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Autore: beba7    11/01/2009    4 recensioni
Dopo aver letto le fiabe di Beda il Bardo(il libro che Silente ha regalato a Hermione)credo che un meteorite mi abbia colpito in testa perchè mi è venuta l'insana idea di crearne una parodia demenziale.......nei commenti limitate gli insulti per favore!!!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La strega e la bacchetta scrausa

LE STORIE DI BEBA LA TARDA

 

LA STREGA E LA BACCHETTA SCRAUSA

 

C’era una volta una Strega di nome Anvedi discendente di una nobile e antica famiglia di purosangue, in questa famiglia vigeva una antichissima tradizione: la bacchetta della matriarca, alla morte del possessore, passava nelle mani della figlia maggiore. Anvedi ricevette la bacchetta a 9 anni dopo la prematura scomparsa della madre, trovata morta in camera da letto di fianco ad un biglietto “Non sono stata io. Anvedi”. Arrivata alla scuola di magia fu una delle studentesse migliori che la scuola abbia mai avuto. Tutto merito della bacchetta che aveva il potere di ampliare sia la conoscenza che il potere degli incantesimi. Anvedi finì la scuola ottenendo il massimo dei voti nei M.A.G.O. Passarono gli anni e la bacchetta diventava sempre più vecchia e meno sicura. Tutti le consigliavano di andarla a fare vedere ma Anvedi per paura che potessero requisirla, danneggiarla o comunque che togliessero il suo potere, non portò mai la propria bacchetta a fare una revisione. Quando ormai Anvedi era una donna si era così affezionata alla bacchetta che la custodiva in una teca ogni volta che non la indossava. Era anche convinta dell’idea che lei a la bacchetta fossero una cosa sola, inseparabile e decise quindi di non avere figli per non rischiare di perderla una volta morta. Passarono così altri anni e Anvedi divenne una vecchia signora mezza ceca e zoppa da una gamba. Andava in giro con il suo bastone e ovviamente con la fedele bacchetta custodita in una tela impermeabile e antiurto. Ma ormai anche la bacchetta era alla fine della sua esistenza......se Anvedi pronunciava “Lumos” poteva capitare di tutto. Da un raggio arancione che colpiva il soffitto e faceva a pezzi il lampadario di cristallo a improvviso scatto di libertà da parte di tutti i coltelli di casa che si mettevano a rincorrere tutti gli elfi domestici della casa (alcuni rimasero anche feriti, poveri elfi!). Una domenica notte, svegliata da alcuni rumori, Anvedi scese al piano di sotto e scorse alcuni individui intenti a rovistare tra i cassetti dell’argenteria e li soprese sventolando minacciosa la bacchetta “Ostrega, se ve chapo ve rompo.......e in mona” (non sono brava a scrivere in veneto) (non lo parlo nemmeno tanto, lo capisco molto però essendo una MezzaVeneta) (per chi non avesse capito Anvedi ha origini venete...traduzione: Acciderbolina, se vi prendo vi.........e andate a ******) I ladri (perchè di ladri si trattava) appena videro questa vecchina con un piede e un quarto nella fossa gli risero in faccia

“Per favore, non vogliamo farle del male.....non ci costringa a usare le nostre di bacchette” e mostrarono un arsenale di fucili e mitragliatrici degne di Rambo

“Per favore, si scosti o le spezzo la bacchetta, nonnina”

A quella parola Anvedi non ci vide più e avanzò con la bacchetta levata

“Non...Chiamarmi....Nonnina......CRUCIO!!!!!!” ma dalla bacchetta uscì zampillando un filo d’acqua “Crucio!!!!” ma non successe nulla “crucio!” riprovò allora lei ma invece dell’incantesimo del Dolore Anvedi riuscì solo a spogliare quasi del tutto i due banditi

“Ahhhhhhh!!!!!!!” i due ladri allora approfittarono dell’urlo della vecchia per rubare quel legnetto che gli avrebbe procurato così tanti soldi. Anvedi invece si buttò a terra distrutta dal dolore e dalla separazione della sua fida compagna

I due ladri che se ne stavano andando però non avevano ancora fatto i conti con la Bacchetta che aveva preso il nome dalla matriarca.... Scrausa.

La bacchetta infatti iniziò a gonfiarsi e a illuminarsi pericolosamente, i due ladri (che erano romani) iniziarono a urlarsi contro

“Anvedi...la bacchetta, ANVEDI LA BACCHETTA!!!!!!!!”

E la vecchia “Si lo so è la mia......me l’avete rubata!!!! Che cosa è che ha?”

“Anvedi la bacchetta!”

Andarono avanti così per un pò di tempo (chissà perchè) fino a quando la bacchetta Scrausa non scoppiò in mille pezzi facendo urlare i tre personaggi.

Anvedi, dopo essersi ripresa dallo schock saltò in aria stile Matrix e iniziò a picchiare i due meglio di come sarebbe riuscito a fare Bruce Lee, agitando il bastone e usandolo per fare mosse spettacolari fino a quando i due furfanti scapparono a gambe levate, no beh....le gambe le appoggiavano a terra però correvano veloci come dei fulmini......magari un pò più piano!

 Anvedi per il dolore di aver perduto per sempre la sua bacchetta fu trovata deceduta la mattina dopo dagli elfi domestici supertiti al secondo crucio che Anvedi aveva tirato ai banditi........

 MORALE: Controllate periodicamente la vostra bacchetta o potreste far male ai vostri elfi domestici (e poi dovreste comprarne di nuovi....)    

NOTE DELL'AUTRICE:

Momento di totale e pura follia......l'ho sempre detto che la scuola bruciava le mie cellule cerebrali!!!

  
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