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Autore: AliceCutso    22/06/2015    0 recensioni
Alexis ha dovuto affrontare tante cose negli ultimi mesi. Nel giro di un'estate la sua vita si è completamente capovolta e Jonathan ha di certo approfittato di questo, confondendola per avvicinarla a se.
Ora che lui è tornato Alexis ha la possibilità di conoscere meglio sua sorella, Clary, ma si trova anche a doversi porre delle domande su se stessa, perchè c'è un dubbio che la tormenta e la fa esitare: in lei prevale il bene o il male?
Esiste ancora una possibilità per la sua anima?
Seguito di "Colei che protegge", tuttavia comprensibile anche per chi non avesse letto la storia precedente.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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POV ALEXIS

 

-Sai, nostro padre ti avrebbe chiamato Abigail, come la sorella di Jonathan Shadowhunter. Me lo disse un giorno, dopo che ti avevamo fatto allenare. Se fossimo rimasti tutti insieme, se Jocelyn non ci avesse separato, avrebbe onorato sua madre chiamando Clary come lei e a te avrebbe dato il nome della prima shadowhunter. Dentro di lui, sapeva che noi due eravamo destinati a creare una nuova specie e ne andava fiero-.
Sono almeno dieci minuti che Jonathan, fuori dalla porta, cerca di calmarmi ma io non posso perdonare ciò che ha fatto -e nostra sorella?- chiedo attraverso il legno, esausta.
-lei è graziosa e piacevole da avere intorno di quando in quando, senza contare il notevole potere delle rune, ma è diverso. Lei non è nata per comandare... non è come noi-.
Con lentezza mi decido ad aprire la porta trovandomelo davanti, imponete come sempre, anche se sento che qualcosa è cambiato. È come se si fosse spazzata una filo invisibile, non saprei descriverlo: lui è lo stesso di tre ore fa, stesso portamento, stesso viso, stesso tutto, ma non è più Jonathan.
-dimmi un cosa, però non mentirmi- aspetto un istante osservandolo bene in faccia per essere sicura che mi risponda sinceramente -hai ucciso tu Jas?-.
Lo vedo aprire un poco di più gli occhi, evidentemente sorpreso, le spalle gli si irrigidiscono e mi sembra che per un attimo è incerto se raccontarmi una frottola o meno.
-sì- risponde infine -sono stato io-.
Con stupore la rabbia non mi assale ne tanto meno il dolore, non sento niente.
-e anche Valentine, vero?-.
-si-.
-perchè lo hai fatto?- chiedo scuotendo la testa.
-loro- comincia lui afferrandomi per le estremità delle spalle -loro erano un ostacolo, Alexis. Volevano tenerci divisi! Perfino nostro padre, che aveva capito il legame che ci unisce, era intenzionato a distruggerlo! Era disposto a darti in moglie a quel disgustoso demone e pretendeva che io rimanessi a guardare mentre lui si cibava della tua anima. Tu capisci che non avrei mai potuto permetterlo-.
I suoi occhi mi guardano assorti, come se stesse cercando di catturare, capire qualcosa. Sta forse cercando di fingere amore?
-io non sono Clary, con me non ti devi sforzare. So chi sei e conosco il tuo modo di amare. Io ti accetto così come sei-.
Ma è davvero così? Sento fra di noi un legame comunque, qualcosa che si è costruito in mesi con solide basi e che forse non se ne andrà mai, ma ormai ho finalmente capito chi è veramente, riesco a vederlo per quello che è: un essere instabile e pericoloso.
Anche all'inizio, dopo aver letto gli appunti di Valentine, lo avevo classificato come tale ma il mio desiderio di aiutarlo e liberarlo dal male mi ha annebbiato. Sicuramente anche il sesso e i poteri di origine demoniaca che ci accomunano non hanno aiutato la mia lucidità.
-ma lei no- risponde Jonathan riferendosi a Clarissa -se per te va bene, oggi vorrei passare la giornata con lei, per avvicinarci. Pensavo che nel mentre potresti seguire Jace e precedermi a al settimo sito-.
-se è ciò che vuoi, lo farò-.
Lui sposta le mani dietro la mia nuca con uno sguardo a dir poco euforico -sapevo di poter contare su di te! A breve tutti i nostri sforzi acquisteranno un significato-.

 


La radura che ci circonda mi ricorda tremendamente quella della Battagli degli Angeli, ampia, verde e con me, praticamente da sola, davanti a decine di Shadowhunter. La maggior parte di loro si tratta di ex seguaci di Valentine ma molti altri si sono uniti a noi dopo aver visto il potenziale che abbiamo io e Jonathan.
Jace al mio fianco è abbastanza tranquillo e non sembra in vena di fare alcunché in attesa di nostro fratello e Clary, se non una rapida runa guaritrice che si è fatto quando credeva che non me ne sarei accorta.
Jonathan deve essersi ferito in qualche modo... che sia stata Clarissa magari poco in vena di indossare un abito da cerimonia?
Prima che partissi mio fratello ha insistito perchè ne mettessi uno rosso molto leggero e drappeggiato, con rifiniture in metallo sulle spalline e delle rune dorate iridescenti sparse quasi ovunque.
Per sicurezza mi sono portata dietro un pugnale e una spada, ma Jonathan ha insistito perchè non prendessi anche l'arco sostenendo che avrebbe rovinato la linea dell'abito. È molto importante per lui che oggi siamo tutti al meglio.
Sul terreno Jace ha tracciato un complicato disegno e, nonostante sono abbastanza sicura che lui non sia in grado di capire ciò che ha scritto, io riconosco quei simboli come venissero dalla mia lingua madre: parlano di morte, di resurrezione, di dolore e di angoscia.
Non mi hanno mai spiegato esattamente cos'hanno intenzione di fare ma immagino che sarà alquanto spettacolare.
Dopo alcuni minuti, vicino a noi, si apre un mortale dal quale escono Clarissa e Jonathan. Immediatamente noto l'aria turbata di lei e la fionda che lui gli punta contro ma decido che per aiutarla la cosa migliore da fare è mostrarmi collaborativa.
-è tutto pronto?-.
-sì, vuoi fare tu il primo discorso?-.
Lui scuote la testa abbassando cautamente l'arma -no, dì tu qualche parola. Te lo meriti Jace-.
I due si allontanano, lasciando me e una alquanto scossa Clary da sole.
-ti ha fatto del male?- le chiedo.
Lei si volta a guardarmi impaurita quindi aggiungo -stai tranquilla, so che è pericoloso ma posso salvarti. Al momento giusto ti farò un cenno e allora dovrai cominciare a correre Clarissa, correre più veloce che puoi e più lontano possibile da qui-.
-ma... e tu Alexis?-.
Il mio sguardo rimane fisso su Jonathan e Jace, abbastanza distanti da noi e assorti nelle loro parole da non prestarci attenzione -io ti raggiungerò il prima possibile-.
Con la coda dell'occhio la vedo scuotere la testa, i rossi ricci che rimbalzano qua e la al vento -tu non sai di cos'è capace-.
-fidati- le rispondo con un filo di voce -lo so meglio di chiunque altro-.
Improvvisamente davanti a noi si alza un'enorme pire di fuoco verde che emette una tale energia demoniaca che devo trattenermi con forza dal vomitare. Le fiamme sono qualcosa di orribile, così malvagie e diverse da quelle che creavano i miei draghi...
Dinanzi a tutto ciò ci sono gli shadowhunter, chi sbalordito, chi spaventato, e mio fratello in ginocchio e con le braccia tese. In faccia ha un'espressione euforica e terrificante da invasato.
Dal muro di fuoco e morte si distingue una figura, una donna nuda e dai lunghi capelli neri.
-madre, ho fatto tutto come mi hai detto. Ecco, la coppa-.
Lilith si recide la mano, versando il proprio sangue nel recipiente il quale diventa scuro non appena le due sostanze entrano in contatto. Ecco un corpo celeste corrotto dai poteri demoniaci.
-Sono fiera di te, mio adorato. Aumentando il tuo potere anche il mio crescerà e così potrò aiutarti per davvero-.
-piangiamo la tua morte e proclamiamo la tua resurrezione-.
Lei alza quindi le braccia verso l'alto in una malefica risata piena di soddisfazione e le fiamme l'avvolgono di nuovo, scomparendo nel nulla. L'unica prova del suo passaggio è la coppa Infernale tenuta in mano da Jonathan il quale la guarda come se si trattasse del suo bene più prezioso.
È difficile da spiegare ma ho come l'impressione che il potere intrinseco in quel calice abbiano, in qualche modo, effetto su di lui perchè il leggero bagliore che lo ha sempre illuminato, la debole luce di ciò che resta della sua anima si è ulteriormente affievolita.
E quindi mi chiedo "c'è ancora una speranza per mio fratello?".
Assorta come sono nello sconcerto e nell'orrore non mi accorgo nemmeno che ha dato l'ordine di far portare una donna davanti a lui e, sentendo la protesta di Clary accanto a me, intuisco che la scelta della persona non è casuale.
Lei si oppone con tutte le forze, i capelli castani le si muovono al vento come in un tornado ma è tutto inutile.
Jonathan la costringe a bere dalla coppa ed è allora che capita la cosa più terrificante e disgustosa che abbia mai visto: tutti possono vedere il suo corpo contorcersi di dolore ma solo io vedo la sua anima, fino a quel momento limpida e luminosa, plasmarsi, cambiare colore in tonalità sempre più scure, come se stesse marcendo, ed infine distruggersi in migliaia di pezzi.
Tale vista è così sconvolgente per me che il respiro, fino a quel momento praticamente sospeso, accelera e un allarmante giramento di testa mi fanno temere uno svenimento. Vedere quel corpo vuoto mi da letteralmente i brividi a causa dell'eccessivo sangue angelico in me.
-forza, attacca!- ringhia Jonathan.
La donna si scaglia con una velocità sovrumana contro un cacciatore, il quale cerca di difendersi ma in pochissimi istanti viene atterrato con un coltello puntato alla gola.
-chi è il prossimo?-.
Subito mi volto verso Clarissa, ma lei non mi considera, troppo assorta nell'agghiacciante spettacolo che ci si prospetta davanti.
Il mio sguardo però è catturato da un movimento fra la folla: una figura si sta facendo avanti spintonando chi ancora è incerto sul da farsi.
-io, mio signore. Mi chiamo Marck Shadefaire e sono pronto per seguire la famiglia Morgenstern-.

  
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