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Autore: Lorry_Styles    18/06/2015    0 recensioni
Cosa vuol dire secondo voi amare una persona? Cosa vuol dire che una persona è difficile da scordare? Cosa vuol dire essere persi, e smarriti? Cosa vuol dire l'oblio? Che cosa vuol dire sposarsi?
In quel momento tutte quelle domande a qui davo un senso erano perse come un naufrago in un'altra isola a dieci miglia da casa sua.
Mi aveva dato la sua parola, aveva promesso che lui era il mio presente, mi aveva dato anima e corpo e io ho dato il mio; c'eravamo legati tramite una fede, che esprimeva tutto il nostro amore.
Ecco la storia di me e Adam Krush.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap.2

IL LIBRO

SONIA

*No, no, non ti spaventare ti prego, io sono il..il nuovo infermiere ecco... scusami se sono arrivato così, ecco dovevo controllare come... stavi*

Pur nel buio riuscii a capire che era giovane dalla sua voce profonda e rauca il tibro della sua voce risultava un po' balbuziente e impacciata, ma era una voce di un individuo giovane.

*Se vuoi accendo la luce così stai più tranquilla, e io me ne vado*riprese a parlare il ragazzo.

*No, sto bene non accendere la luce!!Ti prego sto bene* lo supplicai, avevo paura.

Ci fu un momento di silenzio, ma poi la sagoma riprese a parlare

*Bene...allora buona notte, ragazzina*

adam

Mi svegliai in quella stanza incolore, ancora non riuscivo a capire come ci ero arrivato in camera con gli orchi alle calcagna.

Era stata una notte da dimenticare, ma cosa mi era saltato in mente ?!?

Cercai di strofinarmi la faccia per sfuggire a quel sonno imponente, ma nella mano destra mi accorsi che avevo un libro, con su scritto in colore oro “Poesie di Alda Merini”,il libro era foderato con una delicata fodera di velluto blu.

Strano io non avevo mai tenuto un libro in casa, non mi sono particolarmente interessato alla lettura nella mia...Se si può dire così vita.

*Di chi sarà mai..* pensai.

Aprii il libro misterioso, le pagine apparivano ingiallite e ragrinzite, con un odore di carta ormai svanito. Chiusi gli occhi e aprii il libro come l'impostazione della riproduzione casuale del lettore musicale del cellulare.

 

il senso della vita è svegliarsi e scoprire

che hai ancora un giorno da costruire”

*Balle, è un' emerita balla, questa frase: la vita non ha un senso, essere ricchi non è vita, essere poveri non è vita, perchè mancherà sempre qualcosa a qualsi vita che ci è stata offerta*.

Chiusi direttamente il libro con rabbia, ma una parte di me voleva continuare a leggere, e dopo un tira e molla di riflessioni decisi di aprire quel dannato libro.

Trascorrendo, così, tutta la mia giornata a compitare, a scorrere con gli occhi, ogni pagina, ogni poesia, ogni frase,parola e lettera.

Più leggevo e più in cambio ricevevo un messaggio che mi riempiva l'animo.

Scoprii la lettura: uno “spiritello” astratto, ma curioso che con leggerezza ti immedesima in ogni frase, facendoti riflettere e consolandoti.

Ancora, però non capivo di chi fosse il libro blu.

Era stata una serata così movimenta.

*Adam pensaci dove l'hai preso quel libro?*.

Iniziai a girare nella stanza furiosamente scompigliandomi i capelli, cercando di sforzare il mio cervello, chi era il proprietario del libro.

Flash!

*La ragazza!!*

Forse nel buio avrò preso accidentalmente quel libro.

Ora come ridarglielo non potevo piombare nella sua stanza come l'altra volta, e non potevo fuggire neanche a quei idioti giganti.

Idea.

Guardai il mio mitico orologio da compagnia, tra cinque minuti vi era il cambio delle così dette sentinelle,davanti alla mia porta, il tempo in cui non c'erano potevo approfittarne per svignarmela... . Nella mia testa improvvisamente comparve una nuova parola “Puoi farcela”.

 

 

Ero inguardabile mi ero intrufolato in maniera inspiegabile nei spogliatoi degli infermieri in pausa, e andai dritto allo sportello informazione del ospedale.

Non sapevano esattamente come era la ragazza, ma forse, sperando che non fosse nuova,avrebbero riconosciuto il libro, mi avrebbero che chi fosse la ragazza misteriosa.

Eccomi davanti a colei che mi aprì le porte del purgatorio

'colpo di tosse'

*Salve, emm.. una paziente ha lasciato questo libro nello studio del signor SS..Spring(?)*

okay, non mi ero preparato le battute.

Ero nel panico totale. Nella confusione tanto quanto l'infermiera di turno.

*Spring? Mi dispiace, non mi ricordo un dottore che ha questo nome..*

Ma non mi dica!

*Come?!! Non è stata aggiornata,? Si è aggiunta una nuova crew con un nuovo dottore a comando, siamo arrivati solo ieri da To-Toronto*

Iniziai a parlare, parlare, senza un filo logico...finché non la mandai in confusione e riuscii nel mio intento.

*Ok, ok!!! Andrò a informarmi in seguito...comunque il libro è di Sonia Pèrrez, lei ha qualache problema è un po'..uuuuu!!! Si trova nella stanza numero C54, nel reparto *

 

Sonia....

 

 

Era finalmente davanti alla sua porta, avevo una strana sensazione di ansia e nervosismo.

In questi ultimi tempi avevo sensazioni non da me.

Aprii la parta, in modo molto lento, eccola, sul letto, nella stessa posizione dell'altra notte; almeno da come mi appariva nella penombra.

Aveva una carnagione scura forse più scura di un caffè Marocchino,era magra, risultava addirittura ai miei occhi un po' denutrita; i suoi capelli lunghi, ricci e neri come un televisore spento erano raccolti in un treccia disordinata;il suo sguardo guardava fisso un punto a me ignaro nella stanza.

Era immobile spenta fredda... .

Mi ricordava in certi versi me,ebbi pena per lei, una sensazione ormai svanita nel mio vocabolario.

*Ciao, sono venuto solo a ridarti questo...Sono l'infermiere dell'altra sera..*

*Io l'altra sera non ho fatto niente!! Chi sei? Perchè sono qui? Cosa ho fatto?*

La ragazza iniziò a piangere strisciandomi letteralmente ai piedi, senza alcun motivo preciso, non capivo cosa le stesse succedendo; non comprendevo cosa avessi sbagliato.

Lei alzò gli occhi verso di me. Era stato orribile. Riuscivo a stento a guardarla.

*Cosa ho fatto?!*si lamentò la Sofia.

Le pulii le guance, e poi il mento, e le presi il viso guardando i suoi occhi persi nelle orbite.

Cercai di tranquillizzarla, cercando di ripetere le stesse baggianate che dicevano i dottori tanto per incoraggiarti a cadere più a fondo.

Cosa aveva che la rendeva così?

Tante domande mi frullavano nella testa

Finché non tirai fuori la domanda che mi tormentava da un po' in un fiato

*Tunonricordinientedellaseraprima?*

*No*

Così decisi di fare un tentativo; la voltai davanti allo specchio e le domandai:

*Conosci la ragazza che è allo specchio?*

….

   
 
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