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Autore: dobrevseyes_    17/06/2015    1 recensioni
Sono Caroline Evans, originaria di Londra e ho diciassette anni. La mia famiglia si è trasferita a Sydney, non a causa del lavoro di mio padre o le altre solite motivazioni, ma semplicemente perchè lo volevamo. Voglio dire, fu un'idea di mia madre dato che le piacciono i nuovi inizi e ovviamente Londra è molto diversa da Sydney. Mio padre fu d'accordo e mio fratello Liam, ed io non potevamo farci nulla.
Andare a scuola era un'abitudine normale per me. Ho una vita normale ed una famiglia di media categoria, non posso dire di non essere felice, perchè lo sono. Quando mia madre mi disse che ci saremmo trasferiti credevo che le cose sarebbe andate nello stesso modo in cui vanno a Londra, ma mi sbagliavo. Ho incontrato questi quattro ragazzi che si credono i re della scuola. Tutto ciò che volevo era stare alla larga da loro, ci sarei riuscita? Soprattutto sarei riuscita a stare alla larga da Luke Hemmings che credevo essere la peggior cosa per me?
Beh, le cose accadono quando meno te le aspetti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3.


                                                      


Se Samantha non fosse mia amica, starei già dormendo a quest'ora.

Sabato arrivò troppo in fretta e di certo non ne vedevo l'ora. Calum mi disse ieri, non Luke e ne sono riconoscente visto che è il più scortese di tutti loro, che la festa sarebbe iniziata alla nove e mi diede il suo indirizzo. Ieri sera stavo avendo ancora dei secondi ripensamenti ma Sam mi mandò un messaggio per ringraziarmi che sarei andata con lei nonostante non volessi.

Dopo aver fatto la doccia mi infilai il vestito che preparai la sera precedente. Non era nulla di speciale, era lungo fin sopra le ginocchia e nero in pizzo. Ero nel bel mezzo di applicare il mascara quando il mio telefono suonò. Sospirando, misi il trucco giù e presi il telefono da sopra il letto. E' Samantha.

«Sì?» dissi.

«Sto venendo da te».

Mi leccai le labbra. «Okay, ci vediamo tra poco»

Dopo dieci minuti, Sam è seduta all'angolo del mio letto, del tutto pronta mentre io mi sto ancora arricciando i capelli. Sta indossando un vestito rosso molto corto,  e non sono molto brava a spiegare, ma le sta davvero bene.

«Ancora non hai fatto?» chiese impaziente, sbattendo i tacchi sul pavimento.

Sogghignai mentre stringevo il ferro per capelli. «Non ancora»

«E hey» disse improvvisamente strillando. «Sai che Calum mi ha chiesto il numero?»

«Sul serio?» dissi mentre finivo di arricciare i capelli. Scollegai il ferro per poi indossare i tacchi. Non sono abituata ad indossare questo tipo di scarpe ma non posso mettere le vans o roba così.

Ovviamente, Sam è molto eccitata di andare a questa festa. Solo alcuni studenti sono stati invitati e quindi si sente abbastanza speciale avendo la possibilità di andare. Non so perchè ci abbiano invitate dato che ci conosciamo a stento. Voglio dire, le  conversazioni che abbiamo avuto erano formate da poche parole dal mio primo giorno e io non li considero amici. 
Nonostante andare alla festa non facesse parte del mio volere, cercai lo stesso di essere felice per la mia amica. Non voglio essere un'ammazza gioia.
Dopo essermi specchiata per l'ultima volta, afferrai la mia borsa e scesi le scale. I miei non erano a casa ma sapevano che sarei uscita stasera. Come aprì la porta,
riuscì a vedere la macchina di Sam parcheggiata di fronte casa mia. Iniziò a camminare verso la macchina mentre chiudevo la porta. 

«Più veloce, Caroline!» Urlò quando raggiunse l'auto.

Roteando gli occhi con fare giocoso, la seguì e mi sedetti al sedile del passeggero. Il tragitto verso casa di Calum fu pieno di storie raccontate da Sam su come Calum le chiese il numero e come fu lui a cercarla per primo. A dire il vero sono felice per lei, ma non così felice perchè stiamo ancora parlando di Calum, ovvero un membro dei 5 Seconds of Summer.

«Credi che sia questa la casa?»

Girai la testa verso destra e giuro su Dio, la mia bocca si spalancò. La si può davvero chiamare casa? La mia casa ci entrerebbe perfettamente cinque volte. 'Casa' non è nemmeno adatta come descrizione, è più un palazzo per me. Personalmente non ho mai visto una casa così grande in tutta la mia vita.

«Hey» Sam scacciò via tutti i miei pensieri. «Stai bene?»

Annuì. «E' che la sua casa è enorme»

Sogghignò. «Ho dimenticato di dirti quanto fossero ricchi?»


--

Sam non scherzava quando mi disse che erano dannatamente ricchi. Quest'auto sportiva appartiene a Calum ed è parcheggiata in questo garage immenso. Ce l'ha da qualche mese ma resta un discorso interessante per quanto costosa e bella è.
La festa si teneva in una stanza che poteva essere sfruttata per eventi formali, invece fu usata per una festa per adolescenti. Ci sono luci, la musica alta mi sta rompendo l'udito e l'alcol è ovunque. Nonostante solo pochi studenti vennero invitati, questo posto è pieno di gente. Non conosco nessuno di loro, questo prova quanto i ragazzi siano famosi. Beh, scommetto che i ragazzi non conoscano tutta questa gente ma tutta questa gente conosce loro.

«E' così divertente» Sam urlò sovrastando la musica. Eravamo seduti sugli sgabelli del bar con i drink serviti di fronte a noi. Non sono una gran bevitrice ma bevo lo stesso anche se non sono maggiorenne. Al contrario, Sam sembra proprio una bevitrice perchè si è scolata già tre shot di vodka, un bicchiere con qualche miscuglio e attualmente sta bevendo un cocktail chiamato Hurricane.

«Già» replicai pigramente. Sinceramente non mi sto divertendo. Voglio dire, non conosco una singola anima in questa stanza oltre Sam.

«Dovremmo cercare i ragazzi» suggerì, finendo il suo drink in alcuni sorsi.

«Um, non lo so» dissi.

Lei fece roteare gli occhi e mi afferrò il gomito «Oh, andiamo»

Mi trascinò e dovetti farmi spazio tra la gente. Non so se lei sappia dove si trovino i ragazzi ma sembra sapere dove andare. Al posto di contraddirla, la lascio fare. Spero che non sia così ubriaca da farci finire nei guai.
Abbandonammo la stanza dove si teneva la festa e c'era qualcuno di fuori. Non so davvero come definire questa casa per quanto sia immensa. Immagino che Calum abbia tutto ciò che vuole per quanto è ricco.
Sam mi portò al secondo piano prima di fermarsi davanti ad una porta. Riuscivo a sentire la musica proveniente da lì dentro. Credo che ci siano i ragazzi dentro ma come faceva Sam a saperlo? E' stata con me tutto il tempo e non abbiamo visto i ragazzi in giro. Oh, dimenticavo. Certo, lei ha il numero di Calum. Immagino che
abbiano parlato per tutto il tempo e io non l'ho notato.

Bussò alla porta tre volte, si aprì immediatamente, come se ci stessero aspettando. Fu Ashton ad aprire la porta. Ci accolse con un sorriso e ci fece entrare. Ovviamente questa stanza è dannatamente grande. Dovrei smettere di fare complimenti alla casa di Calum mentalmente.

«Hey» Calum disse alzandosi dal divano. Mi accolse con un abbraccio, e fu abbastanza imbarazzante perchè non so se abbracciarlo anche io o meno. Invece, gli diedi un imbarazzante colpetto sulla schiena. Poi si voltò verso Sam e la abbraccio ma lei ricambiò subito l'abbraccio. 

«Stai molto bene»

Sam arrossì mentre si staccava dall'abbraccio. «Grazie»

«Perchè non siete giù alla vostra festa?» chiesi.

«Le ragazze non smetterebbero di starci addosso» Michael disse. E' seduto vicino Ashton sull'altro divano. Stanno giocando ai videogiochi. Mi guardai intorno alla stanza, cercando ovviamente il ragazzo mancante.

«Stai cercando Luke?» Calum fece un sorrisetto quando mi girai verso di lui.

«No» mentii.

«E' andato in bagno» disse, sorridendomi ancora.

Portai gli occhi al cielo e dissi «Non lo sto cercando»

«Certamente» Calum sogghignò portando giocosamente gli occhi al cielo. «Come dici tu»

«Venite ragazze» Ashton disse senza distogliere lo sguardo dalla TV. «Sedetevi con noi, fatevi qualche drink»

«Abbiamo già bev-»

«Certo!» Sam mi tagliò fuori sedendosi sul divano, e afferrò una bottiglia di birra che stava piazzata sul tavolo. Fece qualche sorso prima di riposarla. Sono stupita di
come possa ancora essere in grado di camminare in maniera adeguata dopo tutto l'acol che ha ingerito.

«Sei una bevitrice?» Calum chiese guardandola mentre si sedeva al suo fianco.

Mi sedetti sull'altro divano; visto che sono seduti tutti su un divano ampio, ovviamente, sono seduta da sola su questo. Ma non importa. Annuì per la domanda di Calum e dissi «Sì, lo è»

«La accompagneresti tu a casa?» Calum mi chiese voltandosi verso di me. E' serissimo. Riesco a capire che se qualcosa di brutto accadesse a Sam, lui se ne
preoccuperebbe molto. Non lo ha detto giusto perchè era una cosa appropriata da dire.

Annuii semplicemente «Sì, lo farò»

«Luke è in bagno da un'ora e mezza ormai» disse Michael.

«Magari è tornato alla festa» Ashton replicò.

«Vado in bagno, scusatemi» dissi alzandomi.

«Per controllarlo?» Calum chiese cercando di nascondere quel sorrisetto.

Gli lanciai un'occhiataccia e replicai fermamente, «No»

Lasciai la stanza mentre quei tre coglioni ridevano. Una volta chiusa la porta dietro di me, riconosco di aver commesso un errore. Ho dimenticato di chiedere dove si trova il bagno. Dio solo sa quanto sia grande questa casa e scommetto che sarebbe più facile trovare il bagno se la  casa fosse stata dieci volte più piccola. Dato che diedi a vedere di essere infastidita quando uscì dalla stanza, no aspettate, ero davvero infastidita,  il mio orgoglio mi impediva di tornare indietro per chiedere dove fosse il bagno.

Sospirando iniziai a camminare alla ricerca del bagno. Scommetto che c'è un bagno su questo piano così non devo scendere di sotto. Un'idea mi balenò per la testa, probabilmente qualche camara ha il bagno. La stanza in cui si trovano i ragazzi non è una vera è propria camera con letto e roba simile, è più come una stanza dei giochi, ecco perchè non ha il bagno.
Aprì la prima porta che vidi che non era lontana dalla stanza dei giochi. Sospirai di rilievo quando vidi un letto, quindi vuol dire che è una vera e propria camera. Silenziosamente chiusi la porta, cercando di non fare troppo rumore. Un sorriso apparve sul mio viso quando vidi un'altra porta- c'è una buona possibilità che sia un bagno, ma chi lo sa.

Per fortuna, è il bagno. Entrai immediatamente e feci pipì. Mentre mi aggiustavo il vestito davanti allo specchio che trovai nella stanza, sentii delle urla provenienti da fuori la camera. Siccome la curiosità mi stava divorando, aprii la porta lentamente, realizzai che era Luke.

«Ma non voglio andarci!» urlò. Nessuno rispose quindi immaginai che stesse parlando al telefono con qualcuno. «Non lo voglio nemmeno il tuo  business. Preferirei essere un normale adolescente rispetto a ciò che sono ora, porca puttana!» Ero confusa. Subito pensai che stesse litigando con la sua ragazza per i suoi atteggiamenti, ma ora non ne sono sicura. «Non me ne frega un cazzo. Ti pare che me ne importi? Perchè non assumi qualcuno e gli fai prendere cura del tuo business per un pò. Non ho intenzione di cambiare idea. Smettila di cercare di convincermi. Ciao» 

E forse è un pò troppo tardi per realizzare che ha appena attaccato ed è troppo tardi per me per chiudere la porta senza essere beccata ad origliare. Mi guardò scioccato non appena mi vide che scambiò rapidamente con un'occhiataccia, sapevo già cosa stava per accadere.

«Che cazzo» urlò. «Stai origliando?»

Mi leccai le labbra e cercai di guardare ovunque tranne che lui. «Um, n-no. Non stavo origliando»

«Oh, sta zitta» mugugnò mentre portò la mano ai suoi capelli. «Lo so che è così!»

Gli lanciai un'occhiataccia. «Allora cosa chiedi a fare se già lo sai!»

«Perchè sei arrabbiata?» sputò fuori. «L'unico che ha il diritto di essere arrabbiato sono io!»

Ora aprii la porta completamente e uscii dalla stanza . A dire il vero è imbarazzante litigare con qualcuno da dietro una porta. Do l'impressione di essere debole e spaventata. Forse la parte dell'avere paura è un pò vera perchè lui torreggia su di me nonostante io abbia i tacchi.

«Perchè mi gridi contro perchè ti ho sentito parlare al telefono, Dio solo sa che gran problema!»

 «Sul serio, perchè fai così?» il suo tono si calmò ma sembrava lo stesso infastidito e frustrato come se non riuscisse a credere che gli stessi urlando contro.

Mi calmai anche io. «Che intendi dire?»

Le sue labbra formarono un sorrisetto mentre iniziava ad avvicinarsi a me. «Nessuna ragazza mi ha mai urlato contro, tranne mia madre»
Feci un passo indietro ogni volta che si avvicinava finchè non finii contro un muro dietro di me. Mi stava ancora mettendo paura, e ora che ci trovavamo vicini non ero nulla rispetto alla sua immensa corporatura.

«Cosa stai facendo?» chiesi nervosamente cercando di sembrare forte.

Appoggiò le mani su entrambi i lati della mia testa, intrappolandomi tra lui e il muro. Riuscivo a sentire l'odore della sua colonia e riuscivo a sentire i suoi respiri mentre mi guardava. Non mi sta guardando negli occhi. I suoi occhi puntavano alle mie labbra, poi ai miei capelli di cui poi prese una ciocca  che mi sistemò dietro l'orecchio.
Il suo tocco creò brividi dietro la schiena e non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo in questo momento. Sembrava così sbagliato ma giusto allo stesso tempo. I suoi occhi si ammorbidirono guardando i miei e giuro che potevo sciogliermi nei suoi profondi occhi azzurri. LE sue labbra erano semiaperte e riuscivo a sentire il suo respiro solleticarmi il naso. Volevo spingerlo via ma non riuscivo a trovare la forza per farlo.

E prima che potessi far nulla, si fece indietro e tirò fuori quel sorrisetto. «Magari non sei come le altre ragazze ma ho comunque lo stesso effetto su di te»




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Grazie alle persone che seguono e hanno messo tra i preferiti la storia!
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe piacere leggere qualche vostra recensione! Magari continuo solo se mi fate vedere che ci siete mh..

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