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Autore: catto    17/06/2015    2 recensioni
La storia narra le vicende di una ragazza di nome misaki ayuzawa, una ragazza dai capelli bianchi, fredda e totalmente disinteressata all'amore a causa di una maledizione. Ma l'incontro con un ragazzo cambierà tutto a partire dalle emozioni che lei aveva soffocato per non far del male a chi amava.
È la mia prima storia all'inizio può sembrare noiosa ma migliora ve lo garantisco. Accetto critiche e consigli.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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vo capitolo >.<  ma come al solito ho avuto problemi a scuola e sono dovuta partire per una trasferta, comunque sono stata promossa senza debiti quindi yuuuuuu-uuuuuh!!!!|!! questo è il nuovo capitolo spero che vi piaccia, come al solito accetto critiche e consigli. baciiii ;)

capitolo 5
nel solito parco dove di solito la maggor parte delle coppiettesi ritrovano, ci sono due persone che 'parlano' nascoste tra gli alberi.
-non credi di aver esagerato?!- chiese roxieesterefatta ed arrabbiata. -Ti avevo chiesto di irriderla davanti alla scuola e a farle un pò male,non di tirarle un banco dal secondo piano e farla finire in ospedale!- Roxie continuò ad urlare per un bel pò di tempo con lo sconosciuto che restava in silenzio e la osservava come se fosse l'insetto più miserio, schifoso e vulnerabile di tutto l'universo. Quella persona infastidiva lo sconosciutoprima chiedeva una cosa e poi ne voleva un'altra,non era mai soddisfatta. prima di andarsene lo sconosciuto promise di rimediare e porre fine alle sofferenze di Misaki.


-Purtroppo a causa di un incidente piuttosto grave, una vostra compagna di classe, Misaki Ayuzawa, non sarà in grado di partecipare alle lezioni.si Risiede all'ospedale XXX ma finchè le sue condizioni non saranno migliorate temo che non saranno accettate visite. ciononostante mi auguro che voi, come suoi compagni e come amici, la andrete a trovare non appena starà meglio. Qualora qualcuno sapesse qualcosa rigurardo il banco e la persona che l'ha spinto giù è pregato di andare nella stanza del preside per comunicargli il tutto. Questo è tutto, potete andare.-
Il professore che aveva dato la comunicazione fù il primo ad andarsene seguio da tutti i compagni di classe della bianca tranne Usui, che rimase ancora seduto in classe, con lo sguardo fisso, ancora per un bel pò. Pensava al giorno dell'incidente continuava a farsene una colpa, non era riuscito ad arrivare in tempo. Non era riuscito a salvarla in tempo.
-Com'è possibile? Chi può essere stato?!- domandò al nulla dando un pugno contro al muro per la rabbia. Nello stesso momento la porta dell'aula venne aperta ed una bionda entrò. -Cosa è che ti turba?- -Nulla che ti possa interessare.- rispose usui. -Uffa, ma perchè sei sempre cosi acido?- si lamentò Roxie iniziando a passargli le dita sulla spalla. -Ti sei dimenticato di quello che è successo tra noi due?- continuò lei con voce sensuale. usui le bloccò velocemente la mano e gli rispose sibilando: - è stata una notte senza significato. Tu solo ti sei fatta chissà quale idea, ero ubriaco e non sapevo cosa stavo facendo. é stato un caso.- -Stai dicendo che non lo faresti di nuovo con me?- chiese lei mettendosi a cavalcioni su di lui e iniziando a toccargli il volto,e ancora una volta lui le bloccò il polso e se la tolse di dosso. -No. Non lo farei con te. Non mi piaci ed io ho altri gusti!-
-Ad esempio Misaki Ayuzawa?- gli chiese acida e vedendo che lui si era bloccato si sentiva soddisfatta e continuò la bionda supplicandolo con uno sguardo desideroso -Non mi sembra che tra di voi vi sia molto feeling. Dai ragiona Takumi lei non ti può dare quello che ti posso dare io-
A questo punto il biondo iniziò ad irritarsi -che ne dici di smetterla Roxie? Mi hai stancato con il tuo modo di fare da bullo. Non mi piaci, mettitelo bene in testa e smettila di andare a dire cose non vere- urlò lui, dopodichè se ne andò rosso in viso per la rabbia lasciandola li da sola con l'orgoglio a pezzi.


L'ospedale XXX si trovava abbastanza vicino alla scuola e Usui decise di andare a trovare la bianca anche se lei non n sarebbe stata contenta, ma tanto non avrebbe potuto saperlo dato che stava in coma.
Impiegò dieci minuti per arrivare all'ospedale e in quei dieci minuti pensò molto, e ancora, a quel giorno. Continuava a pensarci e continuava a sentirsi in colpa. Entrò nell'ospedale e andò verso la segreteria. -Salve. Desidera qualcosa?- chiese la ragazza dietro al vetro della segreteria. -Salve. Vorrei sapere in che stanza e in che piano si trova la paziente Misaki Ayuzawa- disse Usui impaziente di sapere dov'era.-Aspetti, mi faccia controllare- rispose la ragazza e spari' in una stanza. Poco dopo tornò, comunicò il numero delola stanza ad Usui e gli diede un foglietto con scritto il suo nome ed il numero facendogli l'occhialino.
Appena fu fuori dalla vista della segretaria buttò il foglietto e si avviò verso la camera 215.
per arrivare alla camera dovette fare due rampe di scale dato che la stanza si trovava al secondo piano. Come al solito sui corridoi c'erano tanti infermieri che correvano su e giù, altri che prendevano del cafè alla macchinetta a causa di una o più notti insonni. Altri ancora che davano brutte e tristi notizie a persone che aspettavano con ancora un briciolo di speranza il miglioramento della salute dei loro cari.
Come in tutti gli ospedali i muri, le sedie. i avimenti e tutto ciò che si trovava li dentro era bianco, l'unica cosa che aveva un colore differente era la targhetta, posta al di fuori delle camere, in cui vi era il numero della stanza in cui vi era il numero della camera e chi si trovava all'intrno.
Alcuni avevano stanze doppie o triple alcuni anche  quadruple ma non era il caso di Misaki che era in una stanza singola. Finalmente era arrivato alla 215 e il cuore gli batteva veramente forte, non era mai stato cosi nervoso nell'incontrare una ragazza,anche se con questa non cc'era bisogno di stare in ansia dato che dormiva. Nonostante tutto era felice anche se la poteva solo osservare. Fece scorrere la porta e rimase sorpreso nel vedere un ragazzo che urlava qualcosa alla finestra con rabbia. Appena il tipo strambo si girò per vedere chi era entrato e subito dopo andò incontro ad Usui.
'oddio che mi stese ignorando e trattando male soltanto perchè aveva un altro uomo? Ed è questo? Sono un'idiota per non averlo capio prima! Ma cosa diamine... perchè sono cosi triste...'
-Piacere sono Shintani, un amico d'infanzia di Misaki.- 'Ah è solo un amico. aspetta perchè mi sento cosi sollevato?'. -Ah piacere io sono Usui Takumi il compagno di banco di Misaki. MM senti ma perchè stavi urlando alla finestra?-. chiese Usui indicando quest'ultima. Shintani lo osservò chiedensodi quanto aveva visto quel ragazzo e poi rispose con una emplice parola: -Nulla-
Dopo un pò che l'imbarazzo, causato dal silenzio che stava diventando, ormai insopportabile Shintani decise di diminuirlo iniziando a parlare. -Sai sono felice  che qualcuno,oltre a sakura, la venga a trovare. é difficile avvicinarsi a Misaki.. anzi no è facile se lei te lo consente.- disse sorridendo e continuando a guardarla.
-Da quant'è che vi conoscete tu e Misaki?- domandò usui curioso. -Da un bel pò. Andavamo alle elementari insieme, ci siamo conosciuti li. Andavamo molto d'accordo e lei spesso veniva a giocare a casa mia- -Scusa se te lo dico SHintani ma non mi rieco proprio ad immaginare una Misaki bebè- disse ironico il biondo e dopo essersi guardati scoppiarono a ridere tutti e due -pensa che una volta mi sono arrampicato su un albero da piccolo e dopo che sono caduto lei mi ha sgridando dicendomi che dovevo essere piùà respinsabile ahhahaha- raccontò Shintani e anche Usui si mise a ridere al pensiero della bianca che picchiava un bambino della sua età. Continuarono a chiacchierare per un pò scoprendo di avere diverse cose in comune: i libri, il cinema, la musica e Misaki.



Verso sera Shintani disse ad Usui che sarebbe andato via. alle 20:00 aveva un appuntamento con un persona e non avrebbe potuto spostarlo neanche volendo, quindi lo salutò dicendogli che gli avrebbe fatto piacere parlare di nuovo con lui.
Dopo esser rimasto solo nella stanza, ed essersi assicurato che Shintani fosse uscito del tutto, prese la mano sinistra di Misaki e gliela baciò e mentre la guardava pensava a ciò che era ccaduto durante quei giorni: Roxie, il banco, Shintani. Mentre continuava a pensare a tutti queste cose la mano di Misaki iniziò a stringere la sua ed iniziò a sussurrare un nome con voce tremante. Tuttavia il blbettio era cosi forte che Usui non riusci a comprendere quelle poche parole. Avvicinò il volto al suo e le diede un bacio, per provare a calmarla, era un solo bacio, uno solo,pulito e leggero, uno di quei baci semplicissimi che mostrano però l'amore che prova una persona verso un'altra.Dopo quel bacio si rimise seduto e la guardò, la mano di Misaki ricominciava a stringere, sempre di più, il tremolio aumentò e subito dopo si tirò su seduta, urlando, o per lo meno sembrava che stesse facendo quello. Aveva la bocca aperta e gli occhi chiusi, sudava embrava che stesse facendo finta di gridare. La sua bocca non emetteva nessun suono, lacrime acide le scorrevano lungo il viso lasciandole il segno.
-Ehi mettila, calmati.- disse Usui cercando di sembrare il più calmo possibile anche se quella reazione lo aveva spavntato.
-E' qui. E' qui.E? qui. E? qui. No ti prego, ti prego no.- continuavaa dire Misaki aggrappandosi sempre di più ad Usui che ormai,non sapendo più in che modo calmarla, si mise ad accarezzarle la testa e ad abbracciarla. 'Ma cosa succede? Non può essre normale, sembrava che stesse avendo n incubo... Oddio aspetta un secondo, mi sta abbracciando? Oddio mi sento andare a fuoco com'è possibile....'
-Ma cosa sta facendo?- chiese incredula una voce proveniente dalla porta e subito dopo  entrò un'infermiera giovane e bionda, secondo alcuni stereotipi le bionde sono stupide, ad esempio roxie pensò Usui.
-Mi scusi ero venuto a farle una visita ma poi si è agitata e mi ha stretto cosi- -Mmmm...capito... Waohh aspetta un attimo, hai appena detto che ti ha stretto o sbaglio?- ma prima che potesse risponderle l'infermiera inzio a lanciare gridolini. Ne lanciò cosi tanti che Usui si autoconvinse che un medico servisse a lei. Appena terminò la sceneggiata gli spiegò il motivo della sua gioia.
-Sta reagendo bene ,è un buon segno che ti abbia stretto la mano, vuol dire che sta guarendo e anche in fretta. Tu sei il suo ragazzo giusto?- -No...- -Ma quanto sei carino. Comunque la ragazza dovrà fare per qualche giorno riabilitazione poi potrà tornare a scuola e te la potrai spupazzare. Magari potrete fare.....- l'infrmiera si perse nelle sue fantasie ed Usui approfitto quel momento per scappare prima però diede un altro bacio a Misaki, quando si sarebbe svegliata non lo avrebbe più potuto fare.


Sakura si trovava nella metro mentre Usui usciva dall'ospedale e Shintani tornava verso il suo appartamento. Spesso rimaneva a scuola per studiare, e per questo faceva tardi, solo che quel giorno aveva tardato molto più del solito perchè aveva perso le chiavi di casa in classe. Ci aveva messo più di un'ora per trovarle, stavano nel suo sottobanco ovviamente l'ultimo posto in cui aveva deciao di guardare. Continuava a rimproverarsi mentalmente, era sempre cosi sbadata maledizione, nessuno si sarebbe mai messo con lei se avesse continuato ad avere questo comportamento. Ma lei che ci poteva fare era cosi. Uscita dalla metro incominciò a camminare verso casa, aveva inviato un messaggio alla mdre dicendogli che avrebbe tardato scrivendogli anche le cause quindi non c'era motivo di sbrigarsi più di tanto, la madre non era unja di quelle tipe fissate con l'orario se tardavi andava bene basta che prima l'avvisavi, tuttavia si sentiva costantemente osservata. Iniziò a correre e decise di farsi tutto il traggito, metro-casa, di corsa, ma dopo aver girato l'angolo andò a sbattere contro un uomo. Era vestito totalmente di nero e il primo pensiero che ebbe Sakura di quel tipo fu: 'oddio sembra un'ombra'. Aveva una giacca nera con il colletto alzato, un cappelo anc'esso nero e un paio di occhiali. del suo viso non c'era traccia,era totalmente copero. Sakura, spaventata ed affaticata a causa della corsa, riusci' a farfugliare solamente un -Mi scusi- ma lui la senti' bene e l'afferrò per un polso facendole perdere più di dieci anni di vita, e con tono intimidatorio gli disse: - ocop acnam otserp àrirom- e subito dopo spari'. Sakura tornò a casa di corsa, corse come non aveva mai fatto prima di allora, si era spaventata veramente tanto sopratutto quella frase, quella frase l'aveva congelata anche se non ne aveva capito il significato.



All'una di notte nell'sopedale vicino alla scuola, nella stanza 215 c'è una ragzza che dorme. In piedi accanto a lei c'è un'ombra.....
   
 
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