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Autore: ParisRiver    19/06/2015    0 recensioni
Federica, una ragazza italiana che viene convinta a fare un viaggio a Los Angeles, ne ha passate di cotte e di crude nella sua vita ma incontrerà un uomo che le cambierà radicalmente la vita.
Entrambi hanno paura di amare, troveranno quel poco di forza in più per fidarsi l'uno dell'altra?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saliamo in macchina, non vuole dirmi dove stiamo andando, “dai dimmelo, per favore!”
“No, è una sorpresa” sogghigna.
Non ci capisco più niente, non riesco a credere che Shannon Leto stia facendo una sorpresa a me, e io non sono nessuno, non sono una modella, attrice o cantante, eppure vuole farmi una sorpresa, non riuscirò mai ad abituarmi a questo.
La macchina si ferma, lui non dice nulla, è imbarazzante, non so cosa dire, lui rompe il ghiaccio “allora, la sorpresa è questa” dice senza nulla ne in mano ne davanti a noi, “cosa esattamente?” non riesco proprio a capire.
“Io e te” oh mio Dio, “volevo un po’ di privacy per parlarti” oh cazzo, nemmeno ci “conosciamo” e lui ha già dei segreti nei miei confronti.
“Ah…e cosa vuoi dirmi?” dico titubante.
“Non ho bisogno di parlare” cosa? Sta per fare quello che penso? Oh Dio, eccolo avvicinarsi a me, mi prende il viso tra le mani e…”SVEGLIATI!”
 
“Svegliati Fede” Oh Dio è morta” ma è deficiente? Non vede che respiro? Bah…
“Che cazzo vuoi, Giù! Perché mi hai svegliata?”
“E’ finito il latte, io ho la febbre e non posso uscire”
“E non potevi dirlo a Elisa?”
“Deficiente non c’è, altrimenti avrei mandato lei no?”
“Uff, che palle, va bene, dieci minuti e vado”.
 
[Dieci minuti dopo]
 
Seguendo alcune indicazioni mi dirigo verso il primo supermercato che trovo, entro dentro e mi dirigo verso gli scompartimenti dei prodotti freschi.
Cammino tranquilla finchè non mi sento scivolare, non riesco a rimettermi in equilibrio poiché faccio una storta. Sto per cadere quando all’improvviso sento due braccia forti che mi sostengono.
“Non ti posso lasciare nemmeno per un giorno che cerchi in tutti i modi di finire all’ospedale?” è la voce di chi penso io? Nel dubbio mi rimetto subito in piedi, mi giro, lo vedo e non capisco più nulla.
Guardo a terra per vedere la causa del mio scivolo, qualcuno ha fatto cadere del succo di frutta e nessuno si è preoccupato di pulire, se non fosse stato per Shannon probabilmente mi sarei fatta parecchio male…Shannon, “adesso hai perso anche la voce?” che cretina, mi sono totalmente dimenticata che è qui davanti a me, “ehm...grazie Shannon…ehm, o-ora vado…ciao” rispondo per non sembrare deficiente, ma la figura l’ho fatta lo stesso.
Cerco di camminare ma la caviglia fa troppo male.
“Ok, ti porto all’ospedale, non obbiettare” dice con tono autoritario.
Obbedisco e vado, ma il suo passo è troppo veloce e la caviglia fa davvero molto male, come se l’avessi detto ad alta voce, si ferma, si volta e senza dire nulla mi prende in braccio e mi porta fino alla sua macchina e ci dirigiamo verso l’ospedale.
Entriamo alo pronto soccorso e subito un’infermiera mi porta in una stanza e comincia a visitarmi mentre lui aspetta fuori.
“Allora, cos’hai?” dice vedendomi uscire.
“Niente di che, una semplice distorsione, appena torno a casa devo mettere il ghiaccio.”
“Bene, allora ti accompagno.”
Oddio ora non va più via, sono imbarazzata, sono già due volte che dovrei dire grazie e tutte e due le volte ho fatto figure di merda.
Mi immagino Giulia e Elisa e le loro facce alla vista di me in braccio a Shannon.
Mi fa sedere in macchina, mi aiuta a trovare una posizione comoda e chiude lo sportello, dopo di che sale dalla sua parte, mette in moto e ci dirigiamo verso casa.
 
Durante il tragitto parliamo un po’, sia di me che di lui, gli racconto di me, della mia famiglia che non si accontenta mai, del mio lavoro che è l’unica cosa di cui posso andare fiera e persino del mio ex fidanzato stronzo, non so perché ma nell’imbarazzo mi ha fatta sentire a mio agio.
“E’ un povero coglione, come ha fatto a lasciarti, ha trovato una miniera d’oro e l’ha abbandonata” dice lui serio, allora non mi sta prendendo in giro.
“Perché, dici questo? Io non sono affatto una miniera d’oro, sono un disastro” dico ripensando agli avvenimenti della mia vita.
“Non è vero, sei intelligente, simpatica, bellissima…”
“Sì certo, bellissima. Se fossi stata bellissima non mi avrebbe lasciata per un’ochetta alta e mora…”
“Ma lui ti ha lasciata perché è coglione e tra poco se ne accorgerà quando quella troia gli svuoterà il portafogli.”
“Tanto non ci ricasco, andasse a fare lo stronzo da un’altra parte.”
“Brava dolcezza, così mi piaci” dice lui con un sorriso compiaciuto.
Continuiamo a parlare per una decina di minuti, quando arriviamo davanti casa mia.
Spegne il motore, scende, mi apre la portiera e mi da una mano a mettermi in piedi, si vede che ci ripensa perché mi prende subito in braccio e mi porta fin dentro casa, fortunatamente non c’è nessuno, mi vergogno un po’, nemmeno gli ho detto di ieri notte.
Mi posa delicatamente sul divano facendo attenzione alla caviglia, “come ti senti?” dice un po’ imbarazzato dalla situazione, è la prima volta che entra qui e c’è un gran silenzio, Giulia deve essersi rimessa a dormire, menomale.
“Molto meglio, il dolore è diminuito notevolmente” dico sorridendo e provando a camminare, in effetti il dolore è quasi del tutto sparito, non c’è nemmeno bisogno del ghiaccio, ci guardiamo negli occhi e sorridiamo, quanto posso amare il suo sorriso? Ogni volta che lo vedo non capisco più nulla, il cuore va a mille e la mente va a farsi benedire, non riesco a parlare, non parla neanche lui, ci fissiamo dritti negli occhi, lui si avvicina al mio viso, posso sentire il suo respiro, le sue labbra sono quasi sulle mie quando la mia migliore amica decide di rovinarmi il miglior momento della mia vita.
“Federicaaaaa! Sei tu?” sarà anche malata ma la voce sta benissimo, lui ride.
“Scusami, ha la febbre e, a quanto pare, ha bisogno di me.”
“Sembra Jared, anche lui si lamenta così quando sta male, dovremmo farli conoscere” questo è un segnale? Vuole rivedermi?
“Sì, quando saranno guariti magari” dico ridendo, lui mi segue.
“Sì, Giù! Sono io! Ora salgo!”
“Va bene! Hai preso il latte?” quella sta male e pensa al latte, penso tra me e me sorridendo.
“Oh mio Dio! Ma poverina, non ha fatto colazione! Aveva mandato me a prendere il latte perché Elisa non c’è” ripenso alla conversazione di stamattina.
“Beh, io vado, tu occupati di lei ora, ne ha bisogno.”
“Sì, ci si vede presto, grazie per avermi salvata di nuovo” lo ringrazio con un velo di ironia, è una buffa situazione.
“Beh, sai come si dice, non c’è due senza tre, ci rivedremo di sicuro” dice sarcastico.
“Hey, non portare sfiga!” dico scoppiando a ridere.
“No tranquilla, è che spero di rivederti presto.”
“Anche io.”
“Beh, vado…ciao dolcezza” dice schioccandomi un bacio sulla guancia, divento rossa.
“Ehm…ciao Sh-Shannon.”
Chiudo la porta e mi dirigo da Giulia per vedere cosa le serve, chissà quando lo rivedrò.

  
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