13 settembre 1987
13 settembre 1987 ospedale di Forks.
Charlie
Nonna Isabella era morta da un paio di anni e
mi mancava ancora tantissimo, ora che stavo per diventare padre avrei voluto
che lei fosse qui con me.
Ricordo come fosse ieri quando mi raccontava le
storie per farmi addormentare e obbligatoriamente dopo le preghiere serali. La
mia infanzia era stata da sogno e speravo che lo fosse anche per la piccola in
arrivo.
Quando conobbi René la mia amata nonna le
avevano appena diagnosticato il morbo di Alzheimer, e i suoi primi ricordi
stavano iniziando sparire ma conoscere la mia fidanzatina l’aveva resa meno
depressa per la diagnosi.
Anche prima di ammalarsi mi ricordava sempre
l’importanza di lottare per il proprio amore.
“Ricordati piccolo di tenerti stretta la tua
anima gemella.”
Nonna continuava chiamarmi piccolo sebbene
fossi da poco entrato alla scuola di polizia. Ricordo tutt’ora quanto era
agitata quando scoprì quale sarebbe stata la mia professione, ma la rassicurai
che sarei stato prudente.
Io e René avevamo deciso che alla nostra
piccola l’avremmo chiamata come mia nonna. Grazie a mia moglie ero riuscito a
non crollare durante l’aggravarsi di quella malattia.
Fu René ad accogliermi in lacrime quando mia
nonna iniziò a non riconoscermi, a considerarmi un estraneo e quindi per me mia
moglie era un porto sicuro.
René amava mia nonna, agli inizi della nostra
relazione per mia moglie era un rifugio perché i suoi genitori non mi vedevano
di buon occhio, mia suocera continuava a dirle “ lascialo perdere, lui diventerà un poliziotto e userà le armi! Potrebbe
essere pericoloso!”
Provai più volte a spiegare alla mia futura
suocera che non avrei mai fatto del male alla sua adorata figlia, ma alla fine
riuscimmo a sposarci.
Quando mia moglie mi annunciò che presto
saremmo diventati genitori ero al settimo cielo e riempi di attenzioni la mia
donna e da quando era in preda alle voglie ero anche diventato un bravo cuoco,
la ricoprivo di attenzioni.
Il parto era previsto per metà settembre, ma la
piccola aveva fretta di nascere e René mi svegliò in piena notte del 12
settembre 1987 ed era in preda alle doglie.
Quella notte cercai di assumere il tipico
autocontrollo da bravo poliziotto qual ero, ma il timore che qualcosa andasse
storto era dietro l’angolo. Mi sentivo come quando ero a caccia di un criminale
e che il pericolo fosse sempre in agguato, ma rimasi sempre al fianco della mia
amata finché non arrivò Isabella Marie Swan.
La luce dei mie occhi, mia figlia nacque
all’alba e l’avrei protetta, curata, amata, cresciuta. Non credevo che potevo
essere l’artefice della perfezione, ma la mia piccola principessa era già
determinata a conoscere il mondo a poche ore di vita.
Pov. Edward.
Erano trascorsi esattamente tre anni da quando
la mia unica ragione di vita aveva intrapreso il suo ultimo viaggio. Da quel
giorno non ero più la stessa persona e avevo provato più volte a suicidarmi, ma
con scarso esito perciò mi sentivo un fallito.
In fondo chiunque non sarebbe riuscito a farsi
fuori con una sorella veggente che prevedeva tutte le mosse. Era a causa di
Alice che non ero ancora corso dai Volturi. La mia dolce sorellina aveva visto
che la mia amata Isabella sarebbe rinata il 13 settembre 1987 e io stupidamente
le avevo creduto.
Nel corso di quei tre anni però il mio animo
teatrale e adolescenziale aveva escogitato una serie di ripicche ai danni di
quel folletto di mia sorella.
Per un paio di mesi non volevo saperne di
nutrirmi tanto che se non fosse stato per mio padre presumo che mi sarei
trasformato in una pietra purtroppo vivente.
“Edward sapevi che lasciandola umana quello
sarebbe stata il suo destino. Ho visto che lei ritornerà, mi hai promesso di
non fare sciocchezze fino a quel giorno!” Mi
implorò Alice, ma anche mia madre e tutta la mia famiglia di vampiri era
d’accordo.
Avevo pensato di fare la statua vivente nel
confine dei Quielutes ma il mio progetto non era realizzabile con una sorella
veggente e poi ero una persona d’onore e dovevo mantenere la promessa.
Il giorno della presunta rinascita del mio
amore era ormai alle porte e a breve avrei scoperto se negli ultimi tre anni mi
ero punito per quello che ero per niente.
Era la sera del 12 settembre 1987 quando Alice
venne nel mio rifugio, la mia camera, invadendomi con i suoi euforici pensieri.
“René ha le doglie! Avevo ragione!” mi disse mentre riuscì a vedere tutto quello che stava succedendo.
“Sicura
di avere ragione?”
“Si, se vuoi domani andiamo al reparto
maternità?”
“Lo sai che non dobbiamo dare nell’occhio, ma
sono ansioso di scoprire se tutto quello che hai detto in questi ultimi tre
anni si avvererà!”
Senza parlare vidi l’immagine della piccola che
appena nata guardava con curiosità i genitori. Quello sguardo intelligente e
quel colore marrone cioccolato lo avevo visto solo nel mio amore umano, quindi
stava davvero per ritornare?
La notte successiva io e Alice andammo
direttamente nella nursery. I neonati stavano dormendo tranquillamente, ma
appena varcai la soglia di quella stanza fui colpito da quel dolce profumo che
in me risvegliava il mostro e solo una persona era in grado di fare. Isabella
era ritornata, era in quella stanza ed era una neonata e mi sentivo quasi come
un pervertito.
Mi avvicinai a quel fagotto che doveva essere
Isabella e come se si fosse accorta della mia presenza la bimba si svegliò, ma
non pianse anzi sorrise.
Era possibile che una neonata mi riconoscesse?
Inoltre era strano che una bimba a poche ore di vita sapesse già sorridere.
Quel contatto con la piccola mi sembrò di aver trovato la via per la casa…
Ora che l’avevo ritrovata, l’avrei aspettata e
non mi sarei lasciato sfuggire questa seconda possibilità.
Avevo un paio di anni per essere completamente immune al suo profumo
Angolo tutto mio: Qui ci sono due punti di vista, vi aspettavate Charlie? Se c'è qualcosa che non va potete scrivermelo. Alcuni dettagli della vita di Charlie sono occ...perché non ricordavo come si chiamassero i suoi parenti ma anche perchè volevo dare una continuità alla prima vita di Isabella con questa nuova. Per quanto riguarda le generazioni ho preso spunto dalla mia vita...siccome i miei bisnonni avrebbero potuto essere compagni di giochi di un Edward umano e io ho qualche anno in più di Bella....insomma avrei potuto giocarci insieme alle elementari...
Buona giornata e buone ferie per chi è al mare...