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Autore: beatlesklaine    22/06/2015    6 recensioni
Kurt, giovane benestante, neo diplomato al liceo McKinley e nuovo studente della NYADA, pronto ad inseguire i suoi sogni; Blaine, giovane di umili condizioni, che suona la chitarra per strada e vive nel Covo, un posto con altri ragazzi newyorkesi talentuosi ma senza futuro per mancanza di soldi e possibilità. Cosa unirà questi due sconosciuti tanto diversi?
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Tina Cohen-Chang, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Teenage Dream

Blaine's pov

"Hey bell'addormentato, è ora di pranzo" la voce di Sebastian, uno dei compagni del suo gruppo, giunse a Blaine come se si fosse trovato a cento chilometri di distanza invece che a pochi metri da lui. Spalancò gli occhi e si stiracchiò mugolando.
"Arrivo subito" rispose, sbadigliando vistosamente mentre cercava di scendere giù dall'amaca.
Raggiunse i suoi compagni, che si erano riuniti sui cuscini attorno al basso tavolo, dove erano state appoggiate due grandi scatole della pizza.
"Questo è quello che sono riuscito a comprare oggi con i soldi che abbiamo guadagnato ieri sera" spiegò Sebastian, un po' deluso dal misero guadagno della sera precedente.
Se c'era una cosa che non piaceva fare ai ragazzi del Covo, era rubare. Certo, a volte era inevitabile, quando non avevano guadagnato abbastanza soldi, ad esempio. Ma cercavano sempre di essere il più onesti possibile. C'erano molte persone che, anche se potevano permettersi una casa in confronto a loro, non riuscivano ad arrivare a fine mese per via delle bollette, o si trovavano in difficoltà per via della disoccupazione che dilagava sempre più nella nazione, come nel resto del mondo. Perciò avevano stabilito che, se dovevano proprio rubare, lo avrebbero fatto solo con persone ricche, che non si sarebbero lamentate molto per qualche soldo andato perso. "Adesso consegnatemi i soldi che avete ottenuto stamattina, ci serviranno per la cena, e se dovesse avanzare qualche moneta la metteremo da parte per qualcosa che può tornare utile, come delle vere sedie, o degli indumenti: Fred e Turner hanno rovinato le loro ultime camicie"
I due presi in causa, il primo alto e allampanato, l'altro basso e tarchiato, indicarono le loro camicie mezze strappate facendo spallucce. "Ci dispiace. C'era questo tizio con un bel bigliettone da cento dollari in mano e abbiamo cercato di prenderlo, ma a quanto pare non ci siamo riusciti e ci ha rincorso. Noi siamo riusciti a salvarci la pelle, ma sono state le nostre camicie a rimetterci". Alcuni ragazzi ridacchiarono sotto i baffi. Sebastian alzò gli occhi al cielo.
Poi tutti si fecero avanti e tirarono fuori dalle tasche i loro guadagni. Erano dodici ragazzi in totale, e si erano impegnati tutti a cercare di fare più soldi possibile per non essere completamente al verde. Ognuno di loro metteva veramente molto impegno nel suonare e nel cantare. Era la loro passione, era quello che li teneva uniti, non i soldi.
Blaine sorrise, osservando ognuno di loro mentre contavano il piccolo gruzzolo di banconote e monete che si era formato al centro della tavola. Quando si riunivano tutti a cena o a pranzo, il posto diventava molto più confortevole. C'erano molte più candele accese, sulla tavola o sul pavimento, per dare più luce al lugrube scantinato in cui vivevano. Tutti riuniti lì insieme apparivano come una famiglia piuttosto allargata. No, loro erano una famiglia allargata.
"Okay, a quanto pare abbiamo guadagnato trentanove dollari e sessanta centesimi. Non male, ci possiamo comprare le camicie nuove, e dei piatti di carta per mangiare direi" osservò Tina, la ragazza di origini coreane che suonava il violino.
"Direi proprio di sì" annuì Sebastian. "Ora pranziamo insieme, e poi torniamo alle nostre occupazioni ragazzi".

Il giorno seguente...

Erano le dieci e mezza di mattina, e Blaine come ogni giorno a quell'ora sedeva con la sua chitarra a Central Park. Alcuni passanti lo ignoravano completamente; altri lo osservavano mentre passeggiavano; certi gli sorridevano; c'era chi si fermava per un attimo, e chi invece rimaneva ad ascoltare una o più canzoni. Erano soprattutto le signore anziane che regalavano le mancie più sostanziose, forse perché erano più generose o piacevano loro i ragazzi giovani. A Blaine scappò una breve risata. Mentre terminava un assolo di chitarra, in lontananza lo vide: Ecco che arrivava il ragazzo del giorno precedente. Indossava lo stesso cappotto nero, ma aveva dei jeans molto stretti di un rosso acceso, intonati con la sciarpa che portava al collo. Questa volta aveva sul serio un bicchiere dello Starbucks in mano, che sorseggiava a piccoli sorsi, mentre era intento a scrivere qualcosa al cellulare. Gli occhiali erano spariti, Rivelando due occhi di un celeste intenso, che non rimasero per nulla indifferenti a Blaine.
Cavoli, pensò dentro di sè, quel ragazzo è davvero carino. Con il suo passo sinuoso, il giovane si sedette sulla stessa panchina del giorno prima, poi accavallò le gambe e tirò fuori dalla borsa di pelle un libro.
Gli ci volle qualche istante per rendersi conto che aveva terminato la canzone e aveva smesso di suonare. Il ragazzo sembrava non averlo notato come ieri, perciò Blaine decise di spostarsi un po' più vicino alla panchina dove era seduto il giovane, sentendo dentro di sé di voler attirare la sua attenzione con una bella canzone. Perciò iniziò a cantare una delle canzoni che gli riuscivano meglio, Teenage Dream. Di solito si limitava a suonare e basta, ma c'erano quei momenti, come in quella occasione, che sentiva di voler esprimere le sue emozioni attraverso la voce, oltre che alla dolce melodia del suo strumento musicale.
"You think I'm pretty without any make-up on
You think I'm funny when I tell the punch line wrong
I know you get me, so I let my walls come down, down

Before you met me, I was all right
But things were kinda heavy, you brought me to life"
Dopo poco, sembrò funzionare. Blaine vide gli occhi del ragazzo smettere di inseguire le parole sulle pagine del libro, e la testa scattare nella sua direzione, curioso di scoprire chi stesse cantando.

Kurt's pov

Kurt finalmente il giorno prima aveva iniziato a lavorare, e il locale gli piaceva molto. Nel pomeriggio aveva ricevuto una chiamata dalla NYADA ricordandogli che alle ore 15 del giorno seguente doveva recarsi all'accademia per conoscere il posto, e il giorno dopo ancora avrebbe iniziato il corso. Era troppo emozionato per quello che gli stava accadendo. Inoltre aveva finito di sistemare il suo appartamento nel quartiere di Bushwick, che era davvero carino e confortevole, anche se non molto grande. Quella sera sarebbe arrivata a vivere con lui una delle sue più care amiche, Rachel Berry, con la quale aveva frequentato il liceo assieme e avevano ottenuto tutti e due l'ingresso alla NYADA. La sua vita attualmente non poteva procedere meglio di così.
Come la mattina precedente, si era appena seduto sulla stessa panchina a Central Park. Era concentrato a leggere il suo libro di poesie, mentre gli scorreva in gola il caldo e delizioso caffè che aveva appena comprato, quando una melodia gli giunse alle orecche. Subito si guardò attorno, e individuò dopo una piccola frazione di secondo da dove provenisse quella stupenda voce. Apparteneva ad un ragazzo, seduto non molto lontano da lui. Aveva i capelli neri tenuti indietro con il gel, che lo facevano sembrare una specie di gentleman, anche se i suoi vestiti non lo identificavano molto come tale; la pelle aveva un colore leggermente ambrato, e Il braccio destro scorreva su e giù sulle corde della chitarra che teneva appoggiata sulle gambe. Kurt notò che il tizio stava guardando nella sua direzione. Si guardò attorno per vedere se stava guardando qualcuno nei paraggi vicino a lui, ma in quel momento non c'era nessuno che stesse passando nell'arco di almeno tre metri dalla panchina sulla quale era seduto. Si voltò nuovamente verso il ragazzo, che senza dubbio lo stava osservando. Le sue sopracciglia folte si abbassavano sui suoi caldi occhi color nocciola, concentrato sulla canzone che stava suonando. Ad un tratto sorrise a Kurt, e il suo sorriso era qualcosa di davvero spettacolare: aveva dei denti così perfetti e bianchi...Kurt scosse la testa, e abbassò lo sguardo. Era davvero un bel ragazzo. E lo stava osservando! Le sue guancie si tinsero in fretta di rosso, vergognandosi per averlo guardato così intensamente per qualche istante di troppo. Cercò di ignorarlo, ma era davvero talentuoso, e cantava veramente troppo bene. Decise di dargli un'altra occhiata; notò che ai suoi piedi la custodia della chitarra era aperta, come ad invitare i passanti a lasciare un'offerta. Realizzò subito che il suo talento era abbastanza sprecato come semplice busker, ma forse frequentava una scuola di musica, o per qualche coincidenza proprio la NYADA, cosa ne poteva sapere lui? Non voleva mica giudicarlo per i suoi vestiti, per quanto ne sapeva poteva essere anche il ragazzo più ricco di New York che se andava in giro a suonare in incognito.
Intanto, sentiva ancora lo sguardo dello sconosciuto fisso su di lui. Forse lo stava osservando perché era una delle poche persone lì attorno in quel momento, e aspettava che Kurt si facesse avanti per dargli qualche moneta. O forse perché... "no dai, un ragazzo così non sembra il tipo da essere gay" pensò, e tornò a leggere il suo romanzo. Gli avrebbe dato qualche soldo appena fosse stata l'ora di raggiungere il locale.

Blaine's pov

Blaine sentì qualcosa in fondo allo stomaco quando gli occhi stupiti del ragazzo incrociarono i suoi, e si sentì compiaciuto di essere stato subito notato. Quei bellissimi occhi turchesi saettarono su tutto il corpo di Blaine, e lui non potè altro che esserne compiaciuto. Ma dopo poco il ragazzo tornò a leggere il suo libro, e il sorriso cominciò a svanire incerto dal volto del busker, mentre continuava a cantare e a suonare. Insomma, si aspettava davvero che ad un ragazzo , pieno di stile e apparentemente ricco potesse importare qualcosa di lui, che indossava vestiti di seconda mano ed era un povero in canne? O forse aveva smesso di osservarlo semplicemente perché al tipo non interessavano i ragazzi. Eppure era chiaro al cento per cento dai suoi movimenti e atteggiamenti, e anche da come lo aveva guardato, che non era in cerca di ragazze. "O probabilmente lui è già fidanzato e non gli può importar di meno di uno come me" riflettè dentro di sé. Molti pensieri affollavano la sua mente, che cercava di dare una spiegazione alla sua delusione. Non sembrava neanche intenzionato a dargli qualche soldo. Non che a Blaine interessassero molto al momento, ma aveva immaginato che il ragazzo avesse un animo gentile. Immaginato, ti immagini troppe cose, si criticò tra sé e sé.
Quando tornò a sollevare lo sguardo dalla sua chitarra però, notò una cosa che non si aspettava: Di soppiatto, al ragazzo si stava avvicinando Chud. Era un tizio di una congrega 'nemica' ai ragazzi del Covo. Venivano chiamati semplicemente I Padroni, perché ogni cosa che desideravano doveva essere loro, e cercavano sempre di togliere spettatori ai ragazzi del Covo per attirarli a sè con la loro musica e le piroette. La loro specialità, appunto, era...rubare. Blaine osservò il ragazzo de I Padroni puntare alla borsa di pelle del ragazzo che tanto gli piaceva. E in un secondo decise di agire: Non avrebbe permesso che gli rubasse il portafogli. Lasciò cadere la chitarra, che rimbombò forte a terra. Il ragazzo seduto, saltò sul posto e osservò le corde della chitarra abbandonata che continuavano a vibrare. Ecco l'errore del giovane: Girandosi verso la chitarra, aveva permesso che il ladro gli strappasse via la borsa. Urlò un "Hey lascia la mia borsa!" e stava per cercare di inseguirlo, quando spuntò Blaine correndo, che si buttò addosso a Chud, atterrandolo. "Hey, ma cosa fai, stupido! Lasciami andare!" disse stizzito il giovane ladro.
"Non permetterò che gli rubi la borsa, Chud. Ora alzati e vattene, hai capito?" Blaine strappò la borsa dalle mani di Chud.
"Il nostro capo lo verrà a sapere, sei nei guai Anderson, come tutta la tua stupida combriccola di perdenti" Il ladrp, non sapendo cosa altro fare, se la diede a gambe levate.
Riprendendo fiato, si girò verso il ragazzo, che lo aveva quasi raggiunto, con la faccia ancora troppo incredula.
"Tu...la mia borsa..." farfugliò, guardando prima Blaine, poi la borsa. "G-Grazie"
"Tranquillo, non c'è di che." Blaine si sentiva un po' in imbarazzo per aver agito in stile 'eroe'. Si sentiva abbastanza a disagio, perciò le uniche parole che gli vennero da dire furono "Forse adesso è meglio se vado", mentre gli riconsegnava la borsa.
Fece per girarsi e andarsene, ma sentì una lieve pressione sul braccio. Adesso era il suo turno di rimanere incredulo, quando vide la mano del ragazzo attorno al suo polso, per fermarlo. "Aspetta" disse, lasciandolo andare e ricomponendosi. "E' stato un gesto davvero molto significativo per me. Probabilmente quasi tutto il resto della popolazione di questa città non avrebbe mosso un dito per fermare quel ladro. E sappi che canti davvero bene. Se quel tizio mi avesse rubato la borsa, non avrei potuto darti questi" tirò fuori dalla borsa una banconota da cinquanta dollari. "Prendili, te li meriti sul serio" disse, accennando un timido sorriso.
"Non li voglio, non importa, grazie lo stesso" rispose subito Blaine. Ma che diavolo faceva, erano cinquanta dollari, più di quelli che guadagnava in due giorni quasi!
"Io voglio che li accetti invece" ribattè il ragazzo.
Blaine non voleva agire così, ma il suo istinto lo fece voltare nuovamente, e iniziò ad incamminarsi, senza dire altro. Non sapeva perché si sentisse così amareggiato. O forse probabilmente sì: Adesso che era così vicino, poteva notare un bracciale che portava il ragazzo. E c'era scritto un nome, "Finn". Immaginò subito che doveva essere il nome del suo ragazzo, e sentì il cuore stringersi. Anche se non sapeva ancora nulla di quel tipo, sapeva che stava già iniziando a piacergli molto. E doveva mettere da parte i sentimenti prima che potesse essere troppo tardi.
"Aspetta! Dimmi almeno come ti chiami!" urlò il ragazzo, che era rimasto paralizzato nel punto di prima.
Blaine si voltò per un istante, senza guardarlo negli occhi, dicendo semplicemente "Blaine"
"Kurt. Piacere di averti conosciuto allora, e grazie ancora!"
Kurt. Kurt. Kurt.

Era possibile innamorarsi a prima vista in pochi istanti e venirne delusi in pochi secondi?

Ed ecco qua il secondo capitolo per voi!

Ho usato la prima canzone con la quale si incontrarono la prima volta i Klaine, mi sembrava più che adatta. Ecco che ho introdotto dei nuovi personaggi: Fred e Turner, Chud e i resto de I Padroni. Una storia con nemici non può essere altrettanto avvincente secondo me.
Spero che abbiate gradito questo secondo capitolo, e sappiate che ho molte cose in serbo da farvi leggere!
A presto!
beatlesklaine






   
 
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