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Autore: Margo Malfoy    18/06/2015    1 recensioni
|AU!HighSchool|
«Appoggia la tua roba sul banco e raccontaci un po’ di te» disse il prof.
Lei si avvicinò alla cattedra e scosse la testa. «Non sono molto brava con i discorsi» disse con un sorriso.
«Beh, puoi rispondere alle domande di questi scimmioni allora, che ne dici?»
«Prof., il fatto che io sia l’unica femmina in classe non mi classifica come ‘scimmiona’» disse una ragazza nel fondo della classe. Wow, solo due ragazze, pensò guardandola. Sperava di riuscire a farsela amica.
«Hai ragione, mi scordo sempre di te, piccola Brenda»
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Be cute, and smile.

La casa di Jorge era a pochi isolati dal Bloody Mary. Il piano era che prima avrebbero distrutto la casa del ragazzo, e poi sarebbero andati all’Halloween Party del locale.
Brenda si era già assicurata che quella sera Jorge non fosse né in casa né al Bloody Mary, in modo che non si accorgesse di niente. Se avesse sospettato di loro e ne avesse parlato con i suoi colleghi, loro gli avrebbero detto che i ragazzi quella sera erano lì a ballare e che non potevano essere stati loro.
Era un alibi perfetto.
Thomas e Maggie avevano passato il pomeriggio a riempire la macchina di Minho con tutti i prodotti più viscidi e puzzolenti che i supermercati vicino alla loro scuola avessero. Pesci, uova, latte, gorgonzola; poi erano passati alla carta igienica, alla vernice blu e bianca, alle bombolette spray e ai pennarelli indelebili. Avevano anche fatto il pieno di colla superadesiva, che avrebbe impedito a Jorge di indossare i suoi vestiti – o di aprire l’armadio – per un bel po’ di tempo.
I due avevano poi guidato fino a casa di Minho, dove li aspettavano l’asiatico e Newt per ideare un piano che portasse via poco tempo e che impegnasse ognuno di loro con qualcosa.
Alla fine Maggie si sarebbe dovuta occupare della vernice, delle bombolette e della colla, e sinceramente ci sperava.
Avrebbe dovuto dipingere le divise di Jorge con la vernice, disegnare ciò che le veniva in mente sulle porte delle stanze e infine tracciare in ogni stanza l’iniziale di ognuno di loro. Alla fine forse sarebbe arrivato alla conclusione che erano stati loro a distruggergli la casa, ma era anche vero che non conosceva bene gli amici di Brenda, e che ogni volta che si erano presentati lui era mezzo sbronzo, quindi puntavano sul fatto che la sua memoria gli giocasse qualche scherzo.
Verso le nove, orario in cui erano sicuri che Jorge fosse fuori, passarono a prendere Teresa e Brenda a casa di Tess, dopo aver mangiato da Minho delle pizze ordinate a domicilio, dove Maggie – anche quando non era così – si sentiva addosso gli occhi accusatori di Minho, che in quei giorni la seguiva come un’ombra.
«Buona sera signore, pronte a essere arrestate?» chiese Minho partendo.
«E tu?» rispose Tess allacciandosi la cintura.
Nessuno poteva saperlo, ma Maggie trovava molto sexy l’idea di Minho arrestato. Certo, non sperava che succedesse, ma i cattivi ragazzi le erano sempre piaciuti.
Forse perché lei era una cattiva ragazza e non si aspettava che nessun nerd/cocco della mamma/ragazzo troppo timido si avvicinasse a lei.
Parcheggiarono l’auto proprio di fronte a casa di Jorge, in modo che se fossero dovuti scappare improvvisamente avrebbero fatto in tempo. Thomas li aspettava al volante: era troppo imbranato per muoversi furtivamente in una casa come quella.
Newt e Teresa dovevano riempire letti e divani di pesci morti, Brenda doveva spargere il latte scaduto e il gorgonzola in giro per casa e Minho doveva sbattere un po’ d’uova dove gli capitava. Guardava Maggie come se fosse un padre deluso, e se la faccenda fosse andata avanti per molto Maggie avrebbe optato per andare ad un gruppo di supporto invece che farsi aiutare da lui. Le piaceva l’idea, ma non se doveva significare che Minho non fosse più il solito asiatico-cretino-impegnato-a-guardare-i-culi-di-ogni-ragazza-della-scuola. E c’era da aggiungere che, a volte, era anche un asiatico-dolce-e-adorabile.
Maggie si occupò dei suoi compiti e, dopo aver trovato uno straccio dove pulirsi le mani ormai diventate blu, si precipitò fuori dalla casa, trovando appoggiati alla macchina Newt e Thomas, che parlavano con i visi così vicini che Maggie pensò fosse meglio nascondersi da qualche parte. Premette la schiena contro il tronco freddo di un albero e cercò di tendere le orecchie per capire ciò che i due si stavano sussurrando tanto intimamente.
«Che stai facendo?» chiese una voce divertita. Maggie si girò in direzione della casa e vide che Minho era appena uscito dalla porta d’ingresso, con un ghigno dipinto sul viso olivastro. Teneva in mano una decina di scatole di uova vuote, che si occupò di gettare nel bidone più vicino.
Maggie si portò l’indice sulle labbra e tirò Minho accanto a lei dietro il tronco dell’imponente quercia, facendo un cenno veloce verso la loro macchina. L’asiatico sgranò gli occhi e si girò per guardare meglio la scena, togliendo completamente la visuale alla bionda.
«Ommioddio!» sussurrò improvvisamente, coprendosi gli occhi sottili con la mano.
«Che è successo?»
«Non hai visto?» chiese lui schifato.
«Sai, se non avessi davanti quei tuoi capelli a cui tieni tanto forse sarei riuscita a vedere qualcosa» rispose Maggie toccandogli la chioma corvina. Lui allora si abbassò e fece in modo che davanti a Maggie si dipingesse la scena che l’aveva tanto schifato: Thomas e Newt si stavano baciando, baciando come due fidanzati e, nonostante la scena l’avesse lasciata perplessa, Maggie era piuttosto contenta che finalmente i due dimostrassero apertamente l’affetto che li accomunava. Si era già accorta che tra i due c’era del tenero, ma ogni volta che lei, Tess e Brenda erano sul punto di coglierli sul fatto, Thomas e Newt si spostavano in un luogo più appartato, così che nessuno potesse vederli.
«Ommioddio, quella è la mia macchina!» Minho continuava a lamentarsi, poi, finalmente, l’arrivo di Teresa e Brenda fece allontanare Thomas e Newt e spuntar fuori dal retro dell’albero Minho e Maggie.
«Quindi Bloody Mary?» disse Brenda gettando un paio di confezioni vuote nell’ingresso della casa.
«Davvero avete voglia di ballare?» chiese Thomas sbadigliando. «Io dico che la biondina propone come al solito qualche locale e andiamo lì a sbronzarci e a mangiare gelato»
«Ci sto» Newt si affrettò a sostenere l’idea di Tom.
«Anche io» disse Tess alzando la mano.
«Basta che ci sia dell’alcol» disse Minho annuendo.
«E va bene» concesse Brenda, che era la più smaniosa di andare a ballare. «Ma non lamentatevi se, quando Jorge sospetterà di noi, i suoi colleghi non gli diranno che eravamo là»
«Lo farà Kathleen» disse Maggie aprendo la porteria.
«Chi?» chiesero gli altri.
«Mio fratello» e a quel punto Maggie si scambiò un’occhiata con Minho, «ha scovato col suo gruppetto di sfigati un locale davvero figo dall’altra parte della città. È uno di quei locali vecchio stile, di quelli con le panche di pelle gialla al posto delle seggiole e con una vecchia cameriera che si ubriaca quasi quanto i suoi clienti. Quella di questo locale, mi sembra che si chiami Jump!, si chiama Kathleen e a sentire Park fa la migliore torta di cannella che abbia mai mangiato.»
«Per me va bene»
«Sì, anche per me»
«Io amo la cannella»
Così i ragazzi si misero alla ricerca del Jump! arrivando a destinazione trenta minuti dopo, tutti piuttosto affamati nonostante le pizze che avevano mangiato per cena. Il locale era praticamente deserto, a parte un paio di anziani che si divertivano a giocare a poker su un tavolo su cui si erano rovesciati numerosi shottini si scotch. Loro presero posto ad un tavolo piuttosto lontano dai vecchi, che giocavano sportivamente gridandosi addosso insulti che non si sentivano nemmeno a scuola. Al loro tavolo si avvicinò una signora dai capelli bianchi, con un paio di spessi occhiali appoggiati sul naso, un cartellino col nome ‘Kathleen’ e un blocchetto che spuntava dal grembiule. Lo prese nelle mani grosse e afferrò la matita che portava dietro l’orecchio. «Che bello ragazzi! Finalmente un po’ di gioventù in questo posto dimenticato da Dio» disse con un sorriso. «Che cosa prendete?»
«Sei fette di torta alla cannella e sei Jack Daniels» fece Newt.
«Arrivano in un lampo» disse la donna scomparendo dietro una porta.
Minho vide Maggie cercare nella sua borsa qualcosa, poi la vide infilarsi un rettangolino colorato nella tasca dei jeans scuri e tenere qualcosa stretto in mano.
«Ehm, ragazzi» disse alzandosi. «Vado a prendere un po’ d’aria. Chiamatemi quando arrivano le ordinazioni»
Minho alzò gli occhi al cielo e quando lei fu uscita la seguì lanciando un’occhiata agli altri, di cui nessuno riuscì a cogliere il significato. Fuori vide Maggie con una sigaretta in bocca – che sapeva non essere una sigaretta – e l’accendino colorato che le aveva visto prendere su in una mano.
«Certo che di forza di volontà non ne hai proprio» disse Minho avvicinandosi.
Maggie sussultò e si tolse la canna dalla bocca. «Che cosa ci fai qui?»
«Mantengo la promessa che ho fatto a tuo fratello» disse.
Le levò dolcemente la canna e l’accendino dalle mani. Diede fuoco alla “sigaretta” e poi la lanciò a terra pestandola con forza. Si intascò l’accendino e poi appoggiò lo sguardo su Maggie. «Forse dovrei utilizzare il metodo dei cani» disse l’asiatico come pensando ad alta voce.
«Il metodo dei cani?» gli fece eco Maggie perplessa.
«Sì, sai, quando fanno ciò che gli ordinano i padroni, gli danno un premio, quando non lo fanno li puniscono»
«Ah-ah» annuì Maggie sarcastica, spostando lo sguardo sul cielo coperto di stelle.
«Dico davvero, sai?» disse Minho. «La tua punizione sarà... che farai per un giorno tutto ciò che voglio ogni volta che non riesci a resistere. Il tuo premio lo deciderai tu quando sarà il momento. Andata?»
Maggie alzò gli occhi, poi guardò con la coda dell’occhio l’asiatico e annuì con un sorrisetto. «Andata»
Poi i due tornarono insieme nel locale e si avventarono insieme agli altri sul cibo e l’alcol che Kathleen aveva portato loro.


Non sono morta!!!
Prima cosa: mi scuso immensamente con tutti quelli che seguivano la storia per avervi fatto aspettare così tanto per il seguito, soprattutto dopo che avevo aggiunto un cambiamento così grosso come la dipendenza di Maggie.

Seconda cosa: ho finalmente ripreso sottomano la storia e ho deciso che arriverà fino a dieci capitoli.
Che dire, in questo capitolo i ragazzi mettono in atto lo scherzo per Jorge e dopo decidono di andare a bere in questo locale che si chiama Jump! (inventato da me come il Bloody Mary). 
L'idea di scrivere le iniziali con la bomboletta spray è ripresa da "Città di carta", di John Green.
Okay, direi che adesso ho finito, e mi scuso ancora tanto per il ritardo! Spero che mi farete comunque sapere cosa ne pensate di questo capitolo perché, come sempre, apprezzamenti o critiche costruttive sono di grande aiuto per migliorare la storia.
P.S. So che non vi importa, ma ho cambiato nickname e ora (come credo avrete visto) sono Margo Malfoy - perché si, ho preso una terribile fissa per quel furetto biondo. Okay, dopo questo direi che ho decisamente finito.
Scusate ancora, spero di sentirvi!
A presto pive! <3
   
 
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