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Autore: Lost In Donbass    20/06/2015    1 recensioni
I Tokio Hotel vengono invitati ai World Music Award, una grande premiazione per i più famosi musicisti pop del pianeta. Niente di strano, all'apparenza. Anzi, per i quattro danni ambulanti si rivela anche un'ottima occasione per divertirsi ai danni degli altri invitati, combinandone di tutti i colori. Ma qualcuno trama nell'ombra per trasformare questo "lieto evento" in un bagno di sangue e di terrore. Chi è l'assassino che si aggira a piede libero nell'albergo? Perché ha ucciso la cameriera?
Nonostante la paura serpeggi, i nostri eroi non si lasciano intimidire e, con tutto il loro coraggio, la loro follia e le loro inimitabili gaffe, porteranno alla luce molto più di quello che si sarebbero aspettati. E, questa volta, metteranno a rischio la loro stessa vita pur di scoprire la verità.
P.S. questa è il sequel di "Make some noise", comunque si può leggere anche senza aver letto la prima.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il terrore vien per Hotel.'
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CHOICELESS
 
Tom sbuffò rumorosamente, quando si presentò davanti a un capo cameriere impegnato a impartire ordini severi alle cameriere che saltellavano di qui e di là con scope, scopette, stracci, lavavetri e pattine di ogni genere e dimensione.
-Ehm, mi scusi …
-Si, signore?- il capo cameriere si voltò verso di lui, cambiando espressione e sfoderando un sorriso marziale e compassato. Tom si trattenne dal dargli del pinguino e borbottò
-Senta, avete mica da prestarmi uno – deglutì – Smalto argentato con i brillantini o qualcosa che ci assomiglia molto?
Il capo cameriere alzò un sopracciglio e si schiarì la voce.
-Certamente, signore. Ragazze, avete uno smalto argento da prestare al signore?
Le ragazze si voltarono in massa, lanciarono uno sguardo interrogativo al loro capo, poi a Tom e infine si slanciarono verso il nostro povero eroe berciando
-Ce l’ho io!
-No, il mio è di marca!
-Aspetta, il mio è ancora nuovo!
Tom si trovò alle prese con uno stormo di ragazze in calore brandenti smalti di tutti i colori. Dannazione … li guardò velocemente, tentando di tenere buone le ragazze
-Lo so che forse chiedo troppo ma … esiste, o meglio, una di voi, ce l’ha con i brillantini?
Silenzio di tomba. Le cameriere guardarono i loro smalti, cercando anche la più insignificante traccia di sbrilluccichio, ma nessuna sembrava trovarlo. Il cameriere capo, non visto, lanciava silenziose maledizioni al chitarrista che aveva interrotto il celere lavoro delle dipendenti. Chissà quanto ci avrebbero messo a riacquistare il ritmo che avevano prima …
-Questo ti va bene?
Una bella ragazza con i riccioli rossi si piantò davanti a Tom con una boccetta argentata luminosa di brillantini. Il rasta fece tanto d’occhi, un po’ per essere riuscito nell’impresa impossibile di trovare lo smalto che voleva la principessa al piano di sopra, un po’ per il prosperoso davanzale della ragazza.
-Wow, si, assolutamente perfetto, grazie davvero.
Lo prese con un sorriso soddisfatto e poi continuò, a bassa voce, come aveva visto fare nei film romantici di suo fratello
-Ehi, tesoro, quando poi te lo riporto che ne dici se … - assunse l’espressione tipica che gli riusciva divinamente e che di solito faceva svenire tutte le ragazze.
-Sono lesbica.
-Cosa?!
La ragazza fece una smorfia a metà tra il divertito e l’esasperato.
-E’ inutile che ci provi, ragazzo.
-E che c****- Tom si morse la mano per evitare di mettersi a inveire come un pazzo nella hall.
-Dai, coraggio, poi vengo a riprendermelo dopo. In che camera sei?
-La 667- Tom mise il muso.
-Bene, a dopo, allora.
La rossa gli fece un sorriso luminoso (Tom si trattenne dal mordersi di nuovo la mano dalla rabbia) e ritornò al lavoro, circondata dalle sue eccitatissime amiche.
Tom si infilò lo smalto in tasca e tornò da suo fratello tutto imbronciato.
-L’hai trovato?!- lo accolse Bill, saltando in piedi.
-Toh, palla al piede, la prossima volta ci vai da solo a cercarti lo smalto.
-Col cavolo che mi faccio vedere in queste condizioni!
-Bill, sei semplicemente senza trucco, non sei nero di botte con gli occhi in ficco!
-Appunto, senza trucco mi puoi vedere giusto tu e la mamma, basta. Sono orrendo, se no.
-Sai che magari faresti il doppio del colpo senza tutti quei chili di fard, mascara, matita, ombretto, eyeliner eccetera?
-Non capisci niente, Tom! Piuttosto, perché hai quella faccia depressa?
-Ci ho provato con una figa della Madonna, ma non ha funzionato- Tom si sedette sconsolato sul letto. Insomma, nel giro di due ore già due ragazze lo avevano spento miseramente.
-E va beh, coraggio tesoro, non ti abbattere così. Poi ne troverai una talmente idiota da dartela in quest’albergo!
Bill gli si sedette vicino e lo abbracciò stretto, affondandogli il viso nel collo ridendo
-Grazie Billuccio, sei sempre così comprensivo quanto un cammello mongoloide sperso nel Sahara- Tom lo abbracciò a sua volta, scompigliandogli i capelli affettuosamente.
Bill fece una smorfia da gatto che fa le fusa  e cominciò a smaltarsi le unghie con lo smalto nuovo. Ci aveva ripensato, il french non si addiceva al suo outfit di quel giorno, quindi si era messo a cercare uno smalto che risaltasse sul nero dei vestiti ma che si intonasse con i gioielli argentati, peccato che non ce l’avesse. Aveva quindi educatamente chiesto al fratello (oddio, oddio, oddio, lo smalto! Non ho uno smalto adatto! Tom, razza di deficiente soppiantato, vammi subito a cercare uno smalto argentato con i brillantini, ora, non mi interessa cosa tu stia facendo, corri!) di cercargliene uno e meno male che l’aveva trovato. Forse un po’ pacchiano, ma pur sempre di buona marca.
-Beh, forza, chiamiamo quei due goblin poco stilosi dei G&G che dobbiamo stendere un piano per l’Armaggeddon Kaulitz.
Un urlo a diecimila decibel richiamò all’appello Gustav e Georg, impegnati a fare la cartina del grande albergo. Georg era fissato con le mappe, e dovunque andassero se ne procurava una decina, di ogni tipo, e stendeva sempre un piano tattico dell’albergo dove alloggiavano. Gustav lo seguiva, per individuare le cucine e le eventuali macchinette delle merendine per i suoi spuntini di mezzanotte.
-Eccolo che chiama- sospirò Gustav, rosicchiando una patatina.
-Chissà che stupida idea avrà in mente adesso- Georg alzò gli occhi al cielo. Aveva un brutto presentimento su quello che sarebbe potuto succedere; anche quella volta era più che certo che la sfiga proverbiale di Bill avrebbe colpito. I due si avviarono verso la camera 667, dove li accolsero i due con una sfilza di scherzi da due soldi ai piedi.
I G&G si lanciarono un’occhiata perplessa. Chissà che film avevano recentemente visto quei due per mettersi in testa una cosa simile. Sapevano per esperienza che vedere la tv in casa dei gemelli era un’impresa titanica. Bill voleva vedere i soliti film romantici o le telenovele da due soldi tipo Tempesta d’Amore, così poi piangeva perché lui era da solo e non era giusto e una marea di altre cose idiote, mentre Tom si fissava con roba inutile tipo Mad Max, o Fast&Furious e poi credeva di essere anche lui un Transformer o roba simile e saltava come una scimmia per casa fingendo di polverizzare tutti con una matita. Quindi si finiva per vedere cinque minuti di uno alternato a cinque minuti dell’altro e a fare un mix terribile delle due cose.
-Allora, geni del male, cosa pensate di fare con quegli ammennicoli?- chiese Georg
-Tirare tiri mancini alla gente, no?- spiegarono i due in coro.
-E cosa gli mettiamo? Il secchio d’acqua sullo spigolo della porta?- disse ironico Gustav.
-Bravo Gus! Ti stai svegliando sempre di più!- trillò Bill alzandosi – Allora, Geo&Geo, ce l’hai la mappa dell’albergo? Dobbiamo essere sicuri di poterci muovere con sicurezza e conoscere ogni eventuale passaggio segreto!
-Certamente!- qui Georg si gasò. Ah ah, le mappe erano il suo campo d’azione migliore. Prese tre grossi fogli fittamente disegnati e scritti – Qui ci sono i primi tre piani dell’albergo. Me ne mancano due.
-Ma secondo me è una s********- borbottò Gustav, sedendosi sul letto e rischiando di chiudersi un dito in una trappolona per topi.
-Ma no, Gus, vedi, noi renderemo la vita impossibile a tutti quei cantanti americani, inglesi, insomma a tutti i nemici della potente Germania, tutti quelli che hanno lottato contro il Reich- disse Tom, mellifluo. Avevano imparato che l’unico modo per convincere Gustav a fare qualcosa era tirare in ballo la seconda guerra mondiale; allora il batterista si gasava da impazzire e diventava un panzer da assalto, nazistoide com’era.
-Davvero? Quindi … combatteremo contro i nemici? Allora forza, miei prodi, facciamo risplendere il valore germanico del grande impero! Avanti il kaiser!- ululò Gustav alzandosi e schiacciandosi il piede in un'altra trappola per topi.
-Perfetto, ragazzi, allora, come si dispongono le camere?- chiese Tom.
-Allora, sono disposte su tutti i piani alternate, in modo che aprendo una porta tu non possa vedere quella di fronte … e alla fine e all’inizio di ogni corridoio ci sono gli ascensori – spiegò Georg – Mentre invece …
-Invece al primo piano ci sono tre macchinette delle merendine e del caffè!- urlò Gustav.
-Si, esatto, la cosa più inutile ai nostri fini. Poi, al piano terra, abbiamo le cucine nell’angolo nord, la sala da pranzo in quello est e un grosso salotto a sud, invece il bar è nel salotto mentre l’ufficio del direttore è dietro il bancone d’ingresso. Per il resto dobbiamo concludere il giro.
-Bene, allora uno di noi deve andare in giro e capire dove alloggiano gli One Direction e gli altri. Sicuramente io e mio fratello no, perché diamo troppo nell’occhio.- decise Tom.
-Ma la fate facile voi due!- disse Gustav – Tanto così nei casini ci finiamo noi se ci beccano!
-Su su, Gus, non la fare tanto lunga. Ti compro dieci pacchetti di Mars e un pacchetto di patatine se lo fai- miagolò Bill, con aria da serpente tentatore.
-Ok, dove devo andare?- cedette subito il biondo con gli occhi brillanti.
-Dio Buono Gus, ma cedi così le armi?- sbottò Georg, non riuscendo a nascondere un sorriso.
-Per i Mars questo e altro. Sono il nuovo cibo del Reich!
-Lo sai che sono americani, vero?- fece Tom, sghignazzando.
Gustav lo guardò sconvolto, arrossendo.
-Come?! Ma … ma io non ne ero a conoscenza!
Gli altri tre scoppiarono a ridere come dei deficienti, quando si udì un sordo bussare alla porta.
I Tokio Hotel tacquero improvvisamente, drizzando le orecchie.
-Chi può essere?- sussurrò Georg.
-Gli sporchi americani! Preparate gli U-BOOT- ringhiò Gustav, con aria truce.
-Facciamo così- mormorarono i gemelli – Uno di noi va ad aprire, gli altri stanno pronti a menar le mani se si presenta qualcuno  di indesiderato.
I nostri si prepararono all’assalto. Georg brandì la solita scarpa puzzolente, Gustav i soliti cioccolatini e Tom uno stivale di suo fratello. Con una taccata avrebbe steso anche un toro. Bill prese fiato e andò ad aprire la porta.
-Si?- cinguettò.
Davanti a lui si presentò la cameriera dai capelli rossi, con un sorrisone a trentandue denti.
-Salve, scusa il disturbo, ma ho prestato il mio smalto a un ragazzo rasta che mi ha detto di stare in questa camera. Sono venuta a riprendermi lo smalto.
I musicisti mollarono immediatamente le armi e Tom intervenne
-Ehi, bellezza, sei tornata. Hai cambiato idea per caso?
La cameriera rise
-No, ti ho detto che non mi piacciono i ragazzi. E poi sono già fidanzata.
Bill la guardò un po’, la studiò accuratamente e poi strillò
-Ma tesoro, che smalto fantastico che hai! Guarda, meno male che c’eri tu se no io non so come avrei fatto, davvero, ti sono debitore! Su, accomodati, scusa il disordine.
La ragazza entrò nella camera, salutò educatamente i G&G e si guardò attorno leggermente stupefatta. Perché c’erano trappole per topi e scherzetti vari disseminati in giro?
-Tieni, e scusa se te ne ho usato un po’!
Bill le tese la boccetta praticamente finita. La ragazza spalancò gli occhi ma fece finta di niente.
-Ehm, a questo punto, se te lo vuoi tenere te lo regalo- glielo restituì.
Sentite quelle parole, Georg e Tom divennero verdi. Perfetto, ottima figura da cioccolatai con la bellona rossa … sperarono almeno che Bill si scusasse ma
-Davvero? Me lo regali? Ma come sei cara, grazie!
Avevano riposto male le loro speranze.
-Sai, perché mi serviva giusto questa tonalità … non credi che si adatti a questo braccialetto?
Bill le mise davanti al naso un bracciale di borchie argento metallizzato e una collana con una grossa croce di brillantini. La cameriera studiò i gioielli, studiò Bill, studiò il suo ex smalto e commentò
-Beh, si, devo ammettere che così stai decisamente bene però, a mio modesto parere dovresti metterti anche la matita argentata e l’ombretto nero, perché così anche sul viso c’è un richiamo ai colori dei gioielli e delle mani. Cosa ne pensi?
Bill fece tanto d’occhi. Finalmente una persona che se ne intendeva veramente, che non lo giudicava, che sapeva cosa consigliargli seriamente e senza dire idiozie come suo fratello del tipo “struccati che sembri un pagliaccio”.
-Dici? Forse allora è meglio che provi … Tooooom, rapido, dammi la matita argento, veloce!
Tom gli diede la matita argento sbuffando e la ragazza rise di gusto. Poco dopo Bill riemerse dal bagno conciato come gli aveva consigliato la rossa.
-Allora, come sto?
-Molto bene- disse lei.
Gli altri annuirono anche se non lo pensavano, per evitare crisi isteriche da due soldi in presenza della cameriera.
-Perfetto, sono contento di quest’improvvisata. Come ti chiami, stellina?
-Claudia Schadenwalt.
-Benissimo, allora da oggi in poi, sarai la mia nuova aiutante, al posto di quegli incompetenti medio borghesi di mio fratello e dei miei amici. Assunta! Georg, caro, ricordati che quando quei medio borghesi del management arrivano, devi dirgli di assumere Claudia.
Tom era ben felice della cosa, per una volta che suo fratello ne promuoveva una … anche se non aveva speranze pazienza. Georg anche era felice, anche se sapeva che si sarebbe dovuto subire tutti gli improperi del manager di fronte alla richiesta. Anche se poi avrebbero obbedito perché “gli ordini di Bill non si discutono”. Gustav sperò solo che oltre che essere simpatica la ragazza fosse in grado di cucinare decentemente.
Claudia scosse la testa nuovamente e ridacchiò. Però … assunta dai famosi quanto stupidi Tokio Hotel, gruppo che oltretutto lei nemmeno ascoltava. Poteva ritenersi più che fortunata. Ricordava ancora quando una sua amica, Alien sfegatata manco a dirlo, le aveva messo sotto gli occhi il poster del gruppo strillando cose inconsulte e lei aveva commentato “Wow, com’è figa la cantante!”. La sua amica l’aveva sgridata e le aveva fatto presente che Bill era un maschio “Peccato” aveva pensato lei, perdendo subito interesse per lui in sé, ma continuando a stimare il suo eccentrico look. Chiedeva addirittura alle sue amiche di darle foto di Bill apposta per studiarsi trucchi, pettinature e vestiti.
-Beh, non so, mi pare azzardato tutto ciò, io sono una cameriera mica una stylist!
-Non mi importa, potresti essere anche una baldracca per quel che mi riguarda ma tu sei assunta. Ci parla Georg con il tuo principale, dopo che avremmo convinto il manager.
Georg, Gustav e Tom si guardarono scuotendo la testa. Ecco, Bill era partito in tromba e nessuno l’avrebbe più fermato adesso.
Claudia annuì, facendo finta di niente. Tanto figurarsi, era solo un ragazzo viziato e strambo. Non avrebbe pensato a lei mai più una volta che fosse uscita da quella camera da letto.
-Beh, ora devo tornare al lavoro, ci si vede in giro per i corridoi.
Claudia sorrise e scomparve fuori dalla porta, senza smalto ma con un gran sorriso stampato sul volto lentigginoso.
I Tokio Hotel si guardarono un po’ in silenzio e poi Tom urlò
-Benissimo, c’abbiamo anche la figa adesso, quindi possiamo tranquillamente dedicarci agli scherzi! Dove eravamo rimasti?
-Allora, stavamo dicendo … - iniziò Gustav, attaccando i cioccolatini che aveva trovato per caso in una tasca.
Ma venne interrotto da un urlo lacerante, che squarciò l’aria, facendo ammutolire persino le aspirapolvere. I ragazzi si immobilizzarono di scatto, guardandosi negli occhi. Un urlo così. Un deja-vù generale per i quattro. Gli occhi di Bill di nuovo luminosi. E il fatidico strillo
-Ragazzi, abbiamo un caso!

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B: "Sugar and spice and everything nice wasn't made for only girls! G I Joe's in panty hose was making room for the one and only ... " *ancheggia con un boa di piume rosso semi nudo per casa*
A: *entrando in casa* Ciao ragazzi! Sono tornata!
G1: Bill razza di scostumato, vestiti! L'Autrice Suprema è arrivata, ed è minorenne!!!
B: E allora? Che c'è di male a cantare i Green Day, ogni tanto? *faccina pucciosa*
A: Ehi, che state ... BILL!!!!!! Ti ho detto di non ballare nudo dalle finestre! Cosa penseranno i vicini?!
T: Si faranno delle seghe, cosa ti devo dire *ruminando pop corn davanti a Criminal Minds*
G2: Autrice Suprema, ho fame! Cosa mangiamo?
A: Aiutami tu Gustav, facciamo i wurstel che almeno non bruciamo la casa. * vede che Tom guarda il suo programma preferito* Cioè, Gus, stasera cucini tu da solo!
G2 va in cucina ridendo satanicamente mangiando cioccolato.
B: *imperterrito* King for a day, princess by dawn, King for a day, in a lether thong, King for a day,princess by dawn!
T: Dai, fratello piantala di fare il travestito ...
A: *nascondendosi dietro il cuscino terrorizzata con Tom che ha più paura di lei* grazie a chi ha letto, davvero, siete stupendi! Se volete lasciare un segno ... vi voglio bene!!!!!
G1: E' pronto pisciasotto, sbrigatevi. E tu Bill, vedi di vestirti per la cena e levati il rossetto!
T e A: Fameeeeee!!! *corrono in cucina con i G&G*
B: Oh, sono solo? Beh, allora .... Just wait for all the guys ... GET A LOAD OF ME! Aufiedersen! * si spoglia del tutto e saltella via*

 
  
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