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Autore: ElisynaUchiha    17/06/2015    1 recensioni
Questa storia è una specie di esperimento, vi avverto.
Ruoterà tutto intorno alla musica, come si può intuire dal titolo.
Ogni capitolo sarà letteralmente basato su una canzone che aiuterà a capire meglio la storia.
"Due ragazzi con un passato difficile alle prese con la sfida più grande: superare i propri limiti e le proprie paure.
Ci riusciranno?"
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non vi vedo molto entusiasti per questa storia, forse fa davvero pena haha
In ogni caso ormai ho iniziato quindi, a meno che proprio non susciti nemmeno il minimo interesse, dovrei pubblicarla tutta.
Magari entrando nel vivo della storia vi prenderà di più, i primi capitoli sono un po’ piatti lo ammetto, ma datemi il beneficio del dubbio.
Eccovi il terzo capitolo.
 
Chapter III – Glad you came.
 
Glad you came – The Wanted
 
PLAY
 
The sun goes down
The stars come out

 
Il buio si stava facendo sempre più fitto mentre aspettavo fuori dal pub il direttore della Casa Discografica Evans.
Avevo avuto una settimana terribile.
Anche in quel momento stavo convivendo con l’angoscia di essere scoperta.
E, lasciate che ve lo dica, l’angoscia non è una coinquilina silenziosa, ti tiene sveglia notti intere.
Sospirai.
Non sapevo cosa fare.
Tornare al mio vecchio lavoro era impensabile, almeno se avevo a cuore il futuro dei dolci coniugi Lee. Ed era così.
Non per la prima volta in quella settimana, il pensiero dell’offerta di Chris Evans mi sfiorò i pensieri.
Forse avrei potuto fare un tentativo. In effetti, era vero che non volevo dare un prezzo alla mia musica, ma la cosa che più mi spaventava era che per fare una cosa del genere avrei dovuto mettermi in gioco completamente e mio padre avrebbe potuto rovinare tutto, di nuovo.
C’era anche un altro pensiero che, anche se cercavo di evitare come la peste, tornava prepotentemente ad infestarmi la testa: l’arresa.
L’arresa a mio padre e ai suoi progetti per me e per il mio brillante futuro.
Storsi la bocca solo all’idea.
In questo momento purtroppo, non potevo permettermi di fare tanto la schizzinosa e dovetti costringermi ad analizzare anche questa possibilità…prima di picchiare la testa contro il muro ripetendomi:
“Sei una scema.”
Non potevo aver fatto tutta questa strada per arrendermi così.
Avrei lottato, eccome se l’avrei fatto!
“Ti stai dando della scema picchiando la testa contro il muro?”
Saltai per lo spavento, voltandomi verso la voce che aveva parlato.
Ed ecco Chris Evans e il suo ghigno in tutto il loro splendore.
Perfetto, se prima pensava che fossi pazza ora ne aveva la certezza.
“Più o meno.” Mi appoggiai di schiena alla parete sfoderando un sorrisino un po’ imbarazzato.
Sorrise e mi porse la mano.
La mia mano si mosse da sola per afferrare la sua con una stretta delicata che lui rafforzò stringendo la mia a sua volta e allargando il sorriso.
“Vieni con me.”
Mi fece salire sulla sua macchina e mi osservò per qualche secondo.
“Cosa c’è?” chiesi confusa.
“Niente.” Rispose prima di concentrarsi sulla guida.
“Hai detto che avresti cantato.”
Si girò verso di me con un ghigno non molto rassicurante, premette un pulsante e il tettuccio della macchina si aprì rivelando il cielo privo di nuvole e lasciando che l’aria fresca della sera mi accarezzasse il volto e mi scompigliasse dolcemente i capelli.
Mi osservò nuovamente con un’espressione strana sul volto, come incuriosita o forse dubbiosa.
Lo osservai a mia volta.
 
And all that counts
Is here and now

 
Dopo qualche minuto di guida girò in una vietta sperduta del Griffith Park.
“Ora viene il momento in cui mi uccidi e ti sbarazzi del mio cadavere in mezzo alla boscaglia?” cercai di fare una battuta, ma mi ricordai improvvisamente le voci che giravano su di lui e sul fatto che avesse ucciso il padre.
Lo osservai con la coda dell’occhio cercando di mascherare il mio turbamento al fatto che, in effetti, ero in macchina da sola, in un posto sperduto, con un tizio già sospettato di omicidio verso il padre.
“Siamo arrivati.”
Fermò l’auto in uno spiazzo.
Era buio, non si vedeva molto, visto che non vi erano lampioni e l’unica luce che illuminava era quella…quella delle stelle.
Guardai in su e rimasi senza fiato.
E lui accese la radio.
 
My universe will never be the same
I’m glad you came

 
Mi fece scendere dalla macchina, mi prese la mano facendomi fare una giravolta e iniziammo a ballare.
 
You cast a spell on me, spell on me
You hit me like the sky fell on me, fell on me
And I decided you look well on me, well on me
So let’s go somewhere no-one else can see, you and me

 
Si staccò un attimo per prendere qualcosa dalla macchina per poi tornare verso di me.
Le luci erano tutte spente, ma le stelle…le stelle erano tutte accese.
E lui era così bello.
 
Turn the lights out now
Now I’ll take you by the hand

 
Mi prese nuovamente per mano e nell’altra mi porse un bicchiere con un liquido dorato dentro.
“Sai, si dice che dopo aver inventato lo champagne, Don Perignon disse: ‘Correte sto assaggiando le stelle.”
 
Hand you another drink
Drink it if you can
Can you spend a little time,
Time is slipping away

Away from us so stay,
Stay with me I can make,
Make you glad you came

 
“Abbiamo ballato sotto le stelle, bevendo delle stelle.” Risi.
“Ed io sto addirittura parlando con una di loro.” Ghignò, facendomi ridere più forte.
 
My universe will never be the same
I’m glad you came

So glad you came
 
“Sono felice che tu sia venuta.”
“Però tu mi hai mentito. Non hai proprio cantato, hai canticchiato una canzone che davano alla radio.” Ridacchiai.
“Forse.” Mi concesse e riprese. “Voglio parlarti di quell’offerta che ti avevo fatto la scorsa settimana.”
Sospirai.
“Non devi per forza decidere adesso. Magari, possiamo provare a incidere una canzone e poi vediamo come va, che te ne pare?”
“Non avrai mai un futuro scegliendo la musica!”
“Nessuno ti vorrà, io impedirò che ti assumano in qualsiasi lavoro!”
“Tornerai da me strisciando chiedendo il mio perdono.”
“Ci penserò su.”
“Splendido!” esultò alzandosi e tendendomi la mano.
 
I suoi occhi brillarono per un secondo eterno ed io non riuscì a non pensare al fatto che due stelle mi stavano guardando, splendendo solo per me.
Quella sera rimase per sempre nella mia memoria come la mia Notte Stellata.
Il cielo, lo champagne e lei.
Non avrei saputo dire chi avesse brillato più forte per il solo fatto che la mia visuale era sempre stata piena di lei e nulla più.
 
STOP
 
Next Track: Brave.
 
Il Griffith Park esiste davvero, ci sono stata è un bellissimo posto sui monti dietro Los Angeles, vicino all’Hollywood sign.
Sono felice che tu sia venuta” riporta alla canzone “I’m glad you came”.
 
Fatemi sapere che ve ne pare:)
Un bacio,
Elise.
   
 
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