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Autore: EragonForever    22/06/2015    4 recensioni
Salve, eccomi qui con questa nuova fanfiction tutta su Naruto, che ho imparato ad amare e apprezzare. Dunque, vi volevo solo dire che la storia sarà divisa in due parti. Mi è venuta questa idea x creare qualcosa di tutto nuovo. In conclusione ... buona lettura.
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In quell'attimo un verso stridulo squarciò l’aria scatenando il panico totale. Selene allora si svegliò, allarmata nel sentire tutto quel frastuono e corse fuori, spalancando gli occhi.
"Oh no ... sta arrivando.", mormorò, preoccupata.
Jamir, il figlio più grande accorse e la guardò con fare incerto.
"Chi? Chi sta arrivando mamma?", domandò.
Lei indicò un punto preciso alle porte del villaggio, dove era comparsa una colonna di fuoco.
"Mistfire ... la Fenice a 14 Code. Se verrà qui distruggerà ogni cosa!", esclamò.
(Dal prologo)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache di Jamila'
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Capitolo 1: Jamila

Era appena l'alba nel Villaggio della Sabbia, il sole stava tingendo l'orizzonte con le sue sfumature rosate creando uno spettacolo a dir poco mozzafiato. Su una rupe non molto distante da casa sua, stava una bambina di circa 14 anni dalla delicata carnagione color caramello, limpidi occhi azzurri e lunghi capelli color fiamma, raccolti in una coda di cavallo che le ricadeva fluente lungo la schiena mentre il fisico da ragazzina era snello e slanciato. Il suo nome era Jamila, Jamila Komamura e viveva con suo fratello Jamir, di 17 anni, e Kyuu, il suo cucciolo di lupo bianco che aveva trovato qualche giorno prima tra le rocce mentre faceva una delle sue solite esplorazioni. Non appena lo aveva trovato solo e impaurito aveva subito deciso di portarlo a casa con se, essendo molto amante degli animali.

I due erano diventati inseparabili sin dal primo momento, poiché in fondo erano molto simili: erano entrambi orfani di genitori.

Lei non aveva mai conosciuto la sua famiglia e suo fratello non ne parlava mai nonostante la sua insistenza, e ogni volta cambiava sempre discorso. L'aveva cresciuta come padre e madre messi insieme, si volevano molto bene e il loro rapporto fraterno era qualcosa di davvero speciale. Jamir era diventato Chunin da un anno ormai, e spesso era in missione con i suoi compagni di squadra per cui purtroppo era costretto a lasciarla sola.

Ma Jamila in fondo sapeva badare a se stessa, e, per essere Genin se la cavava piuttosto bene nell'arte della sopravvivenza. Tuttavia il suo carattere lasciava spesso a desiderare poiché era piuttosto ribelle, una vera testa calda, sempre con la risposta pronta, molto sicura delle sue capacità, eppure di indole sensibile, però sapeva anche essere gentile e premurosa.

Purtroppo però non era molto ben vista da tutti, per un unico e semplice motivo: aveva un'abilità innata molto particolare, sapeva dominare i cinque elementi: vento, acqua, fuoco, roccia e fulmine. Tempo addietro, quando era ancora bambina, aveva perso involontariamente il controllo del suo potere, causando un disastro, molte case erano state distrutte, e alcuni suoi compaesani erano rimasti uccisi. Da quel giorno era sempre stata tenuta a debita distanza da tutti, soprattutto a scuola, all'Accademia Ninja. Nonostante il carattere era una dei migliori studenti, ma questo non le garantiva facili amicizie, al contrario, era sola e questo la faceva soffrire tutt'ora.

Solo suo fratello Jamir la capiva, dato che anche lui aveva un'abilità innata, ovvero la rigenerazione cellulare iperveloce. Al contrario della sorella, era ben visto, poiché grazie alla sua abilità, garantiva il benessere del villaggio. Essendo uno dei Chunin più brillanti e capaci, il Kage del Villaggio, ossia Gaara del Deserto, gli affidava quasi tutte le missioni assieme al suo team. Quella mattina però era a casa e così raggiunse la sorella in cima alla rupe dove stava.

"Ehi sorellina, che fai qui tutta sola?", esordì

"Guardavo l'alba.", rispose la ragazza con un sospiro.

A quella risposta intuì subito che in verità nascondeva qualcosa, così la guardò intensamente negli occhi.

"Qualcosa non va?", le chiese con apprensione.

Abbassò lo sguardo nel sentire quella domanda, cercando di evitare in ogni modo le sue iridi celesti cariche di preoccupazione.

"No, tutto apposto, sto bene.", rispose semplicemente.

Jamir allora sospirò.

"Ti conosco fin troppo bene, e credimi, so quando c'è qualcosa che non va. E’ inutile che fai la dura, con me non funziona"

Per un attimo, Jamila esitò a rispondere, ma poi parlò.

"Da quel maledetto giorno tutto il Villaggio mi tiene a distanza, e a scuola mi evitano come la peste.", confessò infine.

A quella frase il fratello capì subito a cosa si stava riferendo.

Sospirò.

"Lasciali pensare come vogliono, quello che conta è ciò che sei e ai miei occhi non sei una minaccia, sei mia sorella, e mai ti considererò un pericolo. Se loro la pensano altrimenti, ciò dimostra solo e soltanto quanto siano stupidi e ignoranti, non possono nemmeno lontanamente immaginare come sia difficile gestire un’abilità innata. E ricorda che quello che è successo non è stata colpa tua.", la rassicurò.

Al suo fianco, Kyuu abbaiò in segno di approvazione, facendola sorridere.

"Anche lui la pensa come te vedo.", osservò, accarezzandogli la testina con affetto.

Kyuu in risposta le leccò affettuosamente il viso e la Genin rise con la sua risata soave e argentina.

"Mi fai il solletico!", esclamò.

Il fratello sorrise nel vederla così serena.

"Vorrei vederti sempre così, allegra e sorridente. Quando ti chiudi in te stessa sto male, e mi piacerebbe sapere cosa ti passa per la testa, ma tu sei sempre così testarda che non mi dici nulla. Sei molto più bella quando sorridi.", replicò poco dopo, scompigliandole i capelli con una carezza.

A quel contatto, la ragazza sorrise, abbracciandolo poi con foga.

"E' merito tuo se sono felice, tu sei la mia gioia più grande, se non ci fossi tu sarei persa.", mormorò contro la sua spalla.

Jamir ricambiò la stretta, stringendola con forza.

"E tu sei la sorella migliore del mondo e so che un giorno sarai una grande ninja.", la rassicurò con affetto.

Infine scesero dalla rupe e andarono a fare colazione.

Jamila aveva sempre detestato farsi vedere debole e fragile agli occhi del fratello e per questo si comportava da dura, facendosi vedere forte e sicura.

Ma Jamir riusciva a leggerle fin nel profondo del suo animo, riuscendo a vedere quanto in realtà soffriva la solitudine, quanto l'essere emarginata le pesava. In lei vedeva un profondo dolore, che la sorella non si era mai permessa di sfogare. Ciò gli dispiaceva molto, soprattutto il fatto che non riuscisse a esternargli i suoi sentimenti, perché sapeva che, in fondo in fondo, aveva solo bisogno di essere apprezzata e consolata.

Il suo orgoglio e la sua testardaggine però erano incorreggibili, per cui la sola cosa che poteva fare per lei era esserci sempre quelle poche volte che mostrava di aver bisogno di lui. Un po' si sentiva in colpa nel lasciarla sola quando era in missione, e l'unica cosa che lo consolava quando lo faceva, era il fatto che lei era una ragazza forte e decisa capace di badare a se stessa.

Quel giorno era sabato e non c'era scuola, con sollievo di Jamila.

Odiava andarci, ma allo stesso tempo era una degli allievi migliori, ma non ne era affatto orgogliosa vista la sua situazione.

Non appena finì la colazione decise di andare con Kyuu a fare una passeggiata nel Villaggio.

Era una bella giornata che metteva allegria, le casupole color senape di Suna risplendevano delle tonalità accese dei tendoni e dei bazar del mercato, mentre una folla di gente andava a veniva in continuazione.

Il profumo del bucato pulito, steso sopra le teste dei passanti, delle ciambelle alla cannella e delle spezie inondava le strade mentre un vociare confuso composto da grida, annunci e negoziazioni permeava l’aria.

Dopo poco però, notando i continui sguardi gelidi e curiosi che le lanciavano i passanti, preferì allontanarsi. Odiava quei bisbigli sommessi alle spalle, mai troppo vicini perché potesse affrontarli, ma nemmeno troppo lontani perché potesse non farci caso. La gente si allontanava quando la vedeva passare, le mamme portavano perfino i bambini a casa, le persone tacevano all’improvviso e i vecchi scuotevano il capo, dandole le spalle. Non potendo sopportare oltre preferì allontanarsi dalla via principale, dirigendosi dove nessuno avrebbe potuto importunarla.

Anche se era in mezzo al deserto, quel luogo sapeva regalare dei paesaggi a dir poco spettacolari. I tramonti parevano in grado di incendiare l’orizzonte, spargendo sulle vie deserte della sera ombre che parevano voler catturare i passanti, l’alba profumava sempre d’estate e spediva i suoi raggi rosati contro le cupole in terracotta, sui parchi giochi e sulle case.

Generalmente preferiva allenarsi per conto suo, in un luogo segreto in cui nessuno poteva venire a disturbarla e in cui le sue tecniche, spesso molto invadenti e artistiche, non potessero fare danni in giro.

Non aveva mai avuto bisogno di un maestro o di un tutore per allenarsi dato che, grazie alla sua buona memoria, riusciva a memorizzare le lezioni al primo colpo, cosa che sapeva stupire tutti i Maestri.

Solo Gaara quando aveva un momento libero veniva a vedere i suoi allenamenti solitari. Lui e suo fratello erano stati grandi amici sin dalla Grande Guerra Ninja e da allora erano diventati inseparabili, era un prezioso amico di famiglia, sempre disponibile e presente. La fiducia che lo legava a Jamir era forte e spesso il Kazekage amava prendersi una piccola pausa dai suoi doveri per osservare gli allenamenti della sorella del suo migliore amico, che per lui era quasi come un cuginetta. Aveva notato subito il suo talento per le arti marziali, talento che fioriva e si perfezionava di giorno in giorno, per cui non gli dispiaceva per nulla osservarla in silenzio, anche se ogni tanto non sapeva proprio evitare di darle qualche dritta qua e la.

Anche quel giorno venne a vederla.

È davvero una combattente eccezionale, merita a pieno titolo di figurare tra i migliori Genin del villaggio. Pare quasi che sia nata per combattere, le ci vorrebbe un buon team che sappia far spiccare il suo talento … così da sola è sprecata …

Angolo dell'Autrice

Dopo un lungo periodo ho deciso di riprendere questa storia in mano per renderla ancora più migliore. Come mi hanno fatto notare le mie migliori amiche Teoth e KakashinoSharingan, dopo tutte le continue revisioni dei vari capitoli della prima e della seconda parte, che il mio stile era piuttosto sballato e avrebbe potuto confondere i lettori futuri, così mi sono rimboccata le maniche e ho deciso di fare una revisione completa. Ci vorrà un po' di tempo non lo nego ma è la cosa giusta da fare dato che considero JAMILA come una figlia, una parte di me dato che ci ho messo anima e corpo per scriverla. Comunque ecco il primo capitolo revisionato e arricchito. Spero con tutto il cuore che vi piaccia. Ringrazio di tutto cuore chi finora mi ha seguito sin dall'inizio e i generosi recensori per il loro sostegno. Detto questo alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever! (Capitolo revisionato)

   
 
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