Una seconda possibilità
Isabella.
All’improvviso
sembrò che tutto il dolore che mi aveva tormentata per gli ultimi anni fosse
cessato così come un battito di ali. L’istante prima non riuscivo a ricordare
come trovare i polmoni per respirare e ora mi sentivo come una giovincella in
pieno delle forze.
Non riuscivo
a capire perché non vedevo i miei figli. Mi trovavo in un posto luminoso e cercai
di capire cosa mi ricordavo e stranamente ci riuscivo.
L’ultimo
ricordo era che una delle mie mani ricoperta da tubicini per delle flebo era
bagnata dalle lacrime di Marie e il piccolo Charlie , anche se piccolo non lo
era più ma un tenero adolescente che
cercava di consolare la sua mamma…
Quindi se
riuscivo a ricordare, se il dolore era sparito l’inevitabile era arrivato? Non
poteva essere, non volevo lasciarli soli, ma se era successo quello che pensavo
forse lo avrei rivisto…
Edward
provai a chiamare, ma non mi rispose ero ancora sola in quel luogo luminoso….
Forse mi
avrebbe accolto Charlie, mio marito. Forse Edward era arrabbiato perché mi
avevo rifatto una vita, ma anche quest’opzione mi sembrava inconcludente.
Ero immersa
in questi pensieri, in queste domande che non mi accorsi che accanto a me si
era materializzato qualcuno, ma non era Edward e nemmeno Charlie.
Lei era più
splendida di come l’avevo vista l’ultima volta, ma del resto stava morendo
quando la vidi per l’ultima volta. Ero con il dottor Cullen quando disse le sue
ultime parole.
“Salvalo, fa tutto
quello che è possibile per salvare la vita del mio Edward! Ti prego fai anche
quello che per gli altri è impossibile!” le ultime parole le aveva dette con un filo di voce
che mi stupisco che ora riesco a ricordarle.
All’epoca
quella richiesta mi sembrò la supplica che qualsiasi madre avrebbe fatto
sapendo che il figlio era anche lui in punto di morte, ma il dottor Cullen era
umano e non avrebbe potuto soddisfare l’ultima richiesta di Elisabeth Masen,
colei che sarebbe potuta diventare mia suocera se l’influenza spagnola non mi
avrebbe portato via suo figlio.
“Buongiorno cara e ben arrivata, non è come
pensa!” mi rispose ad un pensiero inespresso.
Non riuscivo
a capire cosa stava succedendo, ma se vedevo la signora Masen che era stata
vittima della spagnola molti anni prima era che l’unica cosa certa era la mia
dipartita ma perché non mi aveva accolta sua figlio? Perché lei mi leggeva nel
pensiero?
“Edward, non è qui! Lui è
sopravvissuto…”
“Aspetti, lei ha appena detto che suo
figlio è sopravvissuto alla spagnola?”
“Signorina Isabella, sento le sue
domande e vorrei risponderle a tutte ma ad alcune non posso farlo ma la
pregherei di non interrompermi”
“Mi dispiace”
“Tranquilla, non sono arrabbiata con
lei. Edward per sopravvivere è dovuto cambiare che qui non è visto di buon
occhio, ma tutto ciò lo ha reso una persona più nobile e dall’animo più
candido. Da qui posso vedere come procede l’esistenza del mio piccolo ed è
diventato una creatura della notte per vincere il male, ma nel corso della sua
esistenza ha sofferto molto per vincere la sua parte oscura. Lui è sempre stato
una persona pronta a sacrificarsi per il bene, lui voleva partire per il fronte
per salvare il destino della sua nazione e anche dopo la trasformazione ha
sacrificato la sua felicità per salvare la sua anima. Sono qui per proporle
qualcosa e so che lei può salvare mio figlio e ciò lo pensai anche quando la
incontrai per la prima volta.”
Mentre
Elisabeth mi stava raccontando quello che era successo ad Edward diventavo
sempre più confusa. Quindi Edward per sopravvivere era dovuto cambiare e ora
era una creatura della notte, ma questo cosa significava? Che era un vampiro,
uno zombie, ma suvvia tutto ciò era impossibile!
“Isabella, il mondo non è come
crede!”
Non era possibile
che esistessero le creature leggendarie, ma se ero in quel luogo mi stavo
sbagliando. Perché Edward non era venuto a trovarmi mentre ero ancora in vita?
Solo per timore di uccidermi? Io lo avrei accettato e lui avrebbe potuto darmi
la possibilità, avrei fatto di tutto pur di stargli accanto.
“Lo sapevo che lei avrebbe fatto di
tutto per quel testardo di mio figlio. Lui è venuto a trovarti un paio di
volte, ma avvicinarti era troppo difficile e avrebbe fatto qualsiasi cosa per
non ucciderti. Mi è data la possibilità di darvi una seconda possibilità. Lei è
d’accordo?”
Quando la
signora Masen disse quelle parole ebbi la conferma a quelle strane sensazioni
che avevo avuto qualche volta quando andavo sulla sua falsa tomba, o quando
rincasai da quel teatro tutta sola e con il timore d’essere inseguita e
osservata o ancora il giorno del matrimonio sentivo la sua presenza, ma perché non
mi aveva fermata? Io lo avrei seguito ovunque, io sarei diventata come lui ma
era tipico di Edward a rinunciare a qualcuno per salvarlo. Ora ero sicura che
non mi sarei lasciata sfuggire la seconda possibilità che ci era stata offerta.
“Si, ma in cosa consiste la seconda
possibilità?”
“Tu avrai la possibilità di rinascere
umana e avrai la possibilità d’incontralo.”
“Se lui ancora una volta dovesse
decidere al mio posto? Se fosse tentato di uccidermi? Come lo farò
riconoscere?”
“Ognuno è artefice del proprio
destino, ma ora Edward nonostante essendo immutabile è maturato e quindi è più
cosciente delle sue abilità”
“Vale la pena di provarci e questa
volta non mi fuggirà! Dove devo andare per ritornare da lui?” dissi incamminandomi.
“Aspetta!”
L’unica cosa che ricordai fu una puntura di spillo.
Spazio personale: Salve, sono ritornata se c'è qualcosa che non funziona potete dirmelo. In questo capitolo mi sono ispirata ad un film che ho visto, ma non ricordo il nome. Avrebbe dovuto esserci anche un nuovo punto di vista, ma non lo ho inserito perchè preferisco approfondire il personaggio e poi sarebbe più utile a collegare con quello del protagonista. Nel prossimo capitolo non ci sarà solo Edward a parlare, ma anche un'altra persona, indovinate chi è?