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Autore: LaRagazzaImpossibile    18/06/2015    2 recensioni
Volete rilassarvi? Eccovi una Colepaldi leggera da leggere con una tazza di tè e biscotti!
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Togliete il Dottore, togliete Clara, togliete che Peter e Jenna sono attori famosi.
Immaginateli come una ragazza in cerca di una nuova vita e un uomo di mondo, accomunati da un incontro speciale.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jenna-Louise Coleman, Peter Capaldi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tè, biscotti e Colepaldi-


Capitolo 13: Torna
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Quella mattina Peter non andò a lavoro,  tutti i suoi colleghi sapevano che lui spariva ogni tanto, era talmente professionale che poteva permetterselo.
Talmente professionale che stava ancora seduto ai piedi del divano, un senzatetto a casa sua.
Jenna invece no, si alzò di buon ora, fece colazione, si preparò e uscì, non guardò nemmeno la porta di Peter quella mattina.
Nemmeno quella seguente.
Nemmeno quella successiva ancora.
Erano almeno quattro giorni che non si vedevano. Jenna sembrava riacquistare luce, anche se piangeva ogni notte.
Peter...Peter era completamente partito.
C'era un odore terribile a casa sua, di chiuso, di vino e di tristezza.
Purtroppo Peter ha un difetto, pur di non mostrare la sua debolezza, era disposto a ridursi così, l'orgoglio è una bestia, una bestia nera che attanaglia avidamente la vita.
Caroline continuava a chiamarlo, finchè quel giorno si presentò a casa sua, salì le scale con i suoi tacchi dal suono perfettamente riconoscibile e il suo vestito elegante.
Bussò alla porta "Peter? Sei lì dentro?"
"no!" rispose Peter con tono ubriaco e secco.
"Apri al porta, sono Caroline!" disse stizzita.
"vattene!" la voce roca la allarmò.
"andiamo, apri! Sono giorni che non ti fai vedere!"
"Lasciami in pace!" urlava arrabbiato, Caroline capì che era ubriaco fradicio.
Effettivamente non lo si poteva guardare, la barbetta incolta, la camicia sbottonata e macchiata, bottiglie di vino ovunque, anche sui cuiscini verde acido, un odore tremendo.
Caroline provò ad abbassare la maniglia più e più volte, spingeva la porta, ma la cosa la faceva solo alterare.
"Per la miseria, Peter! Esci!".
Jenna era sul suo divano, ma la voce di quella donna la fece allarmare, uscì di casa e si trovò questa donna meravigliosamente elegante davanti, mentre la sua piccola figura aveva i capelli tirati alla meno peggio, la tuta, una maglietta e i piedi nudi.
Caroline la guardò, le sorrise e disse "tu..sei Jenna?"
"si, sono io, perchè? Lei chi è?"
"io sono Caroline, un'amica di Peter, lavoro con lui, vedi, non viene a lavoro da giorni, è chiuso a casa, io non so che fare -prese in mano la situazione- sai cosa è successo?"
"oddio" sospirò Jenna spaventata mentre si avvicinava alla porta di Peter.
Poggiò un orecchio sull'elegante ebano della sua porta, tirò un respiro e lo chiamò dolcemente bisbigliando.
"Peter?"
Peter respirava come un ubriaco, come lo era in quel momento.
"Peter...-si leccò le labbra, non sapeva cosa dire- Peter, che succede?".
"è inutile, è come un bambino" disse Caroline.
Jenna ricordò di avere le chiavi di Peter, da quella notte lui le aveva dato una copia.
Andò a prenderle e aprì la porta di lui.
La stanza era buia, e Peter era a terra, accasciato sul pavimento.
La scena inorridì le due donne, Jenna spinse la porta e si avvicinò a lui con la bocca socchiusa dal terrore e gli occhi sbarrati
"Peter!" si avvicinò e si inginocchiò vicino al suo corpo.
Aveva un aspetto orribile, Caroline comprese la situazione, guardò Peter, e lui la guardò di rimando, sorrise e andò via.
Jenna prese il viso di Peter con le sue mani, passò i suoi pollici sulla barba ispida e scosse la testa.
"Peter, oh..vieni qui".
Lo tirò a sè e lo strinse, lui non reagì.
Passò una piccola mano tra i suoi ricci, non erano più argentati, erano sporchi e tristi, puzzava di alcol a morte.
"mi..mi dispiace.." disse guardandola con gli occhi lucidi, respirava a fatica.
"è tutto a posto...-disse lei con gli occhi pieni di lacrime-..adesso alzati, sono qui".
Jenna si alzò tirandolo su, pesava tantissimo rispetto a lei, ma Peter non riusciva nemmeno a camminare, lo portò fuori e vide ancora meglio alla luce del sole quanto male fosse ridotto.
Lo portò a casa Sua e lo adagiò sul divano.

Peter gli faceva tenerezza, o forse pena, o forse malinconia.
Lo guardò e capì che toccava a lei aiutarlo, andò a casa di lui e, spostando qualche bottiglia, cercò dei vestiti puliti e comodi.
Chiuse l'appartamento ed entrò nel Suo.
Vide Peter che voleva mettersi a sedere, si avvicinò a lui e lo aiutò, era uno sforzo immenso per lui sedersi.
Si sedette accanto a lui, non riusciva a guardarlo in viso, era come se fosse stata lei a ridurlo così.
Lui non disse nulla, lei stette in silenzio qualche istante, poi cominciò "io e te...dobbiamo chiarire un po' di cose..vedi...-improvvisava, non sapeva esattamente quale concetto stesse cercando di esprimere-.io non so cosa cerchi da me, ma io ho bisogno di qualcuno che..che non mi tratti male, sono stata malissimo...davvero male...per te, ma vederti così, io no.."
"io ti amo" la interruppe.

E tornò a vivere.
   
 
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