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Autore: NeroNoctis    17/06/2015    1 recensioni
[Sequel di Nergal: Il Dragon Lord Dimenticato]
Atreia, il mondo dei Daeva in continua lotta tra loro e i Balaur. Ma i tempi stanno per cambiare e si respira aria di pace, almeno fin quando i Lost Masters non avranno nulla da ridire e getteranno la loro ombra e dominio sul mondo intero.
Fyeran, mondo oscuro e ignoto persino ai signori dell'Empireo e i Dragon Lord. Luogo dove sorgeva la prigione abissale, cella di uno dei Lost Master. La dimensione alternativa di Atreia nasconde un segreto capace di far collassare le due dimensioni in un unico piano.
Dove gli oscuri signori iniziano la loro manipolazione, Lord Beritra getta le basi per un oscuro piano e dimensioni alternative danneggiano la realtà, riusciranno i Daeva a credere in loro stessi o cadranno vittime delle loro scelte sbagliate?
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'War of Gods'
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Il bruciore alle braccia era incessante. Delle catene avvolte da quello che sembrava fuoco nero stringeva sempre più, ferendo e graffiando il ragazzo. I vestiti erano ormai laceri e l'oscurità avvolgeva ogni cosa. In lontananza a volte si scorgevano ombre muoversi, ma forse era solo la stanchezza. Lui l'aveva vista, le era apparsa davanti. Una figura evanescente col volto di Kyrie. Ma non poteva essere lei. 
Kyrie era morta.
– Andiamo Noct, puoi ancora liberarti. – sussurrò il ragazzo, convincendosi di spezzare quelle catene. Ma sembrava inutile, e Noctis era ormai esausto. Non riusciva a capire dov'era, e sopratutto perchè. L'ultimo ricordo che aveva era di Nergal che precipitava sopra lui ed Alnair, poi il nulla. Il ragazzo si abbandonò a se stesso, lasciandosi cadere nelle catene. Sarebbe morto lì probabilmente, o forse era già morto? Chiuse gli occhi, ma li riaprì subito dopo, distratto da una luce che materializzò una ragazza.
Kyrie.
– Tu mi hai ucciso. E' il prezzo da pagare.
– No... sta zitta!
Kyrie fluttuò verso il ragazzo, illuminando il suo volto. Il ghiaccio dei suoi occhi era stanco, e il viso sporco di sangue. La cicatrice che gli attraversava l'occhio adesso era ben visibile, così come i suoi vestiti dilaniati da quelle catene oscure.
– Tu hai fallito nel salvarmi.
Noctis scuoteva la testa e si dimenava. Aveva gli occhi lucidi, e faceva fatica a respirare. Non voleva ripensare a quelle cose, non voleva ripensare a quella scena, a quella notte in cui Kyrie morì. Ed era colpa sua.
– Vattene via! – urlò Noctis, e la ragazza scomparve in un accecante bagliore di luce. Luce che distrusse le catene e di fatto liberò il ragazzo, annientando le tenebre intorno a lui. Si trovava in una sala circolare, con un trono di spine al centro. Sul trono era presente il simbolo sbiadito delle truppe di Nergal, e lì Noctis capì: quella era la prigione abissale. Il luogo dove il Maestro Perduto dei Balaur aveva atteso, finché Beritra non lo liberò.
Lo spiritmaster decise di camminare, cercando una via di fuga, ma prima che potesse trovarla, la mura della sala crollarono, lasciando il ragazzo in una landa desolata. Intorno a lui non c'era assolutamente nulla, solo terre senza vita. Una distesa grigia senza nessuna forma di vita. Gli unici alberi che si intravedevano in lontananza erano ormai ridotti a scheletri, come se si fossero cristallizzati una volta morti. Il cielo era colmo di nubi oscure, e il vento scompigliava i capelli castani del ragazzo, che fu costretto a socchiudere gli occhi per colpa della nera polvere alzata da quell'evento atmosferico. L'aria era invasa da odore di marcio e morte, e respirarla non era una passeggiata. 
Noctis si guardò intorno, cercando qualcosa, qualcuno, ma non vedeva nulla. Intorno a lui solo terre morte e le macerie della prigione abissale, distrutta dalla luce di Kyrie, o almeno l'entità che aveva assunto le fattezze della deceduta ragazza. Il ragazzo sorrise, ripensando a quello che aveva passato, e guardando quel luogo. – Allora è vero. Sono un portatore di morte... questo mondo è morto.
Il ragazzo si fece strade tra quelle terre, camminando per ore ed ore. Le ferite sulle braccia si erano quasi del tutto rimarginate, anche se era ovvio che in quel luogo l'etere era davvero poco, sembrava quasi la fine del mondo. O forse era davvero così? Forse era solo nel futuro... o era semplicemente morto. Ma non importava, lui era lì, e doveva capire come tornare indietro, sempre se esisteva ancora un luogo dove tornare. La camminata iniziò a farsi più pesante, con le scarpe che trascinavano la sabbia grigia. Ormai aveva perso il conto... da quanto tempo camminava? Due ore? Tre? 
– Non c'è niente... – sussurrò, con una velata disperazione nella sua voce. Il paesaggio non era cambiato, in lontananza si vedeva delle montagne rocciose, ma la landa sembrava finire in uno strapiombo, mentre intorno a lui c'erano alcuni massi dello stesso colore del mondo: grigio. Durante il viaggio aveva intravisto alcuni arnesi logori e qualcosa simile a dei rifugi, ma non era certo. Dopotutto nessuno sarebbe riuscito a vivere in quel luogo angusto. Non vi era cibo, forse nemmeno acqua. Probabilmente erano resti di una civiltà perduta. Si lasciò cadere a terra, ormai esausto. – Morirò qui. – disse, con un amaro sorriso che si fece largo tra le sue labbra. 
"Voglio solo piangere... perchè rido?" pensò. Si sdraiò a fissare il cielo oscuro sopra di lui. Era notte? 
– Non vedo le stelle...
Iniziò a muovere la mano come a voler disegnare qualcosa in aria, la sua espressione ormai calma, la disperazione era svanita. Senza sapere bene perchè evocò Kaze, il suo spirito del vento, che si accucciò vicino a lui. – Ehy... – disse a bassa voce, carezzando la sua evocazione, che sembrava gradire quelle attenzioni. Continuò così per qualche minuto, fino ad abbandonarsi completamente al sonno e alla stanchezza che lo avvolsero come in una calda coperta. 

Nel sogno, Noctis stava osservando i suoi amici che giocavano tra le spiagge di Elian, era estate ormai. Tutti sembravano divertirsi, ma quando lui si avvicinava, nessuno sembrava riconoscerlo. Vide anche Alnair, che era seduta su una sdraio intenta a disegnare qualcosa. Non sapeva che che aveva questa dote. Si avvicinò a lei, che sembrò l'unica a notare il ragazzo. Lo guardò, sorridendogli.
– Ciao, Erra.


Noctis si svegliò di soprassalto, ritrovandosi in quella landa sperduta. Kaze stava puntando verso qualcosa, sembrava in stato d'allerta. Noctis si rialzò, guardando nella direzione del suo spirito, notando qualcosa. Sembrava un animale... un lupo? Strinse gli occhi, notando quello che era a tutti gli effetti un warg bianco. Il ragazzo si avvicinò all'animale, notando una ferita all'altezza della zampa. Il warg sembrava soffrire per quella ferita, così lo spiritmaster praticò una medicazione improvvisata, con delle bende e una pozione, pensando andasse bene per quel tipo di situazioni. Il warg bianco fissò Noctis, che sembrava abbastanza a suo agio in quella situazione. In normali condizioni quegli animali erano davvero aggressivi, ma lui no, vuoi per la ferita o chissà quale altro motivo. Prima che potesse dir qualcosa, Noctis venne scaraventato a terra da qualcosa dalle fattezze umane. Aveva la pelle sporca di terra, una creatura magrissima senza capelli. Il ragazzo indietreggiò, e il warg guaì impaurito. 
"E' stato lui..." pensò, e capì. La ferita sulla zampa era un morso, e quell'essere aveva tentato di mangiare quella povera bestia. Noctis ordinò a Kaze di attaccare, che scaraventò a terra la creatura tra graffi e morsi, permettendo al ragazzo di finirlo con un paio di magie ben assestate, lasciandolo immobile sul terreno.
Il warg si avvicinò a Noctis, leccandogli la mano in segno di ringraziamento. Ricambiò con un sorriso, aveva almeno trovato un compagno.
– Nix. Ti chiamerò così.
Il warg ricambiò con altre feste, nonostante fosse limitato dalla fasciatura. Il mago sorrise, ma si voltò con uno sguardo serio verso la creatura. Qualunque cosa fosse, ce ne dovevano essere altri. E adesso ne era certo. Quel mondo era abitato.
   
 
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