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Autore: mvkeobsessed    20/06/2015    1 recensioni
La durata della ricostruzione del villaggio dopo l'attacco di Drago Bludvist e il suo esercito di draghi era stata stimata per un bel po' di mesi. Anni, forse, se il ghiaccio non si fosse sciolto velocemente.
Astrid lasciò cadere il martello sul suo pollice, ignorando il dolore. Come aveva potuto non averlo notato prima? Come aveva potuto essere così stupida da non essersene resa conto prima?
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Valka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena poteva, Astrid si arrampicava sui tetti delle case e, cercando di restare in equilibrio sulle travi, tentava di aggiustarli creando una copertura per la struttura.
Posò il martello e i chiodi, assicurandosi che non potessero cadere, e alzò la testa verso il cielo, chiudendo gli occhi. Il sole splendeva sul suo candido viso e una leggera brezza le fece ondeggiare dolcemente la frangetta avanti e indieto. Era veramente una bella giornata, sempre nei limiti berkiani, e credeva si sarebbe svolta una Corsa Dei Draghi nel pomeriggio.
Abbassò lo sguardo sul villaggio e vide draghi e vichinghi occupati in mansioni simili alla sua nella ricostruzione delle case. A solo pochi metri di distanza, uno spuntone di ghiaccio scintillava al sole regalando ai dintorni bagliori bluastri.

La durata della ricostruzione del villaggio dopo l'attacco di Drago Bludvist e il suo esercito di draghi era stata stimata per un bel po' di  mesi. Anni, forse, se il ghiaccio non si fosse sciolto velocemente. I berkiani aveva perso parecchie case, prima che Hiccup e Sdentato riuscissero a sconfiggere il conquistatore dei draghi. Fortunatamente per loro, dopo trecento anni di combattimenti contro i loro oramai amici squamosi, avevano imparato a costruire velocemente nuove case in modo efficiente. Erano solo un po' arrugginiti, in fondo, erano passati cinque anni da quando quelle guerre erano finite. E poi, per i vichinghi, quella contro Drago, non era stata un vera e propria guerra: per vincere una guerra, ci volevano anni, continuavano a dire.
Ma per Astrid non era così. Se quella non era stata una guerra, non ci dovrebbero essere state così tante vittime. Molti vichinghi furono persi. E, cosa più importante: un capo raramente muoriva se non in battaglia.
Sentì una fitta di sensi di colpa al petto, quando ripensava a Stoik. In certo senso, era stata colpa sua: lei era stata quella che aveva irritato Drago, quando era stata catturata dai suoi seguaci. Lei era stata a dire a Drago che Hiccup era il vero Signore Dei Draghi, che lo avrebbe sconfitto. E guardate a che cosa aveva portato tutto ciò. Se lei non avesse detto tutte quelle cose, Drago non avrebbe preso il controllo di Sdentato, costringendolo ad obbedirgli. Se lei non avesse detto quelle cose, Sdentato non avrebbe sparato quel colpo al plasma, uccidendo Stoik sul colpo. Stoik, che stava cercando di salvare Hiccup.

Era andata da Valka, una volta, anche se Astrid l'aveva conosciuta solo da un paio di giorni. La castana aveva cercato di convincerla che la colpa di tutti gli orribili avvenimenti avvenuti poco tempo prima non fosse sua.
"E' crudele per me dirlo, ma sono già preparata per la morte di Stoik, da ben vent'anni." le aveva svelato Valka "Penso che sia questo il motivo per cui non sono triste come la gente crede che dovrei essere." Astrid ricordava che subito aver finito di pronunciare quelle parole, la cucina fu invasa da una nuvola nera e un cattivo odore di bruciato.
"Oh, cara, non credo che la mia cucina sia una cosa di cui vado particolarmente fiera." Astrid continuò ad osservare la donna intenta a salvare quello che rimaneva della cena che era stata bruciata per la distrazione della castana.          

Era comprensibile il perchè Valka non piangeva come il resto del villaggio e, in qualche modo, le parole che le aveva riservato, le aveva diminuito il senso di colpa se si portava nel cuore.

Astrid sorrise quando vide una bambina spingere una piccola cariola verso un vichingo che, per sua logica, era suo padre. L'uomo stava lavorando alla ristrutturazione di un'altra casa, insieme ad altri pochi abitanti. Anche Hiccup era lì, coordinando tutti e tutto, ma senza togliere la possibilità agli altri di dare la propria opinione.
Sospirando, Astrid tornò a lavorare. Hiccup stava svolgendo molto bene il suo nuovo ruolo di Capo. No, non era Stoik e gestiva le cose in modo diverso, ma i berkiani lo seguivano.
Mentre Astrid era intenta a dare l'ennesima martellata, sentì un trambusto. Guardò di nuovo verso il basso, scoprendo che la bambina che spingeva la cariola era inciampata, rovesciando e prendendo tutto il suo contenuto. La bambina, che aveva circa sette anni, guardava con occhi spalancati, probabilmente spaventata, gli uomini che le si stavano avvicinando per vedere ciò che era accaduto. Alcuni di loro, tra cui il padre, si erano affrettati a risistemare il piccolo guaio creatosi. Hiccup, inviece, si era già rivolto alla bambina, che sembrava sul punto di pingere.
"Ehi, stai bene?" chiese, pensando che si fosse ferita.

Astrid lasciò cadere il martello sul suo pollice, ignorando il dolore. Come aveva potuto non averlo notato prima? Come aveva potuto essere così stupida da non essersene resa conto prima? 
Guardando di nuovo la scena, Astrid si concentrò sul profilo del suo fidanzato, in particolare, sul suo volto.

Hiccup sembrava così stanco, coi cerchi neri intorno agli occhi. Il suo volto era anche un po' scavato e aveva, sicuramente, bisogno di radersi, nonostante fosse molto poco vichinghesco. Camminava un po' curvo, come se avesse il peso del mondo sulle spalle, anche se in realtà era abbastanza vero. Quando non aveva visto Hiccup aiutare a ricostruire il villaggio o aiutare i conpaesani con i loro problemi nelle ultime settimane? Quando aveva visto Hiccup volare per il gusto di farlo, e non solo per trasportare grandi pesi da un luogo ad un altro, troppo pesanti per sé o per gli abitanti del villaggio? Quando aveva visto per l'ultima volta Hiccup cenare nella Grande Sala con gli altri vichinghi, e non svolgere i suoi compiti da capo?  Quando era stata l'ultima volta che Astrid aveva visto Hiccup fare qualcosa per sé stesso?
Non una sola volta da settimane.

Astrid si sentiva immensamente colpevole. Perchè non l'aveva notato? Avrebbe potuto fare qualcosa, invece di essere una persona fra tante ad avere bisogno delle attenzioni di Hiccup sul suo lavoro. Quasi tutti avevano ignorato la cosa, tutto quello che aveva fatto nelle ultime settimane.
Un grido dal basso, riuscì a riportare Astrid alla realtà, strappandola dai suoi pensieri e, non sapendo cosa fare al momento, continuò a inchiodare nei punti giusti.
 
Ma io ti aiuterò Hiccup, te lo prometto. 


"Sei sicuro di non voler mangiare nulla?" chiese Valka al figlio, che si limitò a scuotere la testa. Sapeva che la madre era preoccupata per lui, ma cosa poteva fare? Lui non aveva fame, come nell'ultimo periodo, d'altronde. E il cibo di sua madre non era esattamente gustosissimo, ma lui non glielo voleva dire.
"Forse dovresti andare a letto presto stasera." gli suggerì la donna, ma Hiccup già sapeva che non ci sarebbe riuscito: c'era sempre un problema all'ultimo momento che aveva bisogno della sua supervisione, che lo avrebbe strappato da un buon sonno ristoratore. Era il Capo dopo tutto, e i Capi dovrebbero essere in grado di aiutare la propria gente quando ne hanno bisogno. 
Hiccup sentiva lo sguardo di sua madre su di lui: "Mamma, va tutto bene. Voglio dire, se poteva farlo papà, tenterò anch'io di imitarlo." nella stanza si formò un silenzio pesante, pieno di preoccupazione e stanchezza, ma venne interrotto da un rumore di ali proveniente da un Terribile Terrore che atterrò sul bordo del tavolo, accanto a Hiccup, mostrandogli un messaggio nel quale chiedevano aiuto al Capo al porto.
"Ecco, devo andare." disse Hiccup mentre si alzava, ignorando il dolore alla schiena "Ciao, mamma. Ti voglio bene." detto questo si alzò, dette un bacio in fronte alla madre e uscì.
Uscendo, notò Sdentato sonnecchiare: "Ci vediamo più tardi, Bello"
La Furia Buia gorgheggiò dolcemente, sperando che il suo Cavaliere si rilassasse un po', ma sapeva benissimo come poteva essere testardo quando voleva. E Sdentato temeva che questa era una di quelle volte.
Al porto, scoprì che alcuni pescatori dovevano riparare la loro nave, altrimenti non avrebbero potuto salpare il mattino dopo. Dal momento che queste navi erano nuovi progetti di Hiccup, lui doveva cercare di aiutare gli uomini a seguirli.
Ma né è valsa la pena. ,pensò Hiccup, Il pescato è aumentato di un terzo.

Quattro ore e mezza dopo, la mezzanotte passata da un bel po', il Capo stava tornando verso casa, stiracchiandosi, lasciando cigolare le articolazioni in  modo di renderle meno rigide, e combattendo contro il bisogno del suo corpo di un po' di riposo. Lo avrebbe soddisfatto tra non molto, anche se non per molto.

Quando finalmente era arrivato nella sua stanza, si sedette immediatamente sul suo letto e si levò la protesi. Gli aveva fatto male per tutto il pomeriggio, ma dal momento che il suo aiuto era indispensabile nella ricostruzione del villaggio, non aveva avuto il tempo per prendersi cura della sua gamba.
Lo sguardo che Hiccup dette a quello che restava della sua gamba sinistra gli aveva suggerito che sarebbe stato molto fortunato se l'indomani si sarebbe sentito meglio. Dal suo ginocchio sinistro in sù, era tutto arrossato e sembrava che si fosse anche gonfiato un po'. Hiccup si guardò intorno, trovando un panno sul comodino. Lo mise rapidamente in acqua, nella tinozza che aveva sempre vicino al suo letto, e non appena il tessuto fu inzuppato di acqua fredda, si fasciò la gamba sinistra, sospirando di sollievo quando sentì che l'infiammazzione lentamente passava.
Notò che Sdentato era già addormentato sulla sua lastra di pietra, così Hiccup si sdraiò e chiuse gli occhi, lasciando che le tenebre prendessero il sopravvento.

Non passò molto tempo che Hiccup si svegliò di soprassalto, vedendo ancora le immagini del combattimento contro Bludvist. Il drago Alpha. L'esplosione provocata dal colpo al plasma di Sdentato. Ma l'immagine peggiore che continuava a tormentarlo era quella di suo padre, coperto da pezzi di ghiaccio. Hiccup aveva tentato di liberarlo e, quando finalmente ci riuscì, guardò quegli occhi, ormai chiusi per sempre. Occhi che, anche allora, riuscirono a guardarlo in modo accusatorio, proprio come in passato.
Era sempre lo stesso sogno, ogni notte, facendogli acquisire solo poche ore di sonno. Due o tre massimo. Quattro se era fortunato.
Per fortuna, era riuscito a soffocare le sue urla come da ragazzino, quando aveva gli incubi sui draghi che venivano a prenderlo, mangiarlo vivo, per non far svegliare nessuno. Avevano bisogno di sonno.
Ma anche tu. Una vocina continuava a tormentarlo nella sua mente. Hiccup scosse la testa. Un Capo protegge la sua gente. Se non avrebbero avuto il loro sonno, non avrebbero potuto concentrarsi sui loro compiti, fallendo. E se tutti non sarebbero riusciti a svolgere il proprio compito, il villaggio sarebbe andato in rovina. E Hiccup non avrebbe permesso a ciò di avvenire. Anche se era costretto a sacrificare il suo di riposo.

   
 
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