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Autore: bessielizzie    07/07/2015    3 recensioni
Questa storia è ambientata poco prima della trasformazione in vampiro di Edward. Isabella ed Edward si incontrano quando stano per andare ad arruolarsi lui per la guerra mentre lei come crocerossina di campo. Entrambi stanno per partire per il fronte, ma il destino cambierà le carte in tavola.
Spero di avervi incuriosito
P.S.: Per la maggior parte di questa storia il titolo era 1918, ma oggi ho aggiunto una piccola parte che porta verso il finale
Genere: Fantasy, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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13 settembre 1987

13 settembre 1987

13 settembre 1987 ospedale di Forks.

 

Charlie

Nonna Isabella era morta da un paio di anni e mi mancava ancora tantissimo, ora che stavo per diventare padre avrei voluto che lei fosse qui con me.

Ricordo come fosse ieri quando mi raccontava le storie per farmi addormentare e obbligatoriamente dopo le preghiere serali. La mia infanzia era stata da sogno e speravo che lo fosse anche per la piccola in arrivo.

Quando conobbi René la mia amata nonna le avevano appena diagnosticato il morbo di Alzheimer, e i suoi primi ricordi stavano iniziando sparire ma conoscere la mia fidanzatina l’aveva resa meno depressa per la diagnosi.

Anche prima di ammalarsi mi ricordava sempre l’importanza di lottare per il proprio amore.

“Ricordati piccolo di tenerti stretta la tua anima gemella.”

Nonna continuava chiamarmi piccolo sebbene fossi da poco entrato alla scuola di polizia. Ricordo tutt’ora quanto era agitata quando scoprì quale sarebbe stata la mia professione, ma la rassicurai che sarei stato prudente.

Io e René avevamo deciso che alla nostra piccola l’avremmo chiamata come mia nonna. Grazie a mia moglie ero riuscito a non crollare durante l’aggravarsi di quella malattia.

Fu René ad accogliermi in lacrime quando mia nonna iniziò a non riconoscermi, a considerarmi un estraneo e quindi per me mia moglie era un porto sicuro.

René amava mia nonna, agli inizi della nostra relazione per mia moglie era un rifugio perché i suoi genitori non mi vedevano di buon occhio, mia suocera continuava a dirle “ lascialo perdere, lui diventerà un poliziotto e userà le armi! Potrebbe essere pericoloso!”

Provai più volte a spiegare alla mia futura suocera che non avrei mai fatto del male alla sua adorata figlia, ma alla fine riuscimmo a sposarci.

Quando mia moglie mi annunciò che presto saremmo diventati genitori ero al settimo cielo e riempi di attenzioni la mia donna e da quando era in preda alle voglie ero anche diventato un bravo cuoco, la ricoprivo di attenzioni.

Il parto era previsto per metà settembre, ma la piccola aveva fretta di nascere e René mi svegliò in piena notte del 12 settembre 1987 ed era in preda alle doglie.

Quella notte cercai di assumere il tipico autocontrollo da bravo poliziotto qual ero, ma il timore che qualcosa andasse storto era dietro l’angolo. Mi sentivo come quando ero a caccia di un criminale e che il pericolo fosse sempre in agguato, ma rimasi sempre al fianco della mia amata finché non arrivò Isabella Marie Swan.

La luce dei mie occhi, mia figlia nacque all’alba e l’avrei protetta, curata, amata, cresciuta. Non credevo che potevo essere l’artefice della perfezione, ma la mia piccola principessa era già determinata a conoscere il mondo a poche ore di vita.

 

 

 

 

Pov. Edward.

Erano trascorsi esattamente tre anni da quando la mia unica ragione di vita aveva intrapreso il suo ultimo viaggio. Da quel giorno non ero più la stessa persona e avevo provato più volte a suicidarmi, ma con scarso esito perciò mi sentivo un fallito.

In fondo chiunque non sarebbe riuscito a farsi fuori con una sorella veggente che prevedeva tutte le mosse. Era a causa di Alice che non ero ancora corso dai Volturi. La mia dolce sorellina aveva visto che la mia amata Isabella sarebbe rinata il 13 settembre 1987 e io stupidamente le avevo creduto.

Nel corso di quei tre anni però il mio animo teatrale e adolescenziale aveva escogitato una serie di ripicche ai danni di quel folletto di mia sorella.

Per un paio di mesi non volevo saperne di nutrirmi tanto che se non fosse stato per mio padre presumo che mi sarei trasformato in una pietra purtroppo vivente.

“Edward sapevi che lasciandola umana quello sarebbe stata il suo destino. Ho visto che lei ritornerà, mi hai promesso di non fare sciocchezze fino a quel giorno!”  Mi implorò Alice, ma anche mia madre e tutta la mia famiglia di vampiri era d’accordo.

Avevo pensato di fare la statua vivente nel confine dei Quielutes ma il mio progetto non era realizzabile con una sorella veggente e poi ero una persona d’onore e dovevo mantenere la promessa.

Il giorno della presunta rinascita del mio amore era ormai alle porte e a breve avrei scoperto se negli ultimi tre anni mi ero punito per quello che ero per niente.

Era la sera del 12 settembre 1987 quando Alice venne nel mio rifugio, la mia camera, invadendomi con i suoi euforici pensieri.

“René ha le doglie! Avevo ragione!” mi disse mentre riuscì a vedere tutto quello che stava succedendo.

Sicura di avere ragione?”

“Si, se vuoi domani andiamo al reparto maternità?”

“Lo sai che non dobbiamo dare nell’occhio, ma sono ansioso di scoprire se tutto quello che hai detto in questi ultimi tre anni si avvererà!”

Senza parlare vidi l’immagine della piccola che appena nata guardava con curiosità i genitori. Quello sguardo intelligente e quel colore marrone cioccolato lo avevo visto solo nel mio amore umano, quindi stava davvero per ritornare?

La notte successiva io e Alice andammo direttamente nella nursery. I neonati stavano dormendo tranquillamente, ma appena varcai la soglia di quella stanza fui colpito da quel dolce profumo che in me risvegliava il mostro e solo una persona era in grado di fare. Isabella era ritornata, era in quella stanza ed era una neonata e mi sentivo quasi come un pervertito.

Mi avvicinai a quel fagotto che doveva essere Isabella e come se si fosse accorta della mia presenza la bimba si svegliò, ma non pianse anzi sorrise.

Era possibile che una neonata mi riconoscesse? Inoltre era strano che una bimba a poche ore di vita sapesse già sorridere. Quel contatto con la piccola mi sembrò di aver trovato la via per la casa…

Ora che l’avevo ritrovata, l’avrei aspettata e non mi sarei lasciato sfuggire questa seconda possibilità.

Avevo un paio di anni per essere completamente immune al suo profumo

Angolo tutto mio: Qui ci sono due punti di vista, vi aspettavate Charlie? Se c'è qualcosa che non va potete scrivermelo. Alcuni dettagli della vita di Charlie sono occ...perché non ricordavo come si chiamassero i suoi parenti ma anche perchè volevo dare una continuità alla prima vita di Isabella con questa nuova. Per quanto riguarda le generazioni ho preso spunto dalla mia vita...siccome i miei bisnonni avrebbero potuto essere compagni di giochi di un Edward umano e io ho qualche anno in più di Bella....insomma avrei potuto giocarci insieme alle elementari...

Buona giornata e buone ferie per chi è al mare...

   
 
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