro mio, anche quando sarai laureato o sposato, tu per me rimarrai sempre il mio compagno di banco che a scuola divideva la merenda con me.” rispose, facendo sorridere il moro. “Divertiti, questa serata è tutta tua.” disse, e dopo un breve abbraccio tornò dalla sua dama, facendo ancora a scambio con Sydney.

 

 

“Ciao.” disse Lydia, avvicinandosi a Doug.

“Ciao.” rispose Doug, poggiandosi al muro del corridoio nel quale si erano spostati per poter parlare meglio. Era la prima volta da quando Doug aveva lasciato Lydia che i due osavano parlarsi o stare così vicino, e l'aria era piena di elettricità.

“Sei molto bella.” disse Doug.

“Grazie.” rispose lei. “Notizie dall'università?” domandò.

“Mi hanno ammesso al Reldey College.” annuì lui.

“Sono felice per te.” sorrise lei, sapendo che era il College dove Doug sperava con tutte le forze di andare, anche se distava due ore di aereo da dove erano loro in quel momento.

“Lydia...- iniziò Doug con voce malferma -...mi dispiace sia finita in questo modo.” concluse, ed un colpo d'accetta colpì la ragazza al cuore.

“Sei un idiota!” lo rimproverò Lydia, non riuscendo a trattenersi e scoppiando a piangere; intenerito Doug cercò di avvicinarsi a lei, ma Lydia lo allontanò con uno strattone e si ricompose subito dopo, asciugando le lacrime con le dita.

“Sei un idiota, Doug. Uno stupido! Perché tu mi ami, ma non sai andare oltre quella prova di fiducia che ti si è presentata davanti!”

“Prova di fiducia? Sparire un'intera serata senza avvisarmi?” domandò lui, pallido di rabbia.

“Non voglio tornare sull'argomento.” rispose caustica Lydia. “Sei tu che l'hai fatta finire in questo modo, quindi almeno non fare l'ipocrita fingendone dispiacere.”

“Sei tu che mi hai costretto a metterti con le spalle al muro. È dall'inizio di quest'anno che sei strana, Lydia! Sparisci senza avvisare e torni a volte in lacrime, a volte dolorante, a volte stanca morta!”

“Sì, è vero, ma tornavo sempre da te! Eri tu la prima persona che cercavo! Non i miei amici, non mia madre, ma tu!” urlò la ragazza, piegandosi in avanti tanta era la rabbia e tornando a piangere.

“Mi dispiace, io...” iniziò Doug, ma Lydia non volle sentire altro e tornò in palestra, chiudendosi la porta alle spalle e ringraziando la luce bassa della serata che impediva agli altri di vedere che stava piangendo.

 

La preside Vandom salì sul pacco con in mano due buste da lettera contenente il nome del re e della reginetta del ballo di quest'anno, ma prima la donna decise di spendere qualche parola per ringraziare tutti i professori ed il corpo docenti per lo splendido anno passato insieme, e per augurare a tutti gli studenti delle vacanze all'insegna del divertimento responsabile e il desiderio di un futuro anno per collaborare ancora.

“Ma adesso, passiamo ai nomi dei vincitori. I loro nomi sono...”

 

“I passeggeri Powerth, Waterline, Firal, Eartha e Windy del volo AJK2038 diretto a Mykonos, sono pregati di presentarsi immediatamente al gate 12, grazie.”

Subito dopo l'annuncio, quattro ragazzi ed una ragazza furono visti sfrecciare per i corridoi dell'aeroporto, correndo impacciati con i loro bagagli ingombranti e in preda al panico di non poter arrivare in tempo.

“Aspettate, mi si è rotto il tacco.” strillò Lydia, tanto che una delle due assistenti presenti alla scrivania difronte al gate andò ad aiutarla.

“Siete arrivati appena in tempo.” commentò l'altra assistente, scannerizzando i biglietti dei ragazzi.

“Scusate.” annuì Tyler, asciugandosi il sudore dalla fronte.

“Il passaggio porta direttamente all'aereo. Passate delle buone vacanze.” disse la signora, sorridendo al gruppo di ragazzi.

“Lo faremo di sicuro.” sorrise Kyle, dando una pacca al sedere di Sydney che si voltò sorridente.

“Mykonos arriviamo!” urlò Skylar, correndo come un pazzo verso l'aereo.




 

  
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