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Autore: Robynn    18/06/2015    1 recensioni
Ancora una volta Sherlock sarà coinvolto in una sfida all'ultimo tocco. Che la storia abbia inizio...
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tracce nascoste




La neve continuava a cadere, coprendo i tetti delle case londinesi. I camini fumavano mentre l'aria fredda di gennaio portava il fumo verso l'alto, mischiandosi tra le nuvole basse e grigie.
Fuori, pochi passanti lasciavano le loro impronte sul bianco manto, preferivano stare in casa al caldo e in famiglia.
Le settimane festive erano ormai passate, lasciando alle vie soltanto i ricordi di coloro che le hanno celebrate e dando spazio all'anno nuovo.
Tra i quartieri di Londra c'era un indirizzo ben conosciuto: 221B di Backer Street. Alloggiava con il suo fidato compagno John H. Watson. Nel caldo salotto, Sherlock fumava la pipa tranquillamente intanto che guardava la finestra appannata dalla sua poltrona. [1]
La legna bagnata nel camino scoppiettava al contatto col fuoco, facendo fuoriuscire qualche scintilla.
Era immerso nei suoi pensieri, quando venne disturbato da una presenza conosciuta.
"Fa davvero freddo là fuori," disse Watson, rabbrividendo mentre varcava la porta.
Sherlock si limitò ad annuire.
"Credo non ci sia stato un inverno così pungente dal duemila," riferì, togliendosi il cappotto per poi appoggiarlo all'appendiabiti. "Lo so Watson, si vede benissimo che fuori si gela," osservò Holmes, infastidito.
Non amava che gli ripetessero lo stesso concetto, lo facevano sembrare stupido; un fatto che non poteva tollerare.
"Non puoi sentire il freddo quando la legna arde," lo punzecchiò John dopo essersi riscaldato.
Il detective non rispose. Si alzò dalla poltrona e fece alcuni passi verso il suo coinquilino, che stava leggendo il giornale appena acquistato.
"Caro Watson, si possono dedurre anche i gradi osservando un semplice vetro," esordì, aspirando il tabacco dalla pipa che  reggeva con la mano.
Il medico esperto in chirurgia distolse gli occhi dal quotidiano, soffermandosi sulle ultime parole sentite.
"Suvvia, non dirai sul serio."
La risposta aleggiò su Holmes. "E invece sì, fuori ci sono esattamente due gradi sotto lo zero." Sbuffò lentamente una nuvola di fumo.
Il dottore sfogliò velocemente le pagine giallastre, fermandosi su quella del meteo.
Le rughe si fecero strada intanto che aggrottava le sopracciglia con stupore.
"Come ci sei riuscito?" domandò perplesso e rilassando la fronte.
Sul viso di Sherlock comparse un sorriso solidale. "Guardando il sottile vetro, noterai che sopra di esso emergono delle piccole chiazze ghiacciate; queste a loro volta compaiono quando la temperatura è sotto lo zero. Se il caldo della camera fosse stato più alto di ventiquattro gradi celsius il vetro sarebbe solo appannato, ma qui ce ne sono solo ventitré. Infine basta aggiungere l'ultimo grado alla temperatura esterna." 
- Il suo metodo deduttivo era impeccabile, non sbagliava mai un colpo. -
"Notevole come tu possa aver tratto la conclusione in così poco tempo, ma come facevi a sapere che nella stanza ci sono esattamente ventitré gradi?" chiese nuovamente dopo aver posato il giornale sul tavolo.
Fece un ultimo sbuffo, poi appoggiò la pipa sul comodino vicino al sofà.
"Quando sei rientrato eri così assorto dall'idea che fuori si congelava, che non hai neppure notato il termometro appeso al muro," sospirò.
Il medico si affrettò a perquisire il salotto, poi riprese con ambiguità: "Non sapevo ci fosse un termometro."  
"L'ho acquistato la settimana scorsa," ribatté, deluso dalla negligenza di Watson.
John non volle dire nulla, fece solo un cenno con la testa.
Sherlock prese il quotidiano e lo sfogliò tra le mani, alla ricerca di notizie che lo potessero interessare. "Non era nel duemila..." aggiunse, continuando a voltare le pagine.
"Come?" replicò John, facendosi interprete dal pensiero comune.
"Era dal duemiladue che non faceva freddo come oggi." Si fermò su un telegramma.
"Davvero? Ero convinto che fosse stato nel duemila," rifletté con tono un po' seccato.
Holmes aveva un'aria attratta dall'articolo che stava leggendo. Lo rimise sul tavolo e chiamò il suo coinquilino per dargli un'occhiata.
"Hai trovato qualcosa?" domandò Watson, curioso.
"Leggi qui."



Time news 


Omicidio sulla ventiquattresima strada di Stratford Park: il pazzo colpisce ancora. 

Donna assassinata in dormitorio con un coltello da cucina. La polizia informa che era la stessa arma che ha usato per colpire le precedenti        vittime: semplice, ma micidiale. La vittima lavorava come modella presso l'Odeon Cinema. Si era appena trasferita in città per girare una nuova pubblicità.  
L'ora del decesso risale a mezzanotte il 04/01/2015. Fino ad ora gli omicidi sono quattro. La polizia continua ad indagare sul caso.


Si riscosse per chiudere il 'Time News'. "Ancora quel maniaco?"
Holmes sovrappose le mani dietro la schiena e si mise a guardare come rapito le basse fiamme.
"Non mi spiego una cosa," proseguì John, diventando all'improvviso serio. "Come mai le sue vittime sono solo donne?" pensò a voce alta.
Sherlock si voltò verso di lui, dicendogli: "Noto con piacere che il caso ti intriga."
"Aspetta, conosco quell'espressione. Vorresti forse indagare su questa faccenda?" dichiarò, avendo già intuito la risposta.
"Quale espressione?" domandò piccato il detective.
"Quell'espressione che tendi ad avere quando un caso bussa alla tua porta," spiegò con aria sopraffina.
Sherlock gli lanciò un'occhiata di disappunto. "Non è affatto vero," smentì. Prese il suo cappotto marrone e il cappello dal medesimo colore e si spostò all'uscita. John lo seguì, ignaro di cosa avesse in mente.
La porta si chiuse e la stanza rimase vuota. Il fuoco continuava a bruciare la poca legna rimasta, ormai incenerita.

Una nuova sensazione accolse Sherlock varcando la soglia principale della casa. Alzò leggermente il colletto dell'abito e abbassò il berretto sulla fronte, cercando di nascondere il viso dagli sguardi della gente.
Era diventato famoso in città e le persone non esitavano a chiedergli un autografo o a invitarlo a bere un caffè non appena lo riconoscevano per strada. Molte volte era costretto a fuggire per non declinare tutti gli inviti. - La sua popolarità era salita alle stelle dopo aver risolto il caso di Baskerville. Di certo non gli dispiaceva avere così tanta fama, ma in alcune circostanze era davvero irritante. -
La neve appena caduta scricchiolava sotto i piedi dei due uomini che lasciavano impronte ben visibili. I fiocchi non cessavano, fra poco avrebbero ricoperto quelle tracce che sembravano condurre in un posto ben preciso.
In paese si sentivano le urla gioiose dei bambini. Si udivano anche i clacson delle macchine, - assordanti, - li definiva Holmes.
Le voci delle persone erano scomparse, ora c'era silenzio. L'acqua del fiume era ghiacciata sui bordi e ogni tanto cadeva la pesante neve dai rami degli alberi spogli. Dopo il ponte continuava una lunga strada: intorno era tutto bianco e le case lontane si vedevano offuscate a causa della fitta nebbia. Quel paesaggio emetteva malinconia, ma entrambi tenevano lo sguardo fisso a terra, attenti ai loro passi lenti.
Nonostante fossero distanti dal centro della piazza, si sentirono dodici tocchi provenire dal grande orologio. Watson si voltò un momento per osservare la città: sembrava abbandonata, non riconosceva più la tanto affollata Londra che da lontano pareva così diversa.
Per debellare la tristezza provò a rompere il silenzio. "Sembra che il mondo ci escluda, Watson," lo precedette Sherlock, alzando il viso. John rimase sorpreso da quelle parole, ma non disse nulla.
Il freddo iniziava a farsi sentire e il cielo non dava tregua.
Dinanzi a loro si stava avvicinando una casa man mano che proseguivano il cammino: era circondata da un recinto bianco che si distingueva grazie al muretto sottostante, nel giardino di fronte all'abitazione c'era un grande albero innevato, dove alcuni dei suoi rami toccavano lo strato sopra il tetto. Aprirono il basso cancellato e poi bussarono.
 "Holmes, che piacere rivederla," si finse emozionato Lestrade, aprendo in largo la porta. "Prego, venite dentro." Fece segno di accomodarsi.
Il salotto era ben arredato e dava nell'occhio il camino moderno contornato da mattonelle ruvide di colore grigio scuro e con un leggero inarcamento sulle estremità interne. I mobili di noce accoglievano con piacere i muri verdognoli della stanza. Sopra un lungo tappeto decorato c'erano due divani con sparse rose ricamate, e tra di essi si trovava un tavolino intonato con gli armadi. Come tocco finale, appeso al soffitto c'era un altezzoso candelabro di vetro.
Lestrade rientrò con della legna in braccio. "Dunque, posso aiutarla in qualche modo?" irruppe dopo aver gettato i tronchi tagliati nel fuoco.
Sherlock divenne serio, ma non troppo.
"Certamente. Non girerò intorno," precisò, mettendosi a suo agio sul sofà e sovrapponendo le gambe. Si schiarì la voce. "Lei è al corrente dei continui omicidi a Londra?"
"Ovviamente, è l'opera di un pazzo che si diverte a uccidere a caso," rispose un po' arrabbiato, mantenendo comunque la calma.
"Non esattamente," ribatté il detective come se avesse già la risposta pronta. Sembrava andasse di fretta. "Siccome è a capo del commissariato non le sarà difficile prelevare una copia delle analisi sull'ultima vittima."
"No di certo."
Holmes si drizzò di scatto per dirigersi verso l'uscita. "Molto bene," concluse secco.
"Un momento," lo riprese il signor Lestrade, "prima di andare alla centrale di polizia non sarebbe meglio ripassare ogni parte?" suggerì frettoloso.
"Non è il caso," si limitò a rispondere.

Le orme erano lievemente scomparse e il vento si stava alzando. I tetti della città si susseguivano in un'infinita distesa bianca e morta.
Prima di arrivare a destinazione,  John esordì parsimonioso: "Non sarebbe meglio se prima mangiassimo qualcosa?"
"Mai iniziare un caso a stomaco vuoto," asserì l'ispettore.
"E sia," commentò Sherlock, depravato.
- Non gli piaceva perdere tempo per via di tante refurtive. -
Costa Coffee. [2] Il cartello posto sul retro della porta incideva la scritta 'open'.
Il locale era poco affollato, e aveva una splendida vista che si poteva osservare dalla vetrata vicino ai tavoli in legno di cipresso chiaro. Dalla parte opposta si trovava un lungo bancone dove il personale prendeva ordini.
"Non è male come caffetteria," notò Greg, ammaliato. 
Tutti e tre presero un panino e si concessero un caffè come dessert.
Ripartirono per le strade di Londra. La gente non si stancava mai di fare spese, andare al lavoro o uscire per fare una passeggiata presso i parchi più vistosi e apprezzati. Era un viavai continuo.
Intanto che scendevano dal taxi John scrutò il suo fidato compagno. "Sherlock, ti dispiaceva realmente fare due passi?" Ma quello che ricevette in cambio fu solo uno sguardo furtivo.
"Eccoci finalmente," si intromise il signor Lestrade.
Entrarono nel dipartimento, scrollandosi le spalle dalla poca neve che stava bagnando i capi, scurendoli.
Non c'era nessuno alla centrale. Sherlock vide John ammirarsi attorno alla ricerca di qualcuno che potesse trarre la sua attenzione. "È normale che non ci sia nessuno a quest'ora," affiancò con nonchalance.
Subito il dottore guardò l'orologio al polso e vide che segnava le una e un quarto... in quel momento capì. [3]
In una stanza arretrata c'erano numerosi armadi a cassetto dove ognuno aveva una serratura diversa.
Nella camera trascendeva una certa insicurezza e inquietudine, forse per la poca luce che filtrava dalla finestra oscurata dalle tende grigie come gli scaffali. Infondo si trovava una scrivania in disordine con sopra una vecchia lampada corrusca. Seduta alla scrivania c'era una donna con gli occhiali, impegnata a leggere un fascicolo e ogni tanto pigiava i tasti del pc portatile. Non si distrasse quando sentì la presenza di tre persone entrare.
Il poliziotto affiancato dai due uomini aprì il cassetto e prelevò alcuni fogli. Dopodiché presero posto a un tavolo per analizzare le fotocopie.



Caso n•8079 Londra 
polizia municipale provvisoria P.M.P

Sospettati:

Lowell Allison

Sesso               Donna
Età                  32
Altezza             1,78
Routine             Disoccupata 
Località            Londra, St. Saint Ann's
Stato               Sospettato
Arma                Coltello
Data                13/12/2014
Ora del delitto     19:35

McCourtney Robert

Sesso               Uomo
Età                  42
Altezza             1,86
Routine             Regista
Località            Londra, St. Drury Lane
Stato               Sospettato
Arma                Coltello 
Data                03/01/2015
Ora                 23:55



Sherlock non era tanto convinto di quei risultati, e si poteva vedere dalla sua sorpresa espressione. "Che prove avete contro questi sospettati?" si espose senza espletare le formalità.
Il sergente si affrettò a rispondere: "Siamo stati cauti, ma abbiamo preso provvedimenti. La signora Allison abita vicino a Helen Murphy, prima vittima. L'abbiamo interrogata e ci risulta che non abbia un alibi per le ore sette il sabato di dicembre."
"E il secondo indiziato?" domandò ancora mesto, facendo attenzione a ogni dettaglio.
"All'ora del delitto Robert McCourtney non si trovava a casa, ma si è difeso dicendo che era fuori città per via di un impegno."
"Andiamo avanti," suggerì perentorio.


Caso n•8079 Londra 
polizia municipale provvisoria P.M.P

Vittime:

Murphy Helen 

Sesso               Donna
Età                  20 
Altezza             1,67
Routine             Parrucchiera
Indirizzo           Londra, St. Saint Ann's
Stato               Vittima
Arma                Coltello 
Data                13/12/2014
Ora del decesso     19:35

Holden Margaret 

Sesso               Donna
Età                  23
Altezza             1,72
Routine             Barista  
Indirizzo           Londra, St. Arundel
Stato               Vittima
Arma                Coltello 
Data                20/12/2014
Ora deldecesso      00:45

Smith Christine Grace

Sesso               Donna
Età                  25
Altezza             1,70
Routine             Cameriera
Indirizzo           Londra, St. Great Scotland Yard
Stato               Vittima
Arma                Coltello 
Data                27/12/2014
Ora del decesso     23:22

Thomson Olivia Lauren

Sesso               Donna
Età                  24
Altezza             1,75
Routine             Modella
Indirizzo           Londra, St. B506
Stato               Vittima
Arma                Coltello 
Data                03/01/2015
Ora del decesso     23:55



Sherlock ebbe un live sussulto quando notò le date elencate.
"Ma non è tutto," lo distrasse Lestrade, estraendo da una busta di plastica un foglietto stropicciato.
"Un codice?" domandò Watson.
"Dobbiamo indagare." Fu il commento laconico. Alzò gli occhi e fece un insolito sorriso a John.
"Questo caso si fa sempre più interessante."





[1] Ho ripreso dal libro di Conan Doyle uno Sherlock Holmes che aveva la 'mania' per il tabacco.

[2] Costa è il negozio di aromi preferito della nazione e la più grande e più rapida crescita di caffè nel Regno Unito.

[3] A quell'ora sono usciti tutti per pranzare.


"Sherlock ebbe un sussulto quando notò le date elencate."  Chiaramente al giovane detective non sfugge nulla, ma a cosa è dovuta la sua insolita sorpresa?
( Se date un'occhiata al calendario sarete in grado di capire. )

Se volete risolvere il caso e seguire Sherlock nelle indagini potete provate a decifrare il codice lasciato dal killer. ( Se preferite mandarmi un messaggio posso dare degli indizi o dirvi se la risposta è corretta o meno. )

Codice: 121-7514205

Siete all'altezza del leggendario Sherlock Holmes?
 
   
 
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