Capitolo 4: Lo spirito minacciato
L’orologio scoccava
oramai le undici e mezza, mancava oramai mezz’ora e sarebbe stato Natale e Shikamaru
doveva ancora ricevere la visita di altri due spiriti.
L’ultimo ricordo, dei suoi passati natali, lo aveva ferito nel profondo e lo
aveva fatto dubitare dei suoi sentimenti, ma non riusciva a venire a capo di
due enigmi: chi sarebbe apparso questa volta ?
E soprattutto, cosa gli avrebbe mostrato il
fantasma del natale presente?
La lancetta si
mosse nuovamente segnando le undici e trentuno, e non vi era ancora traccia di alcuno spirito, o presunto che fosse. Stanco di quella attesa, il Nara si alzò dal letto lasciando, a
malincuore, il cuscino che prima teneva stretto tra le braccia, e si vestì
nuovamente con scarpe e giubbotto oramai consono che sarebbero dovuti uscire di
nuovo.
Il suo sguardo si
posò sulla finestra e notò con piacere che la neve aveva smesso di tormentare
il villaggio.
Si avvicinò alla
finestra e l’aprì, ricevendo per l’ennesima volta una ventata d’aria gelida in
pieno volto che lo fece ritrarre dentro la stanza.
Una volta ripresosi
dalla sorpresa iniziale, si affacciò nuovamente alla finestra per contemplare
il paesaggio notturno: le case erano completamente innevate e sulle strade la
neve fresca aveva cancellato qualsiasi tipo di impronta
o orma con il suo vellutato manto bianco.
Uno spettacolo
tipicamente natalizio, che sembrò per un momento riscaldare il corpo e il cuore
del giovane jounin, che era rimasto estasiato nel contemplare una simile bellezza
della natura.
Rimase
a fissare le folte nubi grigie in contrasto con la bianca neve per
interminabili secondi, finché un rumore particolare, simile allo scampanellare
di una piccola campanella attirò
la sua attenzione.
Guardò in basso e
intravide una figura con un lungo mantello rosso.
Teneva stretta tra
le mani una piccola campanella, aveva in capo, quasi
del tutto sommersa dai suoi lunghi capelli neri, una piccola coroncina di
agrifoglio e fissava il giovane con i suoi intensi occhi bianchi.
Shikamaru sbuffò
leggermente, cercando di nascondere un sorrisetto compiaciuto, e scese dalla
finestra per arrivare a faccia a faccia con quello che, a rigor di logica,
doveva essere lo spirito del natale presente.
I due fissarono in
silenzio per qualche secondo, poi infine il Nara
disse:
-“Hanno coinvolto
anche te, Neji…”-
-“Già…”- Rispose con tono
atono lo spirito.
-“Ti hanno
minacciato?”- Chiese nuovamente il moro che ottenne come risposta un cenno col
capo da parte del presunto fantasma che aveva dipinta
in volta un’espressione disperata.
Ma improvvisamente,
un sasso di piccole dimensione colpì in pieno dietro
la nuca lo spirito che, adirato si voltò in direzione della traiettoria
compiuta dal sasso ma non trovò nessuno, capì poi che quello era un segno che
doveva rientrare nella parte che gli avevano “affidato”.
Così, ancora
massaggiandosi la testa dolorante, si schiarì la voce e si rivolse nuovamente
al giovane Nara:
-“Io non sono Neji,
io sono lo Spirito del Natale Presente e sono venuto a mostrarti che, in tutto
il male di cui credi sia circondato il mondo del ninja, c’è ancora qualcuno che
crede in te e nella tua benevolenza…”- Disse in tono serio il presunto spirito
e iniziò ad incamminarsi per la stradina innevate che
passata davanti alla villa del giovane.
Shikamaru,
ancora un po’ confuso, decise di seguirlo in silenzio e di assecondare questa
commedia per vedere cosa si sarebbero inventati questa volta. Strada facendo, cominciò a rammentare in silenzio
questa parte del libro: secondo il romanzo lo spirito
aveva mostrato a Sgrooge il figlio di Cratchit colpito da una brutta malattia e
che, se non avrebbe fatto qualcosa, sarebbe sicuramente morto.
Ma chi poteva essere?
Che fosse il figlio
della sensei Kurenai?!
Per qualche secondo
il sangue si gelò nelle vene del ragazzo che cercò immediatamente di riprendere
la calma, non si ricordava che il piccolo Sarutobi fosse malato e soprattutto
era sempre stato vicino alla donna non facendogli mancare niente.
Infondo l’aveva promesso al suo defunto sensei e non poteva
permettersi di sbagliare in questo, anche se non sapeva esattamente ciò che lo
stava per attendere.
I
due, spirito e
peccatore, salirono per delle fredde scalinate di metallo di una serie di
piccoli appartamenti e giunsero alla finestra di una piccola abitazione.
Al suo interno, il Nara riconobbe immediatamente quella testa bionda del suo
collega che qualche ora prima se l’era presa, giustamente, con lui per il suo
comportamento.
Ma che ci facevano lì?
Non sarà che…
-“Sakura è incinta
e Naruto non mi ha detto niente?!”- Sbottò
improvvisamente allarmato il ragazzo allo spirito che subito non tardò a
rimproverarlo dandogli la campanella sulla testa.
-“No, idiota! Sta
zitto e guarda!”-
Shikamaru obbedì e
osservò la scena senza non provare uno strano sentimento di tristezza e
disagio, quelle Vigilie e quei Natali li avrebbe potuto
passare anche lui con la sua adorata Ino se solo non fosse stato così freddo e
insensibile, e ora non sapeva se mai un giorno il “destino” gli avrebbe
concesso una possibilità.
Vide Sakura
sorridere dolcemente alla sua metà, mentre finiva di riscaldare e servire una
cena appena tiepida, sotto lo sguardo innamorato del biondo.
Istintivamente, il Nara distolse per qualche secondo lo sguardo, troppo
addolorato per aver parlato in quel modo
al suo amico che desiderava passare una vigilia finalmente non da solo.
Ma in tutto quel quadro c’erano due cose che
fecero storcere il naso al giovane jounin: la prima era che, data l’ora, era
impossibile che i due stessero ancora mangiando, probabilmente volevano
riprodurre l’illusione della cena di qualche ora prima e la seconda cosa era la
profonda tosse che scuoteva frequentemente il corpo del suo amico biondo.
La rosa,
preoccupata per il compagno, si avvicinò a lui e gli mise
una mano sulla spalla, guardandolo con fare preoccupato.
Naruto la guardò e
si sforzò di sorridere, stringendo la sua mano a quella della ragazza nel
tentativo di tranquillizzarla.
Lei accennò a un lieve sorriso e stampò un piccolo, ma intenso, bacio
sulla guancia al giovane che, nonostante gli ormai anni di fidanzamento,
arrossiva ancora come se fosse la prima volta.
-“Perché domani non resti a casa? Sono sicuro che Shikamaru se
la caverà da solo…”- Disse in tono inaspettatamente
materno la ragazza.
-“Ma gli ho promesso che ci sarei andato e poi, anche se non
lo ammetterà mai, si sentirà solo a starsene a lavorare il giorno di Natale!”-
Rispose con un sorriso il giovane, spiazzando la sua futura consorte che non
poté fare altrimenti di sospirare e stampare l’ennesimo bacio sulla guancia al
biondo, ancora scosso dalla forte tosse.
Shikamaru guardò la scena allarmato, in effetti era tutta la serata che aveva
sentito Naruto tossire non dandoci
troppo peso e pensando che il chuunin avesse solo un piccolo raffreddore,
ma poi si ricordò che L’Uzumaki non era tipo da lamentarsi per un dolore fisico
e che avrebbe sicuramente sopportato il dolore senza dire niente.
Forse, pensò il Nara, le lamentele per tornare a casa dalla sua ragazza
erano un messaggio indiretto per dirgli che non stava bene, ma lui era troppo
preso dal lavoro per accorgersene e si pentì amaramente di aver ordinato al
giovane di presentarli anche il pomeriggio del giorno di natale.
-“Eri talmente
accecato dal lavoro che non ti sei nemmeno accorto che chi era intorno a te
soffriva…”- Disse con voce gelida Neji.
-“Ma io non lo sapevo! E ora che succe-…”- Provò a contestare il moro voltandosi, ma non
appena lo fece vide che lo spirito era scomparso nel nulla.
Provò a cercarlo
con lo sguardo ma la sola cosa che incrociò fu una
oscura figura avvolta in un mantello nero che lo fissava a pochi metri di
distanza.
TO BE CONTINUED
Angolino dell’autrice
Si
lo so, sono una racconta balle ma tra le feste e i dolci ho perso la cognizione
del tempo ma vi prometto che il prossimo capitolo sarà l’ultimo, almeno questo
dovevo farlo!
Ringrazio
chi ha recensito:
Volpina90
SpadaccinodellaNebbia
bacinaru