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Autore: firewalkwithme_2_53    17/06/2015    4 recensioni
La seconda guerra magica è finita già da qualche anno quando Draco Malfoy si trova a dover intraprendere un viaggio alla ricerca di qualcosa da cui dipende il futuro del suo Mondo, della sua famiglia, della sua stessa vita. Ad aiutarlo nell’affrontare i pericoli della Montagna Nera e gli sconosciuti nemici che vogliono il suo fallimento, ci sono alcune “serpi” che conosciamo bene e anche una presenza decisamente indesiderata.
Dal testo:
“E’ per questo che ti ho fatto venire qui con tanta urgenza.” Lucius era tornato ad accomodarsi poggiando la schiena senza smettere di fissare suo figlio neanche per un attimo.
“Impossibile.” Il giovane Malfoy aveva di nuovo scosso il capo, alzandosi con impeto dalla sedia.
“Niente è impossibile.”
“Sì, se mi chiedi di trovare un mago scomparso anni fa! Un pazzo assassino che, stando a quello che dici, sta decimando coscientemente il nostro Mondo, come se non bastasse il resto dei crimini di cui si era già macchiato prima.”
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Gregory Goyle, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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5. Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vincitori, né vinti, né idee. (Elianto – Stefano Benni)

 

Il fuoco scoppiettava con inconsapevole audacia in mezzo al gruppo di maghi radunati in un’attesa che consumava lentamente legna e ansia, mentre l’intenso silenzio notturno veniva spezzato solo da qualche ululato che si avvertiva troppo lontano per essere considerato come un reale pericolo da parte loro.

Dopo che Greyback era scomparso nell’oscurità, infatti, a Malfoy e gli altri non era rimasto altro da fare se non gioire della scaltrezza con cui lui aveva superato la prova con il licantropo e sistemare al volo un campo per passare la notte in attesa che la luna tramontasse.

L’unico ad entrare nella caverna del lupo mannaro, o meglio a trovare il coraggio e il pelo sullo stomaco per farlo, era stato Goyle. Il mago era tornato dai suoi compagni, appostati al lato di una grossa roccia per essere meglio riparati dal freddo e da possibili attacchi di chissà quali creature, mostrando con orgoglio alcune lepri uccise probabilmente poche ore prima del loro arrivo da Greyback stesso.

Così, dopo che Nott era arrivato con un bel fascio di legnetti tra le braccia, i maghi avevano acceso un piccolo falò su cui avevano arrostito i resti di quei poveri animali. Con una certa riluttanza, persino Hermione si era rassegnata a mangiare quella carne, più per la necessità di conservare e rimpinguare le energie che per una vera e propria fame. Il sonoro rotto finale con cui Goyle aveva terminato il pasto le aveva però fatto gettare l’ultimo osso nelle fiamme, anche se non era ancora del tutto spolpato.

“Sei un maiale Gregory.” L’aveva rimproverato Zabini, seduto accanto alla strega con la schiena poggiata alla roccia, il sorriso sghembo sulle labbra a chiarire quanto la sua disapprovazione fosse in fondo del tutto fine a se stessa.

“Meglio fuori che dentro.” Goyle alla sua sinistra aveva sorriso, per niente offeso, distendendo le gambe di lato fino a portarsi supino sulla terra praticamente brulla.

Accanto a lui, Malfoy sorrideva beffardo e Nott, poco più in là a chiudere il cerchio alla destra di Hermione, scuoteva il capo aggiungendo altra legna al fuoco.

“E’ stata una giornata intensa, non credo che riusciremo a chiudere occhio tanto facilmente.” Theodore non aveva neanche terminato la frase che Goyle aveva preso a ronfare indecentemente, provocando un’ondata di ilarità da parte dei maghi.

“E’ incredibile! Riesce a dormire ovunque.”

“Ti ricordi quando si è appisolato durante il discorso natalizio di tuo padre?” Zabini aveva quasi le lacrime agli occhi pensando a quella serata. “Avevo paura che Lucius lo cruciasse!”

“Ci è mancato veramente poco quella volta in effetti.” Lentamente, le risate erano scemate e Malfoy aveva sospirato, indirizzando lo sguardo vero Hermione. “Qualcuno non ci trova affatto divertenti.” Aveva fatto notare con una decisa nota sarcastica.

La strega aveva sollevato gli occhi dal fuoco, sentendosi ovviamente chiamata in causa. “Solo perché ritengo che la situazione sia tutt’altro che divertente.” Aveva chiarito ferma, spiegandosi meglio un attimo dopo, anche se nessuno glielo aveva chiesto. “Stiamo aspettando che un Mangiamorte lupo mannaro finisca di sbranare chissà quale povera preda prima che la luna tramonti, sperando che torni qui e ci dica come trovare un altro Mangiamorte, pazzo-sanguinario e violento più di lui, scomparso anni fa. Tutto questo senza considerare che non so perché lo stiamo facendo, non ho la mia bacchetta e non posso smaterializzarmi per questo maledetto braccialetto che non riesco a togliere in alcun modo. E ho freddo.”

“E’ bello saper cogliere il lato positivo delle cose.” Nott aveva sganciato una delle sue ‘perle di saggezza’ ironiche facendo sorridere gli altri due Serpeverde ancora svegli, fingendo di non notare l’occhiata chiaramente omicida che lei gli aveva rivolto.

“Vorrei sapere perché perdiamo tanto tempo a cercare Dolohov, è chiedere troppo?”

“Visto che non dovresti neanche essere qui, direi che…sì, è decisamente troppo.” La risposta pacata di Malfoy aveva avuto l’enorme potere di darle ancora più sui nervi del normale.

“Ma proprio perché sono qui, forse è meglio se me lo dite invece. Potrei persino aiutarvi.” Aveva gettato là la strega, sperando di convincerlo a confidarsi.

“Piuttosto mi faccio mordere da Greyback.”

“Beh ci sei andato molto vicino, ti ricordo.”

“Ma ho superato la prova o sbaglio? Forse eri troppo concentrata a sperare che perdessi e non te ne sei accorta.”

“Come puoi credere che io sia così crudele, Malfoy!” Hermione era letteralmente scandalizzata. “Non augurerei del male neanche ad una serpe come te.”

“Ah scusa, dimenticavo che sto parlando con la più perfetta e intelligente delle streghe esistenti al Mondo. A questo punto però la domanda vera è: se sei davvero così intelligente, perché non hai ancora capito cosa vogliamo da Dolohov?”

Il sorriso beffardo di Draco, ricambiato da una eloquente alzata di spalle di Nott, l’aveva spinta a snocciolare apertamente quello che pensava. “Ha a che vedere con il Virus vero?” Nessuno le aveva risposto, ma l’attimo in cui Malfoy aveva trattenuto il respiro le era bastato per capire che aveva visto giusto anche su quello. “E’ stato Dolohov a diffonderlo? Come lo ha creato? Ha un antidoto? Come sai che c’entra proprio lui se anche gli Auror migliori vagano nel buio totale?”

“Meglio dormire.” Draco aveva cercato di troncare quella discussione che non stava andando per niente in un verso che gli aggradava e tutti, tranne la strega ovviamente, lo avevano imitato mentre si sistemava disteso.

“E’ inutile che eviti le mie domande. Ti ho già dimostrato di riuscire a capire le cose anche da sola, se rispondi sarebbe solo un risparmio di tempo per entramb…”

“Taci, strega.” Malfoy aveva sollevato il busto e lo sguardo nei suoi occhi, mentre la fissava, era reso ancora più terrificante dalle fiamme che dividevano i due.

“Non mi fai paura.”

“E invece dovresti temermi.” Aveva specificato il mago, scandendo lentamente le parole. “Ricorda sempre chi sono io e che tu non hai una bacchetta.”

La minaccia, neanche tanto velata, aveva riacciuffato per i capelli il cuore impavido di Hermione che avrebbe voluto invece rispondere a tono. Del resto morire in quel momento non sarebbe stata una gran mossa, ragione per cui lei lo aveva fissato con puro odio e si era distesa con la testa puntata di direzione di Zabini, il braccio sotto l’orecchio come fosse un cuscino e la certezza enorme che non sarebbe mai e poi mai riuscita a dormire.

A dimostrazione che non si dovrebbe essere certi in modo così assoluto di nulla, la strega si era invece addormentata profondamente e nel giro di pochi minuti. Complici la stanchezza, il viaggio, le mille scoperte della giornata, Hermione Granger era crollata e nella sua bella testa sempre in movimento si erano sovrapposte immagini terrificanti di squartamenti, lampi di luce rossa e unghie gialle minacciose.

Quando si era risvegliata con il respiro affannato, la prima cosa che aveva notato nel leggero chiarore del cielo mattutino che precede l’alba, era il mantello nero che la copriva. Era più che sicura, infatti, di essersi addormentata intirizzita dal freddo nonostante il fuoco acceso davanti a lei, con le braccia a stringersi tra di loro per trattenere il calore del suo corpo. Ora, invece, il tepore del mantello la teneva ad una temperatura piacevole nonostante il falò fosse praticamente ridotto ad un cumulo di cenere incandescente.

Hermione si era quindi raddrizzata, trattenendo a stento una smorfia per un dolore alla schiena, obbligata nella notte ad una posizione alquanto scomoda, guardandosi attorno: Nott e Goyle, oscenamente avvinghiato a se stesso, ancora dormivano ma degli altri due maghi non c’era traccia.

Lentamente, senza fare rumore, la strega si era quindi sollevata in piedi e si era guardata intorno. L’unica possibilità sensata era che gli assenti avessero seguito un piccolo sentiero che scendeva tra le rocce alla sua sinistra e, senza starci troppo a pensare su, aveva deciso di andare a controllare.

Già dopo pochi metri Hermione aveva avvertito un suono dolce e una strana nebbiolina nell’aria, ma solo alla fine del sentiero si era ritrovata davanti ad una piscina naturale immersa in uno spettacolo meraviglioso: il bacino era infatti contornato per tre lati da roccia, mentre quello opposto rispetto a lei era aperto a strapiombo verso le vette delle montagne accanto; l’acqua era evidentemente molto calda e mandava sbuffi di vapore che rendevano tutto appannato come se ci si trovasse in un sogno.

Proprio da questo paesaggio fiabesco due figure maschili, perfette e completamente nude, erano emerse quasi all’improvviso dall’acqua. Solo dopo diversi istanti la strega si era resa conto che si trattava esattamente dei maghi che stava cercando e si era addossata con la schiena contro la grossa roccia ai lati del sentiero da cui era arrivata, per evitare che la notassero.

Excicco.” Malfoy aveva sfilato la bacchetta dai vestiti lasciati a terra e aveva invocato l’incantesimo che gli aveva permesso di asciugarsi completamente nel giro di una manciata di secondi. “Quindi, secondo te, non ci sono altre alternative: dobbiamo tenerci la piattola attaccata alle calcagna e farcene una ragione?”

Zabini, che stava imitando i gesti dell’altro rivestendosi lentamente, aveva annuito. “Ti ripeto che è la cosa migliore. Se dovessimo trovare Doholov e il resto, torneremo nel Mondo Magico con un potere incommensurabile e potremo decidere di metterla in un angolo o addirittura farla rinchiudere ad Azkaban.” La strega aveva trattenuto il respiro a sentire nominare quell’orribile prigione. “Se invece fallissimo, potremmo sempre dire di aver tentato in ogni modo di portare a termine una missione che sarebbe stata la salvezza per tutti e di essere stati costretti a portarci dietro la strega per non rischiare che rovinasse tutto, proteggendola comunque nel frattempo. In qualunque caso saremmo degli eroi.”

Malfoy stava riallacciando la camicia, pensieroso, continuando a fare dei cenni poco convinti di assenso con la nuca, quando aveva notato il primo raggio di sole sollevarsi oltre l’orizzonte e aveva sospirato. “Ok, facciamo come dici tu. Sperando di non dovercene pentire amaramente.”

Hermione aveva realizzato a quel punto che i due dovevano aver praticamente finito di sistemarsi ed era tornata sui suoi passi lungo il sentiero il più velocemente possibile, bloccandosi solo nel momento in cui aveva scorto una nuova figura al centro della radura in cui si erano accampati per la notte.

“MALFOY!”

Greyback aveva ripreso il suo aspetto (quasi) umano ed era fronteggiato dai maghi che Hermione aveva lasciato addormentati pochi minuti prima, mentre Draco e Blaise arrivavano di corsa dalle spalle della strega per unirsi ai loro compagni, tutti con le bacchette sguainate e troppo impegnati ad osservare le mosse del lupo mannaro per domandarsi cosa stesse facendo lei così distante dal fuoco.

“Sei un bastardo Malfoy!” Fenrir aveva fissato il mago con una smorfia di disgusto, poi aveva disteso il braccio lungo il fianco. “Io adoro i bastardi.”

 

 

 

 

 

 

Aloha!
Benvenuti alla fine del quinto capitolo di questa avventura, nostra e dei nostri eroi (?)
:)
So che non c’è stata molta azione nel presente, ma ogni tanto occorre anche riprendere respiro e parlare ;) E così Draco ed Hermione hanno ‘parlato’, si sono riposati e lei ha sentito chiaramente che non è protetta dal gruppo perché sono dei gentiluomini educati, ma solo perché vedono del potenziale guadagno nella sua salvaguardia.
Certo, creare fiducia con queste premesse non è poi così semplice non credete? ;) Eppure sono convinta che ce la faremo!

Tra l’altro Fenrir è tornato e, almeno al momento, non ha fini bellicosi (sembra). La domanda successiva rimane quindi: riuscirà Draco a convincerlo a dirgli dove si trova Doholov?

Ringrazio vivamente chiunque sia arrivato a leggere fino a qui (e magari vorrà proseguire), coloro che hanno messo la storia tra le preferite\ricordate\seguite e i gentili lettori che mi hanno fatto sapere come la pensano sugli avvenimenti attraverso i loro commenti.
Alla prossima,
B.

  
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