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Autore: QUEEN S OBLADIOBLADA    18/06/2015    1 recensioni
forse ho paura di rimanere solo in questa faccenda che é piú grande di me, più grande di noi due e più grande dei Beatles! Io non mi riconosco e ho paura di scordare come sono fatto realmente dentro, come tu e pochi altri mi conoscono davvero, il VERO John, ho paura di scordare quello che sono, e di vivere in una menzogna. Vedi Macca, a volte non siamo più noi stessi, perché siamo sovrastati ed oppressi dall'immagine ideale che la gente ha costruito, senza alcuna fondamenta ma soprattutto senza alcun diritto, su di noi!E io voglio ricordare chi sono! E non voglio vivere delle aspettative che la gente fa su di noi, non voglio dover non essere all'altezza e...e" " Hai ragione John, ma tu non ti aiuti, sai tu stesso che io ti conosco per quello che sei veramente, per le paure che hai, per l'essere insicuro che sei, ma tu continui spesso e volentieri ad usare quella cazzo di corazza da ragazzo duro e forte che non soffre e non ha problemi, che é figo e non dipende da nessuno, solo su se stesso, quasi ti dimentichi che io so chi sei, e che con
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ringo George e Brian rimasero per qualche momento paralizzati dentro la macchina di John. Egli corse piangendo disperato dentro quella macchina, cercando freneticamente con lo sguardo se quello dentro la vettura fosse realmente Paul, e sperando, in caso fosse lui, che stesse ancora bene. Gli altri due Beatles lo raggiunsero subito dopo, mentre il manager stava cercando una cabina telefonica per avvisare la polizia, ovviamente avrebbe fatto di tutto per lasciare che la situazione non si diffondesse tramite giornali, televisione o radio. Per coincidenza su quella strada desolata, stava passando una macchina con due poliziotti di pattuglia, li fermó e ovviamente contrattó con loro per farsi assicurare la minima discrezione sul tragico evento. John intanto aveva capito che quell'uomo era proprio Paul, e tentava disperatamente e quasi avidamente di trascinare quel corpo privo di vita al di fuori di quella maledetta macchina, per farlo stare in una posizione piú comoda, come se Paul potesse percepire qualsiasi cosa anche da morto.
"Hey ragazzo! Non toccare il morto, é nostro compito portarlo fuori la vettura, potresti peggiorare la situazione del cadavere!" Disse un poliziotto
" Si chiama Paul signore!Non morto, ha un nome sa!" Urló George, come se la colpa della morte dell'amico fosse di quell'uomo. Ringo si avvivinó a lui e si abbracciarono, per evadere un attimo dalla situazione, per farsi piú forti l'un con l'altro, e come per proteggersi e non voler affrontare la realtá che avevano crudelmente davanti agli occhi.
John controllava i due poliziotti che stavano facendo uscire il cadavere, quasi per assicurarsi che lo stessero trattando con dovuta delicatezza. I due poggiarono il corpo privo di vita sul ciglio della strada e Brian ringrazió il celo che in quel momento non si vedeva un anima viva per la strada, di giorno tanto trafficata.
John lo guardó in volto, quel volto che poco prima era stato serio, felice, confortante, dolce e amorevole, ora era sfregiato e i suoi occhi grandi, color nocciola, erano ancora aperti e privi di qualsiasi luce che il maggiore ammirava sempre ma soprattutto erano vuoti, vuoti come era adesso John, che a quella visione inizió a piangere ancora di piú se possibile, e decise di chiuderli per sempre. Il dolore non era piú psicologico, adesso i suoi effetti si stavano rifacendo sul fisico, aveva iniziato a tremare e ogni tanto aveva degli spasmi. 
" Mi avevi detto che avevamo ancora molto da vivere insieme Paul! Avevi detto che non mi avresti mai lasciato solo, ora io sono un uomo perso Paulie, sono morto anche io, se non ci sei tu, come posso pensare anche solo di andare avanti eh? Perché anche tu te ne sei andato? Se esiste un Dio perché cazzo allora non lo ha salvato eh!" Urló arrabbiato.
Appena si tranquillizzó un po' inizió ad accarezzarlo, non curandosi del fatto che avesse ferite e sangue da per tutto, lo sfiorava appena con il suo tocco, quasi avesse paura di fargli male, come se percepisse qualcosa...
" Ma forse é colpa mia, sono io che ti ho lasciato andare e sapevo benissimo che era tardi ed il viaggio era lungo, ma non me ne é fregato nulla. Perdonami Paul, sono stato egoista, mi avevi sollevato il morale e non mi servivi piú, ho pensato bene quindi di lasciarti andare da tuo padre e Mike. Che coglione piccolo, perdonami, non meriti questo!"
George e Ringo si avvicinarono e gli sussurrarono che lui non c' entrava nulla, e poco dopo lo abbracciarono, per confortarsi ancora una volta e sostenersi l'un con l'altro, perché loro erano una famiglia, una famiglia a cui era appena morto un fratello. Ma i tre, intenti a confortarsi e a pensare di dover andare avanti anche senza di lui, non sapevano che cosa stava architettando la mente di Brian
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Erano giorni che i Beatles non si riunivano tutti insieme per suonare, nessuno di loro sapeva se mai sarebbero tornati a farlo. George e Ringo uscivano ogni tanto e facevano lunghe passeggiate per pensare e per cercare di realizzare la situazione, perché non facevano ancora totalmente i conti con la realtá...un presente senza Paul. 
John non usciva con loro, era chiuso in casa, non mangiava, non suonava, a mala pena beveva. Passava i suoi giorni sul letto oppure sul divano, dove fissava con sguardo perso il piano che LUI suonava sempre.
I tre Beatles non si rincontrarono tutti uniti, se si poteva usare la parola tutti, fino a quando Brian non decise di convocarli. George e Ringo riuscirono a stento a portare anche John, arrivati dal loro manager, si sedettero aspettando che egli gli esponesse il motivo di quella convocazione
"Non possiamo far sapere al mondo intero della morte di Paul, é uno scandalo che non potremo sostenere, già tutti i giornali si chiedono perché non rilasciamo piú interviste e perché non partecipiamo agli show. Capite che entreremo in rovina se dovessimo dire la verità...ci serve una soluzione al più presto"
I tre erano tutti molto contrariati e spiazzati da come Brian parlava, in modo cosí distaccato, quasi come se gli importasse piú che ora i Beatles non sarebbero piú esistiti piuttosto che del fatto che Paul fosse morto.
Ma erano tutti e tre in uno stato psicologico pessimo, che non gli permetteva di affrontare la situazione e di opporsi a ció che Epstein gli stava proponendo...infangare la memoria di Paul in tutti i sensi.
La porta si apre e i tre sussultarono, John si alzó di scatto con gli occhi completamente sbarrati 
"P...P.." Era da quella notte che non riusciva piú a pronunciare quel nome.
L'uomo entrato dalla porta era pressoché identico a Paul, se non poche differenze a cui probabilmente nessuno avrebbe dato peso...
"William Campbell" disse il nuovo arrivato tendendo il braccio verso John e porgendogli la mano. Lui ricambió guardandolo con misto di odio e dolore, si sedette e scoppiò in lacrime, Ringo lo abbracció. "Un uomo non doveva piangere" si diceva, ma non riusciva a non pensarci nemmeno per un secondo, qualsiasi cosa su cui i suoi occhi si posassero gli ricordava quell'uomo, ricordi su ricordi, di sensazioni che non avrebbe piú provato con nessun altro. Persino in se stesso aveva una parte di lui ed ora cosa pensava bene di fare quell'insensibile di Brian? Portargli davanti un tizio, che non sapeva nemmeno lui come, assomigliava cosí tanto a LUI, ma che non poteva essere LUI...che aveva in mente di fare?
"Vai subito via di qui, William" disse con disprezzo e una punta di amarezza Ringo.
Alla fine Brian calmó le acque e spiegó cosa aveva in mente. Avrebbero sostituito il loro amico con quel sosia, addirittura il manager gli aveva pagato una plastica, piccolo aiutino per renderli ancora piú somiglianti tra loro.
John li sentiva parlare. Quell'uomo era disposto a rinunciare alla sua vecchia vita, alla sua personalità ma soprattutto alla famiglia. Da come aveva capito aveva una moglie di nome Katy Chapman ed un piccolo figlio Mark David Campbell.
Abbandonare tutto ció che aveva pur di avere fama e soldi, ma che razza di uomo era?
"E parlo proprio io, John Winston Lennon, uomo che lascia fare questo scempio a Brian e a William, uomo che non ha le palle per ribellarsi, chi sta offendendo la sua memoria non sono solo quei due uomini, ma anche Ringo George ed io...io in primis!"
Con questi pensieri Lennon lasció l'edificio e tornó a casa distrutto.
Stava salendo le scale e sentiva le sue forze cedere, oltre a non uscire piú di casa, non riusciva piú a dormire nonostante passasse tutte le sue giornate sul divano o disteso sul letto.
La vista gli si appannó, un po' per le lacrime, che ormai scorrevano esasperate sul volto non curato e sofferente di John, senza che egli ci facesse caso, ed un po' per il sonno.
"Da quel giorno non riesco piú a pronunciare il suo nome...sono un emerito coglione! Darei tutto perché LUI tornasse indietro, sarei disposto a fare di tutto se solo servisse. Paul"
Inciampó sulle scale e cadde, ormai non sentiva alcun dolore. Un unica parola rimbombava invadente nella sua mente "Paul, Paul, Paul"
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"Paul...Paul? A cosa diamine penso appena svegl...ma dive cazzo sto?"
Pensó John che si ritrovò inspiegabilmente, in piena notte, sul tetto delle sale registrazioni di Abbey Road.
Si sentiva strano, aveva la testa pesante e gli pulsava dolorante, non ricordava perché era li, e cosa ancora più sconcertante non ricordava nulla di quella giornata...Amnesia?Aveva visioni strane tutte colorate, era forse perché aveva assunto sostanze stupefacenti che non ricordava nulla? ...Nemmeno di averle assunte?
"Ma che roba ho preso? Questa non é...non é..."
Il ragazzo scorse per la strada, per quanto la mente potesse fargli vedere, due figure, e anche se era strafatto di...non sapeva nemmeno lui di che sostanza, era assolutamente sicuro che quei due erano George e Paul.
Appena quest'ultimo lo vide sul tetto, sbarró i suoi grandi occhi in un espressione tra solievo, il preoccupato e l'incazzato nero.
"JOHN WINSTON LENNON! non-muoverti-di-li! ASSOLUTAMENTE! Ora io e George saliamo a prenderti...é tutto ok, fermo li".
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Spero di avervi incuriosito...credo che dal prossimo capitolo vi sará tutto più chiaro!
Grazie a MaccaMyDear che ha recensito, forse per pena ahahah. Ci vediamo al prossimo aggiornamento ^_~
E tanti auguroni al nostro Paulie
  
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