Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Necro    22/02/2005    4 recensioni
Bhè in questa ff ho cercato di creare un Harry che non subisce più le scelte di Silente e che si rende padrone della sua vita!
Genere: Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

                Ancora privet drive

 

Quanto tempo poteva essere passato? Minuti, ore, giorni, Harry non lo sapeva, ne sembrava interessato a saperlo. Nulla gli importava più, svolgeva una vita all’apparenza senza preoccupazioni, non si preoccupava che nel mondo della magia ci fosse un mago il cui desiderio maggiore era quello di ucciderlo, Harry Potter infatti era un mago, e aveva passato gli ultimi cinque anni studiando a Hogwarts, i cinque anni più felici della sua vita, anche se gli ultimi giorni dell’anno appena trascorso sembravano avergli tolto ogni voglia di vivere o di sorridere o di fare altro, la morte del suo padrino Sirius Black aveva sconvolto totalmente la vita di Harry. Da quando era tornato a casa aveva trascorso quasi tutto il tempo in camera sua sdraiato sul letto o a leggere pesanti volumi di incantesimi. I Dursley erano alquanto stupiti del comportamento del nipote, ma per loro più stava fuori dai piedi meglio era,  quindi non facevano domande, anzi ignoravano completamente Harry, cosa di cui lui era loro grato, erché non se la sentiva di parlare.

Harry negli ultimi mesi era cresciuto molto fisicamente, si era molto irrobustito, si era alzato di un paio di centimetri, anche se il suo volto rimaneva più o meno lo stesso, gli stessi capelli neri sempre arruffati, lo stesso naso e gli stessi occhi, di uno splendente verde, anche se adesso sembravano aver perso tutta la gioia che fino a poco tempo prima esprimevano, e in questo momento risultavano sfuocati, perché Harry era ormai da ore intento a leggere un grosso volume di controincantesimi, anche se a un certo momento si era interrotto a pensare e quindi erano più di quindici minuti che rileggeva la stessa riga senza però capire quello che c’era scritto. Harry aveva passato quasi tutta l’estate ad esercitarsi in ogni tipo di incantesimo controincantesimo o maledizione che sia, c’era un motivo dietro tutto questo “studio” dalla magia, infatti Harry più di una volta si era ritrovato a sognare la notte trascorsa il mese prima al Ministero durante la quale lui, che secondo la profezia dovrebbe essere l’unico in grado di sconfiggere Voldemort in maniera definitiva, più di una volta si era ritrovato terrorizzato senza idee e soprattutto senza sapere cosa fare per fronteggiare i nemici, così subito dopo il suo ritorno a Privet Drive aveva spedito Edvige al Ghirigoro (la biblioteca di Diagon Alley) con un grosso ordine di libri da farsi recapitare il più presto possibile, e da quando i libri erano arrivati Harry si era chiuso in camera sua uscendo solo per pasti e per andare in bagno, non vedeva il bisogno di uscire per quel quartiere dove tutti lo consideravano una specie di svitato criminale.

Anche quel giorno proprio come per tutti i precedenti era steso a leggere pensando che sarebbe stata una giornata come le altre ma si sbagliava, era intento a leggere come bloccare la maledizione Warmer quando sentì bussare alla porta, il primo pensiero era che fosse la zia che era andato a chiamarlo per il pasto, così che si limitò a dire “Arrivo tra un secondo cominciate pure a mangiare”, ma quando sentì bussare per la seconda volta si alzò di malavoglia e si diresse controvoglia, appena aprì la porta ebbe la breve visione di folti capelli castani prima che venisse abbracciato da quella che dopo un attimo di stupore riconobbe come Hermione, inizialmente il moro rimase scioccato, quella ragazza era stata una delle persone a cui più aveva pensato in quel lungo mese, gli avvenimenti di giugno gli avevano fatto capire tra le tante cose quanto davvero volesse bene a quella ragazza, il momento in cui se l’era trovata tra le braccia priva di sensi aveva sentito il cuore lacerarsi per il dolore forse quasi come quando aveva visto Sirius oltrepassare il velo, ma ora cosa ci faceva lì?

«Tu cosa ci fai qui? » chiese il ragazzo in modo anche qui freddo di quello che desiderava,

«Sono venuta qui con i miei -rispose lei- a quanto pare mio padre e tuo zio sono vecchi compagni di scuola, sai anche lui andava a Snobkin, sai quasi non ci credevo quando mio padre me lo ha detto» aveva spiegato senza di prendere mai fiato, Harry dal canto suo era alquanto stupito, gli sembrava quasi uno scherzo, finchè dopo qualche momento di silenzio fu la ragazza tentare di rompere quel ghiaccio: «Vedo che ti sei dato alla lettura, hai passato l’estate a studiare? » disse guardando tutti i libri sparsi per la camera, «In effetti mi sono gettato nello studio, ma non credo di poter raggiungere mai i tuoi livelli” ironizzò il ragazzo sperando che la ragazza evitasse di chiedere il perché di tanto studio. Il silenzio ripiombò nella stanza, finchè Harry non chiese a Hermione se volesse uscire a fare un giro, notando che la mora sembrava non disprezzare l’idea aprì la porta della camera per permettere alla ragazza di uscire, e quando questa si girò per uscire Harry vide un pacco avvolto in carta da regalo nella tasca posteriore dei suoi pantaloni: «Cos’è quel pacchetto?» chiese allora curioso il moro, Hermione diventò di colpo scarlatto, e prima di rispondere trasse un lungo respiro poi facendo appello a tutta la sua forza di volontà disse: «Questo è il tuo regalo di compleanno Harry ».

In quel momento Harry si accorse di quanto tempo fosse realmente  trascorso, non si era ricordato che fosse il suo compleanno aveva totalmente perso il conto dei giorni, comunque visto che Hermione gli stava porgendo il pacchetto,si decise a prenderlo dalle sue mani, quando lo aprì vite che era un ciondolo, a forma di cuore di quello che Harry riconobbe come argento, un Hermione quanto mai scarlatta lo invitò a osservare meglio il cuore, il moro notò che si poteva aprire, in una parte c’era la sua foto nell’altra un piccolo specchio, Harry guardò la ragazza interrogativa in cerca di spiegazioni : «Ricordi le monete che usavamo l’anno scorso per le riunioni dell’ES? – e senza neanche attendere la risposta continuò- Bhè ho usato lo stesso incantesimo per far si che quando tu guardi all’interno dello specchietto e pronunci il mio nome il mio ciondolo –ed estrasse anche lei un ciondolo identico a quello di Harry- tu compaia automaticamente nel mio ciondolo e viceversa in modo da poter comunicare quando vogliamo è molto più veloce e sicuro dei gufi, c’è un solo inconveniente, quando cerco di contattarti il ciondolo si riscalda un po’ troppo!», il ragazzo era a dir poco stupito, e fissava il ciondolo allibito,  «Hermione sei un genio» fu l’unica che riuscii a dire, prima di ricominciare a fissare il ciondolo.

«Allora usciamo a prendere una boccata d’aria si o no? » chiese allora la ragazza, Harry che era totalmente concentrato sul ciondolo parve ridestarsi, così uscirono, e cominciarono a parlare e a camminare, parlarono x così tanto tempo che quando rifecero caso a si trovavano Harry notò che erano andati davvero molto lontani da Privet Drive, si trovavano in quello che si poteva definire la zona industriale della città che siccome quel giorno era Domenica risultava deserta, allorché Harry disse: «Forse è meglio avvicinarsi a casa» e si girò dato che non vedeva più la ragazza dietro di lui, pensò si fosse fermata a guardare qualcosa, ma quando si girò rimase di sasso, tre alte figure incappucciate, «Voi?!?» riuscì solo a dire Harry e poi guardò lo sguardo di terrore comparso sulla faccia di Hermione, «Lasciatela!» disse una voce roca poco dietro Harry il quale girandosi vide Remus Lupin, che guardava preoccupato i tre mangiamorte che tenevano in ostaggio Hermione. Harry non potè fare a meno di notare che Lupin era davvero invecchiato tanto nel giro di un mese, l’ultima volta che lo aveva visto aveva si molti capelli bianchi e un aria sempre stanca ma adesso sembrava davvero uno che non mangiava un pasto decente da giorni, «Cosa ci fai tu qui?» chiese Harry alquanto sgarbato anche se già immaginava la risposta, e questo lo faceva alquanto infuriare, «Ti stavo seguendo per ordine di Silente», Harry preferì non esprimere quello che avrebbe voluto in quella situazione.  I mangiamorte che fino ad allora erano rimasti immobili, scoppiarono a ridere, «Pofelo piccolo Potter, seguito senza che lui ne abbia la minima idea, e ciò nonostante si caccia lo stesso nei guai» disse quello che stava tenendo immobile Hermione, che Harry non tardò nel riconoscere come Bellatrix Lestrange, la donna che aveva ucciso Sirius, «Harry stai fermo non muoverti ci penso io» gli intimò Lupin, «E così tu pensi di poter sconfiggere in duello tre tra i migliore mangiamorte a disposizione dell’Oscuro Signore?» disse un mangiamorte corpulento rivolto a Lupin, il quale senza dare risposta alcuna estrasse la bacchetta e scagliò contro quest’ultimo uno schiantesimo, che lo colpì in pieno petto e lo fece cadere al suolo, allora la Lestrange lasciò Hermione al terzo mangiamorte e cominciò a duellare contro Lupin, il duello era combattutissimo, un solo errore sarebbe potuto risultare decisivo per l’esito finale, Lupin lanciò ancora uno schiantesimo contro la donna la quale creò una barriera che deviò la traiettoria del getto di luce rossa facendolo andare contro l’altro mangiamorte il quale si accasciò a sua volta al suolo, Lupin che aveva notato quella scena stava dicendo: «Hermione fug….» ma le parole le morirono in gola perché la sua avversaria lo aveva colpito con un incantesimo strano che gli aveva fatto perdere i sensi, allorché si girò verso Hermione puntandogli contro la bacchetta dalla quale uscirono tante sottili funi che avvolsero la ragazza così stretta da non rendere impossibile qualsiasi movimento, poi si voltò verso Harry e gli risolse un sorriso inquietante, «Paura eh?» chiese lei beffarda «Adesso non c’è qui nessuno pronto a salvarti la pelle o sbaglio? Come farai a salvarti la pelle anche questa volta?» chiese con il volto che rifletteva una gioia perversa nel vedere Harry messo alle strette, «Chi ti ha detto che abbia bisogno di qualcuno che mi salvi la pelle?» chiese Harry, sembrando molto più intrepido di quanto fosse in realtà, però Harry dovette ammettere a se stesso di non avere paura, o meglio non tanta, sapeva che se lui avesse sbagliato per lui ed Hermione sarebbe stata la fine, però sapeva anche che non aveva altra scelta se non quella di cercare di prendere tempo in modo di dare tempo a qualcuno di arrivare, ma voleva veramente che qualcuno lo aiutasse? In quel momento Harry sorse questo dubbio, voleva essere aiutato o voleva duellare da solo contro la donna che aveva ucciso Sirius in modo da poterlo finalmente vendicare? Neanche lui lo sapeva, comunque in quel momento non gli restava altra scelta se non quella di fronteggiare Bellatrix.

«Sei cresciuto Potter, a quanto pare questa volta non duellerò contro un moccioso che si nasconde dietro una statua ma contro un moccioso che si crede un uomo!» disse la donna e senza attendere la risposta di Harry estrasse e bacchetta e: «Crucio», la maledizione colpì Harry il quale però non prese ad urlare, rimase impassibile, anzi riuscì a trovare la forza di sorridere sarcastico all’indirizzo della mangiamorte, la quale rimase davvero stupita, Harry poi non senza qualche sforzo estrasse la bacchetta, «Expelliarmus» e la bacchetta di Bellatrix volò in aria, ma lei si tuffò per riprenderla e eseguì un movimento di frusta identico a quello che Dolohov aveva usato a giugno contro Hermione ma Harry la evitò, «A quanto pare hai imparato a giocare duro Potter, ma quanto pensi di resistere?» lo sbeffeggiò la mangiamorte, «Tu pensa a te non pensare a me» ribatté il ragazzo, ma non fece in tempo a finire di parlare che la donna rialzò la bacchetta e: «Crucio» ma Harry che si aspettava una mossa del genere rispose subito all’attacco «Protego» il sortilegio scudo era riuscito così bene che la maledizione invece di essere fermata fu respinta contro colei che l’aveva generata, la quale cominciò ad urlare per il dolore e a contorcersi, Harry allora puntò la sua bacchetta contro Hermione la quale era rimasta immobile per tutto il duello,  anche se Harry non sapeva se per lo spavento o se perché era legata come un salame, gli puntò contro la bacchetta e la liberò, lei si rialzò e corse ad abbracciarlo, nel frattempo la Lestrange non si contorceva più, a quanto pare la maledizione doveva essersi interrotta, e la donna guardava con odio i due ragazzi che si abbracciavano, apparentemente senza la possibilità di muoversi, «Devo aspettare molto prima che tu mi finisca? Dovete continuare a tubare come due piccioncini ancora a lungo?» chiese allora capendo che non aveva più possibilità di fuga, Harry la guardò, probabilmente i suoi occhi non avevano mai espresso più odio, Bellatrix che inizialmente lo fronteggiò a testa alta guardandolo diritto negli occhi dopo un momento dovette distogliere lo sguardo, Harry stava pensando, aveva la possibilità di vendicare la morte di Sirius, aveva la possibilità di uccidere Bellatrix Lestrange, ma uccidere quella donna gli avrebbe fatto riavere Sirius? No, Sirius non sarebbe più tornato, quindi che scopo aveva ucciderla? Harry gli puntò contro la bacchetta: «La morte sarebbe una grazia per te, tu non la meriti, ora vattene, ti lascio libera, non è così che otterrò la vendetta che voglio, vattene, scompari dalla mia vista se ci tieni alla vita, e porta questo messaggio al tuo padrone, digli che la sua vita sta per giungere al termine, e ora vattene.» disse il ragazzo,  «Ma Harry… sei sicuro di quello che fai?» chiese Hermione ma prima che riuscisse a finire questa frase la Lestrange si era smaterializzata. «Ma perché la lasciata fuggire?» chiese allora la ragazza, «La morte per lei sarebbe stata una liberazione, invece adesso lei soffre perché sa di dovermi la vita, e non è una bella sensazione, questa sensazione per lei è molto peggio della morte» spiegò il moro, Harry si guardò intorno, vide Lupin che si stava rialzando e gli andò incontro per aiutarlo, «Professore si sente bene?» chiese, «Potrei stare meglio Harry, potrei stare decisamente meglio, ma cosa è successo? Dov’è Bellatrix?» chiese Lupin alquanto confuso, Harry stava soppesando la risposta, quando accanto a lui si materializzarono con due sonori crac Silente e Bill Weasley, entrambi guardarono i mangiamorte stesi a terra privi di sensi, «Complimenti Remus, anche se credo che ti abbiano creato un po’ di problemi vedo sei riuscito a fermare due mangiamorte» disse Silente complimentandosi con Lupin, «O non Albus ti sbagli, vedi prima cosa i mangiamorte erano tre, secondo non sono stato io a stenderli ma Harry» confessò Lupin «Harry?» chiese Silente guardando stupito in direzione di Harry, quello sguardo fece alquanto infuriare Harry, Silente lo guardava come se fosse impossibile che lui fosse stato in grado di stendere dei mangiamorte, anche se sapevano bene che Harry se l’era cavata in situazioni ben peggiori, «Già proprio io professor Silente, le sembra una cosa tanto improbabile che io sia in grado di duellare contro Bellatrix Lestrange e sconfiggerla?» disse Harry in maniera molto sgarbata, tanto che Hermione lo guardò stupito, in un certo senso capiva Harry ma questo non giustificava questo suo comportamento, «Harry nessuno a insinuato questo, sappiamo che sai cavartela da solo» disse pacato Silente anche se non poco stupito dalla reazione di Harry, «Già lo sapete così bene che avete ben pensato di piazzare delle persone che mi seguano giorno e notte per tenermi fuori dai guai e dalla portata dei mangiamorte, guardie che poi nel momento in cui ne ho bisogno o sono a comprare calderoni rubati oppure vengono battuti e quindi tocca a me cercare di salvarmi la pelle, avete tanta di quella fiducia in me che le cose più importanti che mi riguardano le sanno tutti i maghi della terra ma non io! Vi sembra che questo esprima la vostra fiducia?» quasi urlò Harry. Silente guardava Harry spaventato, in quel momento capiva quanto veramente avesse sbagliato nei confronti di quel ragazzo, aveva sempre gestito lui la sua vita, aveva cercato di farlo vivere felice, ma poi aveva tralasciato delle cose fondamentali che nel momento in cui avrebbe conosciuto il significato non avrebbe potuto fare altro che odiarlo, e lui avrebbe potuto biasimarlo? No, non avrebbe mai potuto, perché in quel momento aveva capito cosa provava Harry. «Ma se Remus ha detto che i mangiamorte erano tre e qui ce ne sono solo due che fine ha fatto il terzo?» chiese Bill nel tentativo di cambiare discorso, «La terza, era Bellatrix Lestrange, l’ho lasciata fuggire» disse Harry come se fosse la cosa più logica del mondo, disse Harry, che aveva Hermione ancora stretta forte al petto che singhiozzava,  e ogni tanto si lasciava sfuggire frasi del tipo «…Temevo fosse la fine… temevo di perderti…» e ogni volta che singhiozzava una frase del genere si stringeva ancora più forte ad Harry, il quale le accarezzava i capelli per calmarla e gli sussurrava delle frasi di conforto, nel frattempo Silente, Bill e Lupin avevano legato i mangiamorte e aveva e stavano per portarli via, ma prima di andarsene Silente si avvicinò a Harry e Hermione: «Harry vorrei che tu ti trasferissi a Grimmauld Place, lì saresti più al sicuro» disse il canuto preside rivolto a Harry, il quale non tardò a dargli risposta «Direi proprio che io non ne vedo la necessità, qui sono al sicuro, anzi credo che possa anche togliere la scorta, prima che cominci ad irritarmi e trattare male quelle brave persone che per ordine suo nascoste sotto un mantello dell’invisibilità mi seguono» rispose gelido Harry, «Perché ti comporti così Harry? Mi sembra che fino ad ora noi tutti abbiamo agito nel tuo bene» cercò di farsi spiegare Silente, «Probabilmente l’unico errore che avete commesso è stato quello di continuare a considerarmi un moccioso, e senza mai essere sinceri sul mio passato e sulle cose che mi riguardano, credo che presi dalla voglia di farmi del bene mi abbiate fatto del male, quindi quando sarete disposti a calcolarmi come un mago qualsiasi e non come Harry Potter un bambino da proteggere» rispose sempre acido Harry, «Va bene Harry, non condivido la tua scelta ma la rispetto, comunque voglio che tu ogni qual volta abbia bisogno di parlare con me di qualcosa lo faccia» disse, e poi fissò Harry diritto negli occhi, il quale ricordandosi che Piton aveva detto che il contatto visivo era fondamentale per la Legilmanzia e sapendo che Silente era un buon Legilments, si sforzò per chiudere la propria mente con l’Occlumanzia nel caso il Preside cercasse di intrufolarsi nella sua mente, il quale dopo un momento salutò lui e Hermione e si allontanò con Bill, Lupin e i due mangiamorte.

Harry finalmente dopo tanto tempo che si era tenuto dentro quei sentimenti era riuscito ad esprimerli, forse aveva esagerato, ma era del tutto stufo del fatto che tutti sapessero sul suo conto più di quante ne sapesse lui, non sapeva da quanto tempo erano lì fermi, abbracciati, ma dopò un po’ Harry disse che era meglio tornare a casa altrimenti il padre di Hermione si sarebbe potuto arrabbiare, infatti quando arrivarono a casa il signor Granger fece una ramanzina alla figlia sull’importanza della puntualità nella vita, e poi dopo aver saluto i Dursley e Harry salirono in macchina e si allontanarono.

Harry tornò in camera, si buttò sul letto a riflettere, Hermione, quanto le piaceva, era stata lei a dargli la forza di battere Bellatrix Lestrange quel giorno, Harry ormai non riusciva a immaginarsi la sua vita senza Hermione, solo a pensarle gli si scaldava il cuore, e infatti sentì qualcosa di caldo all’altezza del cuore, era il ciondolo regalatogli da Hermione poche ore prima, lo aprì e vide il suo viso sorridente guardarlo, e prima ancora che Harry potesse dire niente lei cominciò a parlare: «Harry grazie per oggi, ti devo la vita, hai dimostrato grande coraggio, se non ci fossi stato tu io a quest’ora sarei morta…» disse la ragazza «Grazie Hermione, mi fa grande piacere quello che hai detto, comunque non è solo merito mio, sei stata tu che mi hai dato la forza di batterla» ammise Harry, a queste parole Hermione arrossì vistosamente, «Allora… grazie ancora e buona notte… ti voglio bene…» con queste parole chiuse la loro conversazione, Harry rimase li ancora per molto tempo a stringere forte il ciondolo finché non cedette anche lui alle lusinghe di Morfeo.

 

 Continua....

**********************************************************************************************************

Ragazzi invoco la vostra clemenza, è la prima FF che scrivo, e la ho scritta perchè se mi fossi trovato al posto di Harry in molti casi mi avrebbe dato fastidio il comportamento di Silente, invece nei libri Harry subisce senza ribellarsi e questo non mi piace. Spero che recensirete in molti, così almeno mi dato uno stimolo per continuare!!!

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Necro