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Autore: se solose    17/06/2015    0 recensioni
Ciao! Dopo una lunga latitanza eccomi con una nuova storia e nuove idee. Questa storia parla di un'ipotetica quarta stagione, su come la immagino adesso e con cosa vorrei vedere.
Spero vi piaccia,
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Thea Queen
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Felicity prese una bottiglia di vino dallo scaffale basso mentre Oliver l’aspettava nei pressi del divano con due bicchieri pronti per essere riempiti. C’era uno strano silenzio nell'aria ma non era di quelli tesi, neanche imbarazzanti: un semplice silenzio. Quelli che ti puoi concedere con qualcuno con cui non hai bisogno di riempire spazi vuoti. Riempiti i calici i due si accoccolarono uno tra le braccia dell’altro in direzione della televisione.
“Questo non deve cambiare mai” disse lei infrangendo quella barriera di tranquillità.
“Cosa?”
“Questo. Lo stare abbracciati sul divano guardando un programma alla televisione” disse lei voltandosi più che poteva per guardarlo.
“Sono certo che tra vent’anni staremo ancora qui, così” la rassicurò stringendola ancora più a sé.
“Come stai?” gli chiese lei posando il vino ai piedi della poltrona per voltarsi a guardarlo davvero, questa volta. Erano tornati a Starling City da poco più di una settimana ed Oliver si era rifiutato categoricamente di far sapere a tutti che erano di nuovo in città, nonostante fosse stato lui stesso ad insistere per tornare sui loro passi. Avrebbe voluto capire con tutta se stessa cosa stesse passando in quella zucca che sentiva macinare pensieri su pensieri, la maggior parte contorti di questo era sicura, ma sapeva anche che Oliver non era pronto a parlarne.
“Bene, perché chiedi?” il ragazzo corrugò la fronte prima di buttare giù il suo vino tutto d’un fiato.
“Perché siamo tornati qui e ti sei chiuso in casa senza dire una parola a nessuno ed io non capisco, pensavo volessi tornare in città”.
“Infatti”
“E… allora usciamo!” azzardò una proposta lei, giusto per vedere cosa avrebbe risposto.
“So cosa stai cercando di fare” disse lui puntandole il dito una volta in piedi ma la compagna montò un’espressione interrogativa che la diceva lunga del fatto che non sapesse neanche lei cosa stesse cercando di fare, in realtà.

“Non fare quella faccia. Tu vuoi che vada da tutti quanti a salutare e dire che siamo tornati”
“Puoi biasimarmi? Insomma, non hai voglia di vedere almeno tua sorella?” chiese lei con una domanda retorica.
“Ovvio che lo voglio è solo che… ho paura che siano cambiate troppe cose, Felicity” finalmente era riuscito a dirlo ad alta voce, confrontandosi con le sue paure più remote. Felicity si tolse dal viso quell’espressione dura per sostituirla con un sorriso dolce, comprensivo mentre si avvicinava a lui per prendergli la mano tra le sue. Ne accarezzò il dorso con i polpastrelli per qualche minuto senza proferire parola.
“Oliver, odio dover fare il tuo grillo parlante ma… era già tutto diverso anche prima che noi partissimo. Ra’s, ti ha tolto tutto quello che conoscevi della vita da quando sei tornato dall’isola e forse, provo a tirare fuori solo una semplice sensazione, il fatto che tu sia riuscito a sconfiggerlo ti ha lasciato molto più tempo libero di quello che credevi” il suo tono era giocoso, uno dei suoi tanti modi per allentare la tensione che si accumulava sulle spalle di Oliver di tanto in tanto ma tutto ciò che stava dicendo era maledettamente serio; l’unica vita che Oliver avesse mai conosciuto una volta tornato dall’isola era quella del vigilante e quando Ra’s gliel’aveva portata via non aveva fatto i conti con quello che sarebbe successo dopo perché, il suo brillante piano, un dopo non lo contemplava. Il rimando che la sua mente fece al suo piano di sabotaggio dell’aereo su cui viaggiavano alla volta della città la fece rabbrividire.

“Forse” le disse ricadendo sconsolato sul divano. Affondò la testa tra le mani, quasi a volersi nascondere dalla sua donna, dalse stesso, da tutta la situazione ma soprattutto dai pensieri che la sua mente gli rimandava costantemente. Il pensiero di poter riavere tutta la sua vita indietro insieme alla felicità che Felicity gli faceva provare lo tartassava ogni notte prima che chiudesse gli occhi per concedersi un sonno ristoratore. 

Felicity gli posò un leggero bacio sulla nuca schiarendosi la voce poco dopo.
“Andiamo a trovare Thea” e lo prese per mano.


   
 
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