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Autore: catto    19/06/2015    1 recensioni
La storia narra le vicende di una ragazza di nome misaki ayuzawa, una ragazza dai capelli bianchi, fredda e totalmente disinteressata all'amore a causa di una maledizione. Ma l'incontro con un ragazzo cambierà tutto a partire dalle emozioni che lei aveva soffocato per non far del male a chi amava.
È la mia prima storia all'inizio può sembrare noiosa ma migliora ve lo garantisco. Accetto critiche e consigli.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~Angolo dell’autore: Salve ragazziii, come state? Adesso  che è arrivata l’estate ho tantissimo tempo libero posso scrivere molto di più. Come al solito accetto critiche e consigli. . Ecco a voi il nuovo capitolo Spero tanto che i piaccia la mia storia e che continuerete a seguirla, alla prossima….

Capitolo VI
Era una mattina pallida e la ragazza della 215 finalmente si era svegliata. La stavano medicando ad uno strano taglio che aveva sulla parte davanti della spalla destra.  Assomigliava ad una T con una I rovesciata sul dorso. Misaki chiese alla sua infermiera cosa lo aveva causato ma lei rispose che, molto probabilmente, se lo era procurata mentre dormiva e che era una cosa normale. Il suo medico voleva che  rimanesse ancora per un po’ per accertare le sue condizioni di salute ma ,purtroppo per lui, Misaki era orfana  e quindi la sua firma valeva come quella di un maggiorenne. Dopo esser uscita dall’ospedale chiamò Shintani chiedendogli se la poteva raggiungere. Shintani si avviò verso l’ospedale in bici, di solito impiegava 20-25 minuti per raggiungere la sua destinazione ma quella volta ne impiegò 15, Misaki non lo chiamava mai se non per delle emergenze. Appena scese dalla bicicletta la bianca gli si avvicinò e gli disse di portarla in un posto in cui avrebbero potuto parlare. Shintani ovviamente acconsentì e si avviarono a piedi verso un cafè.

-Shintani, si sta avvicinando sempre di più!- disse Misaki dopo che si furono messi seduti dentro al cafè. Era un cafè abbastanza vecchio, loro due si fermavano tutti i giorni, al ritorno da scuola, in quel cafè. Era sempre uguale, c’erano delle poltrone rosse ad ogni tavolo, cosìcche la gente potesse stare comoda durante i pasti. Poi c’era un balcone  all’entrata e dietro di esso vi era la cucina. Era abbastanza grande e facevano dei sufflè spettacolari. Misaki ordinò, come al solito, un sufflè ed un cafè, mentre shintani prese dei pancaches con un milkshake al cioccolato. Dopo un po’ di silenzio Misaki iniziò il discorso: -E’ tornato definitivamente- . –Non l’ho fiutato misa, se fosse tornato lo avrei sentito!- Misaki insistette e si abbassò la spalla della maglietta mostrandogli la ferita ,ormai rigenerata, sulla spalla destra. –Oh cazzo- pronunciò con tutta la delicatezza possibile lo strambo. –Dobbiamo stare attenti lo sai, vero?-. –Si certo. Non ti preoccupare!- la tranquillizò. Detto questo ricominciò il silenzio, durante il quale i due mangiarono i rispettivi piatti. Dopodiche ricominciarono a parlare e a rompere il silenzio fu proprio Shintani. –Ah lo sai che all’ospedale ti è venuto a trovare il tuo compagno di banco.. com’è che si chiama? Ah si Usui Takumi. E’ davvero un bravo  ragazzo. Sembra simpatico.- disse lo strambo pieno di orgoglio –Finalmente ti sei fatta altri am…- ma bloccò la sua parlatina quando notò il viso pallido della bianca. –E’ venuto a trovarmi?- chiese lei seria. –Si abbiamo parlato molto…- Shintani si fermò un attimo per pensare a cosa e a cosa non dire, ad esempio il fatto che lui la guardasse come se fosse sua, e poi continuò.- Misaki qual è il problema? E’ giusto che qualcuno ti giri intorno, sei una bella ragazza. Anche se sinceramente sono rimasto sorpreso quando l’ho visto con il carattere freddo che ti ritrovi non credevo che qualcuno ti si avvicinasse. Fidati! Ci ho parlato ieri… è molto forte sia fisicamente, devo ammettere che ha veramente un gran bel fisico, e anche mentalmente , magari questa volta non ti salverai da sola. Dopo aver detto questo Shintani prese questa roba e se ne andò senza dirgli ciò che aveva scacciato dalla sua camera all’ospedale. La bianca rimase ancora lì a pensare a quello che le aveva detto il suo amico, forse avrebbe seguito il suo consiglio ma come prima cosa doveva trovare chi aveva lanciato il banco.

La mattina dopo Misaki si incontrò con Sakura per andare a scuola insieme. Abitavano tra di loro vicine e guarda caso abitavano tutte e due vicino alla scuola. Ci impiegarono quindici minuti per arrivare, e in quei quindici minuti Sakura non aveva mai smesso un attimo di parlare. Le stava raccontando quello che era successo in quei giorni a scuola e che finalmente sarebbe uscita con la band degli yumemishi, chiedendole anche di accompagnarla. –Senti Misa ti va di pranzare insieme oggi?- chiese, prima di andare in classe, con occhi da cerbiatta. –Non lo so Sakura. Ho da fare una cosa.- le rispose Misaki con un sorriso perfido –Ma se finisco in tempo vengo in classe tua e mangiamo insieme.- Detto questo si lasciarono e andarono ognuna nella rispettiva classe. Appena entrò in classe alcuni dei suoi compagni la fermarono chiedendole come stava e altre cose di questo tipo. Dopo averli liquidati si mise seduta al suo banco. Shizuko non c’era mentre Usui dormiva. Guardandolo bene Misaki si accorse che in realtà era un bel ragazzo, aveva quei capelli che sembravano così morbidosi, occhi versi smeraldo, le spalle molto grandi e dei bei connotati. Non se ne era mai accorta, era talmente occupata a pensare a che strategia potesse usare se l’avessero trovata che si era dimenticata del mondo reale e delle persone che le stavano intorno. Grazie a Shintani se ne era accorta e lo avrebbe ringraziato dopo aver  concluso una certa questione rimasta irrisolta. Mentre pensava a tutte queste cose una testa accanto a lei si alzò, cercò di capire se il professore avesse notato che  stava  dormendo e subito dopo si rimise a dormire. A questo punto anche lei si appoggiò al banco con la testa e guardandolo pensò ad alta voce: - forse al posto di farmi salvare potrei essere io a salvare lui.-

Usui dormì per tutte le lezioni mattutine. Quella notte aveva avuto diversi incubi, e non riusciva a smetterla di pensare  a quel giorno in ospedale. Quando si svegliò notò con piacere che le cose della bianca erano lì nel suo banco, questo voleva dire che era tornata a scuola. Si alzò per vedere se era in classe ma osservò con dispiacere che non era lì. –Usui, Usui cosa mangi oggi? Posso mangiare con te?- chiese una voce squillante facendolo saltare. –Tu chi sei?- chiese sorpreso di vedere una ragazza cosi squillante. –ah giusto piacere io sono sakura…- mentre parlava, cercava di allungare una mano per stringergliela, ma era piena di roba , e sembrava che stesse facendo il numero di un acrobata del circo, uno di quegli acrobati che stanno in equilibrio su delle tavole e che fanno girar dei birilli, ed alla fine rinunciò. –Sono un ‘amica stretta di Misaki?- continuò con euforia. –Allora posso sedermi?- ma la domanda dato che si mise seduta prima di sentire la risposta. ‘ma cosa vorrà la sua amica da me?’

-Senti Roxie smettila di fare la sostenuta e parla. So che sei stata tu a voler che quel banco mi cadesse in testa. Non lo dirò al preside, quindi stai tranquilla, ma in cambio mi devi dire chi hai ingaggiato per lanciarlo- disse Misaki con tono freddo. Continuava a tenerla in alto e per il collo, ma dato che non si decideva a parlare decise di avvicinarsi un po’ di più al bordo della terrazza. –Parla adesso, altrimenti ti lascio cadere- continuò Misaki con tono aggressivo e di sfida, i suoi dicevano e pregavano di sfidarla: ‘ dai su dimmi che non me lo vuoi dire così ti lascio cadere una volta per tutte’.  -3… 2…- A questo punto Roxie cercò di farfugliare un ‘okay’ ma la voce non le usciva sia a causa della paura sia a causa della stretta fortissima di Misaki. .-Brava bimba- disse la bianca lasciandola cadere al sicuro. –Adesso parla- -Non le ho visto il viso molto bene, però sono sicura che fosse una ragazza e che portasse gli occhiali, non parlava molto- dopo una breve pausa in cui la bionda finta credeva che la bianca la uccidesse per quei pochi dettagli continuò –Misaki io gli avevo chiesto soltanto di prenderti in giro o di farti un pochino male per farti capire la situazione l’idea del banco l’ha avuta lei e non me ne ha neanche parlato. Ha fatto tutto da sola te lo giuro. Io … io- -lascia stare, e mi auguro che tu non faccia mai più cose del genere.- - Non lo dirai a nessuno, vero?-chiese spaventata Roxie  -Vedremo- rispose la bianca mentre andava via.
Sakura continuava a parlare ad Usui, e come al solito non si fermava un attimo, ma Usui la lasciava fare, era divertente e eli gli stava raccontando le vicende eroiche di misa-chan. Smise di parlare solo quando vide la bianca entrare. Nel vederli insieme aveva assunto un espressione sconvolta ed era rimasta a bocca aperta. Usui, purtroppo, vide quell’espressione per poco poiché Sakura le si era lanciata addosso con tanto di rincorsa e ciò le fece cadere a terra con un grande tanfo. Dopo varie spiegazioni sul perché stavano mangiando insieme, la bianca si mise seduta al suo posto. Sakura ricominciò a parlare, però questa volta rivolta verso di lei, e come al solito mentre Sakura parlava Misaki annuiva. Passarono così tutta la pausa pranzo, e quando la campanella suonò Sakura tornò in classe con il broncio. –Sai è simpatica- enfatizzò Usui mentre la guardava andare via. –Già, è una brava ragazza, potresti provarci con  lei.- replicò la bianca. –E’ la prima volta che ti sento fare questi discorsi con me, non è che sei gelosa?- sussurrò lui avvicinandosi sempre di più. –Per me esisti solo tu misa…- ma prima che potesse dire qualcosa di tremendamente imbnarazzante Misaki gli mise la mano sulla faccia spingendolo di nuovo al suo posto. Lui non sorpreso della reazione di lei gli leccò la mano, tuttavia Misaki non se ne accorse neanche. Era troppo impegnata a guardare la ragazza che era appena entrata in classe. –Perché guardi Shizuko in quel modo Misa’chan?- chiese Usui con ancora la bocca tappata dalla mano di Misaki. –Shizuko eh? Proprio non me lo aspettavo ahahah-

-Shizuko non sapevo che tu avessi certi hobby- ironizzò Misaki con uno  sguardo serafico. –Non so di cosa tu stia parlando!- rispose Shizuko e nel mentre abbassò gli occhi. –Ah già.. sai Shizuko sei davvero una pessima bugiarda. Ti piacciono così tanto i banchi eh? Oh che brutta perversione, poverina. Potresti parlarne con qualcuno, ad esempio il preside. Se vuoi gli vado a chiedere un appuntamento.- Misaki le parlava girandole intorno come uno squalo sulla preda. –Non so di cosa stai parlando.- -Ma davvero?- Misali prese una sedia e si sedette proprio di fronte a lei. –Non mi far arrabbiare più di quanto io lo sia già.- Shizuko a questo punto alzò lo sguardo e rivide l’argento negli occhi di Misaki. La prima volta che lo aveva visto stava al bagno della scuola un po’ di tempo prima, quando roxie e le sue amiche l’aveva picchiata e MIsaki furibonda le aveva chiesto cosa le avessero fatto e il perché. Solo che allora l’occhio era più o meno normale l’argento compariva e scompariva sotto forma di strisce, adesso invece erano totalmente argentati e la cosa metteva una gran strizza. Shizuko era sempre stata una persona debole e sotto quello sguardo agghiacciante si sentiva sempre più piccola e insignificante. –Chi ti ha detto di farlo! Avanti dimmelo, per favore- continuò la bianca, ma questa volta nella sua voce c’era un qualcosa che assomigliava ad una supplica. E piangendo Shizuko le rispose. –L’ombra,

   
 
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