Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Role    22/06/2015    4 recensioni
John diede una rapida scorsa al paragrafo, per un breve ripasso.
"L’osmosi indica la diffusione di un solvente attraverso la membrana semipermeabile dal compartimento a concentrazione minore di soluto a quello a concentrazione maggiore. Sebbene gli altri tipi di diffusione operi- "
Il biondo interruppe la lettura, distratto da qualcosa di ben più interessante.
Una nota, scritta in una calligrafia elegante e flessuosa, accompagnava la definizione.
Errato. Sono compartimenti a minore o maggiore potenziale chimico idrico, è improprio definirli in base alla concentrazione. Idiota.
[Raccolta di Flashfic] [AU]
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

8.

John a volte detestava sua madre.

Era cara donna, per carità.

Aveva cresciuto i suoi figli in modo esemplare e non si era mai scoraggiata di fronte alle difficoltà che la sorte le aveva posto davanti.

Si era sempre dedicata alla famiglia e sembrava aver totalmente perso, qualora prima ne’ fosse stata in possesso, la capacità di lamentarsi

Eppure, aveva un piccolo difetto.

E, ovviamente, secondo il suo figlio minore, piccolo non era altro che un mero eufemismo.

Per un ragazzo discreto e riservato come John, una madre chiacchierona e tremendamente curiosa era una piaga infernale.

Quella sera, a cena, sembrava che, per la sua genitrice, Sherlock fosse diventato improvvisamente il centro dell’universo.

Ogni singola frase proferita da lui o Harriet, per la madre sembrava spunto per porre una nuova domanda sul ragazzo dagli occhi penetranti appena conosciuto.

-Ma’, mi passi il pepe? –

- Certo cara! Piuttosto, John, Sherlock dove abita? - Chiese con la naturalezza la signora Watson, come se quella domanda non fosse assolutamente fuori contesto.

Il ragazzo si limitò a mugugnare qualcosa sul quartiere Belgravia.

Conoscendo sua madre, sarebbe stata capace di trovarsi “casualmente” a passare ripetutamente davanti casa di Sherlock, e ciò non doveva accadere.

Riuscì miracolosamente ad evitare qualsivoglia domanda futura, usando un escamotage a cui qualunque pettegola, per giunta inglese, non sarebbe mai riuscita a resistere.

-Mamma, hai sentito che Kate Middleton sembra essere di nuovo incinta? –

In pochi attimi, un fiume di parole senza controllo travolse i due ragazzi.

 

                                                                               ***

Quando Sherlock entrò nella biblioteca della scuola, vide John estremamente concentrato e chino sul libro di biologia.

Il moro sapeva di essere in anticipo, e il ragazzo sembrava essere lì da un bel po’.

Si concesse, dunque, qualche minuto per osservarlo.

Credeva fermamente che, l’unico modo per comprendere davvero qualcuno, fosse guardarlo quando egli sapeva di non essere visto.

Solo in tal modo si sarebbe potuta comprendere la vera essenza di quell’individuo.

Il biondo corrugava la fronte, mordicchiando nervosamente una matita quando si trovava a leggere un paragrafo particolarmente complesso.

Sembrava congelato in quell’attimo, come se nulla potesse sconvolgerlo.

Sarebbe rimasto lì ad osservarlo per ore ma, dopo qualche minuto, lo sguardo del biondo incrociò il suo.

Sherlock vide un sorrisetto divertito allargarsi sul suo volto e, seppur controvoglia, si costrinse a dirigersi verso di lui.

-Hey…che guardavi? – Chiese ironico.

Il moro esitò.

Non era avvezzo alle convenzioni sociali, ma qualcosa, dal fondo della sua mente, gli suggeriva di non dire la verità.

-Stavo…riflettendo. – Rispose convinto, accomodandosi al tavolo del biondo.

Il ragazzo, sorprendentemente, decise di non indagare oltre e Sherlock gliene fu grato.

-Ho pensato di creare una tesina più ampia. Visto l’argomento, sarebbe opportuno fare un collegamento con la letteratura, che ne dici di Mary Shelley? – Propose John, mostrandogli alcuni fogli, su cui Sherlock riconobbe la calligrafia che, tempo prima, aveva trovato sul suo libro.

Il moro era sicuro di aver già sentito quel nome e, allo stesso modo, era abbastanza certo di averlo cancellato per far posto a qualche nozione concretamente utile.

-Chi è costei? – Domandò semplicemente.

L’incredulità di John trasparì inequivocabilmente dal suo volto.

-E’ l’autrice di Frankenstein, Sherlock! Come fai a non sapere chi sia? –

-Noioso. –

L’altro scoppiò a ridere, seguito dal sogghignare dell’altro.

-Sei…incredibile…-

Non lo aveva mai visto ridere. Era un suono limpido, cristallino, che non sembrava appartenere alla sua voce profonda.

Watson non lo avrebbe mai ammesso, ma si sentiva vagamente soddisfatto.

Sherlock stava ridendo con lui.

Non aveva mai visto nessun altro essere reso partecipe di tale onore.

-Toh! Guarda i due fidanzatini! –

Sherlock avrebbe riconosciuto quella voce ovunque.

Chi altro poteva distruggere quell’atmosfera idilliaca?

A volte, lo aveva seguito nei suoi incubi, senza lasciargli scampo.

Era lui, accompagnato dal fedele compagno Sebastian Moran.

La figura di Jim Moriarty, dall’altro lato del tavolo, li fissava sorridendo.

John non poté fare a meno di pensare che, se avesse dovuto dare un volto all’aggettivo subdolo, senza dubbio avrebbe scelto quel ragazzo.

-John caro, c’è di meglio di questo stramboide. Non ti ricatta mica per fargli compagnia? –

Disse con voce altalenante e fintamente scherzosa.

Sembrava quasi che stesse giocando.

Sherlock si preparò a fornire una risposta acida per mandarlo via.

Quello scambio di battute sembrava essere la storia della sua vita.

Moriarty lo provocava e diffondeva voci orribili sul suo conto. Lo isolava.

Il moro si isolava sempre di più nella sua bolla, lasciando il resto all’esterno.

Sarebbe stato così anche quella volta.

Eppure, John lo precedette.

-Sherlock è mio amico. Tu mi disgusti. –

Amico.

Quella parola si fece largo nella sua mente, e ne riempì ogni anfratto.

Amico.

Cinque lettere, capaci di assumere un significato così potente.

La ritirata, non senza espressione sdegnata, del bullo, fu soltanto una piccola ricompensa al confronto di quella parola e delle emozioni che gli aveva provocato.

Sherlock avrebbe avuto bisogno di riflettere a lungo.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice.

Questo capitolo è più lungo del solito u.u forse anche per farmi perdonare per il ritardo u.u

Vorrei ringraziare tutti coloro che seguono, recensiscono e leggono u.u tra oggi e domani cercherò di rispondere alle recensioni dello scorso capitolo. Chiedo perdono, sono sono sotto esami ed, ergo, mezza morta.

                                                                                                             Alla prossima, Role

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Role