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Autore: TheDevil    20/06/2015    2 recensioni
Il ruggito di Acnologia ha spazzato via l'Isola Tenrou e i membri di fairy tail sono scomparsi per sette lunghi anni e quando si risvegliano hanno una brutta sorpresa.
Poiché anche se per loro il tempo non è trascorso, per il resto del mondo si e niente potrà tornare indietro
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Come introduzione non è granché lo so, ma non voglio spoilerarvi assolutamente nulla della storia.
Fa parte della serie Offenbach Chronicles, e non potrà essere compresa se non vi leggete tutta la serie.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kana Alberona, Luxus Dreher, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Offenbach's Chronicle'
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Salve a tutti, eccomi con un nuovo Capitolo... Spero vi piaccia perché arrivano grosse novità, e vi chiedo scusa se ci ho messo parecchio tempo, ma tranquilli non vi abbandonerò certo... Beh buona lettura a tutti.

Chiudi fuori il mondo

 I minuti passavano nella gilda di Fairy Tail, e tutti continuavano la solita vita, festeggiando, bevendo e facendo risse, solo poche persone se ne stavano ferme al loro posto, scrutando con occhio febbrile porta che dava al piano superiore dove si erano rintanati a chiacchierare Kana e Jacques, dopo poco seguiti anche da Mira che gli aveva portato da bere ma che non era più scesa.
Proprio in quel momento Jacques stava raccontando il secondo anno dei sette che aveva trascorso con Gerard, Meredy e Ultear, lesinando su qualche dettaglio che preferiva tenere per sé.
-Finora non hai detto nulla di strano Jacque, insomma il fatto che siate stati a letto non significa che dovevate ficcarvi un anello al dito…- disse Kana esplicita come suo solito.
-Beh le cose non sono certo finite qui, puoi immaginartelo da sola- e Jacques ricominciò a raccontare.
 
Era passata una settimana da quando Jacques e Ultear avevano avuto un incontro fin troppo ravvicinato e la situazione a Crime Sorciere era diventata praticamente incandescente: Jacques e Ultear erano passati dall’insultarsi continuamente al non rivolgersi la parola, in compenso però non se ne stavano zitti anzi, avevano semplicemente cambiato obbiettivo, rivolgendo i loro rimbrotti a Gerard visto che l’unica cosa su cui i due parevano essere d’accordo era che la colpa fosse di Gerard, il quale da par suo aveva capito cosa era successo anche se si limitava ad osservare, ma anche lui non era uno da molte parole, e non era minimamente d’aiuto.
Meno male che almeno c’era Meredy che con quella sua capacità di intervenire al momento giusto riusciva a portare in quello sgangherato trio almeno qualche barlume di allegria, e spesso Jacques si era chiesto se in quel frangente Meredy non ci fosse stata, cosa sarebbe accaduto.
Il rifugio che avevano scelto quella notte era uno dei più comodi che avessero avuto da lungo tempo: si trattava di una casa isolata nel profondo bosco, una volta era una delle sedi di Oracion Seis e per questo Jacques si sentiva abbastanza sicuro che non sarebbero stati disturbati da nessuno, inoltre era molto comoda, con grandi letti e stanze per ognuno di loro: aveva perso il conto delle volte in cui aveva dovuto dividere la stanza con tutti, o peggio ancora aveva dovuto dividere il letto con Gerard visto che Ultear si prendeva come compagna di letto Meredy perché era la più piccola, altro che affetto.
Ancora una volta stava pensando a Ultear: quando era solo era più difficile domare il corso dei pensieri, che se ne andavano di nuovo a quella notte, Jacques scosse con forza la testa per liberarsi da quei pensieri e strinse con forza la maniglia della finestra, spalancandola e facendo si che il vento potesse accarezzargli il volto, come se questo avesse potuto distrarlo.
Si mise a letto, sospirando di frustrazione e prendendo a pugni il cuscino, ma tutto inutilmente visto che la notte che avanzava, probabilmente l’avrebbe trascorsa in bianco.
Quello che non sapeva Jacques era che anche un’altra persona si crogiolava in simili pensieri, non riuscendo a prendere sonno, si era alzata e anche lei guardava fuori dalla finestra, pensando a tante cose, al suo passato e a quanto fossero simili lei e Jacques.
E a quanto fosse stata stupida a dire quella frase, in fondo non era c’era nulla di sbagliato in quello che avevano fatto e probabilmente quello, testardo come un mulo, adesso se ne stava a rimuginare e a lasciare che lo scorrere degli avvenimenti andasse avanti.
Beh che male c’era se avesse fatto lei la prima mossa per avvicinarsi a Jacques? In fondo anche le loro schermaglie a modo loro erano divertenti ma quel silenzio era difficile da sopportare, perciò decise di uscire dalla sua stanza e raggiungere Jacques, sicura di trovarlo sveglio: aveva notato che tra i quattro Jacques era quello che dormiva meno, e anche quando lo faceva, era sempre in allarme come se si aspettasse di essere attaccato da un momento all’altro.
Con una candela in mano, Ultear uscì dalla sua stanza e si avvicinò a quella di Jacques, tutta la sua sicurezza pareva svanire mentre si fermava davanti a quella porta di legno nero, si fece coraggio e bussò con tocco leggero.
Come aveva immaginato, Jacques non stava affatto dormendo, anzi quando aprì la porta aveva uno sguardo lucido e attento, anche se si prese quasi un colpo quando vide Ultear con una leggera camicia da notte che poco copriva delle sue forme.
Non che Jacques fosse molto più coperto, da quando aveva sentito bussare aveva fatto in tempo solo ad infilarsi i pantaloni.
Sebbene fosse sorpreso da quella tarda visita Jacques si fece da parte, invitando Ultear ad entrare, e lei eseguì, sedendosi sul letto mentre Jacques prendeva posto in una poltrona.
-A cosa devo questa tarda visita?- chiese Jacques.
-Sai, non riuscivo a prendere sonno, e i pensieri mi colpivano uno dietro l’altro- rispose Ultear –Credo di voler chiarire quello che è successo tra di noi-
-Dovresti sapere cosa è successo tra di noi Ultear, eravamo ubriachi, euforici per una missione appena compiuta, abbiamo parlato del passato e siamo finiti a letto- disse Jacques con un tono di voce indifferente.
-Ma poi la mattina successiva…-
-Si lo so, c’ero anche io- rispose Jacques facendole nascere un sorriso – Personalmente non sono d’accordo ma sono dell’idea che hai tutto il diritto a pensarlo.
-beh non lo penso- rispose Ultear, guardandolo con occhi ardenti, alzandosi dal letto e avvicinandosi a Jacques con fare seducente, gli passò un dito sul petto, provocando un brivido al ragazzo.
-Attenta, non accetterò un’altra fuga come quella di una settimana fa…- la prese in giro Jacques con un sorriso.
-Non fuggirò più…
 
Da quel giorno Jacques e Ultear fecero vita di coppia, anche se continuavano a nascondere la loro relazione a Gerard e a Meredy, forse solo perché erano entrambi riservati e preferivano tenere per loro questo inaspettato sviluppo, anche se a onor del vero, qualcosa Gerard l’aveva capito dal cambio di atteggiamento di entrambi i compagni che a un’occhiata disattenta parevano litigare come prima ma ad occhio esperto, si vedeva come quegli insulti sembravano più delle prese in giro tra amici.
Così il clima all’interno di Crime Sorciere si distese e passarono i mesi, mentre si sterminavano gilde oscure una dopo l’altra Jacques e Ultear continuavano ad incontrarsi di notte, quando possibile.
Nel febbraio dell’anno X787, Jacques e Gerard stavano fermi ad osservare un cupo edificio di marmo, isolato dal resto delle costruzione e con un’aria poco raccomandabile, dopo giorni e giorni di appostamento erano finalmente riusciti a trovare una delle gilde oscure sottoposta all’ultimo vertice dell’alleanza Balam.
La speranza era che oltre allo sterminio potessero anche ottenere qualche informazione su Tartaros.
-Allora cosa avete scoperto?- chiese Ultear una volta che i due esploratori tornarono al rifugio.
-Ci sono trenta maghi di cui cinque di Classe S, e il Master ma non dovrebbero rappresentare un grosso problema per me e Jacques- spiegò Gerard.
-Non possiamo infiltrarci di nascosto, c’è un mago che usa le sue capacità per una barriera sensoriale che si estende a trenta metri dalla gilda, nessun punto debole, l’unica opzione è un attacco diretto.
Ultear assentì alle parole di Jacques, d’altronde non era preoccupata, avevano combattuto nelle stesse condizioni molte volte, eppure sentiva una strana agitazione.
La ignorò ed era accanto ai suoi tre compagni quando Jacques sfondò il portone della gilda e cominciava la battaglia con Jacques e Gerard in prima fila che combattevano come indemoniati tutti i maghi della gilda oscura…
Anche Meredy stava facendo del suo meglio con la magia sensoriale, attraverso il quale lanciava spade che colpivano i sensi dei suoi nemici provocando dolore ma non ferendo il corpo.
Ultear come al solito restava indietro, cercando di limitare i danni che gli avversari potevano causare ai suoi compagni, quando uno dei maghi che stava nelle retrovie scagliò un incantesimo in direzione di Meredy, Ultear entrò in azione e con il suo “Flash Forward” dissolse l’incantesimo, poi però tutto divenne nero, e sentì qualcuno urlare il suo nome.

Quando si risvegliò doveva essere molto lontana dal punto in cui era svenuta, si guardò intorno, era distesa a letto in una casa che non aveva mai visto e la testa gli girava in una maniera indescrivibile, aprì gli occhi solo per vedere Jacques seduto accanto al suo letto che tirò un grosso sospiro di sollievo una volta accortosi che gli occhi di Ultear si erano aperti.
-Dove sono?- chiese la maga con voce strascicata.
-Siamo a casa di una guaritrice, sei svenuta nel mezzo della battaglia che tra l’altro io, Gerard e Meredy abbiamo combattuto da soli, non c’era bisogno della tua presenza, perciò dimmi come cavolo ti è venuto in mente?- chiese Jacques che dalla faccia sembrava essere furioso.
-Come mi è venuto in mente cosa?- chiese Ultear che ci stava capendo sempre meno, ma la risposta fu inghiottita da un colpo di scopa che cadde preciso sulla testa di Jacques, colpito da una signora anziana dai capelli rosa.
-Brutto idiota, disturba ancora la mia paziente e ti ammazzo sul serio- gli sbraitò contro l’anziana.
-Sei impazzita vecchia?- rispose Jacques massaggiandosi il colpo ricevuto ma Polyuscha lo ignorò rivolgendosi alla ragazza distesa sul letto.
-Ciao cara, io sono Polyuscha e sono una guaritrice, mentre dormivo ti ho fatto alcuni test, puoi dirmi cosa ti ricordi?- chiese gentilmente, sorprendendo Jacques che non l’aveva mai udita parlare con un tono tanto materno.
-Stavamo combattendo e ho visto un incantesimo andare verso una mia compagna e l’ho dissolto, poi ha cominciato a girarmi la testa e ho visto tutto nero… Ma cosa mi è successo? Non mi era mai capitato di non poter utilizzare i miei poteri.
-Tesoro, è un avvenimento naturale che la magia non possa essere usata per un certo periodo di tempo…
Non riusciva ancora a capire cosa stava accadendo, ma pareva che almeno non fosse malata anche se non le era mai capitato che la sua magia si rifiutasse di rispondere ai comandi, perciò chiese semplicemente alla guaritrice :-Per quanto tempo non potrò utilizzare la magia?-
Jacques e Polyuscha si scambiarono uno sguardo prima di rivolgere di nuovo l’attenzione ad Ultear, ma invece della donna fu Jacques stesso a rispondere –Più o meno nove mesi-.

    

Allora sorpresi? Credo proprio di si, ma sono cose che capitano... La domanda è come la prenderanno i protagonisti?
beh domande che troveranno risposta nel prossimo capitolo... A presto Ciaoooooo...

  
 
 
   
 
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